Ipocondria e difficoltà sociali
Buongiorno a voi Dottori,
vi scrivo spinto dall'esasperazione di me stesso, del mio modo di pensare e di agire.
Già in passato avevo scritto un post su questo sito in cui vi chiedevo consigli sui miei problemi di asocialità, chiusura, testardaggine, mal-du-vivre, incapacità di avere relazione e di avere rapporti sessuali...depressione se vogliamo, ma torno a scrivervi perché sento che la situazione sta peggiorando sensibilmente.
Sono cosciente di come sono, so di essere estremamente introverso, chiuso, ho difficoltà nel conoscere persone e quelle che già conosco tendo ad escluderle dalla mia vita, ad isolarle da me; sono costantemente in fase riflessiva, penso di continuo, tutto il giorno tutti i giorni, facendomi venire mal di testa.
Inoltre la mia disoccupazione ha accelerato il tutto, facendomi sentire ancora più emarginato, isolato, inutile.
Come se non bastasse, ed è ciò che mi preoccupa di più è l'ipocondria.
Se guardo la tv o leggo un articolo in rete o su un giornale che tratta di una malattia o di un problema fisico io automaticamente inconsciamente sento di avere quel problema, inizio ad avvertire quel problema, quel malessere.
Per me ciò è ancora più frustrante, perché vado nel panico, perché so che se lo dico a qualcuno mi prendono per scemo ed è anche per questo che non ho seguito vostro consiglio nel post precedente, non sono riuscito ad andare da un dottore, non sono riuscito ad andare da un psicologo perché temo il giudizio, temo di dover parlare e raccontarmi per paura di rivivere traumi passati.
Che posso fare, come posso tentare di invertire questa rotta?
Che consigli mi date?
Ringrazio anticipatamente
vi scrivo spinto dall'esasperazione di me stesso, del mio modo di pensare e di agire.
Già in passato avevo scritto un post su questo sito in cui vi chiedevo consigli sui miei problemi di asocialità, chiusura, testardaggine, mal-du-vivre, incapacità di avere relazione e di avere rapporti sessuali...depressione se vogliamo, ma torno a scrivervi perché sento che la situazione sta peggiorando sensibilmente.
Sono cosciente di come sono, so di essere estremamente introverso, chiuso, ho difficoltà nel conoscere persone e quelle che già conosco tendo ad escluderle dalla mia vita, ad isolarle da me; sono costantemente in fase riflessiva, penso di continuo, tutto il giorno tutti i giorni, facendomi venire mal di testa.
Inoltre la mia disoccupazione ha accelerato il tutto, facendomi sentire ancora più emarginato, isolato, inutile.
Come se non bastasse, ed è ciò che mi preoccupa di più è l'ipocondria.
Se guardo la tv o leggo un articolo in rete o su un giornale che tratta di una malattia o di un problema fisico io automaticamente inconsciamente sento di avere quel problema, inizio ad avvertire quel problema, quel malessere.
Per me ciò è ancora più frustrante, perché vado nel panico, perché so che se lo dico a qualcuno mi prendono per scemo ed è anche per questo che non ho seguito vostro consiglio nel post precedente, non sono riuscito ad andare da un dottore, non sono riuscito ad andare da un psicologo perché temo il giudizio, temo di dover parlare e raccontarmi per paura di rivivere traumi passati.
Che posso fare, come posso tentare di invertire questa rotta?
Che consigli mi date?
Ringrazio anticipatamente
[#1]
" non sono riuscito ad andare da un psicologo perché temo il giudizio, temo di dover parlare e raccontarmi per paura di rivivere traumi passati."
Gentile Utente,
Uno psicologo lavora in assenza di giudizio, ma l' aiuterà, dopo una scrupolosa diagnosi clinica del suo disagio a risolverlo.
Ho letto lo storico dei suoi consulti e le tante difficoltà inerenti la sfera sessuale, ha risolto?
In quel caso si è risolto ai professionisti?
