Ansia , stato depressivo , panico
Salve,sono un ragazzo di 23 anni da quasi 4 anni vivo , a fasi alterne, i disturbi dell ' ansia in forma più o meno lieve.Tutto ha avuto inizio in seguito ad un cambiamento di vita: ho lasciato la mia ragazza e sono partito per Milano per iniziare degli studi.Purtroppo il soggiorno milanese è stato traumatico e non ha risposto alle mie aspettative e dopo 3 lunghi mesi sono ritornato nella mia città. Qui ho iniziato ad accusare le prime manifestazioni dell' ansia e le ho legate al fatto che la mia vita prima della partenza per Milano era stata molto abitudinaria e non mi ero mai sentito solo. Tornato da lì peró lo ero, perchè avevo appunto lasciato la mia ragazza prima della partenza. Ho dovuto adattare la mia vita quotidiana a questo nuovo stato ,e in ogni cosa che facevo mi sentvo sempre piú solo e ho cominciato ad accusare ansia e sudoraZione, specialmente dall' ascella destra.Questo ha creato in me disagi perchè ho vissuto con la costante paura che appena uscito di casa avrei cominciato a sudare, e così é sempre stato!Ho convissuto per anni con questo disturbo che si manifesta solo di giiorno, di sera sono rilassatissimo!Il tutto, peró, nel tempo si è accompagnato a tremori, eccessiva emotività, ansia da prestazione,ma soprattutto una grande insicurezza e mancanza di autostima aggravata dal fatto che spesso mi sento dire di essere un nel ragazzo e di avere tante buone qualità e questo mi crea rabbia e frustrazione perchè non capisco allora il motivo per cui nessuno mi si avvicina e non condivido la mia vita con una donna da anni...Ultimamente il tutto si é aggravato ulteriormente in quanto vivo da solo da due anni tranne che nei 4 mesi più caldi dell anno in cui convivo con i miei genitori.Quest estate, peró ,la mia casa è stata invasa da tanti parenti venuti da fuori e quasi ogni giorno mi sono trovato gente in casa dopo mesi di pura pace e tranquillità .Questo ha creato in me una prima destabilizzazione , la kia vita privata è venuta meno e ad aggravare il tutto è stato l infarto di una mia cara zia abitando in un' altra città ed essendo sola, dopo l ' intervento abbiamo optato di ospitarla a casa nostra fino a quando non si sarebbe ripresa.Purtroppo durante la convalescenza ci sono stati episodi in cui mi sono trovato magari in macchina o in giro e questa zia ha avuto dei mancamenti ed io sono andato in forte ansia sebbene sia riuscito sempre a mantenere il sangue freddo per esserle d aiuto.Adesso mia zia è tornata nella sua città ma io ho maturato dei nuovi disturbi :mi capita specie se mi trovo a guidare e ho al fianco mia madre che è un tipo che mi trasmette molta ansia di andare in panico.Mi aumenta il battito cardiaco, mi sembra di svenire e di non riuscire a tenere la situazione sotto controllo e non voglio che mi parli perchè penso sempre che da un momento all altro mi parli di qualcosa di spiacevole. Questa cosa l ho estesa ad altre situazioni ma per lo più mi capita con i familiari: è come se non voglio che vedano il mio malessere
[#1]
Caro Ragazzo
Mi rendo conto che la situazione per lei sta diventando molto pesante da sostenere. Le dico, usando una metafora, che talvolta l'ansia serve come "coperchio" di altre emozioni più difficili da riconoscere. Quando queste ultime diventano troppe o troppo intense l'acqua esce dalla pentola, nonostante il coperchio, generando l'attacco di panico.
Mi permetta di farle qualche domanda. Cosa l'ha spinta a terminare la relazione con la sua ragazza?
Vorrei anche sapere come hanno reagito i suoi genitori all'allontanamento dal nucleo familiare a causa della partenza per Milano. Erano contenti? Dispiaciuti? Glielo manifestavano in qualche modo?cosa diceva suo padre? Cosa sua madre?
Mi rendo conto che la situazione per lei sta diventando molto pesante da sostenere. Le dico, usando una metafora, che talvolta l'ansia serve come "coperchio" di altre emozioni più difficili da riconoscere. Quando queste ultime diventano troppe o troppo intense l'acqua esce dalla pentola, nonostante il coperchio, generando l'attacco di panico.
Mi permetta di farle qualche domanda. Cosa l'ha spinta a terminare la relazione con la sua ragazza?
