Anoressia
fino allo scorso anno pesavo 60-62 kg.
mia mamma dice ke sono malata, io non credo. mangio mlt frutta e verdura e secondi, poco pane e nnt pasta xo ho energie e mi sento fisicamente apposto.
ho iniziato a dimagrire involontariamente dopo una serie di problemi fisici e ricoveri.. mi era passata la fame, poi la cosa mi ha fatto piacere ed ero contenta di perdere peso. adesso, mi vedo magra ma non eccessivamente o tale da avere problemi . non voglio ingrassare adesso, cosi mi va bene...
mia mamma è preoccupata.. vero che non ne he nessuna ragione....??!
da come pone la domanda sembra che con la mamma ci sia una sfida per vedere chi delle due abbia ragione... dico bene?
In quanto tempo ha perso peso?
I dati inseriti nella Sua scheda non mi sembra corrispondano a ciò che poi asserisce (rapporto peso/altezza).
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
il uso indice di massa corporea indica che è sottopeso, poichè con 49kg e 172 cm è 16,5;
Dai ricoveri ha fatto ulteriori analisi ematochimiche per verificare che il cibo assunto sia sufficiente per le Sue necessità biologiche?
Il fatto di sentirsi bene non è assolutamente indice di stare bene, dato che potrebbe avere una carenza vitaminica dalla dieta che supplisce attingendo alle riserve dell'organismo.
Se però il fatto di aumentare di peso è associato solo all'ingrassare, allora forse qualche domanda dovrebbe porsela. Ci possono essere variazioni di peso che non influiscono nell'estetica generale.
Anche il vedersi magra non è proprio indice di normalità, dato che appunto dovrebbe vedersi normale, normopeso.
Insomma, forse la mamma non ha tutti i torti.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
Leggendo la correlazione peso-altezza, sembrerebbe che lei sia piuttosto magra ma, oltre a questo fatto, di per se' non ancora allarmante, sembrerebbe esservi una problematica legata al rapporto con sua madre, che la percepisce diversamente da come lei si sente e si vede. Leggendo, poi, anche la sua richiesta di un precedente consulto, risulta che qualche difficoltà di relazione lei la abbia avuta anche con il suo ragazzo. Ora, vede, il problema alimentare rispetto a un ipotetico stato anoressico non si limita solo all'assunzione di cibo ma correla molto spesso con difficoltà sul piano relazionale e sessuale. A questo proposito, le chiedo se ha mai preso in considerazione la possibilità di effettuare una valutazione psicologica diretta, che personalmente le consiglierei. Le dico questo, perché la aiuterebbe ad uscire dall'ottica magro si-magro no e le farebbe vedere il suo problema in una prospettiva più ampia.
Un caro saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
nn ho fatto esami recenti...
non è una sfida cn mia mamma..lei ha paura ke io sia malata mentre io sono convintissima di non esserlo... xo..chiedo per avere conferma.. esser magre ed essere anoressiche è diverso...ed essere sottopeso è ancora più diverso da essere ammalate..secondo me..
cmq.. mi sto gia facendo seguire da una psicologa e prendo già dei farmaci per la depressione ecc.. solo ke... oltre a tt gli altyri problemi.. io non vedo qll cn il cibo come tale.. x me non + un aspetto preoccupante mentre mia mamma ne fa una questione di stato tutti i giorni e diventa pesante.. tutto qui,,
la mia psicologta non si esptrime in merito...
per qst kiedevo qui..........
grazie!
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
Cordiali saluti,
attualmente peso 47,3 e sono alta 172.
mi sono stati prescritti esami, questi sono i risultati un po sballati (entro cmq i limiti)
- cloruro 107
- sodio 137
- calcio 8.6
- transaminasi alt 38
- folati 4.3
- vitamina b 12 289
- tsh 1.36
- paratormone 20
- vitamina d3 34
che dite?
grazie..
anche se i valori esibiti delle analisi di laboratorio eseguite sono compresi nei valori normali, non sono indicativi di buona salute poiché esplorano soltanto un aspetto parziale delle condizioni nutrizionali.
E' necessario che sia inquadrata clinicamente da un medico (visita) e che - su sua indicazione - effettui una valutazione completa.
