Fidanzato "lavoro-dipendente"
Salve.
Da quando stiamo insieme (oramai quasi 10 anni) il mio compagno, nonostante lui neghi, ha sempre messo al primo posto il suo lavoro.
Inizialmente, svolgeva un lavoro che gli piaceva molto e gli occupava tutta la giornata, tornava a casa distrutto e stressato: notavo, varie volte, che sottovoce pronunciava parole senza senso (sempre in riferimento alla sfera lavorativa) e che parlava nel sonno.
Con il passare degli anni ha cambiato molti lavori e da qualche anno a questa parte la sua giornata è così organizzata: Lavoro aziendale dalle 8.00 alle 18.00 - torna a casa, doccia e subito in giro per svolgere commissioni relative ad un secondo lavoro freelence. Tornato a casa, distrutto, ecco che lo aspettano intere nottate passate.. lavorando al pc! (ovviamente, quando trascorrere le nottate al pc, fa di tutto per nascondermelo).
In tutto ciò, come se non bastasse, è sempre disponibile a nuove esperienze (nel senso che non esclude mai niente ma cerca di fare sempre più cose possibili: palestra, volontariato, ecc).
Inoltre, quando raramente ha del tempo libero, lo occupa sempre per "anticiparsi il lavoro" oppure, se ad esempio è in vacanza con me, non manca mai occasione di ritrovarlo al telefono con un collega o che controlla le mail di lavoro.. non stacca mai la spina!
Tutto ciò, lo porta ad essere sempre iper attivo, stressato, distratto, stanco quando ci vediamo e anche aggressivo.
Lamenta spesso una forte emicrania, palpitazioni frequenti, è sempre poco aperto al dialogo e, ovviamente, poco attento a me e alla nostra vita di coppia.
In tutto questo tempo, sono state davvero pochissime le volte in cui l'ho visto realmente rilassato, non si concede mai momenti esclusivamente per lui e per il suo benessere.
Non appena gli faccio notare queste cose: se sta "più tranquillo", risponde che lo fa per noi, per assicurarsi un nostro futuro (ma dopo 10 anni non è cambiato nulla ancora..) se invece è nella fase "più agitato" mi aggredisce verbalmente anche in modo pesante.
Io ne risento tantissimo, ma lui è come se non se ne accorgesse nemmeno dei suoi comportamenti.
Mette me, e il nostro rapporto, sempre al secondo piano rispetto al lavoro.
Altra cosa che noto è che, quando è iper stressato, è solo con me che se la prende e con cui sfoga il suo nervosismo. Con i colleghi, anche quelli che meno sopporta, è sempre disponibile e sorridente e sempre pronto a fare quello che dicono loro.
Di certo non vorrei azzardare ipotesi fuoriluogo, ma questo è quello che succede ormai da quasi 10 anni e gradirei, quindi, solo un parere da parte di un esperto.
E, sopratutto, cosa potrei fare e come comportarmi.
Grazie. Valeria.
Da quando stiamo insieme (oramai quasi 10 anni) il mio compagno, nonostante lui neghi, ha sempre messo al primo posto il suo lavoro.
Inizialmente, svolgeva un lavoro che gli piaceva molto e gli occupava tutta la giornata, tornava a casa distrutto e stressato: notavo, varie volte, che sottovoce pronunciava parole senza senso (sempre in riferimento alla sfera lavorativa) e che parlava nel sonno.
Con il passare degli anni ha cambiato molti lavori e da qualche anno a questa parte la sua giornata è così organizzata: Lavoro aziendale dalle 8.00 alle 18.00 - torna a casa, doccia e subito in giro per svolgere commissioni relative ad un secondo lavoro freelence. Tornato a casa, distrutto, ecco che lo aspettano intere nottate passate.. lavorando al pc! (ovviamente, quando trascorrere le nottate al pc, fa di tutto per nascondermelo).
In tutto ciò, come se non bastasse, è sempre disponibile a nuove esperienze (nel senso che non esclude mai niente ma cerca di fare sempre più cose possibili: palestra, volontariato, ecc).
Inoltre, quando raramente ha del tempo libero, lo occupa sempre per "anticiparsi il lavoro" oppure, se ad esempio è in vacanza con me, non manca mai occasione di ritrovarlo al telefono con un collega o che controlla le mail di lavoro.. non stacca mai la spina!
Tutto ciò, lo porta ad essere sempre iper attivo, stressato, distratto, stanco quando ci vediamo e anche aggressivo.
Lamenta spesso una forte emicrania, palpitazioni frequenti, è sempre poco aperto al dialogo e, ovviamente, poco attento a me e alla nostra vita di coppia.
In tutto questo tempo, sono state davvero pochissime le volte in cui l'ho visto realmente rilassato, non si concede mai momenti esclusivamente per lui e per il suo benessere.
Non appena gli faccio notare queste cose: se sta "più tranquillo", risponde che lo fa per noi, per assicurarsi un nostro futuro (ma dopo 10 anni non è cambiato nulla ancora..) se invece è nella fase "più agitato" mi aggredisce verbalmente anche in modo pesante.