Vorrei anche sapere come hanno reagito i suoi genitori all'allontanamento dal nucleo familiare a causa della partenza per Milano. Erano contenti? Dispiaciuti? Glielo manifestavano in qualche modo?cosa diceva suo padre? Cosa sua madre?
Dr.ssa Chiara Aiello
www.chiaraaiello.it
[#2]
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Aiello.
Spesso l'ansia è il prodotto di meccanismi non noti che hanno a che fare con le relazioni, passate e presenti.
Ciò che dal suo racconto sembra emergere è il manifestarsi delle ansie ogni qualvolta c'è di mezzo la sua famiglia: "il ritorno a casa da Milano", "il ritorno estivo nella casa dei genitori", "l'attacco di cuore di sua zia".
Forse dovrebbe riflettere sulle ragioni di tutto questo, magari con un collega di persona.
Le allego un link sui meccanismi dell'ansia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1835-il-disturbo-di-panico-ed-il-rapporto-con-la-paura-l-importanza-delle-emozioni.html
Spero possa esserle utile.
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Aiello.
Spesso l'ansia è il prodotto di meccanismi non noti che hanno a che fare con le relazioni, passate e presenti.
Ciò che dal suo racconto sembra emergere è il manifestarsi delle ansie ogni qualvolta c'è di mezzo la sua famiglia: "il ritorno a casa da Milano", "il ritorno estivo nella casa dei genitori", "l'attacco di cuore di sua zia".
Forse dovrebbe riflettere sulle ragioni di tutto questo, magari con un collega di persona.
Le allego un link sui meccanismi dell'ansia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1835-il-disturbo-di-panico-ed-il-rapporto-con-la-paura-l-importanza-delle-emozioni.html
Spero possa esserle utile.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Utente
Per la Dr.ssa Aiello:
Io ho deciso di terminare la mia relazione un po' di tempo prima perchè mi sono fidanzato a 17 anni con una ragazza di 20 e sentivo che non mi ci trovavo più bene:mi tarpava le ali nelle mie relazioni amicali, era diventata troppo possessiva e io dopo due anni di storia avevo solo 19 anni e sentivo di dover cambiare vita e dare nuove esperienze.Mio padre non era scontento della mia partenza, anzi ha insistito tanto.Mia madre,invece, come tutte le mamme con i figli maschi, soffriva tanto di questo allontanamento,soprattutto quando ha visto il disagio in cui mi sono trovato dopo qualche mese a Milano.Quell episodio in me ha creato un grande senso di colpa, in quanto l abbandono della scuola presso la quale mi ero iscritti aveva procurato loro una perdita economica totale di circa 15000 euro,ma ho comunque notato la loro voglia di vedermi prima di tutto sereno,sicchè sono riuscito a superarla.Devo dire che il mio rapporto con i mie genitori é molto strano: ho tanto dialogo con mia madre anche se non le confido mai eventuali problemi interiori e tutto ció che mi passa per la testa,perchè la ritengo una tragediatrice che è già di per sè propensa ad addentrarsi nella mia vita in toto, per cui tendo a frenarla.Mia madre è molto romantica e vede me e mio fratello sempre come i suoi bimbi che da piccoli le dicevano:"mamma quando ci sposiamo io e te?".non accetta che adesso siamo degli uomini con delle loro vite! Mio padre, al contrario,è una persona apparentemente fredda e distaccata,che non esterna i suoi sentimenti e parla molto poco se non quando è in compagnia di buoni amici ai quali forse racconta della sua vita quotidiana lavoratva e non più di quanto possa fare con noi.Non a caso io a mio padre non ho mai detto un No!non l ho mai offeso neanche per scherzo e mi sono rivolto a lui sempre con massimo rispetto ed educazione come fossimo degli estranei: il suo carattere mi mette a disagio e non potrei mai confidarmi con lui:ecco forse capisce che le mie emozioni sono alquanto represse e appunto chiuse da un coperchio perenne