Cordiali saluti.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
cmq boh..secondo il mio parere la mia psicologa ignora la questione..nn so xk... e l alimentarista da cui sn in cura dice che ho uj problema del disturbo del comportamento alimentare e che se la ntinuo cosi posso arrivare a seri problemi e poi fino alla morte.. il problema maggiore credo che sia... cje.. tt qst nn mi ha motivato a mangiare di piummo meglio.. nn mi e scattato nnt.. continuo ad aver paura o cmq nn voler ingrassare...stare attenta a qll ke mangio..e..se x caso nn ho fame o riesco a mangiar di meno una parte di me e contenta mentre quando sento piu fame continuo a pensare se sto mangiando troppo...
nn e una cosa volontaria a me nn interessa dimagrire nn faccio percje penso che magra sarei piu bella..anzi..credo che gia faccio anbastanza shifo..il punto e che nn mi interessa..e..qll parte di me che nn so controllare vuole vedere sulla bilancia un peso sempre minore..anxhe se lq mia volonta nn e qll di dimagrire...e..una cosa strana..nn capisco... ma nn riesco a far diversamente..
mentre x i miei è una tragedia..
mia mamma vorrebbe addirittura farmi ricoverarw..ma nn si rende conto ke nn sn un caso grave ..i medici le riderebbero in faccia..
xo ogni giorno e un incubooooo..uma botta al cervello forse farebbe cambiare le cose... io non ci reiesco ad impormi un comportamento diverso
l'ultimo commento sposta l'attenzione più sul ragionamento che non esattamente sul corpo, e quindi sull'aspetto fisico.
Se la Sua motivazione è tutta qua:
> continuo ad aver paura o cmq nn voler ingrassare
allora comprende da sola che la paura non può essere una buona motivazione, o almeno la sola motivazione.
Ed anche se i valori sono nella norma, adesso, ciò non toglie che possano abbassarsi successivamente.
E' un pò come il carburante della macchina: se ho mezzo serbatoio non sono a secco, ma se non faccio benzina prima o poi vado a secco.
Ed inoltre il fatto di non aver fatto esami regolarmente, non le fornisce l'informazione riguardo a che valori c'erano prima.
Il mezzo serbatoio era sempre mezzo o prima c'era il pieno?
Se poi aggiungiamo anche questo
> credo che gia faccio anbastanza shifo
aumenta le probabilità che il sostegno psicologico sia necessario.o comunque contattare un centro specializzato nei disturbi alimentari.
La condizione medica (peso, analisi, amenorrea eventuale, ecc...) seppur concorra alla diagnosi, non è di per se sufficiente - nel caso i dati siano tutti negativi - a scongiurare la possibilità che il disturbo psicologico sia già presente (noi li chiamiamo "sotto soglia"). Insomma, non dobbiamo attendere che il corpo sia pesantemente intaccato per intervenire, basta che il pensiero sia indicativo di un disagio che può tendere a tramutarsi in disturbo conclamato. Come, pare, stia avvenendo nel suo caso.
Non importa come lei si veda. Qualcuno presenta dismorfofobie (si vede grasso o normale mentre è magro), altri no. E' più indicativo il fatto che lei tenda a controllare ciò che ingerisce, a controllare il peso, a controllare quasi tutto insomma. Tutte le anoressico-bulimiche controllano. E' un tratto ossessivo comune a chi presenta questi disturbi. E' congruente con il disturbo anche che lei non si piaccia, che si veda sempre male, magra, grassa, normale, comunque sia.
Così si inizia insomma e farebbe bene a farsi aiutare prima che il disturbo vada avanti.
Il ricovero non serve adesso e nemmeno la ricovererebbero nelle condizioni attuali: questo lo può dire a sua madre. E' anche inutile (seppur umano..) che sua madre la assilli per farla mangiare, più farà così lei più si ostinerà, forse, a rifiutare il suo aiuto. Si faccia aiutare anche la mamma a comprendere meglio ciò che forse sta accadendo. Ovviamente non è l'alimentarista che potrà curarla in alcun modo, poiché un disturbo del comportamento alimentare, paradossalmente, con la corretta nutrizione non c'entra nulla. Senza contare che per legge non può comunque fare terapia per i DCA, a meno che non sia medico o psicoterapeuta.
Questi disagi nascondono - dietro il cibo, le calorie, il corpo - delle sofferenze di natura emotiva e psicologica molto più profonde.
Si lasci aiutare, se ne esce e si può star bene, si può smettere di non amarsi, di considerarsi sempre inefficaci o incapaci o non desiderabili. Si può vivere in maniera felice senza l'ossessione del cibo.
