Sto male! non ne posso più!
Sto male! Ansia, Panico, Depressione.
Premetto che questa è l'ultima volta che voglio attingere ad un forum per farmi rassicurare, di solito partecipo passivamente cercando su internet "paura d'impazzire", "ansia", "depressione", "panico", "doc", ecc. sperando di trovare situazioni simili alle mie, ebbene ne ho trovate parecchie, simili ma ovviamente non uguali.
Ho avuto un'infanzia a dir poco difficile, mio padre inesistente, mia madre che ha avuto problemi con l'alcool, depressione e squilibri vari...all'età di 12 anni per ovvi motivi (troppo lunghi da spiegare) ho cominciato ad odiare mia madre e ad avere violenti attacchi di rabbia, anche alzandole le mani.
per questo motivo, mia mamma, assieme al medico di base, decise di darmi dei regolatori dell'umore, che altro non fecero che rendermi ancora più aggressiva, sofferente, arrabbiata, ansiosa, di quanto lo fossi già.. per grazia divina gli ho presi solo per un breve periodo,di cui ho ricordi appannati, ma di certo non piacevoli. Dai 14 ai 18 sono stata in un collegio, a diciott'anni sono rincasata per un brevissimo periodo di tempo e me ne sono scappata per evitare di ricadere nella rabbia che mi faceva scaturire il contesto "casa" composto esclusivamente da "mamma" e "nonno". Mi sono trasferita in una grande città, ho trovato lavoro, mi sono fidanzata, sfidanzata, diplomata, ho perso il lavoro, ne ho trovato un'altro, ho perso anche quello (causa fallimento attività, non per mie carenze) e dopo tutto questo casino (che ho cercato di riassumere) ora finalmente un periodo di pace (apparente).. per la prima volta mi sono innamorata, di quello che spero diventi e sia l'uomo della mia vita, mi sono iscritta a scienze politiche grazie all'aiuto di mio nonno, che mi ha sempre sostenuta economicamente e sto iniziando quello che potrebbe essere un cammino soddisfacente. Dovrei essere al settino cielo dopo tutto quello che ho passato! ma così non è! Qui il crollo totale, mancanza di voglia di vivere, attacchi di panico, paura d'impazzire, paura di fare gesti inopportuni, di avere attacchi di rabbia, paura di non essere all'altezza, paura di non meritare il splendido uomo che ho al mio fianco, paura di perderlo, paura di vivere, di amare, di rimanere sola, folle paura di rimanere sola, al solo pensiero mi vengono vampate, ansia, attacchi di panico, derealizzazione, mi sembra di morire, di essere finita, non avere speranze. Durante l'attacco di panico, paura che tutto quello che mi accade non sia vero. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco, alle volte perfino la mia voce mi da fastidio. Ho paura di me stessa. Non mi accetto, eppure obbiettivamente sono una "bella persona", generosa, disponibile più che mai, intelligente, una bella ragazza. Nulla di tutto ciò di positivo che sono però, mi aiuta a non sentirmi una M..... non ce la faccio più, è mesi ormai che ho paura d'impazzire o di essere pazza e che la cosa si palesi a me e a chi mi circonda. Analizzo tutto fino a farlo diventare surreale, analizzo me, analizzo il mondo che mi circonda e lo trovo banale, privo di stimoli! potrei navigare nell'oro come nella M... che mi sentire nello stesso modo... quando sto "bene" inizio a pensare al fatto che sto "bene" e penso "ma com'è possibile che stia bene se fino a 3h fa stavo male" "vuol dire che ho qualcosa che non va" una persona "normale" o sta bene o sta male...un cane che si morde la coda! sono andata da uno psichiatra trovato grazie ad una scrupolosa ricerca su internet, che oltre ad essermi costato follie, mi ha dato poche rassicurazioni, quelle di cui io in questo momento ho più bisogno. Mi ha dato dei farmaci omeopatici (causa precedenti vorrei evitare la medicina tradizionale) che oggi ho provato ad assumere per la prima volta. Non voglio annichilirmi del tutto prendendo calmanti e antidepressivi! Io voglio VIVERE SERENA! e non voglio il compromesso di VIVERE SERENAMENTE SEDATA! La cosa più dolorosa è il fatto che ora finalmente potrei essere "felice" e invece crollo ;(
ciò che vi chiedo è un vostro giudizio riguardo al mio caso ed eventuali consigli? se ne esce? tutto questo può portare a pazzia ? è curabile? Grazie mille in anticipo!
