Stato di malessere, ricerca del dolore fisico, assenza di appetito, depressione,..
Gent.le Dott./essa, Vi scrivo perchè credo sia arrivato il momento di affrontare il mio problema.
Vorrei iniziare il discorso dicendo che sono ancora giovane, tuttavia, non credo possa essere un dato rilevante. Soprattutto percche, solitamente, serve a sottovalutare e sminuire l'importanza del problema.
Ho avuto un infanzia molto difficile, tra genitori alcolisti, paranoici, possessivi e la lontananza fra loro che da sempre ha caratterizzato la mia vita.
Non ho mai pensato che questo potesse aver causato alcun danno a lungo termine alla mia propria persona ma arrivata al giorno d'oggi devo uscire dalla mia illusione.
Ho problemi di relazione, specialmente con il mio compagno attuale, relazione che dura da tre anni, iniziata con un tradimento perdonato.
Ho sempre avuto il limite di voler le persone solo per me, dovuto chiaramente da un comportamento estremo di gelosia e possessione.
Questa relazione mi sta lentamente consumando dentro, peso 45 kg, per un altezza di 1.65m, non ho appetito, sono sempre stanca e malinconica, vorrei passare le giornate dormendo.
Il ragazzo in questione è una persona irascibile, bugiarda e, tuttavia, non riesco ad allontanarmi da lui. Sostiene di amarmi, nonostante le varie bugie, le mancanze di rispetto e l'indifferenza che mostra verso la mia persona e la nostra relazione.
Sono preoccupata perchè in passato ho fatto alcune stupidaggini, una di cui non parlo volentieri, oltre aver assunto anti depressivi, calmanti, e via discorrendo. Ho la tendenza di ricercare il dolore fisico per mascherare il forte dolore emotivo che sento, il quale ormai si è trasformato in un vero e proprio dolore fisico; difficoltà nella respirazione, attacchi di panico, dolore nella zona sinistra della cassa toracica, ecc..
Dopo aver scoperto l'ennesima bugia che mi ha nuovamente trascinata in un vortice di dolore, volontà di auto infliggermi dolore fisico, vi scrivo perchè ho disperatamente bisogno di aiuto. La soluzione sarebbe chiaramente di allontanarmi da lui ma al momento credo sia, seppur forte, giusto dire che preferirei morire piuttosto che vivere senza di lui. Sono però arrivata alla consapevolezza che cosi non posso andare avanti.. Credo che ormai si tratti di ossessione, non più di amore o sentimento.
Vorrei inoltre, sapere se una consulenza, anche dal vivo, potrebbe fare al caso mio oppure se riteniate che questa preoccupazione e malessere sia solo frutto di un'esagerazione emotiva e autocommiserazione.
Vi sarei davvero grata dal profondo del cuore se riusciste, anche solo in minima parte, ad aiutarmi.
Con sincera stima.
Vorrei iniziare il discorso dicendo che sono ancora giovane, tuttavia, non credo possa essere un dato rilevante. Soprattutto percche, solitamente, serve a sottovalutare e sminuire l'importanza del problema.
Ho avuto un infanzia molto difficile, tra genitori alcolisti, paranoici, possessivi e la lontananza fra loro che da sempre ha caratterizzato la mia vita.
Non ho mai pensato che questo potesse aver causato alcun danno a lungo termine alla mia propria persona ma arrivata al giorno d'oggi devo uscire dalla mia illusione.
Ho problemi di relazione, specialmente con il mio compagno attuale, relazione che dura da tre anni, iniziata con un tradimento perdonato.
Ho sempre avuto il limite di voler le persone solo per me, dovuto chiaramente da un comportamento estremo di gelosia e possessione.
Questa relazione mi sta lentamente consumando dentro, peso 45 kg, per un altezza di 1.65m, non ho appetito, sono sempre stanca e malinconica, vorrei passare le giornate dormendo.
Il ragazzo in questione è una persona irascibile, bugiarda e, tuttavia, non riesco ad allontanarmi da lui. Sostiene di amarmi, nonostante le varie bugie, le mancanze di rispetto e l'indifferenza che mostra verso la mia persona e la nostra relazione.
Sono preoccupata perchè in passato ho fatto alcune stupidaggini, una di cui non parlo volentieri, oltre aver assunto anti depressivi, calmanti, e via discorrendo. Ho la tendenza di ricercare il dolore fisico per mascherare il forte dolore emotivo che sento, il quale ormai si è trasformato in un vero e proprio dolore fisico; difficoltà nella respirazione, attacchi di panico, dolore nella zona sinistra della cassa toracica, ecc..
