Depressione post-fine relazione
Salve. A maggio '12 ho iniziato una relazione con un ragazzo, 25 anni io, 24 lui. Lui usciva da una storia di 6 anni, diceva di essere attratto già da qualche mese. Io non credevo sarebbe mai durata, lei era troppo bella e simile a lui. Non capivo cosa ci facesse con me, che non ho mai conquistato nessuno, non attiro mai, oltre ad essere in un momento molto triste avendo appena scoperto di essere affetta da endometriosi. Mi diceva che ero bella come una modella, che ero migliore dell'altra in tutto. La storia ingrana, riesco ad iniziare ad aprirmi con questo ragazzo, fino ad avere il mio primissimo rapporto sessuale con lui dopo 6 mesi. Avrei fatto fatica a sperimentare cose nuove per tutto il periodo della relazione. Mi ha spesso rinfacciato la mia passività, ma essere più spinta mi faceva sentire come mia madre, causandomi del disagio. Nonostante le cose pian piano migliorassero (nel sesso, eravamo man mano piu legati, mi regalò un anello, iniziammo a parlare di convivenza cercando immobili e pensando a come arredarli), sopraggiunsero altri problemi: molti litigi, perdemmo entrambi il lavoro, non uscivamo più, la ex continuava ad immischiarsi, io diventai sempre più possessiva. Finalmente avevo un Amore, un figura che mi avrebbe sostenuto, protetto e portato via da questa casa. Mi chiese di lasciarlo respirare, ma io non capii, finchè mi disse che almeno con l'altra non si sentiva un soldatino e che aveva bisogno di uno stacco. Ci riprovammo subito, ma io rimasi pressoché la stessa. Ci lasciamo ufficialmente a fine maggio, dopo 13 mesi totali insieme. Dopo un mese di contatti striminziti e astiosi riprendiamo a vederci ma cerca del sesso, mi dice che sono sempre stata passiva e cambiando posso dimostrargli che sto migliorando, e aiutare le cose a sistemarsi. Continuiamo a vederci "segretamente" fino ad ottobre. Da una parte ero sicura di vedere un miglioramento: lui tornava pian piano più dolce e meno fisico, parlava di nuovo impegno, di eventuali cose da fare se fossimo tornati insieme, sembra certo sarebbe successo, ma voleva fosse tutto spontaneo (ha il TERRORE che riprendendo il rapporto tornerei gelosa e litigiosa come prima), intanto si riteneva libero di conoscere altre, al punto che è arrivata una ragazza di 20 anni. Due settimane fa mi diceva che mi pensava e solo io gli facevo certi effetti, ora sta con lei. Io mi sento una larva da maggio, dormo con fatica, sono più in forma ma depressa, ho gia consultato una psicoterapeuta ma non ho ottenuto nulla, stavo meglio solo nei periodi in cui frequentavo lui e lottavo per riprendere la storia. Ancora mi dico che lui è confuso e non voglia vedermi per paura di pentirsi della nuova storia, penso a come riconquistarlo anche mentre dormo, perché lo sogno tutte le notti. Non riesco a superare la separazione, nonostante mi renda conto che finchè sono cosi "bisognosa" difficilmente gestirò positivamente un riavvicinamento, e spero fino alla fine, un nuovo rapporto.
Grazie per l'attenzione e aiuto
Grazie per l'attenzione e aiuto
[#1]
Cara ragazza,
Forse la prima cosa da fare per iniziare a guarire e' accettare che il ragazzo non tornera' sui suoi passi.
Sara' una fase dolorosa di lutto! Ma i lutti finiscono e ci si riappropria della propria vitalita' e desiderio di vivere.
Se realmente pensa e sa di essere un po' passiva forse dovrebbe lavorare su questa sua caratteristica perche' portrebbe essere espressione di un disagio che si riverbera nella sua diponibilita' ad attirare l'altro sesso.
Questa occasione potrebbe essere traformata in una chance per modificare qualche atteggiamento che magazi non si rendeva conto di esprimere
Che ne pensa?
Forse la prima cosa da fare per iniziare a guarire e' accettare che il ragazzo non tornera' sui suoi passi.
Sara' una fase dolorosa di lutto! Ma i lutti finiscono e ci si riappropria della propria vitalita' e desiderio di vivere.
Se realmente pensa e sa di essere un po' passiva forse dovrebbe lavorare su questa sua caratteristica perche' portrebbe essere espressione di un disagio che si riverbera nella sua diponibilita' ad attirare l'altro sesso.