Premetto che questa è l'ultima volta che voglio attingere ad un forum per farmi rassicurare, di solito partecipo passivamente cercando su internet "paura d'impazzire", "ansia", "depressione", "panico", "doc", ecc. sperando di trovare situazioni simili alle mie, ebbene ne ho trovate parecchie, simili ma ovviamente non uguali.
Ho avuto un'infanzia a dir poco difficile, mio padre inesistente, mia madre che ha avuto problemi con l'alcool, depressione e squilibri vari...all'età di 12 anni per ovvi motivi (troppo lunghi da spiegare) ho cominciato ad odiare mia madre e ad avere violenti attacchi di rabbia, anche alzandole le mani.
per questo motivo, mia mamma, assieme al medico di base, decise di darmi dei regolatori dell'umore, che altro non fecero che rendermi ancora più aggressiva, sofferente, arrabbiata, ansiosa, di quanto lo fossi già.. per grazia divina gli ho presi solo per un breve periodo,di cui ho ricordi appannati, ma di certo non piacevoli. Dai 14 ai 18 sono stata in un collegio, a diciott'anni sono rincasata per un brevissimo periodo di tempo e me ne sono scappata per evitare di ricadere nella rabbia che mi faceva scaturire il contesto "casa" composto esclusivamente da "mamma" e "nonno". Mi sono trasferita in una grande città, ho trovato lavoro, mi sono fidanzata, sfidanzata, diplomata, ho perso il lavoro, ne ho trovato un'altro, ho perso anche quello (causa fallimento attività, non per mie carenze) e dopo tutto questo casino (che ho cercato di riassumere) ora finalmente un periodo di pace (apparente).. per la prima volta mi sono innamorata, di quello che spero diventi e sia l'uomo della mia vita, mi sono iscritta a scienze politiche grazie all'aiuto di mio nonno, che mi ha sempre sostenuta economicamente e sto iniziando quello che potrebbe essere un cammino soddisfacente. Dovrei essere al settino cielo dopo tutto quello che ho passato! ma così non è! Qui il crollo totale, mancanza di voglia di vivere, attacchi di panico, paura d'impazzire, paura di fare gesti inopportuni, di avere attacchi di rabbia, paura di non essere all'altezza, paura di non meritare il splendido uomo che ho al mio fianco, paura di perderlo, paura di vivere, di amare, di rimanere sola, folle paura di rimanere sola, al solo pensiero mi vengono vampate, ansia, attacchi di panico, derealizzazione, mi sembra di morire, di essere finita, non avere speranze. Durante l'attacco di panico, paura che tutto quello che mi accade non sia vero. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco, alle volte perfino la mia voce mi da fastidio. Ho paura di me stessa. Non mi accetto, eppure obbiettivamente sono una "bella persona", generosa, disponibile più che mai, intelligente, una bella ragazza. Nulla di tutto ciò di positivo che sono però, mi aiuta a non sentirmi una M..... non ce la faccio più, è mesi ormai che ho paura d'impazzire o di essere pazza e che la cosa si palesi a me e a chi mi circonda. Analizzo tutto fino a farlo diventare surreale, analizzo me, analizzo il mondo che mi circonda e lo trovo banale, privo di stimoli! potrei navigare nell'oro come nella M... che mi sentire nello stesso modo... quando sto "bene" inizio a pensare al fatto che sto "bene" e penso "ma com'è possibile che stia bene se fino a 3h fa stavo male" "vuol dire che ho qualcosa che non va" una persona "normale" o sta bene o sta male...un cane che si morde la coda! sono andata da uno psichiatra trovato grazie ad una scrupolosa ricerca su internet, che oltre ad essermi costato follie, mi ha dato poche rassicurazioni, quelle di cui io in questo momento ho più bisogno. Mi ha dato dei farmaci omeopatici (causa precedenti vorrei evitare la medicina tradizionale) che oggi ho provato ad assumere per la prima volta. Non voglio annichilirmi del tutto prendendo calmanti e antidepressivi! Io voglio VIVERE SERENA! e non voglio il compromesso di VIVERE SERENAMENTE SEDATA! La cosa più dolorosa è il fatto che ora finalmente potrei essere "felice" e invece crollo ;(
ciò che vi chiedo è un vostro giudizio riguardo al mio caso ed eventuali consigli? se ne esce? tutto questo può portare a pazzia ? è curabile? Grazie mille in anticipo!
