Problema di coppia/personalità

Buongiorno,
sono un ragazzo fidanzato da circa 6 anni con una ragazza di due anni più piccola, sia io che lei siamo studenti.
Vi scrivo per chiedervi gentilmente opinioni/considerazioni/consigli circa problemi relazionali che da qualche mese
vivo con la mia ragazza. Prima di presentare il problema introduco qui di seguito qualche informazione su di noi che puo'
essere utile per leggere meglio il problema che vi porto.


Faccio una vita molto solitaria: frequento molto poco l'università studiando molto autonomamente a casa e vedo raramente gli amici,
praticamente i miei legami affettivi/amichevoli si riducono alla mia ragazza. Sono piuttosto chiuso, mi sembra di essermi
spento pian piano durante l'università facendo questa vita solitaria in cui la routine è studiare (tutti i giorni incluso
sabato domenica e di solito pure le feste). Non sono così per natura: prima di "rinchiudermi" facevo sport in compagnia anche agonistico,
ero piuttosto "aperto", più ricco in termini di relazioni e in generale più brillante. Lei anche è piuttosto riservata, a differenza mia
frequenta università ma fino a pochi mesi fa non usciva praticamente mai con amiche se non in occasioni speciali come festa della
donna o compleanni. Le poche volte che si esce con amici in genere si esce insieme e si sta coi miei amici, che per altro lei
conosce un minimo già da prima di metterci insieme perchè frequentavamo lo stesso gruppo. Con le sue amiche invece non usciamo
se esce ci esce lei da sola, rifiuto quasi sempre il suo invito perchè mi sento un pò inopportuno.

Qui inizio a discutere i problemi che sono nati nel nostro rapporto.

Ora lei mi sembra stia subendo il processo inverso al mio, (all'inizio io ero un tipo aperto e lei chiusa ora si sta verificando
una tendenza opposta). Un anno fa iniziamo a discutere con più frequenza da quando lei si mette facebook. I motivi per cui
ero contrario a questa sua scelta sono i seguenti:

-fin da prima di fidanzarci ho manifestato a lei particolare disapprovazione all'uso di facebook
(lo avverto come una minaccia in più per la coppia, non discuto qui le ragioni per non dilungarmi ancora di più)

-lei mi da la sensazione di prendermi in giro, dicendo che lo mette perchè molto importante per scuola e io pur credendo davvero
che le sarebbe potuto esser utile per acquisire più facilmente materiale e informazioni, il suo modo di farmelo passare come "indispensaile"
per scuola mi infastidisce

-chiedo di trovare una soluzione alternativa e almeno discutere con lei il modo di usarlo o trovare altri strumenti
per acquisire le sue informazioni ecc. ma lei non vuole un confronto mi chiude la porta del dialogo senza permettermi
di trovare un punto di incontro e mi manda un messaggio dicendo che lo mette e se poi mi fa star male lo toglierà


