Matrimonio

Gentili Dottori,
torno a scrivere dopo qualche mese dall'ultima richiesta.
Fra pochi mesi mi sposo con la persona che amo, e dopo l'euforia iniziale, sento una leggera malinconia attraversarmi..una forma di disfattismo che mi porta a chiedermi se saremo in grado di essere felici, se una volta trascorso questo periodo intenso di preparativi, avremo ancora lo stesso entusiasmo si ora, o se invece, ci troveremo a chiederci "e ora?". Non ho dubbi che lui sia la persona giusta, intendiamoci. E' solo che sto affrontando diverse paure, alcune dal nulla, e contrarie a tutte alle mie convinzioni, in primis che due anni di fidanzamento siano pochi per decidere un passo così importante. Io e il mio fidanzato abbiamo deciso di sposarci convinti che, ad una certa età e dopo un certo numero di esperienze sentimentali e non, si è in grado di riconoscere la persona giusta e di discernere l'autenticità dei sentimenti. E' questa una cosa in cui credo tantissimo tuttora. Ma allora perchè adesso, a un passo dal matrimonio, la metto in dubbio? Mi piacerebbe fare chiarezza dentro di me e spero possiate aiutarmi. Scusate se l'apparente banalità del quesito, ma la confusione mi porta a non sapere argomentare. Se è possibile, mi piacerebbe leggere il punto di vista del dottor Santonocito, di cui apprezzo molto realismo e senso pratico. Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

non è un quesito banale.
Probabilmente si sente così perchè il matrimonio rappresenta un passaggio, una fase di cambiamento importante e quindi sta giustamente rielaborando l'esperienza e si pone dubbi sensati, cui vuole dare risposte.
Sta sempliemente cercando la Sua strada, il significato di questa unione e avere delle paure è del tutto normale.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
ma mi chiedo, e se fosse il mio inconscio a lanciarmi dei segnali? e come faccio a saperlo?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Come faccio a saperlo io? :-)

Gentile Utente,

avere paura è normale e domandarsi "sto facendo la cosa giusta?" serve per orientare e ponderare le nostre scelte.
Se Lei non si ponesse tali domande, sarebbe una persona incosciente.
Entro certi limiti queste paure e questi dubbi sono sensati.
Ma se il livello di tali domande e perplessità aumentasse, io propenderei di più per credere che possa trattarsi di un problema d'ansia e non di uomo sbagliato e neppure di segnali da parte dell'inconscio.

Cordiali saluti,
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Utente
Utente
no, che sia l'uomo sbagliato lo escludo..oltre al forte sentimento che provo per lui, materialmente mi ha dato troppe prove di essere la persona giusta. Non so esattamente di cosa ho paura...che i presupposti su cui si basa oggi la nostra unione non siano sufficienti un domani.. una persona a me molto cara sostiene che il passo del matrimonio debba essere fatto solo quando passa la fase dell'innamoramento, perchè solo così si è in grado di capire con lucidità se la persona che hai accanto sia "razionalmente" quella giusta. In sostanza la persona giusta è quella che sopporti anche quando gli occhi foderati di prosciutto vengono meno. Sempre secondo il discorso di questa persona, l'evento si verificherebbe dopo i due anni e mezzo, perchè fino ad allora si è troppo infatuati.
Io penso di aver superato la fase dell'amore cieco, anche perchè viviamo praticamente insiemee il nostro rapporto è in un certo senso molto più "adulto" della media, questo è evidente. Ma le parole della persona di cui sopra mi hanno portato a farmi un sacco di domande, anche sul suo sentimento.. e se non fosse così convinto? se stesse per sposarmi solo per interesse? se cambiasse idea?
E pensare che fino a poco tempo fa mi sentivo così fortunata rispetto a tanta gente: mi sentivo una delle poche persone sicura di sposare l'uomo della mia vita, una delle poche persone che arrivano all'altare al settimo cielo e non per l'abito, per la festa, ma per tutto ciò che sarebbe venuto dopo.. che ne è stato di questi pensieri, di questo stato d'animo leggero e felice?
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, un pò di ansia è normale, due anni non sono pochi , perchè non siete dei ragazzi e già convivete..importante è conoscere le reciproche aspettative..e volere, non solo sperare che tutto vada bene come sembra, l'intelligenza e la lealtà sono bagaglio indispensabile insieme all'amore.. auguri davvero.. !!

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

che l'innamoramento sia una fase e che sia destinata a passare è vero. Che un matrimonio non possa reggersi sull'innamoramento è vero. Che l'innamoramento sia un modo carinissimo che la natura utilizza per fare in modo che la specie possa continuare è vero, altrimenti, tolto il prosciutto dagli occhi, ci resterebbero poche (troppo poche) ragioni per stare in una coppia e fare figli con la persona di cui vediamo tutti i difetti anche peggiori...

Tuttavia, cessato l'innamoramento, è l'amore che prende il suo posto.
Quindi teoricamente il Suo amico ha ragione a dire ciò che dice.

