Rabbia e frustrazione
Buonasera,
vi chiedo un consiglio circa la mia situazione. Ho provato a cercare nei consulti precedenti, ma ogni situazione è diversa dalle altre.
Mi trovo a scrivervi all'ennesimo caso di frustrazione e ansia che provo. Sicuramente non sono questi i termini giusti, magari non è ansia ma è stress, rabbia, non so...
A volte capita che la gente mi inveisce contro. Capita di trovare l'autista cafone, il segretario scortese, il passante rissoso. Però io ci sto male. Inizio a tremare, mi viene un tremore allo stomaco e alle mani. In realtà mi sento impotente.
Reagisco invitando l'altro alla calma anche quando mi si insulta e se non riesco alla fine lascio perdere e vado via: perché restare lì a farmi insultare davanti a tutti?
Mi capita di sperare che in quel momento accada qualcosa (tipo che il pavimento gli sprofondi sotto i piedi o altre cose terribili che lo "puniscano" per il suo comportamento verso me) ma ovviamente non succede mai niente. E io non sono certo un lottatore di wrestling per poter intimidire qualcuno (anzi sembro piuttosto inoffensiva e più piccola della mia età).
Quando poi sono sola e racconto l'accaduto a chi mi vuole bene, scoppio a piangere.
Non so se è un problema di "ingiustizia", di frustrazione per non poter fare nulla, ma la sensazione di dover prendermi insulti e tutte le grida di chi mi inveisce contro mi fa stare malissimo.
Che si fa? Mi iscrivo a un corso di kick boxing (sperando di non prenderle) o continuo a prendermi gli insulti?
Il problema è che poi ci sto male.
E mi dà molto fastidio starci male, perché mi sento ancora più debole e impotente.
A dire il vero vorrei che la "compensazione", se mai esiste, avvenisse davanti ai miei occhi: non ti ho fatto niente e tu mi stai trattando malissimo solo perché sei un cafone? Un asteroide dovrebbe colpirti subito. Ma adesso, non tra due ore, quando io non posso più vederlo.
Non so se riesco a spiegare il mio problema. Non so neanche se è un vero problema. Magari è una reazione normale e non ci si può fare nulla.
Il corso di kick boxing però resta l'altra valida alternativa :)
vi chiedo un consiglio circa la mia situazione. Ho provato a cercare nei consulti precedenti, ma ogni situazione è diversa dalle altre.
Mi trovo a scrivervi all'ennesimo caso di frustrazione e ansia che provo. Sicuramente non sono questi i termini giusti, magari non è ansia ma è stress, rabbia, non so...
A volte capita che la gente mi inveisce contro. Capita di trovare l'autista cafone, il segretario scortese, il passante rissoso. Però io ci sto male. Inizio a tremare, mi viene un tremore allo stomaco e alle mani. In realtà mi sento impotente.
Reagisco invitando l'altro alla calma anche quando mi si insulta e se non riesco alla fine lascio perdere e vado via: perché restare lì a farmi insultare davanti a tutti?
Mi capita di sperare che in quel momento accada qualcosa (tipo che il pavimento gli sprofondi sotto i piedi o altre cose terribili che lo "puniscano" per il suo comportamento verso me) ma ovviamente non succede mai niente. E io non sono certo un lottatore di wrestling per poter intimidire qualcuno (anzi sembro piuttosto inoffensiva e più piccola della mia età).
Quando poi sono sola e racconto l'accaduto a chi mi vuole bene, scoppio a piangere.
Non so se è un problema di "ingiustizia", di frustrazione per non poter fare nulla, ma la sensazione di dover prendermi insulti e tutte le grida di chi mi inveisce contro mi fa stare malissimo.
Che si fa? Mi iscrivo a un corso di kick boxing (sperando di non prenderle) o continuo a prendermi gli insulti?
Il problema è che poi ci sto male.
E mi dà molto fastidio starci male, perché mi sento ancora più debole e impotente.
A dire il vero vorrei che la "compensazione", se mai esiste, avvenisse davanti ai miei occhi: non ti ho fatto niente e tu mi stai trattando malissimo solo perché sei un cafone? Un asteroide dovrebbe colpirti subito. Ma adesso, non tra due ore, quando io non posso più vederlo.