Capita che tiro fuori sovente il discorso perchè io sostengo che per lei sia un gioco e che mi da fastidio che pur vedendomi
stare un pò male lei continui (dicevo "per me è fonte di ansia per te uno sfizio"). Lei fa un buon uso di facebook è abbastanza
trasparente ("trasparente" perche' mi permette di entrare nella sua pagina facebook, "abbastanza" perche' cancella alcune conversazioni)e lo usa a mio avviso
in maniera più matura della maggior parte delle ragazze della sua età. Tuttavia il mio lamento
continua nel tempo con frequenza diciamo di un giorno ogni 1/2 mesi. Verso aprile inizia il mio vero problema. Una semplice
discussione derivante dal fatto che volesse uscire una terza volta nel giro di una settimana di sera con le amiche, mi ha fatto
sentire escluso e siccome si trattava due volte dello stesso evento (prima uscita normale, seconda uscita per festeggiare un compleanno di un amica,
terza uscita per rifesteggiare lo stesso compleanno della stessa amica in un altro contesto) ho iniziato a lamentarmi di quest'uscita
con la volontà di parlarne per farle capire la mia idea che era: "e' giusto che tu esca se ti fa piacere ma se hai gia' festeggiato sto compleanno una volta
e sai che io sto a casa da solo e aspetto la sera solo per vedere te mi avrebbe fatto piacere che dicessi alle tue amiche qualcosa tipo no dai rinuncio al secondo festeggiamento
che ho già lasciato il mio ragazzo a casa due volte sta settimana ci vediamo la prossima volta". In sostanza a me non ha fatto male che volesse uscire
ma che non mi avesse pensato, mi son sentito poco considerato. Tuttavia la mia idea e' stato difficile esprimerla perche'
di nuovo capita che lei con la filosofia "non faccio nulla di male quindi non lamentarti" non mi lascia possibilità
di dialogo, si arrabbia ma poi non esce.
Iniziano giorni per me difficili in cui io divento insistente sostenendo l'importanza di cercare
un punto di incontro sui problemi di cui discutiamo, voglio parlare e chiarire lei invece si stufa del mio voler insistentemente parlare e me lo dice di continuo
che arriva stanca di sera,non ha voglia di discutere ecc. Io insisto perchè non accetto che lei vedendomi star male non
voglia discutere in maniera costruttiva ragionando e cercando un punto d'incontro e percepisco lei sempre più stufa al
punto che inizio ad avvertire per la prima volta la possibilità di una rottura. Allora inizio a sentirmi molto inquieto
e quasi angosciato sento di non poter dire più quello che penso e di iniziare a fingere di star bene perchè ogni volta
appena manifestavo malessere lei si arrabbiava e si stufava facendomi capire che avrebbe potuto chiudere il rapporto.
Decido di continuare a tenere tutto dentro e diventare "finto" direi non naturale come prima e a intervalli di qualche
giorno non resisto a trattenere il mio malessere e lo manifesto nella speranza di ottenere qualcosa un confronto un
dialogo ma sbatto sempre contro lo stesso muro. Lei si stufa e non vuole parlare dei problemi, che direi
da problemi di coppia sono diventati problemi miei. Passano i mesi e ora i discorsi su facebook amiche non li faccio quasi più
sono passati in secondo piano perchè mi assilla il fatto che anche in situazioni di apparente serenità spesso mi sento strano
insicuro e non naturale. Mi guardo dall'esterno pensando a come mi pongo a che espressione del viso ho e al tono e della mia voce.
Penso di continuo "non mi sento naturale" oppure "ho paura di non sentirmi naturale" e capita sempre che mi sento a disagio
e che ogni atteggiamento che ho è forzato cercando di far finta di star bene pur di migliorare il rapporto e togliermi dalla posizione di "lamentone insistente"
in cui mi sono messo. Ora è passato tempo e ritengo che al di là delle mie percezioni interiori, i suoi bisogni di uscire con le amiche
l'uso di facebook siano cose naturali e più che lecite (ho sofferto non tanto facebook o le uscite con le amiche ma di essermi
etichettato come insistente, di non esser stato considerato nelle sue scelte cioè che mi ha imposto cose senza badare
alla mia sensibilità rispetto a quelle cose) e soffro il fatto di continuare a sentirmi strano, sembra sia diventato
un problema mio di personalità. Ritengo che lei non si sia comportata così male da giustificare tutti questi mesi di disagio mio, che all'inizio il mio disagio
era responsabilità sua ma ora che perdura e non passa nonostante lei continui a comportarsi bene (seppure nei suoi evidenti cambiamenti) è mia.

(ora scusate per il passaggio da minuscolo a maiuscolo ma ho incollato i pezzi scritti in due momenti distinti)


