Insoddisfazione della mia vita sociale
A differenza dei miei amici non ho vissuto un adolescenza movimentata, anzi, se il me quattordicenne un giorno si svegliasse ora, a 18 anni si ritroverebbe a vivere la stessa routine di sempre.
In inverno vado a scuola e in palestra ed esco nei weekend, in estate sto tutto il giorno fuori negli unici bar che ci sono nel mio paese con i miei amici, e parto sempre in vacanza,l'unico momento in cui mi sento di vivere.Mi viene difficile esporre il problema senza prima fare un breve riassunto della mia adolescenza:
Le medie sono stato il più brutto periodo della mia vita: soffrivo di insonnia, ero vittima di bullismo fisico (a cui reagivo bene) e soprattutto psichico, che è peggio; i ragazzi mi proibivano di giocare con loro, non mi invitavano ai compleanni. Odiavo la mia scuola così tanto che sognavo di ucciderli di notte, o che ci fosse un terremoto che avrebbe spazzato via la città, ero senza neanche un amico e il mio sogno era semplicemente quello di essere emarginato senza essere preso di mira, pertanto cercai conforto in internet dove la "comunità virtuale" si relazionava con me bene, così fino al liceo.
Lì strinsi le prime amicizie e cominciai a uscire con loro.Notai subito che non sapevo relazionarmi all'interno della società, e notavo anche che comunque quei 3 anni vissuti al buio erano pesantissimi,infatti tutti si conoscevano nel mio paese tranne me. Se mi presentavo a qualcuno si ricordavano dello "sfigato coglione" delle medie e nel mio paese siciliano non è facile sfatare pregiudizi (così come non lo fu con i miei amici). Con le ragazze il rapporto fu peggiore,per molte ero lo zimbello che aveva la presunzione di "provarci" con loro, e le pochissime volte che sono uscito con una ragazza e altri mi vedevano lei spiegava che era perché provava pena per me (a prescindere dalla veridicità di ciò, questo sta a dimostrare quanto fosse pessima la mia fama).Questo accadde molte volte, oppure altre mi davano buca senza avere la decenza di avvertire. Per conservare un briciolo di orgoglio ovviamente non le cercavo più e ho sviluppato una misoginia sessista/razzista che non risparmia nessuno. Pur dicendomi che le donne non sono tutte uguali alla fine le guardo inconsciamente sempre con disprezzo per come mi hanno trattato e perchè molti miei amici mi hanno abbandonato per stare con una femmina o sono cambiati radicalmente dopo una relazione tanto da far raffreddare i rapporti.Tutto questo fu tra i 14-16 anni. Infatti poi smisi di cercare un rapporto con una donna per evitare di uscirne sofferente. Se prima cercavo e non trovavo, smettendo fu peggio anche se stetti in principio molto meglio.Ora mi rendo conto di non poter uscire dalla mia routine di vita, dalla mia insoddisfazione, dalla mia immobilità e non so cosa fare per rendere la mia vita migliore, per conoscere ragazze mi riduco a facebook non avendo modo di conoscerle di presenza come nei viaggi dove ho avuto le uniche esperienze(baci).Mi dispiace non saper esplicare bene il problema online
In inverno vado a scuola e in palestra ed esco nei weekend, in estate sto tutto il giorno fuori negli unici bar che ci sono nel mio paese con i miei amici, e parto sempre in vacanza,l'unico momento in cui mi sento di vivere.Mi viene difficile esporre il problema senza prima fare un breve riassunto della mia adolescenza:
Le medie sono stato il più brutto periodo della mia vita: soffrivo di insonnia, ero vittima di bullismo fisico (a cui reagivo bene) e soprattutto psichico, che è peggio; i ragazzi mi proibivano di giocare con loro, non mi invitavano ai compleanni. Odiavo la mia scuola così tanto che sognavo di ucciderli di notte, o che ci fosse un terremoto che avrebbe spazzato via la città, ero senza neanche un amico e il mio sogno era semplicemente quello di essere emarginato senza essere preso di mira, pertanto cercai conforto in internet dove la "comunità virtuale" si relazionava con me bene, così fino al liceo.
Lì strinsi le prime amicizie e cominciai a uscire con loro.Notai subito che non sapevo relazionarmi all'interno della società, e notavo anche che comunque quei 3 anni vissuti al buio erano pesantissimi,infatti tutti si conoscevano nel mio paese tranne me. Se mi presentavo a qualcuno si ricordavano dello "sfigato coglione" delle medie e nel mio paese siciliano non è facile sfatare pregiudizi (così come non lo fu con i miei amici). Con le ragazze il rapporto fu peggiore,per molte ero lo zimbello che aveva la presunzione di "provarci" con loro, e le pochissime volte che sono uscito con una ragazza e altri mi vedevano lei spiegava che era perché provava pena per me (a prescindere dalla veridicità di ciò, questo sta a dimostrare quanto fosse pessima la mia fama).Questo accadde molte volte, oppure altre mi davano buca senza avere la decenza di avvertire. Per conservare un briciolo di orgoglio ovviamente non le cercavo più e ho sviluppato una misoginia sessista/razzista che non risparmia nessuno. Pur dicendomi che le donne non sono tutte uguali alla fine le guardo inconsciamente sempre con disprezzo per come mi hanno trattato e perchè molti miei amici mi hanno abbandonato per stare con una femmina o sono cambiati radicalmente dopo una relazione tanto da far raffreddare i rapporti.Tutto questo fu tra i 14-16 anni. Infatti poi smisi di cercare un rapporto con una donna per evitare di uscirne sofferente. Se prima cercavo e non trovavo, smettendo fu peggio anche se stetti in principio molto meglio.Ora mi rendo conto di non poter uscire dalla mia routine di vita, dalla mia insoddisfazione, dalla mia immobilità e non so cosa fare per rendere la mia vita migliore, per conoscere ragazze mi riduco a facebook non avendo modo di conoscerle di presenza come nei viaggi dove ho avuto le uniche esperienze(baci).Mi dispiace non saper esplicare bene il problema online
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Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, ciò che espone mi rattrista molto.