Non so se riesco a spiegare il mio problema. Non so neanche se è un vero problema. Magari è una reazione normale e non ci si può fare nulla.
Il corso di kick boxing però resta l'altra valida alternativa :)
[#1]
Gentile utente,
"frustrazione" può essere un termine appropriato. Nel momento in cui non riusciamo a soddisfare in nostri desideri, troviamo ostacoli ai nostri obiettivi, ci sentiamo "bersagliati", proviamo frustrazione. L'aggressività è uno dei meccanismi che più facilmente si possono innescare ma non è l'unico. L'aggressività è utile nella misura in cui è in grado di risolvere il problema che abbiamo di fronte.
Spesso, in realtà, aggrava la situazione.
Le allego un link sul concetto di frustrazione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1803-frustrazione-quali-cause-e-quali-strategie.html
Vorrei anche chiederle se si tratta di situazioni generali in cui prova la sensazione di cui parla oppure se ce n'è una in particolare.
Restiamo in ascolto
"frustrazione" può essere un termine appropriato. Nel momento in cui non riusciamo a soddisfare in nostri desideri, troviamo ostacoli ai nostri obiettivi, ci sentiamo "bersagliati", proviamo frustrazione. L'aggressività è uno dei meccanismi che più facilmente si possono innescare ma non è l'unico. L'aggressività è utile nella misura in cui è in grado di risolvere il problema che abbiamo di fronte.
Spesso, in realtà, aggrava la situazione.
Le allego un link sul concetto di frustrazione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1803-frustrazione-quali-cause-e-quali-strategie.html
Vorrei anche chiederle se si tratta di situazioni generali in cui prova la sensazione di cui parla oppure se ce n'è una in particolare.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Utente
La ringrazio dottore per la sua risposta così celere.
Ho letto il suo interessante articolo e cercando di riportarlo alla mia situazione mi sembra che il "bisogno" che viene ostacolato è la gentilezza. Ovvero provo frustrazione quando gli altri alzano la voce con me.
Probabilmente perché mio padre ha sempre risolto i problemi alzando la voce. Lo stesso faceva un mio professore al liceo e poi un mio ex capo al lavoro.
Magari ho sviluppato una certa suscettibilità verso questo modo di fare che quindi mi provoca malessere.
L'aggressività nel mio caso è di livello immaginativo. E non credo che riesca a risolvere o peggiorare il problema.
In definitiva questo senso di frustrazione accade solo quando qualcuno inveisce contro di me (per motivi infondati: se tu urti la mia macchina, dovrei essere io a inveire, non il contrario O.o), come per un senso "di giustizia" che non viene rispettato: se io non faccio del male a nessuno, perché gli altri mi devono trattare male?
So che è un pensiero assurdo ("la vita è così, è ingiusta" direbbe chiunque), ma a me da fastidio lo stesso.
Non so se c'entra, ma altri tipi di frustrazione che sperimento sono la mancanza di stabilità, di lavoro, di certezze. Ma credo che ormai queste siano diventate la normalità per molti giovani...
Vorrei avere un lavoro che mi soddisfi, me lo merito, ho studiato tanto per averlo, ma non posso averlo. Secondo l'articolo è una buona origine di frustrazione :)
Mi scusi se sorrido o inserisco degli smile, ma per fortuna oggi la crisi di pianto è finalmente passata :)
(magari mi ha aiutato scriverne e sapere che c'era qualcuno ad ascoltarmi e prendere sul serio quello che avevo da dire)
grazie!
Ho letto il suo interessante articolo e cercando di riportarlo alla mia situazione mi sembra che il "bisogno" che viene ostacolato è la gentilezza. Ovvero provo frustrazione quando gli altri alzano la voce con me.
Probabilmente perché mio padre ha sempre risolto i problemi alzando la voce. Lo stesso faceva un mio professore al liceo e poi un mio ex capo al lavoro.
Magari ho sviluppato una certa suscettibilità verso questo modo di fare che quindi mi provoca malessere.