LA SITUAZIONE OGGI E' QUESTA: DICIAMO ENTRAMBI DI VOLERCI BENE E DI VOLER TORNARE COME
PRIMA, DI RITROVARE L'EQUILIBRIO PERDUTO PERCHE' ORA NON STIAMO BENE, IO MI SENTO FISSATO SU PENSIERI DEL TIPO "NON MI SENTO NATURALE" E MI SENTO
PERENNEMENTE A DISAGIO CON LEI SFORZANDOMI SPESSO DI FAR FINTA DI SENTIRMI BENE NELLA SPERANZA CHE QUESTO
POSSA FAR STAR BENE ALMENO LEI (E QUINDI DARE UN PICCOLO SOLLIEVO AL NOSTRO RAPPORTO) E ESPRIMENDO IL MIO DISAGIO
COSTANTEMENTE OGNI VOLTA CHE SENTO INSOSTENIBILE FINGERE E SFORZARMI. QUANDO SON DA SOLO SONO SEMPLICEMENTE TRISTE
E TENDO A RIMUGINARE, PENSARE POSSIBILI SOLUZIONI/MODI DI COMPORTARSI CHE MI PERMETTEREBBERO DI RITROVARE UN PO' DI EQUILIBRIO
E MIGLIORARE IL NOSTRO RAPPORTO. MI SENTO INCERTO DEL NOSTRO RAPPORTO, MI SENTO INSICURO DI STARE CON LEI ANCHE DOMANI
PERCHE' NON MI FIDO DI ME STESSO, PERCHE' QUANDO LA INCONTRO POTREBBERO ESSERCI VOLTE IN CUI SONO APPARENTEMENTE
NORMALE (E MI RITENGO SUFFICIENTEMENTE GRADEVOLE) ALTRE IN CUI IL DISAGIO E LA "STRANEZZA" SONO TROPPO EVIDENTI ANCHE IN SITUAZIONI
ASSOLUTAMENTE NORMALI IN CUI LEI NON FA NE' DICE NULLA CHE POSSA METTERMI COSI' A DISAGIO (E QUI MI SENTO MOLTO POCO GRADEVOLE).
CERCO DI PIU' DEL SOLITO IL CONTATTO SIA VERBALE CHE FISICO CON LEI SPERANDO DI SENTIRE BENEFICIO E FIDUCIA DA UN EVENTUALE CONTATTO POSITIVO.
QUANDO LITIGHIAMO MI SENTO QUASI DI PIU' A MIO AGIO CHE QUANDO SIAMO CALMI.
LA BARRIERA DELLA FINZIONE VIENE ABBATTUTA E TORNO A ESSERE NATURALE DISCUTENDO E TIRANDO FUORI TUTTO CIO' CHE PENSO.
CONDIVIDO CON LEI QUASI TUTTO CIO' CHE MI PASSA PER LA TESTA (LE HO DETTO TUTTO CIO' CHE QUI HO SCRITTO PER ESEMPIO)
NEI MOMENTI IN CUI SMETTO DI FINGERE PER DIRE CIO' CHE SENTO. A VOLTE COMUNQUE MI SEMBRA DI SENTIRMI BENE A ABBASTANZA NATURALE NONOSTANTE UNA PERCEZIONE DI INQUIETUDINE DI FONDO E POSSO
PASSARE RAPIDAMENTE DA UNA SITUAZIONE DI "PIU' O MENO NORMALITA'" A UNA DI DISAGIO. A VOLTE SENTO CHE SIAMO COMPLICI IO E LEI
CONTRO IL MIO PROBLEMA, COME VORREI IO, MA SPESSO INEVITABILMENTE SENTO CHE SONO IO CONTRO DI LEI A CAUSA DEL MIO PROBLEMA.
OVVIAMENTE INFATTI LEI SENTENDOSI SEMPRE DIRE DA ME "NON STO PIU' BENE CON TE" NON SI SENTE BENE NEANCHE LEI.
IN QUESTI MESI DI PERENNE "STRANEZZA" SEGNALO CHE C'E' STATO QUASI UN MESE CONSECUTIVO (ANOMALO DIREI) IN CUI A VOLTE PENSAVO
DI ESSERMI RESETTATO E DI SENTIRMI QUASI COME PRIMA, FORSE PERCHE' ERO PRESO DA UN PROBLEMA PIU' GROSSO (SOFFRO DI ANSIA (HO AVUTO EPISODI DI ATTACCHI DI PANICO) E NEGLI ULTIMI
ESAMI ALL'UNIVERSITA' MI SONO SENTITO MALE E HO AVUTO DIFFICOLTA' PROPRIO A LIVELLO FISICO A COMPLETARE LE PROVE; QUINDI
HO TEMUTO CHE L'ANSIA CHE HO AVUTO DURANTE GLI ULTIMI ESAMI POTESSE COSTITUIRE UN PERICOLO PER I PROSSIMI, E QUESTO E' STATO
IL MIO "CRUCCIO" PRINCIPALE DURANTE IL PERIODO DI "TREGUA" CON LA MIA RAGAZZA).
STO AFFRONTANDO ATTUALMENTE IL PROBLEMA QUASI FIN DA SUBITO DOPO CHE SI E' PRESENTATO CON CONSULENZE PSICOLOGICHE CHE PURTROPPO FIN'ORA NON MI HANNO
AIUTATO ABBASTANZA. ANCHE LE RIFLESSIONI FATTE SIA PERSONALMENTE CHE DURANTE LE SEDUTE PSICOLOGICHE, PER QUANTO RAZIONALI
NON BASTANO A FARMI SCOMPARIRE QUESTA STRANEZZA E I PENSIERI AUTOVALUTATIVI CHE MI PORTANO A GUARDARMI DALL'ESTERNO E ATTEGGIARMI
IN MANIERA POCO NATURALE ECC.
VI RINGRAZIO PER VOSTRI EVENTUALI SUGGERIMENTI/OSSERVAZIONI (E MI SCUSO PER ESSER STATO PROLISSO)