Io ne risento tantissimo, ma lui è come se non se ne accorgesse nemmeno dei suoi comportamenti.
Mette me, e il nostro rapporto, sempre al secondo piano rispetto al lavoro.
Altra cosa che noto è che, quando è iper stressato, è solo con me che se la prende e con cui sfoga il suo nervosismo. Con i colleghi, anche quelli che meno sopporta, è sempre disponibile e sorridente e sempre pronto a fare quello che dicono loro.
Di certo non vorrei azzardare ipotesi fuoriluogo, ma questo è quello che succede ormai da quasi 10 anni e gradirei, quindi, solo un parere da parte di un esperto.
E, sopratutto, cosa potrei fare e come comportarmi.
Grazie. Valeria.
[#1]
Gentile utente,
Che il suo compagno abbia un problema, o una dipendenza, dal lavoro, sembra ovvio. Che sia iperattivo, da come lo descrive, anche. Che metta il rapporto di coppia al secondo posto, pure questo sembra essere il caso. Il problema, tuttavia, viene posto da lei, che sopporta e che pare arrivata ad un punto di insoddisfazione piuttosto notevole. Quindi, il problema e', gioco forza, diventato il suo problema. Convincere l'altro a cambiare e' una strategia che non funziona, mentre pare più adeguato che lei si interroghi sul fatto se e' disposta a tollerare tutto questo. Qui, entra in gioco la sua scelta e la decisione di stare con una persona così oppure no. E se e' no, comunicargli di non essere più disposta a mettersi da parte. Gli ha mai fatto una comunicazione così chiara e ferma? Perché non si tratta di chiedere come mai lui si comporti così, ma comunicare che il suo comportarsi così non va bene a lei . E se si arrabbia? La rabbia e' un ricatto per farla stare in una posizione di sottomissione e di sensi di colpa e raggiunge il suo scopo se per lei questo e' il caso.
Qui, più che di arrabbiarsi, vi è' bisogno di rivedere una modalità di coppia disfunzionale in quanto non equilibrata e a spese di uno dei due. Che ne pensa di quello che le ho detto?
Un cordiale saluto
Che il suo compagno abbia un problema, o una dipendenza, dal lavoro, sembra ovvio. Che sia iperattivo, da come lo descrive, anche. Che metta il rapporto di coppia al secondo posto, pure questo sembra essere il caso. Il problema, tuttavia, viene posto da lei, che sopporta e che pare arrivata ad un punto di insoddisfazione piuttosto notevole. Quindi, il problema e', gioco forza, diventato il suo problema. Convincere l'altro a cambiare e' una strategia che non funziona, mentre pare più adeguato che lei si interroghi sul fatto se e' disposta a tollerare tutto questo. Qui, entra in gioco la sua scelta e la decisione di stare con una persona così oppure no. E se e' no, comunicargli di non essere più disposta a mettersi da parte. Gli ha mai fatto una comunicazione così chiara e ferma? Perché non si tratta di chiedere come mai lui si comporti così, ma comunicare che il suo comportarsi così non va bene a lei . E se si arrabbia? La rabbia e' un ricatto per farla stare in una posizione di sottomissione e di sensi di colpa e raggiunge il suo scopo se per lei questo e' il caso.
Qui, più che di arrabbiarsi, vi è' bisogno di rivedere una modalità di coppia disfunzionale in quanto non equilibrata e a spese di uno dei due. Che ne pensa di quello che le ho detto?
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#2]
Gentile utente, forse bisogna domandarsi perchè questo fidanzato lavora tanto ,per i soldi o anche perchè dal lavoro trae il senso e la ricompensa della vita, lenisce antiche insicurezze , ottiene conferma del sè ?forse bisogna anche fermarsi a riflettere sulle vostre dinamiche di coppia, domandarsi se condividete progetti, curiosità se parlate tra voi e di cosa.. lei dal suo punto di vista ha ragione, ma certo non è sgridandolo che lo cambia quest'uomo.. avete pensato che potrebbe essere opportuno farvi aiutare ?
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile Ragazza,
Anche io come la collega, sposterei l' attenzione sul perché di tanto lavoro...
Spesso il lavoro diventa un'" intimità sostitutiva" , viene erotizzato fortemente....assume tante altre sfaccettature.
Un tono colpevolizzante ed inquisitorio, a mio avviso, non aiuta, comprendere le cause e cercare la via d' accesso al suo spazio mentale ed emozionale potrebbe essere una strategia
Anche io come la collega, sposterei l' attenzione sul perché di tanto lavoro...
Spesso il lavoro diventa un'" intimità sostitutiva" , viene erotizzato fortemente....assume tante altre sfaccettature.
Un tono colpevolizzante ed inquisitorio, a mio avviso, non aiuta, comprendere le cause e cercare la via d' accesso al suo spazio mentale ed emozionale potrebbe essere una strategia
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 19.5k visite dal 21/10/2013.
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