L' ipocondria e le difficoltà di adesso, potrebbero non essere disgiunte dal resto
Gentile Utente,
Uno psicologo lavora in assenza di giudizio, ma l' aiuterà, dopo una scrupolosa diagnosi clinica del suo disagio a risolverlo.
Ho letto lo storico dei suoi consulti e le tante difficoltà inerenti la sfera sessuale, ha risolto?
In quel caso si è risolto ai professionisti?
L' ipocondria e le difficoltà di adesso, potrebbero non essere disgiunte dal resto
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dottoressa,
no, purtroppo non ho risolto quei problemi inerenti la sfera sessuale.
Posso dire che in 23 anni non ho mai avuto un rapporto sessuale completo per paura di malattie, per paura di non essere all'altezza, per insicurezze varie, nonostante l'appetito sessuale ci sia, seppur in maniera altalenante.
no, purtroppo non ho risolto quei problemi inerenti la sfera sessuale.
Posso dire che in 23 anni non ho mai avuto un rapporto sessuale completo per paura di malattie, per paura di non essere all'altezza, per insicurezze varie, nonostante l'appetito sessuale ci sia, seppur in maniera altalenante.
[#3]
Gentile Utente,
>>sono costantemente in fase riflessiva, penso di continuo, tutto il giorno tutti i giorni, facendomi venire mal di testa.<<
questi pensieri non sono funzionali, perché sono ricorsivi e non "mentalizzanti", ossia non utili per far fronte al suo stato di disagio.
>>non sono riuscito ad andare da un psicologo perché temo il giudizio, temo di dover parlare e raccontarmi per paura di rivivere traumi passati.<<
in realtà lei si sta già rivolgendo a psicologi. Ha per caso la sensazione di essere stato giudicato?
Se non ha intenzione di farlo, nessun Collega sarà così sadico da "farle rivivere traumi passati".
Il modo più semplice di affrontare le sue problematiche è quello di affidarsi ad un Collega. On-line difficilmente troverà una risposta alle sue domande, ne tanto meno una "cura" per i suoi disturbi.
>>sono costantemente in fase riflessiva, penso di continuo, tutto il giorno tutti i giorni, facendomi venire mal di testa.<<
questi pensieri non sono funzionali, perché sono ricorsivi e non "mentalizzanti", ossia non utili per far fronte al suo stato di disagio.
>>non sono riuscito ad andare da un psicologo perché temo il giudizio, temo di dover parlare e raccontarmi per paura di rivivere traumi passati.<<
in realtà lei si sta già rivolgendo a psicologi. Ha per caso la sensazione di essere stato giudicato?
Se non ha intenzione di farlo, nessun Collega sarà così sadico da "farle rivivere traumi passati".
Il modo più semplice di affrontare le sue problematiche è quello di affidarsi ad un Collega. On-line difficilmente troverà una risposta alle sue domande, ne tanto meno una "cura" per i suoi disturbi.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Gentile ragazzo,
il problema di base sembra essere l'ansia che sta condizionando completamente la tua vita.
E' l'ansia che probabilmente ti impedisce di sentirti all'altezza, di fare le tue esperienze e anche di focalizzare su qualcosa di negativo e che riguarda te le brutte notizie che senti... l'ipocondriaco infatti, se ha un piccolo dolorino, non riesce a passarci sopra come chi fa chi non è ansioso, ma si spende in ricerche (sia dal medico di persona, sia in internet) alla ricerca della diagnosi più grave...
E poichè la paura del giudizio sembra essere una concausa o una conseguenza (ma poco importa, perchè è importante eliminarla) di questo stato, non credi che cominciare a rivolgerti allo psicologo psicoterapeuta di persona sarebbe l'inizio per cominciare a trattare tutto ciò? L'alternativa è riscriverci tra qualche mese, dicendoci che il problema è ulteriormente peggiorato...
Considera infine che lo psicologo psicoterapeuta è tenuto a fare il proprio lavoro e a capire come aiutarti, non a giudicarti.
Il colloquio psicologico NON è uno scambio di opinioni, in cui lo psicologo giudica ciò che dice il pz.