Un caro saluto.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
sono in "cura" in un centro per dca...
non è cambiato niente perché lavorano solo sul mettere peso e non sull'aspetto psicologico, ma poco importa.
volevo chiedere, i miei ultimi esami mostrano un livello alto di
- aspartato aminotransferasi a 68 su un massimo di 40
- alanina aminotransferasi a 143, su un massimo di 45
come si può spiegare?
di solito non è chiamata la malattia del fegato grasso? come si spiega con i miei 48 kg?! da cosa può essere causato questo valore che 6 mesi fa era nella norma?
inoltre i miei problemi intestinali o comunque dolori addominali e al fianco destro continuano, così come le perdite ematiche abbondanti durante alcune evacuazioni.
spero di avere da voi delle risposte,
cordiali saluti,
Valentina
Aggiungo qualche nota alle riflessioni già rivecute
Ha appena scritto anche qua.
https://www.medicitalia.it/consulti/medicina-di-laboratorio/406370-anoressia.html
Se è già in cura dovrebbe farsi seguire dai clinici che la seguono, psiche e peso non sono distinti, così come non è disgiunta la sfera dell'affettività/ sessualità da qualla dell'alimentazione.
Il rapporto con il cibo parte da lontano, dalla famiglia d'origine e dalla svariate tappe del suo sviluppo psichico, inoltre dal significato che lei ha attribuito al cibo ( utero caldo nel quale rifugiarsi, consolazione affettiva, surrogato, altro...), le motivazioni che la spingono al controllo possono essere svariate e devono tutte essere analizzate con cura, empatia e competenza.
Mi chiedo se è come è stata amata?
Che figure parentali ha?
Calorose?
Tattili?
Algide?
Controllanti?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
mi sembra molto strano che lei sia in un centro che si occupa di "DCA" se come dice lei << lavorano solo sul mettere peso e non sull'aspetto psicologico>>.
Aiutare il paziente a "prendere peso" (o anche interventi più decisi in alcuni casi specifici) è necessario nei casi in cui le complicanze fisiche conseguenti al disturbo sono tali da richiedere l'intervento medico, in tutti gli altri casi si interviene esclusivamente a livello psicologico e in alcuni casi con il supporto farmacologico in aggiunta alla psicoterapia.
La psicoterapia può essere individuale o di gruppo, ma anche familiare, o comunque, anche nei casi di terapia individuale, i familiari possono ricevere un sostegno che spesso è un aiuto anche per la stessa terapia del paziente.
La psicoterapia resta però il solo intervento essenziale e insostituibile per il trattamento di qualunque DCA.
. non so a cosa davvero serva andar li... E si che ne parlano bene... Mah..io sono un po sconsolata... E si innervosiscono pure se gli dico che se non risolvo i problemi psicologici il peso non migliorerà mai...
Mah... Onestamente nn so più cosa PE dare..me ne an fatta una ragione..non starò mai bene...
Cmq..non so cosa sia associato al cibo..sicuramente ho un gran bisogno di controllo... Devogestire io e dimostrarmi che posso vincere io...che sono forte x res8stere x decidere io cosa e quanto mangiare.. Tutto il resto della vita nnon è più in mano mia.. TT gli altri scelgono e decidono e io non ho voce in capitolo. Ma questa è l unica cosa che può dipendere solo da me...e..a volte mi se ti fiera di essere cosi forte..
Inoltre ho una bassa autostima e purtroppo ho attorno solo persone che mi mostrano quando sbaglio ecc ma mai fanno complimenti se faccio qlcs di buono.. Avrei bisogno di accettazione e riconoscimento ...ma non me li se to mai..
Voglio BN ai miei.. Sn mlt legata a mia mamma anche se nella vita ha molto sofferto e anke lei è HN po fredda e poco incline alla affettuosità..
Mio papa..è sempre stato molto materialista e basa tt sui soldi.mentre aull emotività e sulla prese za...scarseggia molto...
Io tendo a far da tramite tra loro che litigano e a malapena comunicano..
Qui tt sono egoisti mentre io antepongo sempre il loro bene o la loro felicita rispetto alla mia.. Xo x me non fa mai nnt nessuno...e. Questo spesso è frustrante...
Che ne dite?
se il Suo atteggiamento è così scoraggiato e i risultati sono questi, forse è opportuno cambiare psicologo, anche per intensificare le sedute.
Hai mai pensato a cambiare struttura? Ha provato a chiedere ai Centri per la nutrizione degli ospedali? Nel centro in cui attualmente è seguita non Le hanno proprio suggerito di rivolgersi anche ad uno psicologo psicoterapeuta?
Inoltre prima di valutare la durata della psicoterapia (che non è detto debba sempre essere lunga) è opportuno che il Suo problema sia valutato anche in termini psicologici.