Questa occasione potrebbe essere traformata in una chance per modificare qualche atteggiamento che magazi non si rendeva conto di esprimere
Che ne pensa?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
Gentile dott.a Esposito,
intanto grazie per la sua risposta. Purtroppo la scarsa quantità di caratteri deve avermi limitata nell'esporre in modo esteso il problema, unitamente alla confusione che ho in testa. Non so da dove cominciare.
Non riesco ad accettare la rottura perchè so che questo ragazzo mi ha visto:
gelosa, bisognosa di attenzioni e messaggini costanti, autostima fragilissima o nulla, inesperta e frenata nella sfera sessuale, aggressiva nell'esporre le mie idee, cupa. Insomma, una 25enne con l'esperienza e la fiducia in se stessa di una 15enne. Sono ossessionata dall'aver permesso a quelle paure di avermelo fatto perdere, giorno e notte penso a come agire in modo da guadagnarmi una seconda possibilità per dimostrare a me e a lui che posso gestire meglio un rapporto. Io mi sento in gabbia nel mio corpo, e mi fa stare peggio aver tentato di seguire un percorso di psicoterapia per non ottenere nessun progresso. Come debello questa insicurezza?
Inoltre vorrei chiedere un parere anche per quanto riguarda lui: prima ho elencato gli aspetti negativi nel mio carattere. Ovviamente non c'era solo quello, l'ho amato con tutto il cuore, io ricordo tanti bei momenti a differenza di lui, che ora devo seppellire in fondo al cuore per non impazzire.
Quello che vorrei chiedere però è: lui ha iniziato la nostra storia con molto impeto, e impegno. Nonostante avesse appena chiuso una storia di 6 anni, è stato lui a cercare i vari sviluppi della nostra storia, l'incontro, metterci insieme, dirmi ti amo e dimostrazioni importanti, parlare di futuro insieme, l'anello, parlava di fidanzamento ufficiale...
Poco prima di lasciarmi a maggio diceva "pensa se avessimo davvero preso una casa insieme, come avremmo pagato le spese?" (perche entrambi con serie difficoltà lavorative, ma mi stupì che ancora fosse nei suoi pensieri), oppure diceva di non dannarmi a cercare certe cose, perchè i regali me li avrebbe fatti lui. E poi gli ultimi mesi in cui non voleva prendere posizione riprendendo ufficialmente con me dicendo che "non aveva la testa per una relazione", ma continuando a cercarmi, per poi ammettere di aver paura che io tornassi come prima, facendolo sentire "in gabbia".
Voglio dire, esiste l'uomo confuso? Perchè chiunque dice che un uomo non è mai confuso, o ti vuole e passa sopra a tutto, o non ti vuole.
E' possibile che abbia davvero così paura, che questa sia così forte, da non sentirsela di darmi una seconda possibilità?
Grazie davvero per l'aiuto che saprete darmi.
intanto grazie per la sua risposta. Purtroppo la scarsa quantità di caratteri deve avermi limitata nell'esporre in modo esteso il problema, unitamente alla confusione che ho in testa. Non so da dove cominciare.
Non riesco ad accettare la rottura perchè so che questo ragazzo mi ha visto:
gelosa, bisognosa di attenzioni e messaggini costanti, autostima fragilissima o nulla, inesperta e frenata nella sfera sessuale, aggressiva nell'esporre le mie idee, cupa. Insomma, una 25enne con l'esperienza e la fiducia in se stessa di una 15enne. Sono ossessionata dall'aver permesso a quelle paure di avermelo fatto perdere, giorno e notte penso a come agire in modo da guadagnarmi una seconda possibilità per dimostrare a me e a lui che posso gestire meglio un rapporto. Io mi sento in gabbia nel mio corpo, e mi fa stare peggio aver tentato di seguire un percorso di psicoterapia per non ottenere nessun progresso. Come debello questa insicurezza?
Inoltre vorrei chiedere un parere anche per quanto riguarda lui: prima ho elencato gli aspetti negativi nel mio carattere. Ovviamente non c'era solo quello, l'ho amato con tutto il cuore, io ricordo tanti bei momenti a differenza di lui, che ora devo seppellire in fondo al cuore per non impazzire.
Quello che vorrei chiedere però è: lui ha iniziato la nostra storia con molto impeto, e impegno. Nonostante avesse appena chiuso una storia di 6 anni, è stato lui a cercare i vari sviluppi della nostra storia, l'incontro, metterci insieme, dirmi ti amo e dimostrazioni importanti, parlare di futuro insieme, l'anello, parlava di fidanzamento ufficiale...