Ma quanto a "...che i presupposti su cui si basa oggi la nostra unione non siano sufficienti un domani..." è qui che Lei mi pare un po' ansiosa, perchè è una domanda impossibile. Nessuno può darle oggi questa certezza. Ma è una scommessa che Lei ha scelto di fare insieme al Suo compagno.

Che fare allora per il futuro? Fare in modo che il progetto di vita insieme sia tenuto in piedi ogni giorno con impegno (e molta gioia direi! e per fortuna!) , pur sapendo che non sarà facilissimo e che eventuali crisi potranno esserci. Ma chi non è ansioso affronta e supera le crisi. Al contrario chi è ansioso si pone mille dubbi, come se dicesse "Se lo amassi davvero non penserei queste cose..." oppure "Se lo amassi davvero, non avrei alcun dubbio".
Non è così, non cada nella trappola di certi meccanismi troppo rigidi che creano solo grandi problemi ma si goda questo momento speciale.

Le paure e le ansie (entro certi limiti) ci stanno: sta per compiere un bel cambiamento, un passo importante e dè giusto rifletterci su e scegliere -come ha fatto Lei- la persona giusta.

Ma accanto a questo è giustissimo godersi il momento e la felicità che respirava solo fino a poco tempo fa.

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Ho riletto la sua posta, gentile utente,penso che la perdita de
l papà e il rapporto non molto empatico con la mamma acuiscano momenti ansiosi del tutto normali. Pensi però che tutto quello che suo padre le ha dato in termini di calore, di comprensione, di affetto e di allegria , sono dentro di lei come una luce calda che deve farla sentire più protetta e sicura, più capace di capire davvero come stanno le cose..
Lasci perdere le esitazioni del suo passato , l'incontro con questa ex , pessima davvero e guardi avanti,positiva e felice..
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Utente
Utente
Grazie dr.ssa Muscara, in effetti tutto il mio trascorso c'entra parecchio con il mio stato d'animo di adesso.. è come se pensassi che non esista un lieto fine per me, come se mi aspettassi un colpo di scena negativo da un momento all'altro... Ora che mi ci fa pensare, per tutta la primissima fase, dalla proposta fino a qualche settimana fa, passavo il mio tempo libero a cercare su internet testimonianze su ragazze lasciate all'altare, certa che mi sarebbe capitato! Passata questa fissazione mi è venuta quella di adesso... forse è solo ansia, come diceva anche la dr.ssa Pileci. dovrei decisamente calmarmi un po'.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile ragazza,
Il suo fidanzato ha risolto le pregresse problematiche correlate al desiderio ed all'erezione?

https://www.medicitalia.it/consulti/anatomia-patologica/380179-problemi-erettili-e-altri-disturbi.html

È naturale avere dubbi in fare prematrimoniale, il " per sempre' spaventa, ma è ancor più facile averli se si è desiderati ad intermittenza....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> una forma di disfattismo che mi porta a chiedermi se saremo in grado di essere felici, se una volta trascorso questo periodo intenso di preparativi, avremo ancora lo stesso entusiasmo si ora, o se invece, ci troveremo a chiederci "e ora?"
>>>

Diceva Paul Watzlawick, che a partire dal momento in cui due persone si sposano si apre un interrogativo che li accompagnerà per sempre: ora che siamo sposati, stiamo insieme perché lo vogliamo o perché dobbiamo?

Quello del matrimonio può essere considerato un rito di passaggio, in cui si acquistano certe qualità e vantaggi, ma se ne perdono altri. È un impegno, come le è già stato fatto notare dalle colleghe e come ogni impegno comporta responsabilità. E se si è persone un po' ansiose, le responsabilità e gli impegni possono non essere facili da affrontare. Ad esempio, in un consulto passato scriveva:

>>> certi giorni mi fisso su particolari insignificanti, frasi, gesti, inflessioni della voce, nel tentativo di ricercare spasmodicamente la dimostrazione del fatto che lui non mi ami veramente
>>>

Questa a me pare un'indicazione di tendenza ossessiva, unita alle molte volte che sembra trovarsi in una situazione in cui si fa domande del tipo: "E se poi...?"

In sostanza lei sembra una persona per la quale il dubbio e il bisogno di non accomodarsi né stabilizzarsi su un'idea può essere a volte abbastanza pressante. Mi sbaglio?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
@ Dr.ssa Randone: il consulto sui problemi erettili lo avevo postato "per errore di click" sulla specialità sbagliata. Me ne sono accorta solo dopo alcuni giorni, ma non ho provveduto a reindirizzarlo nella sezione giusta perchè nel frattempo siamo stati dall'urologo , che gli ha diagnosticato una prostatite, che ora sta curando con antibiotico. Adesso va molto molto meglio, è tutto tornato praticamente nella norma. anche se, confesso, prima di conoscere il responso del medico ho avuto modo di farmi venire dubbi e angosce anche sul problema erettile ; )! Ci scherzo su perchè adesso grazie alle vostre risposte mi sto rendendo conto di essere un po' esagerata...
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Utente
Utente
@ Dr. Santonocito: ha ragione. In pratica senza qualche pensiero che mi occupi la testa non ci so proprio stare! Mi sto ricordando che sono sempre stata in questo modo, effettivamente, passo da una mania all'altra, ma solo in periodi in cui sono troppo tranquilla e ogni singola fissazione non dura più di due, tre giorni. Al massimo si ripresenta immutata dopo un periodo, ma non dura mai a lungo. Per dire, quando sono stressata, piena di impegni e di lavoro non ci penso proprio a complicarmi la vita. E poi si, c'è l'altra componente... quella del non volermi adagiare sulle situazioni, del pensare sempre alle cose che potrebbero stravolgere tutto. ma non so se le cose siano collegate.. Ecco, quest'ultima tendenza, dopo un grave e improvviso lutto familiare che mi ha colpito, è sicuramente peggioratissima.. prima ero un pelino più spensierata.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
In tal caso potrebbe non essere l'idea del matrimonio da curare, ma la sua ansia.