L'aggressività nel mio caso è di livello immaginativo. E non credo che riesca a risolvere o peggiorare il problema.
In definitiva questo senso di frustrazione accade solo quando qualcuno inveisce contro di me (per motivi infondati: se tu urti la mia macchina, dovrei essere io a inveire, non il contrario O.o), come per un senso "di giustizia" che non viene rispettato: se io non faccio del male a nessuno, perché gli altri mi devono trattare male?
So che è un pensiero assurdo ("la vita è così, è ingiusta" direbbe chiunque), ma a me da fastidio lo stesso.
Non so se c'entra, ma altri tipi di frustrazione che sperimento sono la mancanza di stabilità, di lavoro, di certezze. Ma credo che ormai queste siano diventate la normalità per molti giovani...
Vorrei avere un lavoro che mi soddisfi, me lo merito, ho studiato tanto per averlo, ma non posso averlo. Secondo l'articolo è una buona origine di frustrazione :)
Mi scusi se sorrido o inserisco degli smile, ma per fortuna oggi la crisi di pianto è finalmente passata :)
(magari mi ha aiutato scriverne e sapere che c'era qualcuno ad ascoltarmi e prendere sul serio quello che avevo da dire)
grazie!
[#3]
Gentile ragazza,
Mi associo al collega nella risposta.
Che tipo di educazione ha ricevuto in famiglia?
Punizioni, proibizioni, ristrettezze?
Veniva lodata gratificata, amata..?
Solitamente le sensazioni che abitano la sua psiche partono da lontano....
Mi associo al collega nella risposta.
Che tipo di educazione ha ricevuto in famiglia?
Punizioni, proibizioni, ristrettezze?
Veniva lodata gratificata, amata..?
Solitamente le sensazioni che abitano la sua psiche partono da lontano....
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Salve, grazie per il suo intervento.
Credo di aver ricevuto un'educazione normale: amata da genitori e fratelli, quando era il caso di avere delle lodi avevo delle lodi, quando sbagliavo mi si diceva che avevo sbagliato. Nessuna punizione fisica ma mi veniva spiegato perché era sbagliato quel comportamento o perché non dovevo fare i capricci. Una famiglia normale senza particolari ristrettezze economiche.
Credo di aver ricevuto un'educazione normale: amata da genitori e fratelli, quando era il caso di avere delle lodi avevo delle lodi, quando sbagliavo mi si diceva che avevo sbagliato. Nessuna punizione fisica ma mi veniva spiegato perché era sbagliato quel comportamento o perché non dovevo fare i capricci. Una famiglia normale senza particolari ristrettezze economiche.
[#5]
Gentile utente,
lei ha già fatto dei collegamenti tra i suoi sintomi e un aspetto del suo passato;
probabilmente si tratta di approfondire e spiegare meglio questi rapporti e ciò può farlo agevolmente con l'aiuto di uno psicologo.
Il nostro cervello, tanto più fortemente quanto più è nei primi periodi di vita,
registra e memorizza le esperienze cariche emotivamente che si collegano agli istinti di sopravvivenza e questa "memoria" fa poi spesso sentire i suoi effetti nella vita adulta.
Le allego il link di un mio articolo sull'imprinting che spiega meglio il fenomeno e indica delle soluzioni.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3161-e-possibile-modificare-l-imprinting.html
Cordiali saluti
lei ha già fatto dei collegamenti tra i suoi sintomi e un aspetto del suo passato;
probabilmente si tratta di approfondire e spiegare meglio questi rapporti e ciò può farlo agevolmente con l'aiuto di uno psicologo.
Il nostro cervello, tanto più fortemente quanto più è nei primi periodi di vita,
registra e memorizza le esperienze cariche emotivamente che si collegano agli istinti di sopravvivenza e questa "memoria" fa poi spesso sentire i suoi effetti nella vita adulta.
Le allego il link di un mio articolo sull'imprinting che spiega meglio il fenomeno e indica delle soluzioni.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3161-e-possibile-modificare-l-imprinting.html
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.4k visite dal 28/10/2013.
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