Poco prima di lasciarmi a maggio diceva "pensa se avessimo davvero preso una casa insieme, come avremmo pagato le spese?" (perche entrambi con serie difficoltà lavorative, ma mi stupì che ancora fosse nei suoi pensieri), oppure diceva di non dannarmi a cercare certe cose, perchè i regali me li avrebbe fatti lui. E poi gli ultimi mesi in cui non voleva prendere posizione riprendendo ufficialmente con me dicendo che "non aveva la testa per una relazione", ma continuando a cercarmi, per poi ammettere di aver paura che io tornassi come prima, facendolo sentire "in gabbia".
Voglio dire, esiste l'uomo confuso? Perchè chiunque dice che un uomo non è mai confuso, o ti vuole e passa sopra a tutto, o non ti vuole.
E' possibile che abbia davvero così paura, che questa sia così forte, da non sentirsela di darmi una seconda possibilità?
Grazie davvero per l'aiuto che saprete darmi.
[#3]
Cara ragazza,
L'analisi impietos ache fa di se' stessa fa intuire quanta colpa lei attribuisca a se stessa per quello che e' accaduto. Ma devo disilluderla. Le storie d'amore subiscono un deterioramento per inerzia.
Come le dicevo nella fase dell'innamoramento iniziale l'altra persona ci appare come noi la vogliamo e tutto e' perfetto. Col tempo appare la sua realta' (per fortuna), si torna nel reale e questo fa si che si spezzi l'incantesimo del sogno che gli avevamo cucito addosso.
E' quello il momento in cui si comincia a litigare perche' ce la prendiamo con l'altro senza capire che sono stati i nostri desideri a ottenebrare la nostra obiettivita'.
Tornando a noi. Il suo ragazzo l'avra' vista come lei e' e come lei non potrebbe non essere. Forse nel suo innamoramento iniziale era quello che lui desiderava, poi si e' reso conto che non era proprio cosi'.
Lei non puo' essere diversa da come e', e le assicuro che il linguaggio dell'amore si svolge fra le parti piu' autentiche di noi, non fra le facciate.
Piuttosto perche' non torna a lavorare su quegli aspetti di se' che le creano disagio? Amare se stessi, piacersi, accttare qualche difetto ma stare bene in propria compagnia e' l'essenza della vita, cio' che ci da' la disponibilita' di metterci in relazione con gli altri.
Ci pensi un po' su!
L'analisi impietos ache fa di se' stessa fa intuire quanta colpa lei attribuisca a se stessa per quello che e' accaduto. Ma devo disilluderla. Le storie d'amore subiscono un deterioramento per inerzia.
Come le dicevo nella fase dell'innamoramento iniziale l'altra persona ci appare come noi la vogliamo e tutto e' perfetto. Col tempo appare la sua realta' (per fortuna), si torna nel reale e questo fa si che si spezzi l'incantesimo del sogno che gli avevamo cucito addosso.
E' quello il momento in cui si comincia a litigare perche' ce la prendiamo con l'altro senza capire che sono stati i nostri desideri a ottenebrare la nostra obiettivita'.
Tornando a noi. Il suo ragazzo l'avra' vista come lei e' e come lei non potrebbe non essere. Forse nel suo innamoramento iniziale era quello che lui desiderava, poi si e' reso conto che non era proprio cosi'.
Lei non puo' essere diversa da come e', e le assicuro che il linguaggio dell'amore si svolge fra le parti piu' autentiche di noi, non fra le facciate.
Piuttosto perche' non torna a lavorare su quegli aspetti di se' che le creano disagio? Amare se stessi, piacersi, accttare qualche difetto ma stare bene in propria compagnia e' l'essenza della vita, cio' che ci da' la disponibilita' di metterci in relazione con gli altri.
Ci pensi un po' su!
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
concordo con la Collega sull'importanza di riconsiderare la possibilità di lavorare su se stessa. Possiamo fare diverse ipotesi per interpretare il comportamento del suo ex fidanzato, ma questo non porterebbe a esiti particolarmente benefici e rassicuranti se lei continua ad aver la sensazione di non essere stata all'altezza. Il fatto che una prima esperienza non sia andata a buon fine non significa che anche le future saranno fallimentari. Se lei si darà la possibilità di sperimentarsi in una nuova relazione sentimentale, perchè non dovrebbe darsi la possibilità di sperimentarsi in una nuova relazione terapeutica?
Mi sento inoltre di rassicurarla sul fatto che è poco frequente che la prima relazione seria, coronata anche dall'atto sessuale, sia quella defintiva e per tutta la vita. Cerchi piuttosto di farne tesoro per conoscersi meglio e migliorarsi nelle relazioni future.