[#1]
Cara Utente,
la sua vita è stata molto travagliata e le sono mancati quei punti di riferimento che avrebbero dovuto permetterle di costruire delle sicurezze e una buona percezione di sè: un padre che sostenesse la sua autostima e una madre che si curasse di lei.
Purtroppo invece ha avuto un padre "inesistente" e una madre alcolista e depressa che non hanno potuto occuparsi adeguatamente di lei.
Il risultato è il profondo malessere che manifesta e le condizioni esterne, anche le migliori possibili, non potrebbero avere alcuna influenza su questo disagio.
Lei giustamente dice questo:
"potrei navigare nell'oro come nella M... che mi sentire nello stesso modo..."
e ha perfettamente ragione, perchè ciò che la fa stare male è dentro di lei e non fuori.
Di conseguenza, anche se dopo tanti cambiamenti ora potrebbe iniziare a costruire un senso di soddisfazione per i risultati conseguiti e per le prospettive che il futuro le offre, la situazione è questa:
"ora finalmente potrei essere "felice" e invece crollo".
Lei crolla probabilmente perchè non è abituata ad essere felice, nè a pensare di poterlo essere, e questo la angoscia perchè essere felice significherebbe avere qualcosa da perdere e poter rovinare tutto.
Un altro motivo è sicuramente che tutto quello che ha passato non si cancella semplicemente perchè le sue condizioni di vita sono migliorate, ma è necessario un serio lavoro psicoterapeutico per consentirle di costruire quello che, stando al suo racconto, le è sempre mancato: sicurezza, autostima, relazioni stabili, equilibrio.
Lo psichiatra che ha consultato non le ha suggerito di intraprendere una psicoterapia?
la sua vita è stata molto travagliata e le sono mancati quei punti di riferimento che avrebbero dovuto permetterle di costruire delle sicurezze e una buona percezione di sè: un padre che sostenesse la sua autostima e una madre che si curasse di lei.
Purtroppo invece ha avuto un padre "inesistente" e una madre alcolista e depressa che non hanno potuto occuparsi adeguatamente di lei.
Il risultato è il profondo malessere che manifesta e le condizioni esterne, anche le migliori possibili, non potrebbero avere alcuna influenza su questo disagio.
Lei giustamente dice questo:
"potrei navigare nell'oro come nella M... che mi sentire nello stesso modo..."
e ha perfettamente ragione, perchè ciò che la fa stare male è dentro di lei e non fuori.
Di conseguenza, anche se dopo tanti cambiamenti ora potrebbe iniziare a costruire un senso di soddisfazione per i risultati conseguiti e per le prospettive che il futuro le offre, la situazione è questa:
"ora finalmente potrei essere "felice" e invece crollo".
Lei crolla probabilmente perchè non è abituata ad essere felice, nè a pensare di poterlo essere, e questo la angoscia perchè essere felice significherebbe avere qualcosa da perdere e poter rovinare tutto.
Un altro motivo è sicuramente che tutto quello che ha passato non si cancella semplicemente perchè le sue condizioni di vita sono migliorate, ma è necessario un serio lavoro psicoterapeutico per consentirle di costruire quello che, stando al suo racconto, le è sempre mancato: sicurezza, autostima, relazioni stabili, equilibrio.