Lo psicologo potrebbe, nella propria sfera privata, non essere d'accordo con il pz. ma è irrilevante perchè ciò che è tenuto a fare è la sospensione del giudizio e l'utilizzo degli strumenti che conosce e per i quali è formato e metterli a disposizione del pz.
Cordiali sluti,
il problema di base sembra essere l'ansia che sta condizionando completamente la tua vita.
E' l'ansia che probabilmente ti impedisce di sentirti all'altezza, di fare le tue esperienze e anche di focalizzare su qualcosa di negativo e che riguarda te le brutte notizie che senti... l'ipocondriaco infatti, se ha un piccolo dolorino, non riesce a passarci sopra come chi fa chi non è ansioso, ma si spende in ricerche (sia dal medico di persona, sia in internet) alla ricerca della diagnosi più grave...
E poichè la paura del giudizio sembra essere una concausa o una conseguenza (ma poco importa, perchè è importante eliminarla) di questo stato, non credi che cominciare a rivolgerti allo psicologo psicoterapeuta di persona sarebbe l'inizio per cominciare a trattare tutto ciò? L'alternativa è riscriverci tra qualche mese, dicendoci che il problema è ulteriormente peggiorato...
Considera infine che lo psicologo psicoterapeuta è tenuto a fare il proprio lavoro e a capire come aiutarti, non a giudicarti.
Il colloquio psicologico NON è uno scambio di opinioni, in cui lo psicologo giudica ciò che dice il pz.
Lo psicologo potrebbe, nella propria sfera privata, non essere d'accordo con il pz. ma è irrilevante perchè ciò che è tenuto a fare è la sospensione del giudizio e l'utilizzo degli strumenti che conosce e per i quali è formato e metterli a disposizione del pz.
Cordiali sluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Ex utente
@Dott. Del Signore:
No, i miei pensieri sono più delle fissazioni, sono dei tarli che mi consumano la mente su ogni questione del problema. Sicuramente non sono funzionali a far fronte a nulla.
So/presumo che nessun psicologo mi faccia rivivere i traumi passati, ma già parlarne o pensare di parlarne è avvilente per me.
@Dott. Pileci:
Si, l'ansia è la chiave di tutto ciò. Io vivo nell'ansia.
Per farle un esempio dello stato in cui sono, io a volte mentre faccio le cose più comuni, mi accorgo di trattenere il respiro, mi accorgo di "stringere i nervi"... non saprei come spiegare, ma è come se stessi in costante fase d'ansia.
Per me l'andare dal dottore potrebbe essere anche una cosa ok, una cosa fattibile... ma non nascondo che per me varcare la soglia di uno studio medico, di un ospedale è difficile, il dover stare a contatto con qualcuno di cui non conosco nulla, di cui non so se mi posso fidare... ma poi, e lo dico senza volere giudicare una disciplina come la psicologia, ma non vedo possibili soluzioni a un problema del genere.
Dopo essere andato dal psicologo tot volte, cosa succede? cosa cambia?
Ringrazio voi tutti per le vostre risposte
No, i miei pensieri sono più delle fissazioni, sono dei tarli che mi consumano la mente su ogni questione del problema. Sicuramente non sono funzionali a far fronte a nulla.
So/presumo che nessun psicologo mi faccia rivivere i traumi passati, ma già parlarne o pensare di parlarne è avvilente per me.
@Dott. Pileci:
Si, l'ansia è la chiave di tutto ciò. Io vivo nell'ansia.
Per farle un esempio dello stato in cui sono, io a volte mentre faccio le cose più comuni, mi accorgo di trattenere il respiro, mi accorgo di "stringere i nervi"... non saprei come spiegare, ma è come se stessi in costante fase d'ansia.
Per me l'andare dal dottore potrebbe essere anche una cosa ok, una cosa fattibile... ma non nascondo che per me varcare la soglia di uno studio medico, di un ospedale è difficile, il dover stare a contatto con qualcuno di cui non conosco nulla, di cui non so se mi posso fidare... ma poi, e lo dico senza volere giudicare una disciplina come la psicologia, ma non vedo possibili soluzioni a un problema del genere.