Io ho deciso di terminare la mia relazione un po' di tempo prima perchè mi sono fidanzato a 17 anni con una ragazza di 20 e sentivo che non mi ci trovavo più bene:mi tarpava le ali nelle mie relazioni amicali, era diventata troppo possessiva e io dopo due anni di storia avevo solo 19 anni e sentivo di dover cambiare vita e dare nuove esperienze.Mio padre non era scontento della mia partenza, anzi ha insistito tanto.Mia madre,invece, come tutte le mamme con i figli maschi, soffriva tanto di questo allontanamento,soprattutto quando ha visto il disagio in cui mi sono trovato dopo qualche mese a Milano.Quell episodio in me ha creato un grande senso di colpa, in quanto l abbandono della scuola presso la quale mi ero iscritti aveva procurato loro una perdita economica totale di circa 15000 euro,ma ho comunque notato la loro voglia di vedermi prima di tutto sereno,sicchè sono riuscito a superarla.Devo dire che il mio rapporto con i mie genitori é molto strano: ho tanto dialogo con mia madre anche se non le confido mai eventuali problemi interiori e tutto ció che mi passa per la testa,perchè la ritengo una tragediatrice che è già di per sè propensa ad addentrarsi nella mia vita in toto, per cui tendo a frenarla.Mia madre è molto romantica e vede me e mio fratello sempre come i suoi bimbi che da piccoli le dicevano:"mamma quando ci sposiamo io e te?".non accetta che adesso siamo degli uomini con delle loro vite! Mio padre, al contrario,è una persona apparentemente fredda e distaccata,che non esterna i suoi sentimenti e parla molto poco se non quando è in compagnia di buoni amici ai quali forse racconta della sua vita quotidiana lavoratva e non più di quanto possa fare con noi.Non a caso io a mio padre non ho mai detto un No!non l ho mai offeso neanche per scherzo e mi sono rivolto a lui sempre con massimo rispetto ed educazione come fossimo degli estranei: il suo carattere mi mette a disagio e non potrei mai confidarmi con lui:ecco forse capisce che le mie emozioni sono alquanto represse e appunto chiuse da un coperchio perenne
[#4]
Utente
Per la Dr.ssa Aiello:
Io ho deciso di terminare la mia relazione un po' di tempo prima perchè mi sono fidanzato a 17 anni con una ragazza di 20 e sentivo che non mi ci trovavo più bene:mi tarpava le ali nelle mie relazioni amicali, era diventata troppo possessiva e io dopo due anni di storia avevo solo 19 anni e sentivo di dover cambiare vita e dare nuove esperienze.Mio padre non era scontento della mia partenza, anzi ha insistito tanto.Mia madre,invece, come tutte le mamme con i figli maschi, soffriva tanto di questo allontanamento,soprattutto quando ha visto il disagio in cui mi sono trovato dopo qualche mese a Milano.Quell episodio in me ha creato un grande senso di colpa, in quanto l abbandono della scuola presso la quale mi ero iscritti aveva procurato loro una perdita economica totale di circa 15000 euro,ma ho comunque notato la loro voglia di vedermi prima di tutto sereno,sicchè sono riuscito a superarla.Devo dire che il mio rapporto con i mie genitori é molto strano: ho tanto dialogo con mia madre anche se non le confido mai eventuali problemi interiori e tutto ció che mi passa per la testa,perchè la ritengo una tragediatrice che è già di per sè propensa ad addentrarsi nella mia vita in toto, per cui tendo a frenarla.Mia madre è molto romantica e vede me e mio fratello sempre come i suoi bimbi che da piccoli le dicevano:"mamma quando ci sposiamo io e te?".non accetta che adesso siamo degli uomini con delle loro vite! Mio padre, al contrario,è una persona apparentemente fredda e distaccata,che non esterna i suoi sentimenti e parla molto poco se non quando è in compagnia di buoni amici ai quali forse racconta della sua vita quotidiana lavoratva e non più di quanto possa fare con noi.Non a caso io a mio padre non ho mai detto un No!non l ho mai offeso neanche per scherzo e mi sono rivolto a lui sempre con massimo rispetto ed educazione come fossimo degli estranei: il suo carattere mi mette a disagio e non potrei mai confidarmi con lui:ecco forse capisce che le mie emozioni sono alquanto represse e appunto chiuse da un coperchio perenne
Io ho deciso di terminare la mia relazione un po' di tempo prima perchè mi sono fidanzato a 17 anni con una ragazza di 20 e sentivo che non mi ci trovavo più bene:mi tarpava le ali nelle mie relazioni amicali, era diventata troppo possessiva e io dopo due anni di storia avevo solo 19 anni e sentivo di dover cambiare vita e dare nuove esperienze.Mio padre non era scontento della mia partenza, anzi ha insistito tanto.Mia madre,invece, come tutte le mamme con i figli maschi, soffriva tanto di questo allontanamento,soprattutto quando ha visto il disagio in cui mi sono trovato dopo qualche mese a Milano.Quell episodio in me ha creato un grande senso di colpa, in quanto l abbandono della scuola presso la quale mi ero iscritti aveva