Disturbi di conversione
Buongiorno, ho una parente di 58 anni che dal 2005 soffre di, così chiamati: Disturbi di conversione, che nella sua persona hanno cominciato a manifestarsi inizialmente come abbassamento di voce e successivamente si sono uniti alla chiusura involontaria degli occhi. In sostanza le si chiudono gli occhi addirittura, a volte, anche per 8ore consecutive al giorno. Ha fatto esami, tac, è andata al Best di Milano, ricoverata parecchie volte a Bologna ma nessuno mai è riuscito a trovare una "soluzione" che potesse aiutarla. Questa signora ha avuto un lutto importante, ma molti anni fa, può essere che a distanza di tempo si ripresenti il dolore sotto questa forma? Possibile che non ci sia rimedio? Lei dice che prima della chiusura degli occhi sente un forte dolore al centro della fronte ma purtroppo non riesce a prevenirlo e anche dalla commissione del lavoro è stata dichiarata invalida al 100%. Non sa davvero più che fare. Grazie, saluti.
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gentile utente oltre alle visite mediche è stata fatta una valutazione psicologica?
Se l'esito degli esami medici è negativo forse una diagnosi psicologica potrebbe chiarire il quadro clinico e predisporre per un intervento in tal senso
saluti
Se l'esito degli esami medici è negativo forse una diagnosi psicologica potrebbe chiarire il quadro clinico e predisporre per un intervento in tal senso
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr De Vincetiis.
A quanto pare gli esami medici hanno dato esiti negativi, quindi un percorso psicoterapeutico può essere efficace.
Le causa di un disturbo da "conversione" possono essere molteplici, è possibile che il problema possa essere legato al lutto di cui parla ma anche ad altro.
Se è stata fatta una diagnosi in tal senso comunque le cause del problema sono di origine psicologica, non organica.
Vuole dirci qualcosa di più?
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scrive il mio collega, dr De Vincetiis.
A quanto pare gli esami medici hanno dato esiti negativi, quindi un percorso psicoterapeutico può essere efficace.
Le causa di un disturbo da "conversione" possono essere molteplici, è possibile che il problema possa essere legato al lutto di cui parla ma anche ad altro.
Se è stata fatta una diagnosi in tal senso comunque le cause del problema sono di origine psicologica, non organica.
Vuole dirci qualcosa di più?
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#5]
Utente
Ora e seguita da due mesi da una psicologa, nonostante tutto non notano miglioramenti. Da Bologna le hanno detto che sarebbe stato un lavoro da psicoanalista ma che non avendo voce non le sarebbe servito poiché lui non l'avrebbe sentita. Ho pochi indizi poiché è una parente che non seguo io nell'immediato, ma vorremmo sapere se è possibile avere una linea guida da poter seguire e se avete consigli su qualche struttura specializzata in merito. Mi chiedono anche se è possibile avere un contatto diretto con voi (anche se siamo abbastanza distanti). Grazie mille, scusate la mia difficoltà nella spiegazione.
[#6]
la difficoltà nell'ottenere una risoluzione di un sintomo va inquadrata nel contesto in cui si esprime e nell'analisi delle soluzioni inadeguate fin ora adottate, che possono aver contribuito, in ambito famigliare, a mantenere in vita il sintomo, almeno dal punto di vista della terapia sistemico-famigliare e strategica.
Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista di tal orientamento.
saluti
Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista di tal orientamento.
saluti
[#8]
Gentile signora,
mi associo ai colleghi nella risposta
Sarebbe utile che scrivesse la sua parente, cioè la protagonista assoluta del suo disagio, sia per poterla ascoltare, indirizzare, che per valutare il suo reale interesse verso la guarigione.....
Due mesi sono pochissimi, ci vuole tempo, inviti la signora a scriver a noi, sempre se ne avesse voglia
mi associo ai colleghi nella risposta
Sarebbe utile che scrivesse la sua parente, cioè la protagonista assoluta del suo disagio, sia per poterla ascoltare, indirizzare, che per valutare il suo reale interesse verso la guarigione.....
Due mesi sono pochissimi, ci vuole tempo, inviti la signora a scriver a noi, sempre se ne avesse voglia
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2k visite dal 28/10/2013.
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