Ho paura di non diventare mai madre
Buongiorno,
ho 32 anni e da due sono alla ricerca con mio marito di un bambino. Purtroppo abbiamo avuto due aborti biochiimici (uno alla fine del 2011 e uno a febbraio 2012) alla 6 e 7 settimana. Non abbiamo mai avuto modo di sentire il battito (per fortuna ritengo), ma io so che dentro di me si stava creando una nuova vita e che poi mi ha lasciata. Abbiamo ricominciato subito a provare e, con delle analisi approfondite, abbiamo scoperto che mio marito ha una piccola infiammazione e una patologia autoimmune che stiamo curando e i risultati degli esami sono notevolmente migliorati. Il ginecologo e l''andrologo ci hanno detto che, se entro gennaio non sarò incinta, procederemo alla iui (inseminazione intrauterina). E io sto andando in crisi. Continuo a chiedermi perchè Dio non vuole farmi diventare madre, perchè non posso avverare il mio desiderio più grande. Io amo i bambini, faccio la professoressa e adoro il mio lavoro e amo alla follia mio marito che è un uomo meraviglioso che mi è accanto in mille modi diversi, ma per lui mi sto fasciando la testa per nulla. Secondo lui ce la faremo naturalmente, ma se così non fosse la iui dovrebbe risolvere tutto. E io invece sento questa procedura così chimica, così scientifica, così lontana dal creare una vita da un atto d''amore con mio marito. E soprattutto così vicina. Sento l''orologio ticchettare sempre più veloce e ho paura che nemmeno la iui mi possa rendere madre. Sto vivendo malissimo ogni singolo ciclo mestruale e ogni ovulazione comincio a contare quanti rapporti abbiamo avuto che potessero considerarsi "buoni". Non voglio angosciare mio marito, che già si colpevolizza per essere lui "il problema", il motivo per cui non ci riusciamo anche se io gli ho ripetuto in mille modi che lui è solo malato e deve fare una cura che ci porterà a diventare genitori.
Non so se ho bisogno di una parola di conforto, di una rassicurazione o di una scrollata per farmi reagire e spero che voi possiate rispondere a questa domanda per me.
Vi ringrazio moltissimo
Benedetta
ho 32 anni e da due sono alla ricerca con mio marito di un bambino. Purtroppo abbiamo avuto due aborti biochiimici (uno alla fine del 2011 e uno a febbraio 2012) alla 6 e 7 settimana. Non abbiamo mai avuto modo di sentire il battito (per fortuna ritengo), ma io so che dentro di me si stava creando una nuova vita e che poi mi ha lasciata. Abbiamo ricominciato subito a provare e, con delle analisi approfondite, abbiamo scoperto che mio marito ha una piccola infiammazione e una patologia autoimmune che stiamo curando e i risultati degli esami sono notevolmente migliorati. Il ginecologo e l''andrologo ci hanno detto che, se entro gennaio non sarò incinta, procederemo alla iui (inseminazione intrauterina). E io sto andando in crisi. Continuo a chiedermi perchè Dio non vuole farmi diventare madre, perchè non posso avverare il mio desiderio più grande. Io amo i bambini, faccio la professoressa e adoro il mio lavoro e amo alla follia mio marito che è un uomo meraviglioso che mi è accanto in mille modi diversi, ma per lui mi sto fasciando la testa per nulla. Secondo lui ce la faremo naturalmente, ma se così non fosse la iui dovrebbe risolvere tutto. E io invece sento questa procedura così chimica, così scientifica, così lontana dal creare una vita da un atto d''amore con mio marito. E soprattutto così vicina. Sento l''orologio ticchettare sempre più veloce e ho paura che nemmeno la iui mi possa rendere madre. Sto vivendo malissimo ogni singolo ciclo mestruale e ogni ovulazione comincio a contare quanti rapporti abbiamo avuto che potessero considerarsi "buoni". Non voglio angosciare mio marito, che già si colpevolizza per essere lui "il problema", il motivo per cui non ci riusciamo anche se io gli ho ripetuto in mille modi che lui è solo malato e deve fare una cura che ci porterà a diventare genitori.
Non so se ho bisogno di una parola di conforto, di una rassicurazione o di una scrollata per farmi reagire e spero che voi possiate rispondere a questa domanda per me.
Vi ringrazio moltissimo
Benedetta
[#1]
Gentile utente,
Camus, celebre scrittore, diceva: "Non c'è dolore più grande di non rendere genitore la persona che si ama". A questo si aggiunge il "suo" dolore di non riuscire a diventare madre. Allo stesso tempo quanto ci racconta non è definitivo. Il concepimento, è solo una piccola parte della storia di una nascita. Se invece dell' "atto d'amore" questa dovrà iniziare da una procedura medica, ben venga la procedura....