Mi colpisce, e per ciò voglio darle un rimando positivo, la dignità con cui espone i fatti, che raccontano una realtà dura e degli episodi che, molto probabilmente, per lei saranno stati fonte di dolore. Specialmente se si pensa che si trovava nella fase adolescenziale, che è una fase dello sviluppo molto delicata e già di per difficoltosa.
La sollecito vivamente a rivolgersi al servizio territoriale della sua zona. Potrà parlare con uno psicoterapeuta di questi forti vissuti e magari elaborarli per vivere più serenamente il presente e per pianificare un futuro soddisfacente.
Un caro saluto.
Mi colpisce, e per ciò voglio darle un rimando positivo, la dignità con cui espone i fatti, che raccontano una realtà dura e degli episodi che, molto probabilmente, per lei saranno stati fonte di dolore. Specialmente se si pensa che si trovava nella fase adolescenziale, che è una fase dello sviluppo molto delicata e già di per difficoltosa.
La sollecito vivamente a rivolgersi al servizio territoriale della sua zona. Potrà parlare con uno psicoterapeuta di questi forti vissuti e magari elaborarli per vivere più serenamente il presente e per pianificare un futuro soddisfacente.
Un caro saluto.
[#2]
Utente
Il fatto è che non voglio sovraccaricare i miei e dargli preoccupazioni non necessarie, inoltre se passo i test ad aprile ho l'opportunità di andare a vivere a Roma, che penso sia una grande, bella città, ma soprattutto con un'altra mentalità rispetto a quella chiusa del mio paese. Penso davvero che lì potrei ricominciare a crearmi una nuova vita sociale senza alcun pregiudizio. Solo che avrò sempre il rimpianto di non aver vissuto bene la mia adolescenza nella mia cittadina d'origine
[#3]
Caro ragazzo,
mi ha colpito molto quello che ha scritto e come sottolineato dalla collega Abbate anche il modo in cui l'ha scritto. Alla fine dice " mi spiace di non saper esplicare bene il problema (...)" quando invece è stato molto chiaro e ordinato nell'esporlo.
L'adolescenza è un periodo tremendo, mi creda per tutti, anche per coloro che possono sembrare fichi a scuola o pieni di amici ( e poi magari divorati da grandi solitudini interiori) E' il periodo delle insicurezze, della transizione, dei mille cambiamenti ed il discorso diviene complesso perchè l'adolescenza di oggi (virtualizzata) è molto diversa da quella di alcune generazioni fa (ma quì bisognerebbe aprire una parentesi enorme...). Intanto vorrei dirle che lei è in realtà ancora adolescente. L'adolescenza , di fatto, si è notevolmente allungata, arrivando con la tarda adolescenza fino i 22/25 anni. Ma non è questo ovviamente il punto (anche se credo le possa fare bene saperlo...!)
Il punto è nella sua frase finale. E' nell'autostima che sembrerebbe bassa.
Il fatto che vada a studiare a Roma o in un'altra città penso che le possa senz'altro fare bene. Il confrontarsi con una grande città e non più con il paese dove ormai lei pensa di avere uno stigma.
Non viva di rimpianti per quello che crede di non aver vissuto ma con grinta ed emozione per le cose bellissime che le accadranno a breve termine; l'università; l'esperienza di vivere in una grande e bellissima città come Roma (qualora passasse il test); farsi degli amici e scrollarsi l'immagine che gli altri hanno voluto che lei avesse di se stesso da "sfigato" e da "zimbello".
Tanti auguri e un caro in bocca al lupo per il suo test e i suoi futuri studi.
mi ha colpito molto quello che ha scritto e come sottolineato dalla collega Abbate anche il modo in cui l'ha scritto. Alla fine dice " mi spiace di non saper esplicare bene il problema (...)" quando invece è stato molto chiaro e ordinato nell'esporlo.
L'adolescenza è un periodo tremendo, mi creda per tutti, anche per coloro che possono sembrare fichi a scuola o pieni di amici ( e poi magari divorati da grandi solitudini interiori) E' il periodo delle insicurezze, della transizione, dei mille cambiamenti ed il discorso diviene complesso perchè l'adolescenza di oggi (virtualizzata) è molto diversa da quella di alcune generazioni fa (ma quì bisognerebbe aprire una parentesi enorme...). Intanto vorrei dirle che lei è in realtà ancora adolescente. L'adolescenza , di fatto, si è notevolmente allungata, arrivando con la tarda adolescenza fino i 22/25 anni. Ma non è questo ovviamente il punto (anche se credo le possa fare bene saperlo...!)
Il punto è nella sua frase finale. E' nell'autostima che sembrerebbe bassa.
Il fatto che vada a studiare a Roma o in un'altra città penso che le possa senz'altro fare bene. Il confrontarsi con una grande città e non più con il paese dove ormai lei pensa di avere uno stigma.
Non viva di rimpianti per quello che crede di non aver vissuto ma con grinta ed emozione per le cose bellissime che le accadranno a breve termine; l'università; l'esperienza di vivere in una grande e bellissima città come Roma (qualora passasse il test); farsi degli amici e scrollarsi l'immagine che gli altri hanno voluto che lei avesse di se stesso da "sfigato" e da "zimbello".
Tanti auguri e un caro in bocca al lupo per il suo test e i suoi futuri studi.
Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.9k visite dal 11/10/2013.
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Approfondimento su Bullismo
Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).