Lo psichiatra che ha consultato non le ha suggerito di intraprendere una psicoterapia?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile ragazza, mi associo alle parole della Collega nel consigliarle di farsi aiutare, per trovare un punto di riferimento accogliente e chiaro che l'aiuti a tener saldo il suo futuro.
Pensi anche che è stata così brava, forte , intelligente da superare questa durissima prima parte della sua vita, e che adesso si merita un aiuto ,si merita di volersi bene e trovare e accettare un appoggio serio e protettivo, finalmente..
Noi siamo qui.. ci tenga informati, se vuole..
Pensi anche che è stata così brava, forte , intelligente da superare questa durissima prima parte della sua vita, e che adesso si merita un aiuto ,si merita di volersi bene e trovare e accettare un appoggio serio e protettivo, finalmente..
Noi siamo qui.. ci tenga informati, se vuole..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile ragazza,
condivido le preziose parole dei gentili colleghi.
Vorrei aggiungere solo delle piccole note.
E' una coincidenza particolare l'aver scritto sul forum il giorno stesso in cui ha tentato di prendere per la prima volta i farmaci prescritti dallo psichiatra. Il sentimento che prova nei confronti di tali farmaci è piuttosto chiaro ma la invito a parlarne con il suo psichiatra cercando insieme a lui una loro rappresentazione ed elaborazione.
Il titolo che pone "sto male, non ne posso più" é molto significativo. Sembra quasi che abbia paura di questa cosa nuova chiamata felicità; é dura per chi , sempre abituato al non esserlo (felice), si potrebbe ritrovare improvvisamente in una nuova condizione e non sa come affrontarla, come prepararsi ad essa, come comportarsi ("ora che potrei essere felice" ...). Qualcosa dentro di lei si ribella a questa nuova condizione e la trascina alla condizione sua abituale di pensieri tristi e angoscianti che le rimandano un'immagine di infelicitá e solitudine ma le deve essere chiaro che sono solo spettri della sua mente. Come se ci fosse un blocco, un intoppo da superare.
Potrebbe essere utile e prezioso un percorso terapeutico associato a quello farmacologico che sta iniziando, ne parli con il suo psichiatra e ci tenga aggiornati se lo desidera.
Un caro saluto
condivido le preziose parole dei gentili colleghi.
Vorrei aggiungere solo delle piccole note.
E' una coincidenza particolare l'aver scritto sul forum il giorno stesso in cui ha tentato di prendere per la prima volta i farmaci prescritti dallo psichiatra. Il sentimento che prova nei confronti di tali farmaci è piuttosto chiaro ma la invito a parlarne con il suo psichiatra cercando insieme a lui una loro rappresentazione ed elaborazione.
Il titolo che pone "sto male, non ne posso più" é molto significativo. Sembra quasi che abbia paura di questa cosa nuova chiamata felicità; é dura per chi , sempre abituato al non esserlo (felice), si potrebbe ritrovare improvvisamente in una nuova condizione e non sa come affrontarla, come prepararsi ad essa, come comportarsi ("ora che potrei essere felice" ...). Qualcosa dentro di lei si ribella a questa nuova condizione e la trascina alla condizione sua abituale di pensieri tristi e angoscianti che le rimandano un'immagine di infelicitá e solitudine ma le deve essere chiaro che sono solo spettri della sua mente. Come se ci fosse un blocco, un intoppo da superare.
Potrebbe essere utile e prezioso un percorso terapeutico associato a quello farmacologico che sta iniziando, ne parli con il suo psichiatra e ci tenga aggiornati se lo desidera.
