Problemi d'ansia

Sono ormai 6 mesi che vado da uno psicologo per problemi d'ansia e per due episodi isolati di attacchi di panico. Durante i nostri incontri facciamo delle gran parlate e assieme cerchiamo di trovare le cause delle mie insicurezze, paure e ansie. Va detto però che della maggiorparte delle motivazioni, razionali o inconsce, che mi spingono a comportarmi in una certa maniera e a provare i sentimenti per cui vado dallo psicologo sono già perfettamente consapevole. Sono anni, o meglio è tutta la vita, che faccio introspezione su me stesso per cercare di capire il perchè di alcune cose (ho 35 anni) e parlando con lui sono arrivato a capire che quasi tutte le sue osservazioni erano già mie. Ciò non toglie che le mie paure restano, le mie ansie pure, così come le mie insicurezze perchè non ho trovato la via per sbloccarle. Lui mi dice che potrà indicarmi solo la strada ma che la soluzione posso trovarla solo io e che lui non ha la bacchetta magica. Mi chiedo allora, pur premettendo che mi sembra bravo: che vado a fare dallo psicologo se mi dice che devo trovare da solo la soluzione? E' come se andassi dal meccanico e mi dicesse "cambiati tu il filtro e le candele"... Non dovrebbe essere un'altro il percorso da seguire? Io oppongo molte resistenze inconsce, lo so, ma non c'è qualche sistema per sbloccarle?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
ci può dire che tipo di obiettivi vi siete prefissati per i vostri incontri e che cadenza hanno i colloqui?
Si tratta di psicoterapia?
Cosa intende quando scrive che oppone " molte resistenze inconsce"?
Che ripercussioni hanno sulla sua vita quotidiana le sue ansie, paure ed insicurezze?


Saluti,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
posso comprendere la frustrazione che prova, il non riuscire a risolvere i problemi ci fa sentire impotenti, soprattutto se c'è qualcuno che ci dice che la palla la dobbiamo giocare noi. Andare dallo psicologo non è andare dal meccanico. Un meccanico sa esattamente quali pezzi cambiare o quali viti stringere, c'è una relazione certa tra il problema meccanico e la soluzione. In psicologia ogni problema è individuale, non ci sono formule generalizzabili che vanno bene per tutti. Inoltre conoscere una motivazione non significa cambiarla, la conoscenza da sola non basta. Bisogna prendere ciò che si conosce e provare a non rigiocarlo. Questa è davvero una cosa che può fare solo lei.
La metafora che ritengo più giusta è quella dell'allenatore: Chi allena prepara l'atleta a scendere in campo ma poi sarà lui a giocare la partita.
Detto questo non conosco la qualità della sua relazione terapeutica e credo che le perplessità che ci porta debba condividerle con il suo psicologo, altrimenti rischiamo la confusione.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Per rispondere al primo consulto, non posso dire che ci siamo fissati degli obiettivi chiari. Credo che sia implicito che gli obiettivi siano l'eliminazione dei disturbi d'ansia. I disturbi di cui parlo non minano in maniera considerevole il mio quotidiano, se non per insicurezze e paure che possono essere scambiati per permalosità e timidezza. Il problema riguarda le paure notturne che spesso non mi fan dormire e i due attacchi di panico che mi son venuti.

Per rispondere al secondo: capisco quel che dice ma, andando a frequenza settimanale, sentirmi dire una cosa del genere, soprattutto quando le cause mi sono già note, mi fa pensare che forse farei meglio a far da solo (o non fare). Se mi rivolgo a un professionista pagandolo è perchè voglio raggiungere un risultato. Sarebbe troppo semplice farsi pagare senza offrire risultati certi. Sbaglio?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Non sbaglia.
E' infatti importante fissare degli obiettivi chiari, precisi, sensati e soprattutto raggiungibili.
E, di conseguenza, è necessario FARE qualcosa per raggiungere questi obiettivi.
Per i problemi d'ansia e di panico in genere i trattamenti d'elezione sono le psicoterapie attive e focalizzate, come quella ad es. cognitivo-comportamentale.
Parlare per inquadrare il problema va bene, parlare per capire quali credenze e idee disfunzionali mantengono in vita il problema va bene, ma le cause, nei disturbi d'ansia, non sono prioritarie rispetto all'eliminazione delle crisi d'ansia e al superamento delle paure.
Questo almeno secondo un'ottica cognitivo-comportamentale.
Quindi è importante iniziare a FARE tutte quelle azioni che permettono di imparare a padroneggiare ansie e paure e a disabituarsi, riuscendo anche ad estinguere tutti quei comportamenti che incrementano il problema (ad es. gli evitamenti degli stimoli ansiogeni).

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<Credo che sia implicito che gli obiettivi siano l'eliminazione dei disturbi d'ansia.>>

Questo può essere l'obiettivo "macro", che però di per sé rischia di essere troppo generico, tanto che lei stesso lo ritiene implicito.
Sarebbe probabilmente più efficace mirare a micro-obiettivi definibili con maggior facilità e cercare di raggiungerli seguendo un certo ordine.
Per far questo potrebbe essere importante partire da un'attenta e scrupolosa analisi dei comportamenti, dei pensieri, delle emozioni e delle tentate soluzioni che accompagnano il suo disagio notturno. In base a ciò si può ipotizzare un lavoro terapeutico mirato.
Condivido la sua opinione che conoscere le cause non significhi risolvere il problema, mentre purtroppo la garanzia sui risultati non credo sia possibile, dal momento che le variabili in gioco sono molte e non tutte dipendono dall'operato del terapeuta.
Penso anch'io che sarebbe opportuno che discutesse delle sue perplessità con lo psicologo (psicoterapeuta?) che la segue.


Cordialità,
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