Cordiali saluti,
..e..sono solo peggiorata.. Prima ero depressa...adesso sono depressa e CN disturbi alimentari.... 😞..non ho più molte speranze di farcela... Lascio ke le cose... Vadano avanti...attendendo la fine..
Cordiali saluti,
I DCA non si trattano nei "centri nutrizionali" se privi di equipe specializzata (psicologo, psicoterapeuta, psichiatra, psicoterapeuta di gruppo) se non in casi ove il trattamento psicologico (la cura) deve essere sospeso temporaneamente per le complicazioni organiche.
La struttura a cui le si riferisce (se è il Niguarda come lei riporta) è una delle più accreditate in Lombardia e il loro centro per la cura dei DCA opera esattamente nel modo che le ho descritto io, in cui la riabilitazione nutrizionale è secondaria all'intervento psicologico individuale e familiare. A meno che lei non sia ricoverata in altro reparto dell'Ospedale.
Le suggerisco di chiedere e attivarsi per capire dove si trova e perché l'intervento psicologico è carente ed eventualmente chiedere di essere spostata in un Centro (anche nella stessa struttura dov'è adesso, più specializzato).
Tutto ciò sempre ammesso che lei ci stia riferendo cose esatte.
In ogni caso la psicoterapia non può essere effettuata con la cadenza da lei descritta (ogni tre settimane), ma deve avere una frequenza molto più ravvicinata.
Mi auguro per lei che questa sofferenza le sia stata d'aiuto almeno a farle capire che - a differenza di ciò che affermava all'inizio quando postò il suo consulto: <<mia mamma dice ke sono malata, io non credo. ...mi sento fisicamente apposto....non voglio ingrassare adesso, cosi mi va bene...
mia mamma è preoccupata.. vero che non ne he nessuna ragione....??!>> probabilmente il suo disagio invece esiste ed è anche profondo ed è bene che lei lo affronti con decisione se vuole riprendersi la sua vita in mano e non rischiare di sciuparla. Coraggio, si lasci aiutare.
Cordiali saluti.
non vedo perché io dovrei mentire o altro.. dico la verità.. sono in cura al niguarda, padiglione 22, 4 piano. e credo sia il centro per i disturbi alimentari.
mi convocano una volta al mese e parlo cn una dietista e un medico internista . non faccio altro.
comunque non scrivevo qui per fare la vittima o altro.. chiedevo solo un'opinione e un'indicazione riguardo ai valori sballati dei miei esami.
non scriverò più se si deve mettere in dubbio la mia parola.
comunque, riconosco di avere problemi, ma non voglio ingrassare comunque!
Come l'è venuta questa idea che qualcuno volesse accusarla di mentire?
I valori dei suoi esami devono essere letti e interpretati da un medico che peraltro conosca bene il suo stato di salute, ma mi sembrano abbastanza tipici di persone in stato di cachessia nel quale il funzionamento epatico è ovviamente fuori norma.
Cerchi di farsi aiutare psicologicamente, noi le siamo vicini per ciò che è possibile attraverso un canale informatico.
La saluto cordialmente.
comunque.. non so.. io so che sono in cura da agosto e l'unica cosa che faccio è questo incontro mensile li al niguarda e poi queste inutili sedute qui al mio paese che tanto non risolvono niente... qui lo psicologo non è apposta per i dca, è uno generico.. può centrare qualcosa??
la ringrazio comunque per il tempo e l'attenzione dedicatami
non c'è una "specializzazione" per i DCA al limite si parla di corsi o master, è importante invece la specializzazione in psicoterapia.
>>poi queste inutili sedute..<<
se sente inutile il percorso che sta facendo ne deve parlare con il Collega che la segue, per comprenderne il motivo.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
i DCA sono forme di disagio così complesse che a mio parere possono richiedere molta esperienza al terapeuta che se ne occupa, o almeno una esperienza specifica nel campo delle dipendenze patologiche, per quanto, come correttamente scritto dal collega, non esista alcuna specializzazione formale per nessuna psicopatologia.
I colloqui che sta sostenendo attualmente non possono propriamente dirsi di psicoterapia poiché le sedute sono troppo sporadiche e differite nel tempo, ma mi auguro che comunque possano esserle serviti - ad esempio - a prendere consapevolezza del suo problema, cosa che prima, come le ho mostrato, non era.
E spero le sia servito anche il nostro consulto in tal senso.
Cordiali saluti.
è certa di aver contattato i centri e le persone giuste? Se un medico non ci guarisce di solito se ne cerca un altro; lo stesso vale per gli psicoterapeuti.
