Ansia da trasferimento

Dopo un trasferimento per motivi di lavoro (voluto, chiesto e ottenuto) ho cominciato a soffrire di ansia sotto diversi punti di vista (lavoro, salute e famiglia).
Sto seguendo cicli di psicoterapia durante i quali, la faccio breve, mi è stato consigliato di rimuovere il motivo dell'ansia (la città in cui sono stato trasferito) e quindi ritrasferirmi.
Solo l'idea mi fa stare meglio.
Solo l'idea che non sarò impelagato in eterno in questa "marmellata" di ansia dovuta al nuovo lavoro e la nuova città mi fa stare meglio...
Non riesco a dilungarmi troppo nei motivi che mi fanno odiare la nuova città e il nuovo posto di lavoro... ma sta di fatto che il pensiero di attivarmi per cambiare sta migliorando il mio umore.
E' un gioco un pò rischioso?
Considerate che ritrasferirmi non costituisce garanzia di felicità (questo lo so benissimo), ma l'idea di abbandonare in questi luoghi anche le mie paure mi "quieta"...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

quindi insieme al suo psicoterapeuta avete iniziato a mettere in discussione la sua decisione di trasferimento.

Secondo lei è stata una scelta troppo affrettata o dettata dall'impulsività?
Come mai ha deciso di trasferirsi per questioni lavorative? (il primo trasferimento intendo)

>>ma sta di fatto che il pensiero di attivarmi per cambiare sta migliorando il mio umore.<<
questo credo sia un fattore positivo. Il modo più semplice per attenuare la sua ansia e migliorare il suo benessere è appunto quello di attivarsi, facendo concretamente qualcosa (in questo caso la scelta migliore per lei).




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117
La sua famiglia cosa ne pensa di questo ritrasferirsi?
Non ci ha detto nulla di lei e delle persone che affettivamente la circondano. Come prenderebbero quest' ultime il suo ritrasferirsi? E come hanno vissuto invece la sua prima decisione....

Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692

[#3]
Utente
Utente
abbiamo capito (ho capito) che per fare una scelta non ci può essere solo un calcolo di convenienza (città più grande e con più servizi, vicinanza di familiari ecc.)... c'è di mezzo anche il cuore.
Qui mi sento morto... solo ora che sto progettando insieme alla mia famiglia a rimettermi in gioco mi sento ancora vivo.
[#4]
Utente
Utente
decisi di trasferirmi solo perchè pensavamo di migliorare la nostra condizione familiare... in realtà stavamo bene ma non eravamo sicuri che vivere in un piccolo centro di provincia potesse garantirci buone possibilità di carriera e futuro per i figli. Ora ci rendiamo conto che il futuro per i figli lo garantisce, prima della città, la serenità del nucleo familiare. Purtroppo la prima vittima di questo errore è stata la riduzione dei rapporti sessuali con mia moglie, l'aumento della sedenterietà, il senso di stanchezza cronica, la tristezza profonda e intima, la paura che questo incubo possa non finire più.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

a mio avviso sarebbe opportuno capire bene con il terapeuta quale sia la scelta più saggia per tutelare la Sua salute e la Sua felicità.

Forse si è trattato di una scelta razionale per avere maggiori opportunità di carriera, ma non di una scelta ponderata e legata anche ad aspetti più sentimentali.

La cosa più importante ora è capire con l'aiuto del terapeuta quali scenari futuri potrebbero aprirsi per Lei in caso di nuovo trasferimento e come conciliare tutti i Suoi bisogni e quelli della Sua famiglia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117
Non riesco ben a capire se il malessere e' piu' il suo o della sua compagna, in ogni caso la scelta di ritrasferirsi andrebbe discussa entro la coppia, onde inficiare ulteriormente il rapporto di reciproca '. Non capisco cosa vuol dire cicli di terapia. Generalmente la terapia si fa in modo continuativo e non per raggruppamenti, e' forse lei che decide quando interrompere e quando riprendere? E' stato lei a decidere di trasferirsi? La sua famiglia cosa pensava della scelta ? Se non avesse ben condiviso fin dal principio la decisione di trasferirsi ed ora stesse meditando di ritrasferirsi, non pensa che la sua famiglia possa sentirsi un pacchetto postale?
Queste sono solo supposizioni, in base alle sue parole che risultano poco chiare a capire , come si siano svolti i fatti.
Accenna ai radi rapporti sessuali. Penso che possa essere utile una consulenza di coppia.
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