Dopo aver scoperto l'ennesima bugia che mi ha nuovamente trascinata in un vortice di dolore, volontà di auto infliggermi dolore fisico, vi scrivo perchè ho disperatamente bisogno di aiuto. La soluzione sarebbe chiaramente di allontanarmi da lui ma al momento credo sia, seppur forte, giusto dire che preferirei morire piuttosto che vivere senza di lui. Sono però arrivata alla consapevolezza che cosi non posso andare avanti.. Credo che ormai si tratti di ossessione, non più di amore o sentimento.
Vorrei inoltre, sapere se una consulenza, anche dal vivo, potrebbe fare al caso mio oppure se riteniate che questa preoccupazione e malessere sia solo frutto di un'esagerazione emotiva e autocommiserazione.
Vi sarei davvero grata dal profondo del cuore se riusciste, anche solo in minima parte, ad aiutarmi.
Con sincera stima.
[#1]
Gentile ragazza,
Anzitutto vorrei proporle di non enfatizzare tanto il malessere che prova e le sue origini forrse familiari. Tale atteggiamento infatti potrebbe rinforzare il senso di ineluttabilita' che traspare dalle sue parole.
Lei ha probabilmente avuto delle basi emozionali ed esistenziali non buone ma ora e' grande (anhe se giovanisssima) e puo' modificare le cose con la sua iniziativa.
Certamente sarebbe bene che si facesse aiutare da uno psicologo psicoterapeuta perche' l'autolesionismo e' sintomo di carenze nell'amore di se stessa. Potrebbe essere anche una richiesta di attenzioni da parte del suo contesto. Ma una richiesta fatta con strumenti poco funzionali.
La cura verso se' se stessa dovrebbe essere realizzata, rinforzata e sostenuta in lei stimolando in lei i lati positivi e di eccellenza e non certo le debolezze!
Ci faccia avere sue notizie e spero saranno ottime!
Anzitutto vorrei proporle di non enfatizzare tanto il malessere che prova e le sue origini forrse familiari. Tale atteggiamento infatti potrebbe rinforzare il senso di ineluttabilita' che traspare dalle sue parole.
Lei ha probabilmente avuto delle basi emozionali ed esistenziali non buone ma ora e' grande (anhe se giovanisssima) e puo' modificare le cose con la sua iniziativa.
Certamente sarebbe bene che si facesse aiutare da uno psicologo psicoterapeuta perche' l'autolesionismo e' sintomo di carenze nell'amore di se stessa. Potrebbe essere anche una richiesta di attenzioni da parte del suo contesto. Ma una richiesta fatta con strumenti poco funzionali.
La cura verso se' se stessa dovrebbe essere realizzata, rinforzata e sostenuta in lei stimolando in lei i lati positivi e di eccellenza e non certo le debolezze!
Ci faccia avere sue notizie e spero saranno ottime!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Ragazza,
Anche io, come la Collega le suggerisco di farsi aiutare da uno psicologo.
Le condotte autolesionistche solitamente sono strategie non adattive che servono per spostare l' attenzione dal dolore psichico, spesso insopportabile, a quello fisico, sicuramente più gestibile.
Trovare le cause e sopratutto le soluzioni al suo disagio psico/ corporeo è il compito dello psicologo
Anche io, come la Collega le suggerisco di farsi aiutare da uno psicologo.
Le condotte autolesionistche solitamente sono strategie non adattive che servono per spostare l' attenzione dal dolore psichico, spesso insopportabile, a quello fisico, sicuramente più gestibile.
Trovare le cause e sopratutto le soluzioni al suo disagio psico/ corporeo è il compito dello psicologo
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dott.ssa Rinella.
Un consulto dal vivo potrebbe essere opportuno.
Si potrebbe quasi ipotizzare che la sua relazione fatta di scontri continui ed insoddisfazione ricalchi quella dei suoi genitori. Sembra si voglia fare del male non solo fisicamente ma anche emotivamente attraverso questo rapporto . Credo che tali temi debbano essere affrontati all interno di un percorso terapeutico.In realtà la giovane età è un fattore pronostico positivo.
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scrive la mia collega, dott.ssa Rinella.
Un consulto dal vivo potrebbe essere opportuno.
Si potrebbe quasi ipotizzare che la sua relazione fatta di scontri continui ed insoddisfazione ricalchi quella dei suoi genitori. Sembra si voglia fare del male non solo fisicamente ma anche emotivamente attraverso questo rapporto . Credo che tali temi debbano essere affrontati all interno di un percorso terapeutico.In realtà la giovane età è un fattore pronostico positivo.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#4]
Utente
Innanzitutto vorrei ringraziarVi sinceramente per la risposta ricevuta, oltretutto molto tempestiva.
Gentile Dr.essa Franca Esposito, secondo Lei, dunque, sto ingigantendo una situazione che in realtà tanto tragica non è?