Inoltre non pensa che valga la pena spendere (se ovviamente necessario) per i problemi di salute e che pertanto i suoi genitori presumibilmente sarebbero disposti a farlo?
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
alla luce delle Sue precisazioni, io sono del parere che potrebbe anche andare bene continuare così, se la Sua motivazione è questa.
In fondo, ciascuno di noi attribuisce le proprie priorità nella vita e se la Sua salute non è in questo momento in cima all'elenco, è giusto che Lei rinunci e che spenda i Suoi soldi in attività per Lei più interessanti ed utili.
Magari in futuro sarà più motivata a curarsi.
Cordiali saluti,
Decida come crede, ma la sua problematica richiede una cura competente e non sempre è possibile che sia rapida, anche se noi glielo auguriamo
immaginare che si possa "guarire" in tempi rapidi e senza sacrificio da patologie sedimentate nel corso di anni, complesse, difficili da trattare in psicoterapia e quasi impossibili da trattare farmacologicamente, implicanti non solo la personalità individuale, ma spesso anche le relazioni familiari è a mio avviso un'illusione che spesso si può pagare a caro prezzo.
La psicoterapia nell'approccio ai DCA non riesce a promettere tempi di guarigione rapidi, seppur a volte ciò possa casualmente capitare. La media delle durate delle terapie - per la guarigione e non solo per un lieve miglioramento - è di lunga durata per questi disagi, qualunque sia l'approccio psicoterapeutico utilizzato. Mediamente la durata per un trattamento dell'anoressia può variare dai 2 a i 6 anni a seconda della complessità e gravità del caso.Va inoltre precisato che in non pochi casi, purtroppo, si può anche non guarire.
Prendere consapevolezza dell'assoluta priorità di curarsi in modo efficace da patologie così serie e invalidanti è un fattore predittivo importante per ridurre il rischio di insuccesso nelle cure e ridurre i tempi di guarigione. Più tempo passerà senza cure opportune (psicoterapia e non somministrata occasionalmente, ma affidandosi eventualmente a un equipe che prenda in carico anche la sua famiglia) più sarà lunga e difficile (e presumibilmente anche costosa) la terapia successiva, prima inizierà a curarsi adeguatamente, invece, e prima riuscirà a evitare il rischio di cronicizzazioni.
Cordiali saluti.
sono passati mesi, ma.. quello che io dico... non è che sono insoddisfatta dei risultati, capisco che è un processo lungo, ma è proprio il metodo che mi sembra "inutile" ...
che senso ha farsi curare in un centro dove l'unica cosa che fanno è pesarti e dirti, no cosi non va bene? grazie, lo so anche io..ma se non cerchi di fare qlcs.. non è che la mia testa cambia solo xk loro me lo dicono.. no?
qui.. nel percorso.... cn lo psicologo.. non parlo nemmeno dei problemi col cibo.. parlo di tt qll ke nn va.. e bon.. nn c'è mai un affrotnare un singolo problema ec.. non c'è mai un.. andare avanti.. è sempre un dire e ridire le solite cose..
devo cambiare centro? o basta che cambio psicologo? .. io non sono esperta.. non so dove girarmi...
ps: non è con l'aggressività nelle risposte che mi si fa capire qualcosa eh.. voglio guarire xk per i miei è importante e mi piacerebbe essere normale, ma x come mi sento ora, se domani dovessi morire, non è che me ne fregherebbe tanto.
Gentile ragazza,
non può essere questa la motivazione e spero che Lei capisca che il primo step è proprio lavorare sulla motivazione che, a quanto dice Lei stessa, pare molto bassa o assente.
Se con lo psicologo non ha modo di parlare di ciò che per Lei è più "urgente", porti Lei quel tema in seduta e riferisca di non trovarsi bene per ciò che Le occorre. Non ci sarebbe nulla di male a dirlo.
Cordiali saluti,
Anche questo è un aspetto che dovrebbe rivedere con lo psicologo che La segue, in quanto non è sensato aspettarsi che qualcun altro venga a cambiarci qualcosa nella nostra testa, ma siamo noi che possiamo -anche grazie all'aiuto di un professionista- modificare ciò che non va.
Cordiali saluti,
Su questo personalmente sono d'accordo con lei e credo anche altri miei colleghi possano esserlo: se questa è la sola modalità del reparto in cui si trova l'utilità terapeutica di questo modo di procedere, per il DCA, è praticamente nullo.