Nei suoi scritti si leggono inoltre spunti da approfondire ("Finalmente avevo un Amore, un figura che mi avrebbe sostenuto, protetto e portato via da questa casa") che meritano di essere affrontati con delicatezza e nei tempi adeguati.
Cordiali saluti
[#5]
Cara ragazza,
la sua giovane età è la sua debolezza e la sua forza insieme! Questa è stata la prima storia in cui si è sperimentata, e alcune cose non sono andate bene, forse molte non sono andate bene, ma sono certa che la responsabilità di questo, se andassimo a vedere fino in fondo, non la si trova da una parte sola, siete entrambi giovani, inesperti, e fragili.
Ma è proprio la fragilità il punto da cui partire.
Come mai è così convinta di avere per forza bisogno dell'altro per essere sostenuta e protetta?
Perchè delegare all'altro il suo processo di autonomia?
Cosa le impedisce di pensare che lei stessa non abbia la forza e le possibilità di rendersi felice?
Non si chieda dei "perchè" che riguardano lui, ma si interroghi sui "come" che riguardano lei stessa.
L'aiuto di una persona che la incoraggi a focalizzare ciò che è più funzionale al rafforzamento della sua personalità, potrebbe essere una via per abbreviare i suoi tempi di individuazione, e renderla più forte e sicura di sè nella sua prossima storia d'amore. La psicoterapia è un percorso che ci mette in discussione nel profondo, e il processo di cambiamento non può avvenire dall'oggi al domani. Se con il terapeuta con cui ha provato si è sentita accolta e compresa, gli dia il tempo di attivare processi di miglioramento al suo benessere, si metta alla prova veramente in un percorso ATTIVO, in cui è lei la protagonista che decide che carattere deve avere il suo personaggio.
Se non avesse sentito vicino o adatto a lei il terapeuta con cui aveva iniziato, allora cambi...il nostro è un lavoro che si basa sulla relazione, e può funzionare solo tra due persone che stabiliscono un legame di fiducia e stima.
Buona fortuna!
la sua giovane età è la sua debolezza e la sua forza insieme! Questa è stata la prima storia in cui si è sperimentata, e alcune cose non sono andate bene, forse molte non sono andate bene, ma sono certa che la responsabilità di questo, se andassimo a vedere fino in fondo, non la si trova da una parte sola, siete entrambi giovani, inesperti, e fragili.
Ma è proprio la fragilità il punto da cui partire.
Come mai è così convinta di avere per forza bisogno dell'altro per essere sostenuta e protetta?
Perchè delegare all'altro il suo processo di autonomia?
Cosa le impedisce di pensare che lei stessa non abbia la forza e le possibilità di rendersi felice?
Non si chieda dei "perchè" che riguardano lui, ma si interroghi sui "come" che riguardano lei stessa.
L'aiuto di una persona che la incoraggi a focalizzare ciò che è più funzionale al rafforzamento della sua personalità, potrebbe essere una via per abbreviare i suoi tempi di individuazione, e renderla più forte e sicura di sè nella sua prossima storia d'amore. La psicoterapia è un percorso che ci mette in discussione nel profondo, e il processo di cambiamento non può avvenire dall'oggi al domani. Se con il terapeuta con cui ha provato si è sentita accolta e compresa, gli dia il tempo di attivare processi di miglioramento al suo benessere, si metta alla prova veramente in un percorso ATTIVO, in cui è lei la protagonista che decide che carattere deve avere il suo personaggio.
Se non avesse sentito vicino o adatto a lei il terapeuta con cui aveva iniziato, allora cambi...il nostro è un lavoro che si basa sulla relazione, e può funzionare solo tra due persone che stabiliscono un legame di fiducia e stima.
Buona fortuna!
Dott.ssa Giuliana Melandri
Psicologa-Psicoterapeuta,Esperta in Sessuologia
[#6]
Utente
Innanzitutto grazie a tutti per le vostre risposte, lo apprezzo molto.
Pongo particolare attenzione sull'atteggiamento del mio ex ragazzo, in un certo senso, anche per potermi togliere qualche colpa. So bene che lui non è stato perfetto, certo, so che non è stata tutta colpa mia. Ma credo che soffocare una persona o aggredirla verbalmente conti tanto, veramente tanto. Per cui intendo dire: è possibile che lui, uomo, fosse confuso? Che avesse realmente paura di ritrovare una persona insicura e possessiva? Un uomo si lascia frenare da questa sorta di paura, preferendo un'esperienza totalmente nuova?