Un caro saluto
Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com
[#4]
Ex utente
Ringrazio di cuore entrambe per la disponibilità e i consigli. Lo psichiatria mi ha detto che se vorrò affrontare una psicoterapie con lui andremo a lavorare sulle cose positive che ci sono ora nella mia vita e ha paragonato la psicanalisi ad un cestino della spazzatura, dove il terapeuta chiede al paziente di andare a cercare ricordi e traumi vissuti in passato (spazzatura), per trovare una giustificazione a problemi attuali, ma con il rischio che il paziente "cada dentro al cassonetto" o s' inventi traumi inesistenti. Io mi astengo dal giudicare, perché non ne ho gli strumenti. So solo che ho tanta paura di cadere nella mani della persona sbagliata e di non aver fiducia in nessuno oltre che non aver fiducia in me stessa. Nello stesso tempo mi rendo conto, che l'unico modo per uscire da questo velo d'angoscia che mi soffoca è "fidarmi" di qualcuno. Spero di avere la forza di cercare fino a trovare la persona giusta, che sia in grado di capire cos' ho prima che questo male mi riduca a non uscire più di casa! Vorrei solo capire perché mi spaventa guardarmi allo specchio, perché ho una folle paura di impazzire e poi perché mi voglio tanto male da continuare a dubitare di mestessa. Ho amato tanto la vita e ora che potrei essere felice, perdo la voglia di vivere. Le mie ossessioni e paure mi lasciano in pace solo quando sono fisicamente e psicologicamente esausta o quando ho problemi concreti da risolvere, la mia ansia gioca un ruolo fondamentale nella mia vita, periodi in cui non mi abbandona nemmeno per 5m per mesi e periodi dove mi dimentico di cosa si tratti, ma ne soffro da quando sono bambina. Anche 2 anni fa ho avuto problemi di dap, ma stavo vivendo obbiettivamente una situazione frustrante e difficile, sono andata in terapia psicanalitica e quando gli attacchi di panico non c'erano più, ho smesso anche la terapia. Ma mai e poi mai sono arrivata a una depressione come quella che mi affligge ora. Dr.Massaro Ha ragione quando dice che la mia paura è che ora ho qualcosa da perdere ed è questo che mi destabilizza profondamente. Per es. da quando sono fidanzata più di una volta ho pensato di lasciarlo, di mollarlo per non farlo partecipe di questo mio malessere, sarebbe stato molto più facile rispetto al sforzarmi il più possibile di far finta di essere felice per non perderlo, come sto facendo ora. Ma ancora riesco ad impormi di non mollare le cose belle che la vita mi ha dato. Vi chiedo ancora solo cosa ne pensate della paura che ho di me stessa e la paura d'impazzire dovuta a sensazioni di disagio fisico come ansia, vampate, testa pesante, oltre al fenomeno di depenalizzazione. Può diventare schizzofrenia? Si può uscire da una brutta depressione con l'aiuto di un buon terapeuta? Che tipo di terapia mi consigliate? Grazie immensamente!
[#5]
Ex utente
Al Dr. Bruzzese: non so se è una coincidenza o meno, so che non ho un'avversione nei confronti della terapia che sto andando ad affrontare per il semplice fatto che è omeopatica e non può che farmi bene ( in teoria ) ho una forte avversione nei confronti degli psicofarmaci che ritengo non servano ad altro che a sedare ed attenuare il sintomo, togliendo alla persona la poca capacità d'agire che le rimane, con questo non voglio dire che non servano, ma sono proprio l'ultimissima opzione. Non le nego che mi piacerebbe prendermi alprazolam e stare rincoglionita e in pace tutto il giorno, ma se c'è una cosa che non sopporto è proprio quello stato di rincoglionimento che fa venir meno la lucidità e il controllo di ciò che feccio.
[#6]
L'immagine che ci riferisce è suggestiva, ma si potrebbe ribattere con un'altra immagine dicendo che altre terapie troppo "di superficie" sono paragonabili ad un intervento di imbiancatura effettuato quando compare una macchia sul muro: se la macchia è lì perchè dietro c'è una tubatura che perde si possono ben immaginare le conseguenze.
In realtà la psicoterapia psicodinamica è proprio quella più efficace nel trattare casi complessi come il suo.