Avrà altre occasioni di essere più "naturale", non trova?
Restiamo in ascolto
Camus, celebre scrittore, diceva: "Non c'è dolore più grande di non rendere genitore la persona che si ama". A questo si aggiunge il "suo" dolore di non riuscire a diventare madre. Allo stesso tempo quanto ci racconta non è definitivo. Il concepimento, è solo una piccola parte della storia di una nascita. Se invece dell' "atto d'amore" questa dovrà iniziare da una procedura medica, ben venga la procedura....
Avrà altre occasioni di essere più "naturale", non trova?
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Gentile signora,
in questo momento altamente stressante ha preso in considerazione l'idea di farsi seguire da uno psicologo?
Le suggerisco questo perchè è molto importante essere sostenuta in un momento difficile della Sua vita e anche per evitare che uno stress del genere possa rovinare la Sua relazione d'amore.
Attribuire significati a ciò che ci succede è ciò che facciamo ogni giorno, ma qui io sento che nella coppia è forte il senso di colpa e la percezione di essere stati puniti (ma perchè Dio non vuole rendermi madre?).
Tutto ciò può facilmente portare alla sofferenza e alla frustrazione.
Per il momento, invece, è importante non perdere la speranza di risolvere il problema di Suo marito, uniti e lottando insieme.
So che non è semplice e che vorremmo vedere i risultati di ciò che desideriamo ardentemente, ma credo che veicolare in maniera più vantaggiosa (a Suo vantaggio intendo) tale energia che sta utilizzando per soffrire potrebbe essere vantaggioso.
Focalizziamoci sulla risoluzione del problema e non ne mettiamo altri: se il Suo sogno è stringere tra le braccia Suo figlio è secondario il modo in cui avviene il concepimento.
Ma se di questo volesse parlarne con uno psicologo, Le consiglio di farlo di persona, meglio presso un Consultorio.
Cordiali saluti,
in questo momento altamente stressante ha preso in considerazione l'idea di farsi seguire da uno psicologo?
Le suggerisco questo perchè è molto importante essere sostenuta in un momento difficile della Sua vita e anche per evitare che uno stress del genere possa rovinare la Sua relazione d'amore.
Attribuire significati a ciò che ci succede è ciò che facciamo ogni giorno, ma qui io sento che nella coppia è forte il senso di colpa e la percezione di essere stati puniti (ma perchè Dio non vuole rendermi madre?).
Tutto ciò può facilmente portare alla sofferenza e alla frustrazione.
Per il momento, invece, è importante non perdere la speranza di risolvere il problema di Suo marito, uniti e lottando insieme.
So che non è semplice e che vorremmo vedere i risultati di ciò che desideriamo ardentemente, ma credo che veicolare in maniera più vantaggiosa (a Suo vantaggio intendo) tale energia che sta utilizzando per soffrire potrebbe essere vantaggioso.
Focalizziamoci sulla risoluzione del problema e non ne mettiamo altri: se il Suo sogno è stringere tra le braccia Suo figlio è secondario il modo in cui avviene il concepimento.
Ma se di questo volesse parlarne con uno psicologo, Le consiglio di farlo di persona, meglio presso un Consultorio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
Le procedure mediche dette PMA, necessitano di una dovuta preparazione e non solo farmacologica, alla coppia che le intraprenderà .
Il primo passaggio da analizzare è l' elaborazione del lutto dovuto alla non gerentività per via naturale e il passaggio alla " mano medica" per la fecondazione.
La coppia può andare incontro ad un periodo di grande stress e di disturbi psico/ somatici, oltre che sessuali, ma nei centri di fecondazione assistita ci sono sempre validi colleghi che seguono le coppie, tenendole per mano e lavorando per e con loro, al fine di umanizzare e rendere uniche le procedure .
Le allego una lettura che analizza proprio questo tema, da tutti i suoi punti di vista .
Auguri.....
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1839-infertilita-coppia-psiche-e-sessualita.html
Le procedure mediche dette PMA, necessitano di una dovuta preparazione e non solo farmacologica, alla coppia che le intraprenderà .
Il primo passaggio da analizzare è l' elaborazione del lutto dovuto alla non gerentività per via naturale e il passaggio alla " mano medica" per la fecondazione.
La coppia può andare incontro ad un periodo di grande stress e di disturbi psico/ somatici, oltre che sessuali, ma nei centri di fecondazione assistita ci sono sempre validi colleghi che seguono le coppie, tenendole per mano e lavorando per e con loro, al fine di umanizzare e rendere uniche le procedure .
Le allego una lettura che analizza proprio questo tema, da tutti i suoi punti di vista .
Auguri.....
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1839-infertilita-coppia-psiche-e-sessualita.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 05/11/2013.
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