Rifiuto, evitamento e frustrazione

Buonasera, sono una ragazza di 32 anni con un problema che mi affligge in modo insopportabile.
Dopo un periodo nero in cui ho dovuto prendere dei farmaci antidepressivi, in cui io mi sentivo completamente a terra, senza energie, senza interesse verso la mia vita lavorativa e quotidiana, sempre più in crisi, che piangevo sempre come se vedessi più niente di fronte a me, sono riuscita a stare meglio. Questa malattia mi ha lasciato per un periodo lungo ancora senza sicurezza di me, senza sapere cosa aspettarmi ancora dalla vita.
Nel frattempo ho conosciuto qualcuno in divisa per il quale io, purtroppo, ho sempre avuto una grande stima, un alto concetto di serietà, professionalità, rispetto verso il suo prossimo. In seguito mi accorsi che quella persona diventava sempre più invadente nella mia vita e ossessionante verso di me e tutto quello che facevo. Mi spiava continuamente e anche adesso lo fa sempre con una certa insistenza. Io mi sono fatta sentire offendendola perché è per me ingiusto un comportamento di questo genere. Oltretutto sparla pure alle mie spalle e siccome è in divisa, quelle persone che sono accanto a me si sentono talmente condizionate che credono a tutto quello che dice, nonostante io gli avessi apertamente detto che non volessi più sapere. A questo punto si è creato un ambiente molto ostile nel quale io mi rifiuto categoricamente di averci a che fare. Mi minaccia, mi molesta sa tutto o quasi di me. Continua in modo ossessionante a dirmi che io non mi libererò tanto facilmente di lui. Ma io non sono un oggetto ed non sono obbligata a fare quello che vuole lui. Mi sembra proprio un' assurdità. Siccome che mi sta rovinando la vita e non vuole che scappi via lontano da lui, io mi sto nuovamente distruggendo psicologicamente perché io penso che non valga la pena di vivere per un uomo che non è uomo, ma una persona con dei grossi problemi. E con questo pensiero piango di nuovo quasi tutti i giorni. Non lo sopporto proprio. Io non lo sopporto. Non lo voglio assolutamente ne vicino né in nessun'altra maniera vicino.
Per quanto riguarda le altre persone cerco di evitarle per non sentire anche solo una volta nominarlo. Perché deve capitare a me? Me lo chiedo, ma non trovo risposta. Perché non vuole cedere e vuole averla vinta anche quando ha torto?
Per favore datemi un consiglio. Grazie
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
il suo sembra essere un problema al limite con la psicologia. Lo psicologo si occupa prevalentemente di vissuti emotivi, di processi di pensiero, di relazioni.
Qui, invece, lei ci parla di un dato "oggettivo", sembra raccontarci una sorta di stalking e forse varrebbe la pena sentire un legale o al limite pensare ad una denuncia.
Quello che posso dirle da psicologo è che la strategia di chiudersi in casa per non sentir parlare dell'uomo, non le risolverà il problema anzi le farà terra bruciata intorno, incrementando la possibilità di una ricaduta psicologica.
Si faccia coraggio.
Non rimanga immobile.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dr. Mori,
Spero che una situazione come la mia così al limite, non ce ne siano così tante.
A parte questo, fare una denuncia è la cosa giusta da fare, ma secondo lei come si può spiegare soltanto il pensiero che non valga la pena di vivere per avere a che fare con una persona del genere? E' questa la domanda principale che mi pongo perché mi fa capire che io ho una ferita profonda da rifiuto e da ingiustizia.
In altre parole mi sono resa conto che proprio non lo accetto perché lo odio tanto. In più sono rigida di carattere, nel senso che io quando prendo una decisione è quella. Da quel punto in poi io non mi pento mai perché prendo consapevolezza delle mie scelte.
Un'altra cosa io penso sempre a questo problema come mi alzo la mattina. Come faccio a non fissarmi più? A parte il fatto di non lasciarsi scoraggiare, anche se in alcuni momenti ho paura che lui abbia il sopravvento su di me.
In attesa di una sua risposta, la saluto e le auguro un buon lavoro.