Chiedo se un uomo può essere confuso perchè si è riallontanato proprio nei momenti in cui tutti pensavamo sarebbe ripresa la storia, ci siamo rimasti male in molti, e le alternative sono che: o ha avuto paura davvero, o è un'altra delle esperienze di cui ha bisogno per capire come mi aveva detto molto recentemente, o per mesi dopo la fine "ufficiale" della storia è stato così CATTIVO da prendersi gioco di me ben sapendo che provavo ancora dei sentimenti. E io così crudele non riesco proprio a figurarmelo...
Negli ultimi giorni ho letto molti dei consulti qua sopra, mi sono riconosciuta molto nel problema della dipendenza affettiva e bassissima autostima e sono intenzionata a riprendere in fretta una terapia. Diventare più forte è l'unico modo per tentare di distaccarmi e tornare a vivere, o tentare di ripresentarmi a lui con la certezza che non sono fragile e ossessiva come prima. So che mi consigliate tutti di accettare la fine, ma non riesco....
Non so se continuare con la prima psicologa, in quanto non ho subito grossi miglioramenti, nonostante la stima e la professionalità. Mi sedevo, mi chiedeva di cosa volevo parlare, venivo interrotta solo per formulare in modo diverso quello che avevo appena detto e mi veniva chiesto come mi sentissi. Spesso sono uscita dallo studio con la sensazione di aver perso tempo. Posso dedurre che non è la terapia/psicologa adatta a me?
Pongo particolare attenzione sull'atteggiamento del mio ex ragazzo, in un certo senso, anche per potermi togliere qualche colpa. So bene che lui non è stato perfetto, certo, so che non è stata tutta colpa mia. Ma credo che soffocare una persona o aggredirla verbalmente conti tanto, veramente tanto. Per cui intendo dire: è possibile che lui, uomo, fosse confuso? Che avesse realmente paura di ritrovare una persona insicura e possessiva? Un uomo si lascia frenare da questa sorta di paura, preferendo un'esperienza totalmente nuova?
Chiedo se un uomo può essere confuso perchè si è riallontanato proprio nei momenti in cui tutti pensavamo sarebbe ripresa la storia, ci siamo rimasti male in molti, e le alternative sono che: o ha avuto paura davvero, o è un'altra delle esperienze di cui ha bisogno per capire come mi aveva detto molto recentemente, o per mesi dopo la fine "ufficiale" della storia è stato così CATTIVO da prendersi gioco di me ben sapendo che provavo ancora dei sentimenti. E io così crudele non riesco proprio a figurarmelo...
Negli ultimi giorni ho letto molti dei consulti qua sopra, mi sono riconosciuta molto nel problema della dipendenza affettiva e bassissima autostima e sono intenzionata a riprendere in fretta una terapia. Diventare più forte è l'unico modo per tentare di distaccarmi e tornare a vivere, o tentare di ripresentarmi a lui con la certezza che non sono fragile e ossessiva come prima. So che mi consigliate tutti di accettare la fine, ma non riesco....
Non so se continuare con la prima psicologa, in quanto non ho subito grossi miglioramenti, nonostante la stima e la professionalità. Mi sedevo, mi chiedeva di cosa volevo parlare, venivo interrotta solo per formulare in modo diverso quello che avevo appena detto e mi veniva chiesto come mi sentissi. Spesso sono uscita dallo studio con la sensazione di aver perso tempo. Posso dedurre che non è la terapia/psicologa adatta a me?
[#7]
Cara ragazza,
Spesso la sensazione di "non avere ricevuto una risposta" all'uscita da un colloquio e' parte della terapia.
Riformulando (in modo opportuno) quanto da lei espresso la psicologa ha cercato di spostare la prospettiva dalla quale lei stava guardando l'evento oggetto della narrazione. Su tale spostamento di prospttiva si puo' innescare la sua riflessione e una diversa rappresentzione del suo vissuto.
Spesso tale seconda parte del lavoro avviene extra-seduta, nei propri pensieri e nei sogni.
E il risultato si apprezza dopo, parecchio dopo.
Che ne pensa? Puo' essere andata cosi'?
Spesso la sensazione di "non avere ricevuto una risposta" all'uscita da un colloquio e' parte della terapia.
Riformulando (in modo opportuno) quanto da lei espresso la psicologa ha cercato di spostare la prospettiva dalla quale lei stava guardando l'evento oggetto della narrazione. Su tale spostamento di prospttiva si puo' innescare la sua riflessione e una diversa rappresentzione del suo vissuto.
Spesso tale seconda parte del lavoro avviene extra-seduta, nei propri pensieri e nei sogni.
E il risultato si apprezza dopo, parecchio dopo.
Che ne pensa? Puo' essere andata cosi'?
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 12.3k visite dal 23/10/2013.
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Approfondimento su Endometriosi
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