Dopo essere andato dal psicologo tot volte, cosa succede? cosa cambia?
Ringrazio voi tutti per le vostre risposte
[#6]
Credo che lei non sia molto informato sul nostro lavoro.
Non si possono fare previsioni di tempo e di possibili volte, né di quello che può succedere
La diagnosi è il primo passo, poi si stabilirà la prognosi ed il protocollo terapeutico.
le ricordo che lei sta scrivendo a Psicologi, anche se online
Non si possono fare previsioni di tempo e di possibili volte, né di quello che può succedere
La diagnosi è il primo passo, poi si stabilirà la prognosi ed il protocollo terapeutico.
le ricordo che lei sta scrivendo a Psicologi, anche se online
[#8]
"Dopo essere andato dal psicologo tot volte, cosa succede? cosa cambia?"
Posso risponderti dal punto di vista del modello cognitivo-comportamentale, la cui finalità è la modificazione del comportamento e delle convinzioni che generano e mantengono quei comportamenti problematici che portano i pz. da noi.
In genere bisogna operativamente mettere a fuoco quali sono le difficoltà del pz: nel Suo caso declinerei tutte le difficoltà di cui ci parla nel primo post. Poi è possibile superarle. In che modo? In terapia cognitivo-comportamentale vengono date prescrizioni molto specifiche al pz. per poter superare il problema. Mettere in pratica le prescrizioni del terapeuta sistematicamente genera un cambiamento in termini di idee riguardo se stessi, gli altri, il rapporto con gli altri, l'autoefficacia, la padronanza del problema, ecc...
Se ci sono difficoltà, se ne parla in seduta.
La terapia per i problemi generati dall'ansia in genere è anche piuttosto breve e nelle persone giovani di solito dà ottimi risultati. Bisogna però impedire il cronicizzarsi del problema, perchè il tempo non favorisce la risoluzione di un problema, ma lo rafforza.
Quanto alla fiducia nel professionista, comprendo che si debba partire col piede giusto e che la fiducia debba essere costruita...
Nella tua città, tuttavia, hai molte possibilità di scelta anche in ambito SSN: potresti sentire più pareri e poi fare una scelta.
La cosa più importante è comunque che tu prenda la decisione di curare il tuo disagio, senza lasciarti imbrogliare da tanti alibi... :-)
Spero di esserti stata utile.
Saluti,
Posso risponderti dal punto di vista del modello cognitivo-comportamentale, la cui finalità è la modificazione del comportamento e delle convinzioni che generano e mantengono quei comportamenti problematici che portano i pz. da noi.
In genere bisogna operativamente mettere a fuoco quali sono le difficoltà del pz: nel Suo caso declinerei tutte le difficoltà di cui ci parla nel primo post. Poi è possibile superarle. In che modo? In terapia cognitivo-comportamentale vengono date prescrizioni molto specifiche al pz. per poter superare il problema. Mettere in pratica le prescrizioni del terapeuta sistematicamente genera un cambiamento in termini di idee riguardo se stessi, gli altri, il rapporto con gli altri, l'autoefficacia, la padronanza del problema, ecc...
Se ci sono difficoltà, se ne parla in seduta.
La terapia per i problemi generati dall'ansia in genere è anche piuttosto breve e nelle persone giovani di solito dà ottimi risultati. Bisogna però impedire il cronicizzarsi del problema, perchè il tempo non favorisce la risoluzione di un problema, ma lo rafforza.
Quanto alla fiducia nel professionista, comprendo che si debba partire col piede giusto e che la fiducia debba essere costruita...
Nella tua città, tuttavia, hai molte possibilità di scelta anche in ambito SSN: potresti sentire più pareri e poi fare una scelta.
La cosa più importante è comunque che tu prenda la decisione di curare il tuo disagio, senza lasciarti imbrogliare da tanti alibi... :-)
Spero di esserti stata utile.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.7k visite dal 27/10/2013.
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