CORDIALI SALUTI


[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

Lei usa molto spesso il termine "insicuro" e quindi è ben consapevole che questo può essere un Suo punto debole.

In effetti, sembra proprio che sia stata la mancanza di sicurezza a complicare le cose.

Inoltre, pare che Lei consideri più pericoloso facebook che i possibili incontri che la sua ragazza può fare nel mondo reale.

Comunque, credo sia meritevole il fatto che

<<ogni atteggiamento che ho è forzato cercando di far finta di star bene pur di migliorare il rapporto e togliermi dalla posizione di "lamentone insistente" in cui mi sono messo.>>

ma più che "far finta", direi che è importante __accettare__ la possibilità che qualcosa potrebbe andare diversamente da come Lei si aspetta, e che non sempre le Sue necessità possono essere assecondate al meglio.

Accettando tutto questo, il Suo atteggiamento risulterà meno forzato e più naturale, cosa che andrà a tutto vantaggio del vostro rapporto.

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile utente,
Mi associo alle indicazioni del Collega.
Una coppia ha bisogno di spazi personali e di coppia, di nutrimento, di vita sociale. Relazionale, non soltanto di insicurezze, proibizioni e divieti.

Dalla sua richiesta di consulenza, emerge un bisogno importante di raccontarsi e di raccontare, forse uno psicologo de visu potrebbe ascoltarla all' interno di un setting protetto, la fine di riflettere sia su se stesso che sulle dinamiche della sua coppia

Gli atteggiamento forzati e non spontanei, non solo non durano a lungo, ma nuocciono fortemente al proprio equilibrio psichico e relazionale....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno,
vorrei riprendere qualche vostra osservazione per fare qualche commento a proposito e aggiungere qualcosina.

"Inoltre, pare che Lei consideri più pericoloso facebook che i possibili incontri che la sua ragazza può fare nel mondo reale."
Su questo argomento probabilmente non sono stato preciso, infatti ho preferito non discutere le ragioni per cui ho una certa ostilità verso questo strumento perché mi sembravano secondarie e rischiavano di allungare troppo. Penso quindi di averla indotta a un pensiero errato con le parole che ho scritto in precedenza.

"Una coppia ha bisogno di spazi personali e di coppia, di nutrimento, di vita sociale. Relazionale, non soltanto di insicurezze, proibizioni e divieti."



"Gli atteggiamento forzati e non spontanei, non solo non durano a lungo, ma nuocciono fortemente al proprio equilibrio psichico e relazionale.... "

