Una grossa forma
salve professori!
sono un ragazzo di 20 anni e credo di soffrire di una grossa forma di ipocondria.
mi vergogno anche un po a scriverlo, sono un ragazzo grande e grosso, sono alto 186 cm e peso 93 kg e sono molto sportivo: faccio judo, piscina e tennis e credo di essere la persona piu ipocondriaca del pianeta.
ogni volta che subisco un infortunia entro nel panico, penso sempre al peggio, al non poter riprendere l''attivita fisica, a non poter riprende il pieno utilizzo della parte interessata ecc.
pensate che l''anno scorso sono stato colpito da una tendinosi che mi ha fermato per 4 mesi, è steta la fine, ero sempre teso a cercare di sentire delle anomalie nel funzionamento o nei dolori della mia spalla, la toccavo sempre, la tastavo per vedere se c''era qualche cosa che non andava...in poche parole ero ossessionato.
mi sono accorto di questo problema e non vorrei che essendo troppo preoccupato a stare attento ad ogni minimo squilibrio del mio corpo riuscissi davvero a somatizzare dei mali che sono tutt''altro che gravi.
che ne pensate?
grazie in anticipo e buon lavoro
cordiali saluti
stefano
sono un ragazzo di 20 anni e credo di soffrire di una grossa forma di ipocondria.
mi vergogno anche un po a scriverlo, sono un ragazzo grande e grosso, sono alto 186 cm e peso 93 kg e sono molto sportivo: faccio judo, piscina e tennis e credo di essere la persona piu ipocondriaca del pianeta.
ogni volta che subisco un infortunia entro nel panico, penso sempre al peggio, al non poter riprendere l''attivita fisica, a non poter riprende il pieno utilizzo della parte interessata ecc.
pensate che l''anno scorso sono stato colpito da una tendinosi che mi ha fermato per 4 mesi, è steta la fine, ero sempre teso a cercare di sentire delle anomalie nel funzionamento o nei dolori della mia spalla, la toccavo sempre, la tastavo per vedere se c''era qualche cosa che non andava...in poche parole ero ossessionato.
mi sono accorto di questo problema e non vorrei che essendo troppo preoccupato a stare attento ad ogni minimo squilibrio del mio corpo riuscissi davvero a somatizzare dei mali che sono tutt''altro che gravi.
che ne pensate?
grazie in anticipo e buon lavoro
cordiali saluti
stefano
[#1]
Caro ragazzo,
da questa postazione non possiamo discriminare se si tratti effettivamente di ipocondria o di un fattore ansioso tale da poter essere considerato un "disturbo".
Possiamo ipotizzare che in lei ci sia una certa tendenza a gestire il conflitto usando prevalentemente il corpo, amplificando in questo senso anche le sensazioni più "banali" o interpretando delle reazioni fisiologiche come un segno di qualche patologia.
Immagino che lo sport nella sua vita rivesta un ruolo centrale, per varietà e tempo dedicato. Cerchi di considerare mente e corpo come due componenti che si completano a vicenda e sono in dialogo costante.
da questa postazione non possiamo discriminare se si tratti effettivamente di ipocondria o di un fattore ansioso tale da poter essere considerato un "disturbo".
Possiamo ipotizzare che in lei ci sia una certa tendenza a gestire il conflitto usando prevalentemente il corpo, amplificando in questo senso anche le sensazioni più "banali" o interpretando delle reazioni fisiologiche come un segno di qualche patologia.
Immagino che lo sport nella sua vita rivesta un ruolo centrale, per varietà e tempo dedicato. Cerchi di considerare mente e corpo come due componenti che si completano a vicenda e sono in dialogo costante.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Ragazzo,
Mi associo alle indicazioni del Collega nella risposta.
L' ipocondria e le somatizzazioni rappresentano un passaggio dal mentale al corporeo dei un disagio di cui non si conosce l' etiologia.
Non deve vergognarsi, può accadere nella vita di non essere più capaci di ascoltarsi, uno psicologo può aiutarla nel ritrovare quel dialogo sano e funzionale tra mente e corpo, per evitare che il corpo si possa esprimere con un corteo sintomatologico
Mi associo alle indicazioni del Collega nella risposta.