Diverso potrebbe essere però se lei avesse in questo momento la necessità di prendere un po' di peso per potersi sottoporre alla psicoterapia nel caso che il suo peso (in realtà indice di massa corporea, assieme ad altri valori fisiologici) sia tale da mettere in serio e imminente pericolo la sua vita. Ma da ciò che lei ha detto non sembra esservi per ora questo pericolo.
Cordiali saluti.
questo potrebbe essere sensato, perché il suo disagio più profondo non è legato al cibo o alla dieta, ma alle relazione affettive (attaccamento, sessualità ecc.) e al modo in cui lei gestisce le sue emozioni. Parlare del cibo, del peso ecc. potrebbe essere controproducente anche perché probabilmente il contenuto dei suoi pensieri è stato spesso affollato da questi temi, in maniera bloccante.
La motivazione al cambiamento deve partire da lei e per amore di se stessa e non dei suoi genitori, cercando di mettere una distanza da questi. Per i risultati ci vuole tempo, molti mesi per apprezzare miglioramenti e spesso molti anni per cambiare la sua condizione, questo dovrebbe essere ber chiaro.
>>>
Infatti i disturbi del comportamento alimentare si esprimono con l'alimentazione, ma riguardano altro. Nel caso dei disturbi sul versante restrittivo e anoressoide, poi, come potrebbe essere il suo, il controllo la fa da padrone.
L'ossessività (bisogno di controllo) è ben presente in molte forme di DCA ragion per cui, senza rendersene conto, lei sta probabilmente ostacolando da sola il suo progresso.
Avere professionisti che discutono del suo caso, anche qui, con cui intavolare discussioni ma che NON possono incidervi - quelli del Centro perché non sono psicologi e qui perché a distanza il suo problema non glielo può risolvere nessuno - e rifiutandosi di fare l'unica cosa sensata, cioè rivolgersi a uno psicoterapeuta competente e preparato in grado di aiutarla, probabilmente alimenta in lei la sensazione di poter tenere l'ambiente circostante sotto scacco. In altre parole sta usando il suo problema, come fanno tante sue "colleghe", per ricavarne un senso illusorio di copertura a bisogni non proprio sani che albergano in lei.
In modo inconsapevole, è chiaro, ma non per questo meno efficace.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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inoltre mio papà nemmeno è d'accordo che frequenti queste persone perché dice che non servono a niente e ti mangiano fuori solo i soldi.. vedete voi.. mica è facile stare al posto mio ..prima di dirgli che andavo da uno psicologo è passato un anno e mezzo e adesso ogni volta che glielo dico, anche se sa che è gratis, dice.. che sono una delusione.. che mi basterebbe poco ma sono io che mi voglio male.. grazie al cavolo..lo so anche io .. per questo chiedo aiuto a psicologi... che in teoria, sono gli unici che possono aiutarmi...
sono stufa.. di star cosi.. di litigare.. di sentirle su..di sentirmi inadatta.. di sentirmi una vergogna.. di sentirmi sempre some quella da deridere o di cui sparlare.. sono stanca che i miei genitori litighino, che mia sorella faccia sempre quello che vuole, che tutti pensino solo ai fatti loro e mai ad aiutare gli altri.. sono stanca della gente.. sono stanca di tutto. io non ho motivi per vivere, niente mi crea sorrisi, niente mi crea sogni. come faccio ad aver la forza per ripartire???
vede che pian piano emergono, anche se con tutti i limiti dello stare online, alcune e più profonde "cause" del suo malessere?
<<sono stufa.. di star cosi.. di litigare.. di sentirle su..di sentirmi inadatta.. di sentirmi una vergogna.. di sentirmi sempre some quella da deridere o di cui sparlare.. sono stanca che i miei genitori litighino, che mia sorella faccia sempre quello che vuole, che tutti pensino solo ai fatti loro e mai ad aiutare gli altri.. sono stanca della gente.. sono stanca di tutto. io non ho motivi per vivere, niente mi crea sorrisi, niente mi crea sogni.>>
Altro che problema di alimentazione dunque, abbiamo a che fare con l'identità, l'autostima, la famiglia, le relazioni, ...i sentimenti...
