Sconfitto il dap, ma dopo....
Buonasera,
cerchero' di riassumere il tutto. Sono stata in cura da un psichiatra all'età di 23 anni per circa 2 anni a causa di attacchi di panico. Sono approdata li' completamente svuotata, ero già entrata in depressione a causa di consulti poco adeguati in precedenza. Ho fatto terapia di gruppo combinata a farmaci con buoni risultati. Pian piano sono riuscita ad riacquisire tutte le mie capacità in particolare guidare la macchina, andare in treno, fare piccoli viaggi. Nonostante questo ho sempre rimpianto la serenità e la tranquillità con le quali affrontavo le situazioni un tempo. Ora nuovamente mi ritrovo a sperimentare attacchi d ansia in macchina (basta avvertire un po' di tachicardia a rievocare quei terribili anni) e mentre prima rifiutavo quella condizione standoci ancora piu'male, ora la accetto evitando le situazioni temute a priori. Il cerchio della vita però comincia sempre di piu' a restringersi sebbene io non abbia più provato veri e propri attacchi di panico, l 'ansia continua a rendermi insicura e timorosa, la paura di far una determinata azione non passa mai e tutte le volte che la compio per me è come la prima volta. E' un continuo superare e tornare indietro. Inutile dirvi che mi ritrovo complessata a 30 anni e a nutrire un senso di inferiorità nei confronti degli altri per le cose che nn riesco ad affrontare, cosa che a 20 non ero assolutamente!!! Sono sempre più chiusa alla vita e so che prima o poi mi chiederà il conto e quanti saranno i rimpianti! Sono tornata l 'anno scorso dallo psichiatra chiedendogli di consigliarmi qualcuno che mi potesse fare terapia cognitivo comportamentale, ma lui mi ha deviata dicendomi che non mi sarebbe servito.Perchè? Perchè ho l'ansia cronica??? Sinceramente non l'ho capito. Voi come giudicate la mia situazione? Cosa mi consigliate? Voglio ritornare a quella che ero prima.
cerchero' di riassumere il tutto. Sono stata in cura da un psichiatra all'età di 23 anni per circa 2 anni a causa di attacchi di panico. Sono approdata li' completamente svuotata, ero già entrata in depressione a causa di consulti poco adeguati in precedenza. Ho fatto terapia di gruppo combinata a farmaci con buoni risultati. Pian piano sono riuscita ad riacquisire tutte le mie capacità in particolare guidare la macchina, andare in treno, fare piccoli viaggi. Nonostante questo ho sempre rimpianto la serenità e la tranquillità con le quali affrontavo le situazioni un tempo. Ora nuovamente mi ritrovo a sperimentare attacchi d ansia in macchina (basta avvertire un po' di tachicardia a rievocare quei terribili anni) e mentre prima rifiutavo quella condizione standoci ancora piu'male, ora la accetto evitando le situazioni temute a priori. Il cerchio della vita però comincia sempre di piu' a restringersi sebbene io non abbia più provato veri e propri attacchi di panico, l 'ansia continua a rendermi insicura e timorosa, la paura di far una determinata azione non passa mai e tutte le volte che la compio per me è come la prima volta. E' un continuo superare e tornare indietro. Inutile dirvi che mi ritrovo complessata a 30 anni e a nutrire un senso di inferiorità nei confronti degli altri per le cose che nn riesco ad affrontare, cosa che a 20 non ero assolutamente!!! Sono sempre più chiusa alla vita e so che prima o poi mi chiederà il conto e quanti saranno i rimpianti! Sono tornata l 'anno scorso dallo psichiatra chiedendogli di consigliarmi qualcuno che mi potesse fare terapia cognitivo comportamentale, ma lui mi ha deviata dicendomi che non mi sarebbe servito.Perchè? Perchè ho l'ansia cronica??? Sinceramente non l'ho capito. Voi come giudicate la mia situazione? Cosa mi consigliate? Voglio ritornare a quella che ero prima.
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>>> Sono tornata l 'anno scorso dallo psichiatra chiedendogli di consigliarmi qualcuno che mi potesse fare terapia cognitivo comportamentale, ma lui mi ha deviata dicendomi che non mi sarebbe servito.Perchè?
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Probabilmente perché si tratta di un professionista ad approccio diverso.
L'evoluzione che ha descritto è un classico dei disturbi d'ansia: si passa da sintomi più somatici, come gli attacchi di panico, e si finisce per manifestare poi ansia in modo più evoluto: attraverso le preoccupazioni.
L'ansia patologica si può sconfiggere, ma dal punto di vista psicologico va curata con forme di terapia attiva e focalizzata, come appunto la comportamentale o la breve strategica.
L'ansia si sconfigge imparando a comportarsi in modo diverso, più che a parlare, interpretare e cercare cause:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
>>>
Probabilmente perché si tratta di un professionista ad approccio diverso.
L'evoluzione che ha descritto è un classico dei disturbi d'ansia: si passa da sintomi più somatici, come gli attacchi di panico, e si finisce per manifestare poi ansia in modo più evoluto: attraverso le preoccupazioni.
L'ansia patologica si può sconfiggere, ma dal punto di vista psicologico va curata con forme di terapia attiva e focalizzata, come appunto la comportamentale o la breve strategica.
L'ansia si sconfigge imparando a comportarsi in modo diverso, più che a parlare, interpretare e cercare cause:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Lei credo che abbia ragione. La terapia di gruppo mi ha aiutata di certo a sentirmi confortata e a riabilitarmi, ma le persone con cui mi confrontavo avevano disturbi diversi dai miei, percio' si trattava di un approccio sicuramente non specifico per l'ansia.