L' ipocondria e le somatizzazioni rappresentano un passaggio dal mentale al corporeo dei un disagio di cui non si conosce l' etiologia.
Non deve vergognarsi, può accadere nella vita di non essere più capaci di ascoltarsi, uno psicologo può aiutarla nel ritrovare quel dialogo sano e funzionale tra mente e corpo, per evitare che il corpo si possa esprimere con un corteo sintomatologico
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
...mi sono accorto di questo problema e non vorrei che essendo troppo preoccupato a stare attento ad ogni minimo squilibrio del mio corpo riuscissi davvero a somatizzare dei mali che sono tutt''altro che gravi....
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2649-professione-ipocondriaco-l-arte-di-crearsi-malattie.html
saluti
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2649-professione-ipocondriaco-l-arte-di-crearsi-malattie.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#4]
"ogni volta che subisco un infortunia entro nel panico, penso sempre al peggio, al non poter riprendere l''attivita fisica, a non poter riprende il pieno utilizzo della parte interessata ecc."
Gentile Utente,
se Lei pratica sport a livello agonistico, alcuni atteggiamenti rientrano nella "normalità" per quel campione specifico (= gli atleti) che stanno fermi pochissimo tempo per gli infortuni e spesso soffrono molto per non poter riprendere l'attività sportiva nel giro di breve tempo.
Il problema invece nasce quando vi è un cosante monitoraggio sulle più piccole attivazioni corporeee che abbiamo tutti, soltanto che è solo la persona ansiosa a viverle così e prestarvi molta attenzione.
Chiaramente più si pone attenzione su un aspetto, più ci sarà la tendenza ad amplificare quell'aspetto.
Inoltre mi pare si sia impiantato un meccanismo tale che porta apparentemente alla verifica del movimento dell'arto, ma che in realtà non fa altro che portarLa in un circolo vizioso ("la toccavo sempre, la tastavo per vedere se c''era qualche cosa che non andava...in poche parole ero ossessionato...") il cui unico obiettivo è aumentare ansia e angoscia e farLa dubitare della guarigione, salute, ecc...
Se non ho capito male. Lei ha questa preoccupazione solo recentemente o ne è diventato consapevole solo ora.
Credo potrebbe essere una buona idea parlarne con lo psicologo, anche in palestra, se presente, o in un consultorio della zona.
Per approfondimenti può dare un'occhiata a questi articoli:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1595-piangere-non-serve.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1448-allenare-il-corpo-e-la-mente.html
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
se Lei pratica sport a livello agonistico, alcuni atteggiamenti rientrano nella "normalità" per quel campione specifico (= gli atleti) che stanno fermi pochissimo tempo per gli infortuni e spesso soffrono molto per non poter riprendere l'attività sportiva nel giro di breve tempo.
Il problema invece nasce quando vi è un cosante monitoraggio sulle più piccole attivazioni corporeee che abbiamo tutti, soltanto che è solo la persona ansiosa a viverle così e prestarvi molta attenzione.
Chiaramente più si pone attenzione su un aspetto, più ci sarà la tendenza ad amplificare quell'aspetto.
Inoltre mi pare si sia impiantato un meccanismo tale che porta apparentemente alla verifica del movimento dell'arto, ma che in realtà non fa altro che portarLa in un circolo vizioso ("la toccavo sempre, la tastavo per vedere se c''era qualche cosa che non andava...in poche parole ero ossessionato...") il cui unico obiettivo è aumentare ansia e angoscia e farLa dubitare della guarigione, salute, ecc...
Se non ho capito male. Lei ha questa preoccupazione solo recentemente o ne è diventato consapevole solo ora.
Credo potrebbe essere una buona idea parlarne con lo psicologo, anche in palestra, se presente, o in un consultorio della zona.
Per approfondimenti può dare un'occhiata a questi articoli:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1595-piangere-non-serve.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1448-allenare-il-corpo-e-la-mente.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 09/10/2013.
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