Risolvendo quella, anche il matrimonio le sembrerà più accettabile.
[#14]
Utente
Utente
in realtà sono stata in psicoterapia per qualche anno, ai tempi dell'università, sempre per una forma di ansia che mi portava a rimandare gli esami. sono arrivata a stare un anno ferma, studiando però tutti i giorni dalla mattina alla sera.
Grazie alla terapia mi sono sbloccata sul fronte universitario, laureata col massimo dei voti, ed ho corretto anche tanti altri comportamenti che ora non sto ad elencare (uno per tutti: prima non riuscivo a guidare su strade a scorrimento veloce, mi veniva una sorta di panico.. ero terrorizzata dall'idea di non trovare l'uscita giusta e arrivare in un posto sconosciuto, tipo un'altra città.. se ci penso adesso mi viene da ridere!).
la terapia è durata per circa quattro anni, ho concluso il mio percorso di comune accordo con lo psicoanalista perchè avevo veramente fatto passi da gigante.
Non credevo che gli stessi problemi si sarebbero riproposti in altra forma a distanza di anni, alla prima situazione nuova (perchè questa per me è una situazione nuova. Anche se lavoro da almeno sei anni, infatti, la mia vita e la mia routine non è mai cambiata dai tempi dell'università: fino a due anni fa -prima di conoscere il mio futuro marito- conducevo la stessa vita di quando ero universitaria, con l'unica differenza che invece di andare all'università la mattina andavo al lavoro, e invece di ricevere la paghetta ricevevo lo stipendio!).
Cosa dovrei fare? Lei pensa che avrei bisogno di essere accompagnata dalla terapia in ogni momento di passaggio della mia vita?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Lei pensa che avrei bisogno di essere accompagnata dalla terapia in ogni momento di passaggio della mia vita?
>>>

Assolutamente no. Il lavoro del terapeuta è (dovrebbe essere) quello di mettere in condizioni il paziente di poter fare a meno di lui.

Ma proprio come per certi batteri ci vuole l'antibiotico specifico, anche per molte forme d'ansia è indicata una psicoterapia specifica.

L'ansia che lei ha superato sembra più di tipo fobico, mentre quella che la sta disturbando adesso sembra più di tipo ossessivo. Molte volte accade che la prima si "evolva" nella seconda (l'ansia patologica è multiforme e trova spesso il modo di riproporsi sotto mentite spoglie, fin quando non viene sradicata). In altre parole si passa dai sintomi somatici e dagli evitamenti di situazioni spaventose ai dubbi e alle preoccupazioni.

A mio parere dovrebbe consultare uno psicologo psicoterapeuta che adotti una forma di terapia specifica per l'ansia, come ad es. la breve strategica o la comportamentale.
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Utente
Utente
Caro Dottore,
scusi il ritardo ma ho pensato un po' a quello che mi ha scritto.
Mi rendo conto che la cosa che mi pesa di più in questo periodo è la mania di tenere tutto sotto controllo..ma più che i fatti, quello che mi preme è tenere sotto controllo i risvolti emotivi, le mie reazioni psicologiche ad eventuali accadimenti negativi. Questo intento sfocia nel disfattismo, che in realtà non è altro che una strategia volta a prepararmi mentalmente.
Non sono sempre stata così, comunque..e non capisco se sia peggio l'eventuale danno o il rimedio!
sul punto della terapia, in effetti è un pezzo che penso di tornare dallo psicologo, e La ringrazio per le indicazioni sulla terapia, non ci avevo pensato alla breve strategica. Il mio problema sono solo gli orari di lavoro, altrimenti avrei già ripreso con la psicoterapia.
Ringrazio tutti molto per i consigli, siete stati veramente preziosi!
Abbiate pazienza se ogni tanto tornerò a chiedervi un parere, il vostro sguardo lucido ed esperto mi è molto utile per ridimensionare le cose.
Grazie ancora!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ma più che i fatti, quello che mi preme è tenere sotto controllo i risvolti emotivi, le mie reazioni psicologiche ad eventuali accadimenti negativi
>>>

Non importa, il bisogno di controllo può riguardare gli eventi esterni o interni e spesso riguarda esattamente la preoccupazione di controllare le proprie reazioni psichiche agli eventi esterni.

Non si contenti di chiedere pareri al bisogno, perché questo le alimenta l'ansia. Decida di risolvere il suo problema, attraverso una terapia mirata.