Faccia leggere se vuole queste righe ai suoi genitori e li inviti da parte nostra ad aiutarla anche mettendosi loro stessi in gioco. Parlando con uno psicologo potrebbero riuscire meglio a darle una mano nel modo giusto. Certo, suo padre un po' di ragione ce l'ha, la volontà è importante, anche la sua motivazione è importante e può essere persino decisiva, ma come lei suo malgrado sta sperimentando da sole non bastano e occorre un robusto aiuto professionale il prima possibile, questo va ben compreso.
cordiali saluti
>>>
Non è che si vuole male, è che vuole troppo bene all'unico modo (illusorio e disfunzionale) che ha escogitato per dare un senso a ciò che le succede: il disperato bisogno di controllo:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=144
La sua rigidità sembra esprimersi anche nella difficoltà a rendersi conto di quando una relazione d'aiuto non sta funzionando e, di conseguenza, a cambiarla. Purtroppo non è semplice per molti pazienti valutare in modo obiettivo quando un aiuto psicologico o psicoterapeutico o di altro genere non sta portando nella direzione deisderata, e la conseguenza può essere che tale relazione diventa fine a se stessa, la richiesta d'aiuto passa in secondo piano e il tutto si trasforma in semplice surrogato, sostegno, stampella.
sono sempre io.. sempre giu..sempre disperata..sempre..con problemi..
peso 46 adesso, sempre per 1,72... nell'ultimo periodo le cose sono peggiorate.. soprattutto a livello mentale... (continua paura di star mangiando troppo, continua voglia di diminuire, fare piu esercizio possibile ecc..).
ho provato a cambiare cetro di cura e questi medici, che mi piacciono molto, mi hanno porposto (e messo in lista d'attesa) per il ricovero nel loro centro.
ne ho parlato coi i miei ed è stata una strage: mio papà non lo accetta, dice che sono una delusione, che basterebbe un piccolo pizzico di orgoglio e ne uscirei da sola, lui non la vede come una malattia.. dice che lo voglio io..che gli do solo dolori e preoccupazioni ecc..e ogni giorno mi guarda con disprezzo.. sia per quanto "gli faccio schifo" fisicamente, sia.... psicologicamente..
io ho paura del centro..ma so che potrebbe essere l'unico modo per guarire..oramai sono piu di due anni e le cose non sono mai migliorate.. come posso pensare di risolverle ora? con mio papà che ogni gionro mi ricorda che sono vicina al cimitero e mi ssto distruggendo, e sto distruggendo tutti i suoi investimenti ecc?
ho tanta paura ad andare.. è lontano, sono tanti mesi, sarà dura... e forse..perderei mio papà... per sempre...
ma se non vado.. rischio di perdere me...
questi pensieri e paure, mi distruggono.. non riesco a smettere di pensarci.. non so cosa fare...
ho bisogno di consigli..vi prego...
cosa fareste??
>>>
Certo, è ugualmente facile cambiare religione od orientamento politico. Basta un pizzico di orgoglio. Basta volerlo.
Ma la stessa convinzione erronea che ha suo padre, ce l'ha lei: non potrà trovare online la soluzione ai suoi problemi.
Il ricovero, come ben sa e per fortuna, non dura tutta la vita, quindi dovrà curare quello che le mantiene in vita la malattia, oltre al saper mangiare e tutto il resto.
Speriamo di ricevere in seguito sue, buone, notizie.
Cari auguri.
nel dicembre 2014 (è passato meno di 1 anno) lei raccontava
<<..sono in cura da agosto e l'unica cosa che faccio è questo incontro mensile li al niguarda e poi queste inutili sedute qui al mio paese che tanto non risolvono niente... >>
raccontava che in ospedale la pesavano e poi se non era "migliorata" sapevano <<..solo scuotere la testa e dire "così non va"..>>
Noi le avevamo speigato che ciò che stava facendo non era probabilmente sufficiente e che una frequenza così bassa (1 volta ogni tre settimane) non era adeguata a un percorso di psicoterapia con una persona che denuncia i suoi problemi nel modo in cui li denuncia lei.
In questo anno è cambiato qualcosa? In cosa consiste la psicoterapia che ora, invece, lei asserisce di fare da due anni? Da due anni con quale frequenza? Come mai l'anno scorso non faceva terapia e ora dice di farla da due anni?
A mio avviso è possibile che lei ( e forse anche la sua famiglia) abbiate molto sottovalutato il problema, lei stessa iniziava la sua richiesta di consulto così: <<mia mamma dice ke sono malata, io non credo. mangio mlt frutta e verdura e secondi, poco pane e nnt pasta xo ho energie e mi sento fisicamente apposto.>>
Questo genere di disagi - i disturbi del comportamento alimentare - che coinvolgono l'immagine corporea, il senso d'identità, le relazioni e che spesso si associano ad altre forme di difficoltà psicologiche, non hanno mai una "soluzione" comoda o facile e richiedono molta competenza da parte dei terapeuti, tempo, pazienza, impegno, coinvolgimento dei familiari, perché se ne possa uscire.