Nel caso in cui decidesse di iniziare un percorso con lo psichiatra si assicuri che abbia frequentato una Scuola di Psicoterapia e che non abbia conseguito il doppio titolo (psichiatra e psicoterapeuta) semplicemente con la specializzazione in Psichiatria, senza quella formazione specifica in psicoterapia richiesta invece agli psicologi
Per questo motivo io le suggerirei di rivolgersi piuttosto ad uno psicologo psicoterapeuta, in maniera tale da essere sicura di rivolgersi a qualcuno i cui titoli corrispondono ad anni di formazione specifica in psicologia e psicoterapia.
In realtà la psicoterapia psicodinamica è proprio quella più efficace nel trattare casi complessi come il suo.
Nel caso in cui decidesse di iniziare un percorso con lo psichiatra si assicuri che abbia frequentato una Scuola di Psicoterapia e che non abbia conseguito il doppio titolo (psichiatra e psicoterapeuta) semplicemente con la specializzazione in Psichiatria, senza quella formazione specifica in psicoterapia richiesta invece agli psicologi
Per questo motivo io le suggerirei di rivolgersi piuttosto ad uno psicologo psicoterapeuta, in maniera tale da essere sicura di rivolgersi a qualcuno i cui titoli corrispondono ad anni di formazione specifica in psicologia e psicoterapia.
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"Non le nego che mi piacerebbe prendermi alprazolam e stare rincoglionita e in pace tutto il giorno, ma se c'è una cosa che non sopporto è proprio quello stato di rincoglionimento che fa venir meno la lucidità e il controllo di ciò che feccio."
Gentile ragazza,
il mio suggerimento è di riflettere su affermazioni del genere: è evidente un profondo dolore, ma spegnere momentaneamente la coscienza come vorresti fare (stare rincoglionita e in pace tutto il giorno) è una delle tante strategie per affrontare il problema.
Personalmente non ritengo sia la strategia migliore, perchè non possiamo stare perennemente con la coscienza alterata o spenta.
Nei casi come il tuo, da un punto di vista della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale che è molto pragmatica come impostazione, il primo step è proprio apprendere delle strategie di problem solving, in maniera tale da poter scegliere, accanto a strategie disfunzionali come quella di "stare in pace tutto il giorno" perchè rintronati, quelle più funzionali di gestione dei problemi che incontri via via.
Comprendo anche il tuo pregiudizio sui farmaci, che è molto diffuso, ma anche nei disturbi psichiatrici, come nelle altre patologie, ci sono situazioni, valutate dal medico, che necessitano di un trattamento farmacologico. In latre parole è come se tu avessi bisogno dell'antibiotico o di un farmaco specifico per l'ipertensione o il diabete: che cosa faresti? Ti lasceresti guidare dai pregiudizi?
Molti pz. ottengono importanti vantaggi dalla terapia farmacologica e non è vero che toglie la capacità di agire, nè la lucidità...
Forse questo ha a che vedere con il tuo timore che il disagio possa sfociare in schizofrenia...
Tra l'altro vorrei normalizzare la tua paura di impazzire: non sei mica l'unica ad avere questa paura.
Forse tale paura si scatena soprattutto quando va in ansia e allora è leggibile come sintomo di uno stato ansioso.
Anch'io concordo sul fatto che sarebbe una buona idea rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta. Che tipo di psicoterapia Le ha suggerito lo psichiatra che ha avuto modo di fare una valutazione di persona?
Gentile ragazza,
il mio suggerimento è di riflettere su affermazioni del genere: è evidente un profondo dolore, ma spegnere momentaneamente la coscienza come vorresti fare (stare rincoglionita e in pace tutto il giorno) è una delle tante strategie per affrontare il problema.
Personalmente non ritengo sia la strategia migliore, perchè non possiamo stare perennemente con la coscienza alterata o spenta.
Nei casi come il tuo, da un punto di vista della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale che è molto pragmatica come impostazione, il primo step è proprio apprendere delle strategie di problem solving, in maniera tale da poter scegliere, accanto a strategie disfunzionali come quella di "stare in pace tutto il giorno" perchè rintronati, quelle più funzionali di gestione dei problemi che incontri via via.
