Senso di colpa del mio uomo nei confronti della madre
Sono una ragazza di 28 anni e fino a qualche mese stavo con un uomo di 31 anni da circa 6. L'ho lasciato in seguito alla consapevolezza illuminata che non sarebbe mai stato libero da sua madre: vive una vita alla stregua dei sensi di colpa in quanto lei, anziana ma autosufficiente, lo considera un bambino e lo condiziona da sempre. L'ha cresciuto da sola, non concedendosi altre relazioni ed ora gli impedisce di avere delle serene relazioni affettive. Vista l'età del mio ex compagno, è opportuno che diventi un adulto ma non sa come liberarsi dei sensi di colpa e affrontare una situazione di distacco. Ora finalmente si è deciso a fare qualcosa per cambiare la propria vita ma non sa a chi rivolgersi, così lo sto aiutando nel cercare qualcuno competente nella sua zona. è possibile guarire da un condizionamento così profondo?
[#1]
gentile ragazza è possibile muscire da quella dimensione che descrive ma è necessario un lavoro su sè stessi che si potrà effettuare con l'aiuto di un terapeuta.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Utente,
quello che descrive è un quadro tipico delle donne che sono sole a crescere un figlio o che restano vedove e che creano col proprio figlio questo legame patologico in cui il figlio non riesce a dire di no, ma è invischiato in un rapporto in cui in un certo senso sostituisce il padre e diviene dunque l'uomo di casa, accanto alla madre.
Ha fatto bene a suggerire un percorso di cura, grazie al quale è possibile prendere le distanze da relazioni così disfunzionali.
Cordiali saluti,
quello che descrive è un quadro tipico delle donne che sono sole a crescere un figlio o che restano vedove e che creano col proprio figlio questo legame patologico in cui il figlio non riesce a dire di no, ma è invischiato in un rapporto in cui in un certo senso sostituisce il padre e diviene dunque l'uomo di casa, accanto alla madre.
Ha fatto bene a suggerire un percorso di cura, grazie al quale è possibile prendere le distanze da relazioni così disfunzionali.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Può provare a cercare su questo sito, oppure su www.aiamc.it o presso qualunque struttura pubblica della zona.
Cordiali saluti,
Cordiali saluti,
[#5]
Gentie signorina,
La scelta della terapia e del terapeuta sarebbe bene che venisse fatta dal ragazzo in autonomia. In caso conrtrario lei ripeterebbe l'errore della madre e colluderebbe col siintomo: si metterebbe lei nella condizione di "nutrirlo" e "controllarlo" come fa la madre.
La scelta della terapia e del terapeuta sarebbe bene che venisse fatta dal ragazzo in autonomia. In caso conrtrario lei ripeterebbe l'errore della madre e colluderebbe col siintomo: si metterebbe lei nella condizione di "nutrirlo" e "controllarlo" come fa la madre.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#6]
Ex utente
Lei ha perfettamente ragione. Tento di spiegarLe i precedenti.
Ci siamo lasciati da febbraio e io da aprile mi sono convinta a seguire una specialista per far fronte agli attacchi di panico che si ripetevano ogni giorno. Ora sto molto meglio e a luglio gli ho raccontato la mia esperienza, lui si è mostrato interessato ad intraprendere un percorso simile a sua volta, rendendosi conto del problema che lo inchioda in un angolo. Qualche giorno fa, mi ha confessato di non essersi rivolto a nessuno perchè non sapeva a chi chiedere e non si fidava di chiedere ad ambulatori o studi senza referenze da parte di conoscenti. Nella realtà delle cose, è chiaro che l'intenzione non è stata sufficiente a promuovere la ricerca di uno specialista; così, comprendendo quanto sia importante che lui parli con qualcuno (visto che ha amici nè parenti al di fuori di sua madre) mi sono proposta di chiedere alla mia psicologa un consiglio su chi contattare (io vivo in una città diversa da lui). Nel frattempo, ho provato a cercare qualche sito....ed eccomi qui.
Sono consapevole che mi sto in qualche modo sostituendo alla madre ma in questo momento mi sembra l'unico modo, l'ultima spintina verso la vita adulta. è chiaro che non è in grado di gestirsi da solo, ma l'unico modo che ha per confrontarsi con il suo problema è parlarne con qualcuno e visto che gli voglio molto bene ci tengo che inizi. Poi, sarà finalmente tutto nelle sue mani.
In ogni caso, mi prendo ancora qualche minuto per pensare bene a cosa fare, non sono ancora convinta di aiutarlo fino in fondo nella ricerca di uno psicologo, ho bisogno di pensare alle ripercussioni che questo "controllo" che voglio riavere, anche se momentaneo, può avere su di me.
Ci siamo lasciati da febbraio e io da aprile mi sono convinta a seguire una specialista per far fronte agli attacchi di panico che si ripetevano ogni giorno. Ora sto molto meglio e a luglio gli ho raccontato la mia esperienza, lui si è mostrato interessato ad intraprendere un percorso simile a sua volta, rendendosi conto del problema che lo inchioda in un angolo. Qualche giorno fa, mi ha confessato di non essersi rivolto a nessuno perchè non sapeva a chi chiedere e non si fidava di chiedere ad ambulatori o studi senza referenze da parte di conoscenti. Nella realtà delle cose, è chiaro che l'intenzione non è stata sufficiente a promuovere la ricerca di uno specialista; così, comprendendo quanto sia importante che lui parli con qualcuno (visto che ha amici nè parenti al di fuori di sua madre) mi sono proposta di chiedere alla mia psicologa un consiglio su chi contattare (io vivo in una città diversa da lui). Nel frattempo, ho provato a cercare qualche sito....ed eccomi qui.
Sono consapevole che mi sto in qualche modo sostituendo alla madre ma in questo momento mi sembra l'unico modo, l'ultima spintina verso la vita adulta. è chiaro che non è in grado di gestirsi da solo, ma l'unico modo che ha per confrontarsi con il suo problema è parlarne con qualcuno e visto che gli voglio molto bene ci tengo che inizi. Poi, sarà finalmente tutto nelle sue mani.
In ogni caso, mi prendo ancora qualche minuto per pensare bene a cosa fare, non sono ancora convinta di aiutarlo fino in fondo nella ricerca di uno psicologo, ho bisogno di pensare alle ripercussioni che questo "controllo" che voglio riavere, anche se momentaneo, può avere su di me.
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Gentilee signorina,
Faccia attenzione perche' il suo desiderio di aiutare il ragazzo a trovare un terapeuta potrebbe essere stato stimolato proprio da lui. Infatti lo stile relazionale di questi soggetti e' spesso proprio quello di chiedere aiuto senza troppa determinazione e poi mostrarsi passivi, in modo da suscitare negli altri la reazione che cercano : farsi promotori e parti attive di un qualcosa nella quale loro possano poi non ritenersi affatto impegnati ne' coinvolti. E' parte dei sintomi che esprimono.
Auguri comunque!
Faccia attenzione perche' il suo desiderio di aiutare il ragazzo a trovare un terapeuta potrebbe essere stato stimolato proprio da lui. Infatti lo stile relazionale di questi soggetti e' spesso proprio quello di chiedere aiuto senza troppa determinazione e poi mostrarsi passivi, in modo da suscitare negli altri la reazione che cercano : farsi promotori e parti attive di un qualcosa nella quale loro possano poi non ritenersi affatto impegnati ne' coinvolti. E' parte dei sintomi che esprimono.
Auguri comunque!
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.2k visite dal 20/10/2013.
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