Sono d'accordo con tutto ciò, ma purtroppo ora il mio modo di esser naturale sarebbe dirle che ho voglia di risolvere i problemi, di parlare, dirle come mi sento. A volte mi rendo conto di essere spesso con un inquietudine di fondo ed esser naturale ora significherebbe manifestarla continuamente. Però questo "io naturale" so che a lei non piace e non la farebbe star bene. Sento di non sentirmi bene e mi sembra che i discorsi su amiche facebook ecc. siano quasi irrilevanti ora: il problema attuale è che mi sono fissato sul sentirmi strano inquieto e insicuro, pensare a un modo di comportarmi che possa piacerle. Ho paura di perderla e penso che atteggiamenti negativi inducano a far avverare un timore che si ha l'ansia che si avveri (la paura di perderla appunto). Per questo tento di trattenere il malessere, per non insistere tutti i giorni sul fatto che non sto bene. L'altra strada sarebbe esser naturali e avvelenare di giorno in giorno il rapporto con discorsi lunghi (in cui parlerei solo io stufandola) e frasi tipo "non sto bene". Certamente l'insicurezza che ho maturato in questi ultimi mesi fa male. Ma come posso decidere di non essere insicuro? L'unica cosa che posso controllare e scegliere è se esser naturale, e dunque certamente non gradevole, oppure essere un po' forzato ad assumere atteggiamenti che ora non sento e parlare di altro quando il mio unico impulso è gridare che non sto bene.
Al di là di queste faccende vorrei aggiungere un elemento al nostro rapporto parlandovi un attimono della sfera dell'intimità. Lei prende la pillola e sappiamo che un possibile effetto collaterale è il calo del desiderio. Comunque lei non prende mai iniziativa e mi respinge diciamo l'80-90% delle volte. E non si tratta soltanto dell'avere rapporti. Spesso cerco il contatto con lei, forse anche più di prima perché con l'insicurezza che ho ora il sentirla vicino mi da sollievo, e lei è abbastanza fredda. Cioè magari mi tiene la mano (questa è l'unica forma di contatto fisico che può arrivare di sua iniziativa) ma non mi bacia mai di sua iniziativa, se la bacio lei risponde al mio bacio ma senza mai passione e sempre solo "a stampo" (scusate il linguaggio, vorrei farvi arrivare l'idea). Di solito per ricevere baci più passionali o affettuosi devo indispettirmi e dire "ma perché non hai voglia di baciarmi". Per quanto riguarda i rapporti, quando capita è solitamente bello sento buone sensazioni sia da parte mia che da parte sua. Però si tratta di 3-4 volte al mese di cui 2-3 me le prendo di nuovo dopo aver pregato o passando per l'indispettimento come detto prima. Per lei bisogna aspettare gli episodi, anzi un solo episodio: aspettare che il sabato sera i suoi genitori escano e ciò capita un sabato su tre circa! Quindi per questo lei sarebbe disposta di suo non più di una volta o massimo due al mese. Se superiamo questa "frequenza" appunto è perché qualche volta l'ho convinta. Ma non mi piace e non sto bene a dover sempre elemosinare quando si tratta di contatto di baci di rapporti, dovrebbe essere una cosa che viene anche da lei e le fa piacere. Mi dice che io ho sempre voglia. E a volte mi fa sentire pure pesante per questo. Se faccio il muso si gira mi dice scusa ti amo, ma sono stanca, ci sono di là i miei, mi viene l'ansia, ora guardiamo il film ecc. Mi dice vorrei avere una casa nostra e mi sentirei più libera. Mi dice che anche sui baci è trattenuta perché poi a me viene voglia di spingermi oltre e a lei non va. Io le dico che i momenti di intimità se non ci sono dovremmo ritagliarceli mi dice che ho ragione ecc. ma poi come sempre lascia le cose come stanno non mi viene mai a dire parliamo di questo argomento perché voglio migliorare la situazione. Non ne parla e si ripresentano sempre anche discussioni su questo e solite storie. Che si può fare? Qual è il punto di equilibrio, cioè fino a che punto è giusto cercare di essere comprensivi verso di lei capire i suoi bisogni (o non bisogni in questo caso) e quando invece bisogna mostrare un po' di decisione in più per far capire che come si sta comportando non va tanto bene?

Grazie ancora per la Vostra attenzione,
Cordiali saluti
[#4]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
<<Ma come posso decidere di non essere insicuro?>>

Non deve decidere di non essere insicuro ma, come Le ho già scritto

" è importante __accettare__ la possibilità che qualcosa potrebbe andare diversamente da come Lei si aspetta, e che non sempre le Sue necessità possono essere assecondate al meglio."

ovvero _accettare_ di essere insicuro.

E' il primo passo per acquistare sicurezza.