Il trattamento residenziale dei DCA in alcuni casi è indicato, in altri casi non lo è. Dipende e non possiamo valutarlo da qui il suo caso specifico, dunque sarebbe azzardato darle "consigli" generici in tal senso.
Resta a mio avviso fondamentale, invece, che lei chiarisca (almeno con se stessa) che trattamento a ha fatto sinora e con quale impegno.
Cordiali saluti
Glielo dico in modo sgradevole ma chiaro: deve scordarsi di poter ricevere aiuto CONCRETO da qui. Anche la raccomandazione se continuare a stare ricoverata o ricevere aiuto di altro tipo deve essere fatta DI PERSONA, avendola di fronte, parlando, potendo valutare la sua situazione. Qualsiasi altra linea di condotta sarebbe da considerare professionalmente irresponsabile e deontologicamente scorrettissima.
Più un problema è complesso e delicato, meno possiamo fare da qui.
E dev'essere chiaro che non è cattiva volontà da parte nostra, è solo la prassi necessaria e corretta.
lei ha almeno 22 anni, quindi è maggiorenne e libera di prendere decisioni che la riguardano. Molto spesso quando una soluzione si rivela inefficace per molto tempo, perdurare in essa peggiora il problema.
Ha trovato professionisti che le propongono una strada diversa, quindi ha già trovato vari professionisti che l'hanno consigliata in un senso o nell'altro; lei ha tutte le capacità e probabilmente le informazioni sufficienti per scegliere.
Disturbi come il suo sono curati anche dalle terapie brevi, ma ritengo che ciò significherebbe recarsi in uno studio privato e non in una struttura.
Coraggio..prenda in mano la sua vita
non so quanto sia sensibile o meno il vostro giudizio ecc.. ma... io vorrei solo sapere come funziona...
non è ch emi rincretiniscono? mio papà ha paura che mi rovinino di più..
io dico.. se la dottoressa l'ha proposto dopo 4 sedute..io credo che abbia valutato il mio caso.. no?
credo che dopo qst tempo .. forse..allontanarmi dall mia routine sia la cosa giusta.. no? io non lo so.. sono confusa... ho tanta paura..e..mi sento tanto sola...
trovo solo aggressività e ostilità.... nessuno mi aiuta..tutti pensano di sapere tutto.. xk non si aiutano le persone in difficoltà? perché le si attacca e basta?
considero strano e molto negativo che nel centro DCA dove è stata seguita non ci fosse uno psicologo;
inoltre lei non ha bisogno di un supporto psicologico, ma di una "terapia psicologica" portata avanti perciò non da uno psicologo ma da uno psicologo specializzato in psicoterapia. Si informi perciò su questa possibilità.
Detto ciò, la psicoterapia può avere diversi indirizzi; le conviene perciò informarsi anche sull'indirizzo seguito dallo psicologo psicoterapeuta, anche in relazione alla durata del trattamento.
Come le dicevo i disturbi alimentari vengono trattati anche dalle Terapie Brevi, ma non credo vengano effettuati in strutture; può trovare informazioni su internet ad es. sulla Terapia Strategica Breve.
Nel suo caso ritengo estremamente utile e probabilmente indispensabile una collaborazione dei genitori alla terapia psicologica.
Non è vero che nessuno la aiuta, ma più di tanto non è possibile fare da questa postazione; è certa di essere sola?
Ci faccia sapere
casa mia è un mezzo disastro, per quello lei mi spingerebbe ad andare via...
Forse il suggerimento di chi l'ha presa in carico - per un trattamento residenziale - ha tenuto conto della situazione complessiva e non solo del "sintomo" che perso da solo poco o nulla dice circa la complessità di una situazione o dell'altra.
Ricordi solo che non esistono trattamenti brevi per questi disagi ma solo trattamenti che possono o meno essere efficaci e anche mantenere la loro efficacia nel lungo termine.
Le anoressie-bulimie hanno mediamente tempi di trattamento di alcuni anni e non sono inconvenienti da affrontare con superficialità. Se queste cose a lei e alla sua famiglia ancora non sono del tutto chiare, o fate fatica a d accettarle, è possibile anche per questi motivi che vi abbiano proposto un trattamento residenziale.
Si affidi ai suoi curanti per ora e stringa i denti per un percorso che può essere tutt'altro che breve e facile, ma che prima inizierà e prima riuscirà a stare meglio se - ovviamente - s'impegnerà molto a fondo anche lei.
Cordiali saluti.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.