Prima di andare dallo psichiatra, mi sono rivolta ad una psicologa specializzata in psicoterapia ericksoniana, ipnositerapia, medicina psicosomatica, ma il risultato è stato davvero deludente.
Le mie preoccupazioni in realtà sono sempre legate al fatto di non sentirmi bene, di non controllare la situazione in macchina, di far figure e di dover confidare il disagio. Crede ancora che siano delle evoluzioni? Perchè a me sembra di tornare sempre indietro.
La mia sicurezza è legata al fatto che ci sia, durante le uscite in macchina, una persona di cui mi fidi, che sappia del mio disagio e che mi possa sostituire eventualmente.
Prima di andare dallo psichiatra, mi sono rivolta ad una psicologa specializzata in psicoterapia ericksoniana, ipnositerapia, medicina psicosomatica, ma il risultato è stato davvero deludente.
Le mie preoccupazioni in realtà sono sempre legate al fatto di non sentirmi bene, di non controllare la situazione in macchina, di far figure e di dover confidare il disagio. Crede ancora che siano delle evoluzioni? Perchè a me sembra di tornare sempre indietro.
La mia sicurezza è legata al fatto che ci sia, durante le uscite in macchina, una persona di cui mi fidi, che sappia del mio disagio e che mi possa sostituire eventualmente.
[#3]
Gentile Utente,
anche io, come il Collega, le suggerisco di riprendere ad occuparsi di se stessa..
La macchina, le uscite, il disagio residuo o ritrovato....devono essere ascoltati e soprattutto risolti una volta per tutte, al fine di recuperare la qualità di vita smarrita...
anche io, come il Collega, le suggerisco di riprendere ad occuparsi di se stessa..
La macchina, le uscite, il disagio residuo o ritrovato....devono essere ascoltati e soprattutto risolti una volta per tutte, al fine di recuperare la qualità di vita smarrita...
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Il mio ragazzo dice che do troppa importanza alla cosa, che devo dimenticarmene, ma purtroppo i ricordi di quel periodo sono difficili da dimenticare, sono come dei microtraumi di cui la persona non riesce a liberarsi. E' come se il mio cervello avesse trovato un'altra strada di sfogo che gli altri non hanno e che di consueto utilizza...come se non potessi essere sicura al 100% di me stessa, perchè in quei momenti non ho mezzi per poter bastare a me stessa e risolvere da me. La mia vita è cambiata, posso dire di prendere il treno, ma non posso nascondere ill fatto che mi dica sempre: "che Dio me la mandi buona!". E' tutto costantemente un atto di coraggio se lo devo far da sola e se non ci sono con me persone che sanno del problema. Alla fine posso dire di affrontare, ma l'ansia anticipatoria a volte mi devasta.Vorrei tanto ritrovare me stessa, ora conduco una vita di auto-tutela, oso poco, sogno pochissimo e questo è legato alla mia convinzione in base alla quale sono stata io a non essere stata attenta affinchè il dap non mi venisse a trovare. Ero una ragazza piena di vitalità, potevano accadermi le cose piu' deludenti, ma il mio equilibrio era sempre li' intatto e fermo fino a che non si è spezzato.
Credete che io abbia la possibilità di riamare la vita come una volta?
Buon tutti i santi al dottor Santonocito e alla dott.ssa Randone, grazie per le risposte e la vostra professionalita' a disposizione, un gesto di umanità che non ha confronti.
Credete che io abbia la possibilità di riamare la vita come una volta?
Buon tutti i santi al dottor Santonocito e alla dott.ssa Randone, grazie per le risposte e la vostra professionalita' a disposizione, un gesto di umanità che non ha confronti.
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>>> percio' si trattava di un approccio sicuramente non specifico per l'ansia
>>>
Infatti il punto è tutto qui: l'ansia richiede un approccio specifico.
Così come in medicina alcuni batteri richiedono antibiotici specifici e non ad ampio spettro.
>>> Crede ancora che siano delle evoluzioni?
>>>
Sì, è un'evoluzione, ma non intendevo nel senso di miglioramento soggettivo, bensì di grado più strutturato del disturbo, che a sua volta richiede ulteriore specificità d'approccio.
Il bisogno eccessivo di controllo, l'ansia anticipatoria e in definitiva tutto ciò che è "pre", quindi preoccupazioni, premunirsi, prevedere ecc. nel caso dell'ansioso significano ansia ossessiva.
L'ossessività è un bisogno eccessivo di controllo, è una domanda del tipo: "E se poi...?" che l'ansioso si pone continuamente.
Si rivolga a un terapeuta strategico o comportamentale.
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Infatti il punto è tutto qui: l'ansia richiede un approccio specifico.
Così come in medicina alcuni batteri richiedono antibiotici specifici e non ad ampio spettro.
>>> Crede ancora che siano delle evoluzioni?
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Sì, è un'evoluzione, ma non intendevo nel senso di miglioramento soggettivo, bensì di grado più strutturato del disturbo, che a sua volta richiede ulteriore specificità d'approccio.
Il bisogno eccessivo di controllo, l'ansia anticipatoria e in definitiva tutto ciò che è "pre", quindi preoccupazioni, premunirsi, prevedere ecc. nel caso dell'ansioso significano ansia ossessiva.
L'ossessività è un bisogno eccessivo di controllo, è una domanda del tipo: "E se poi...?" che l'ansioso si pone continuamente.
Si rivolga a un terapeuta strategico o comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 31/10/2013.
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Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?