Comprendo anche il tuo pregiudizio sui farmaci, che è molto diffuso, ma anche nei disturbi psichiatrici, come nelle altre patologie, ci sono situazioni, valutate dal medico, che necessitano di un trattamento farmacologico. In latre parole è come se tu avessi bisogno dell'antibiotico o di un farmaco specifico per l'ipertensione o il diabete: che cosa faresti? Ti lasceresti guidare dai pregiudizi?
Molti pz. ottengono importanti vantaggi dalla terapia farmacologica e non è vero che toglie la capacità di agire, nè la lucidità...
Forse questo ha a che vedere con il tuo timore che il disagio possa sfociare in schizofrenia...
Tra l'altro vorrei normalizzare la tua paura di impazzire: non sei mica l'unica ad avere questa paura.
Forse tale paura si scatena soprattutto quando va in ansia e allora è leggibile come sintomo di uno stato ansioso.
Anch'io concordo sul fatto che sarebbe una buona idea rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta. Che tipo di psicoterapia Le ha suggerito lo psichiatra che ha avuto modo di fare una valutazione di persona?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#8]
Ex utente
Dottoressa Pileci, non penso porti vantaggio normalizzare la paura d'impazzire e nemmeno il fatto di non essere l'unica a soffrirne. Se mai può attenuare la paura d'impazzire la consapevolezza o anche solo il pensiero che si tratti di "demoni della mente", vista cosi si può combattere o semplicemente non dare considerazione a questi "demoni" o "paure" come le si voglia chiamare. Poi, almeno da parte mia non vi sono pregiudizi in merito a terapie farmacologiche ma solo la consapevolezza che sono e devono essere l'ultimo strumento di cui servirsi! è facile prendere una pillolina per soffocare i sentimenti e le sensazioni negative o processi mentali venuti meno o scordinati, ma non capisco come sia possibile lavorare su di essi a quel punto!? Le ripeto che attingerei a qualsiasi cosa mi procurassa vantaggio, i pregiudizi vengono meno la dove ci sia un interesse. La ringrazio !
[#9]
Gentile Utente,
ritengo che normalizzare la paura di impazzire sia il primo step per aiutare il pz. a leggere ciò che sta accadendo: è un tipico sintomo dello stato ansioso, che però spaventa il pz. a tal punto da portarlo spesso al Pronto Soccorso.
Chiaramente è un sintomo più inquietante della tachicardia o del fiato corto.
Ma il trucco per poter superare queste paure è proprio affrontarle: l'ansioso nel tentativo di sedare l'ansia mette in atto la strategia di combatterla, impegnandosi attivamente per controllarla e questo ingigantisce il problema.
Ripeto che il farmaco non serve a soffocare sentimenti e sensazioni negative; ci sono situazioni in cui anche noi psicologi psicoterapeuti inviamo prima il pz. a fare una consulenza psichiatrica se lo riteniamo necessario e solo in seconda battuta iniziamo ad impostare una psicoterapia.
Buona giornata,
ritengo che normalizzare la paura di impazzire sia il primo step per aiutare il pz. a leggere ciò che sta accadendo: è un tipico sintomo dello stato ansioso, che però spaventa il pz. a tal punto da portarlo spesso al Pronto Soccorso.
Chiaramente è un sintomo più inquietante della tachicardia o del fiato corto.
Ma il trucco per poter superare queste paure è proprio affrontarle: l'ansioso nel tentativo di sedare l'ansia mette in atto la strategia di combatterla, impegnandosi attivamente per controllarla e questo ingigantisce il problema.
Ripeto che il farmaco non serve a soffocare sentimenti e sensazioni negative; ci sono situazioni in cui anche noi psicologi psicoterapeuti inviamo prima il pz. a fare una consulenza psichiatrica se lo riteniamo necessario e solo in seconda battuta iniziamo ad impostare una psicoterapia.
Buona giornata,
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 17.2k visite dal 18/10/2013.
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Approfondimento su Attacchi di panico
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