Ansia e paura di uscire
Ho 23 anni e da quando ho finito le scuole superiori non so più cosa fare. Ho provato a fare qualche lavoretto ma mi manca stare a casa, ho attacchi di panico e di ansia. L'anno scorso ho avuto sempre 37,2 di febbre ma non si è mai capito a cosa fosse dovuta e adesso da tre mesi soffro di gastrite cronica.
Ora ho paura anche di prendere la macchina o il motorino e non voglio uscire di casa.
Non so cosa fare della mia vita anche perchè non voglio trovare un lavoro.
Sono stato da un neurologo che mi ha prescritto 3 pastiglie di Tavor al giorno.
è la cura giusta? a chi posso rivolgermi e cosa mi sta succedendo?
Ora ho paura anche di prendere la macchina o il motorino e non voglio uscire di casa.
Non so cosa fare della mia vita anche perchè non voglio trovare un lavoro.
Sono stato da un neurologo che mi ha prescritto 3 pastiglie di Tavor al giorno.
è la cura giusta? a chi posso rivolgermi e cosa mi sta succedendo?
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>>> Non so cosa fare della mia vita anche perchè non voglio trovare un lavoro.
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La domanda più spontanea e provocatoria sarebbe: e quindi cosa vuole fare? Stare a casa tutto il giorno senza far niente la fa sentire realizzato?
Sinceramente, non credo che solo con il Tavor risolverà il suo problema. Dovrebbe decidere di chiedere un consulto a uno psicoterapeuta, meglio se ad approccio breve strategico o comportamentale, entrambi adatti all'ansia.
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La domanda più spontanea e provocatoria sarebbe: e quindi cosa vuole fare? Stare a casa tutto il giorno senza far niente la fa sentire realizzato?
Sinceramente, non credo che solo con il Tavor risolverà il suo problema. Dovrebbe decidere di chiedere un consulto a uno psicoterapeuta, meglio se ad approccio breve strategico o comportamentale, entrambi adatti all'ansia.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile utente,
concordo con il collega nel ritenere che la soluzione non è restare a casa e rinunciare agli aspetti sociali ed economici nella sua vita.
D'altronde mi sembra ci sia una spinta motivazionale nel porre il problema..
L'ansia è uno stato di allarme che ci segnala sia pericoli presenti ufficialmente, sia per così dire vissuti in modo soggettivo. Ovviamente i vissuti soggettivi, e l'intensità dell'emozione possono essere talmente spaventosi da indurre a non fare cose che vi ci facciano incorrere, e così si evita il panico.
Ma il panico non ci uccide, è un segnale, per quanto spaventoso, nulla più.
si tratta di lavorare su ciò che le accade per migliorare notevolmente la sua qualità di vita.
Quindi, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, e di stabilire con lui in sede di primo colloquio gli obiettivi dell'intervento e quindi le modalità e l'impegno in termini di tempo.
Cordialmente
Lingua Sandro
concordo con il collega nel ritenere che la soluzione non è restare a casa e rinunciare agli aspetti sociali ed economici nella sua vita.
D'altronde mi sembra ci sia una spinta motivazionale nel porre il problema..
L'ansia è uno stato di allarme che ci segnala sia pericoli presenti ufficialmente, sia per così dire vissuti in modo soggettivo. Ovviamente i vissuti soggettivi, e l'intensità dell'emozione possono essere talmente spaventosi da indurre a non fare cose che vi ci facciano incorrere, e così si evita il panico.
Ma il panico non ci uccide, è un segnale, per quanto spaventoso, nulla più.
si tratta di lavorare su ciò che le accade per migliorare notevolmente la sua qualità di vita.
Quindi, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, e di stabilire con lui in sede di primo colloquio gli obiettivi dell'intervento e quindi le modalità e l'impegno in termini di tempo.
Cordialmente
Lingua Sandro
Dr. Sandro Lingua
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
perfezionato in sessuologia clinica
[#5]
gentile utente,
uscire di casa è in realtà una condizione necessaria alla cura, consideri che:
sta male se esce, ma sta male anche se non esce mi par di capire;
tra i 2 'star male', quello che le dà più probabilità di farla uscire da questa situazione è recarsi in psicoterapia.
mi rendo conto delle difficoltà che può provare e non so quali possano essere le pressioni che lei riceve dal suo ambiente; internet non è quindi la sede per fare una valutazione troppo approfondita, ma certo è che le probabilità di un miglioramento della sua condizione sono legate al prendersi attivamente cura di sè.
Cordialmente
uscire di casa è in realtà una condizione necessaria alla cura, consideri che:
sta male se esce, ma sta male anche se non esce mi par di capire;
tra i 2 'star male', quello che le dà più probabilità di farla uscire da questa situazione è recarsi in psicoterapia.
mi rendo conto delle difficoltà che può provare e non so quali possano essere le pressioni che lei riceve dal suo ambiente; internet non è quindi la sede per fare una valutazione troppo approfondita, ma certo è che le probabilità di un miglioramento della sua condizione sono legate al prendersi attivamente cura di sè.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.7k visite dal 06/11/2013.
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