procurato loro una perdita economica totale di circa 15000 euro,ma ho comunque notato la loro voglia di vedermi prima di tutto sereno,sicchè sono riuscito a superarla.Devo dire che il mio rapporto con i mie genitori é molto strano: ho tanto dialogo con mia madre anche se non le confido mai eventuali problemi interiori e tutto ció che mi passa per la testa,perchè la ritengo una tragediatrice che è già di per sè propensa ad addentrarsi nella mia vita in toto, per cui tendo a frenarla.Mia madre è molto romantica e vede me e mio fratello sempre come i suoi bimbi che da piccoli le dicevano:"mamma quando ci sposiamo io e te?".non accetta che adesso siamo degli uomini con delle loro vite! Mio padre, al contrario,è una persona apparentemente fredda e distaccata,che non esterna i suoi sentimenti e parla molto poco se non quando è in compagnia di buoni amici ai quali forse racconta della sua vita quotidiana lavoratva e non più di quanto possa fare con noi.Non a caso io a mio padre non ho mai detto un No!non l ho mai offeso neanche per scherzo e mi sono rivolto a lui sempre con massimo rispetto ed educazione come fossimo degli estranei: il suo carattere mi mette a disagio e non potrei mai confidarmi con lui:ecco forse capisce che le mie emozioni sono alquanto represse e appunto chiuse da un coperchio perenne
[#5]
Caro Ragazzo,
dalla sua descrizione degli equilibri e delle relazioni familiari mi rendo conto quanto sia per lei difficile avere confidenza con le proprie emozioni e un dialogo interiore autentico.
Probabilmente in questo clima familiare dove da una parte c'è una mamma "Tragediatrice" come la definisce lei, e un padre "apparentemente freddo e distaccato" lei non è riuscito ad apprendere un modello equilibrato di rapporto con le emozioni. Le parte materna si fa sentire con l'ansia e gli attacchi di panico, quella paterna è descritta benissimo da lei con la frase "è come se non voglio che vedano il mio malessere". Lei rimbalza tra questi due polarità senza trovare pace, se non nella solitudine, che nel momento in cui viene interrotta e violata da presenze "familiari" le fa rivivere i sintomi ansiosi con intollerabile intensità.
Il mio suggerimento è di provare a contattare di persona un collega che sulla base di quanto da lei descritto possa consigliarle la strada migliore da intraprendere, magari valutando l'ipotesi di una psicoterapia che la aiuti a fare chiarezza su tutta la situazione, partendo da quella familiare.
Il distacco dalla famiglia di origine, per intraprendere una propria vita adulta serena ed autonoma, non passa solo dal vivere da solo, è necessario rivedere l'idea che si ha sui propri confini, interni ed esterni. Questo la aiuterà a comprendere quali sono le emozioni che arrivano da dentro e quali invece da fuori..
dalla sua descrizione degli equilibri e delle relazioni familiari mi rendo conto quanto sia per lei difficile avere confidenza con le proprie emozioni e un dialogo interiore autentico.
Probabilmente in questo clima familiare dove da una parte c'è una mamma "Tragediatrice" come la definisce lei, e un padre "apparentemente freddo e distaccato" lei non è riuscito ad apprendere un modello equilibrato di rapporto con le emozioni. Le parte materna si fa sentire con l'ansia e gli attacchi di panico, quella paterna è descritta benissimo da lei con la frase "è come se non voglio che vedano il mio malessere". Lei rimbalza tra questi due polarità senza trovare pace, se non nella solitudine, che nel momento in cui viene interrotta e violata da presenze "familiari" le fa rivivere i sintomi ansiosi con intollerabile intensità.
Il mio suggerimento è di provare a contattare di persona un collega che sulla base di quanto da lei descritto possa consigliarle la strada migliore da intraprendere, magari valutando l'ipotesi di una psicoterapia che la aiuti a fare chiarezza su tutta la situazione, partendo da quella familiare.
Il distacco dalla famiglia di origine, per intraprendere una propria vita adulta serena ed autonoma, non passa solo dal vivere da solo, è necessario rivedere l'idea che si ha sui propri confini, interni ed esterni. Questo la aiuterà a comprendere quali sono le emozioni che arrivano da dentro e quali invece da fuori..
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.8k visite dal 04/11/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.