E' soprattutto questo il motivo che mi rende restia a cercare aiuto reale. Sono certa che proverei una certa vergogna a dover esporre il mio ''problema'', forse insignificante, di fronte ad uno psicologo.
Capisco che in realtà, per qualsiasi altra persona, sarebbe una situazione facile da risolvere, come vedo fare tante mie coetanee. Tuttavia, non capisco perche io non ci riesco e soffro cosi tanto.
Inoltre, non era mia intenzione riporre l'origine del mio apparente malessere nella questione familiare. In realtà ho sempre diviso la questione passato, con la mia relazione attuale.
Per quanto riguarda la ricerca del dolore fisico non credo sia per attirare l'attenzione anche perchè non ne ho mai parlato con nessuno e ho cercato di mascherarlo il più possibile.
Mi ritrovo nelle parole della dott.ssa Rinella, cerco di eliminare il dolore emotivo con quello fisico, tuttavia, come saprete meglio di me, non funziona.
Infine, per il Dr. Mori vorrei specificare che non ho mai conosciuto la relazione tra i miei genitori, si sono divisi quando ero ancora in culla e subito mi sono trasferita all'estero con mia madre, per poi tornare dopo anni in Italia.
Dunque, non ho mai vissuto scontri, o litigi, purtroppo solo ora con il mio attuale compagno vivo questa realtà.
Spesso, le persone che mi stanno accanto, cercano di darmi consigli sul da farsi ma quando si tratta di lui, sono ferma sulla mia posizione, i consigli entrano da una parte ed escono dall'altra. Ho anche paura che potrebbe succedere questo con un eventuale psicologo.
Mi interessa solo averlo accanto, anche se sono tre anni che in realtà sto soffrendo. Razionalmente non c'è nemmeno un lato positivo nella nostra relazione, e me ne rendo conto.
Cosa posso fare a questo punto?
Grazie di cuore
Gentile Dr.essa Franca Esposito, secondo Lei, dunque, sto ingigantendo una situazione che in realtà tanto tragica non è?
E' soprattutto questo il motivo che mi rende restia a cercare aiuto reale. Sono certa che proverei una certa vergogna a dover esporre il mio ''problema'', forse insignificante, di fronte ad uno psicologo.
Capisco che in realtà, per qualsiasi altra persona, sarebbe una situazione facile da risolvere, come vedo fare tante mie coetanee. Tuttavia, non capisco perche io non ci riesco e soffro cosi tanto.
Inoltre, non era mia intenzione riporre l'origine del mio apparente malessere nella questione familiare. In realtà ho sempre diviso la questione passato, con la mia relazione attuale.
Per quanto riguarda la ricerca del dolore fisico non credo sia per attirare l'attenzione anche perchè non ne ho mai parlato con nessuno e ho cercato di mascherarlo il più possibile.
Mi ritrovo nelle parole della dott.ssa Rinella, cerco di eliminare il dolore emotivo con quello fisico, tuttavia, come saprete meglio di me, non funziona.
Infine, per il Dr. Mori vorrei specificare che non ho mai conosciuto la relazione tra i miei genitori, si sono divisi quando ero ancora in culla e subito mi sono trasferita all'estero con mia madre, per poi tornare dopo anni in Italia.
Dunque, non ho mai vissuto scontri, o litigi, purtroppo solo ora con il mio attuale compagno vivo questa realtà.
Spesso, le persone che mi stanno accanto, cercano di darmi consigli sul da farsi ma quando si tratta di lui, sono ferma sulla mia posizione, i consigli entrano da una parte ed escono dall'altra. Ho anche paura che potrebbe succedere questo con un eventuale psicologo.
Mi interessa solo averlo accanto, anche se sono tre anni che in realtà sto soffrendo. Razionalmente non c'è nemmeno un lato positivo nella nostra relazione, e me ne rendo conto.
Cosa posso fare a questo punto?
Grazie di cuore
[#5]
<Vorrei inoltre, sapere se una consulenza, anche dal vivo, potrebbe fare al caso mio>
Gentile Ragazza,
la sua storia familiare dolorosa e complessa ha certamente peso sulla sua condizione di suo malessere, sulle sue scelte affettive e sul suo modo di stare nelle relazioni.
Il rapporto che sta vivendo, dal quale sembrerebbe dipendere affettivamente, amplifica e sostiene il suo stato di malessere.
Comprendo bene la sua difficoltà ad uscirne, pur avendo razionalizzato che < la soluzione sarebbe chiaramente di allontanarmi da lui>
Anch'io le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta di persona per trovare l'aiuto che lei meriterebbe , inizi con il chiedere un primo consulto.
Se le occorressero ulteriori informazioni ci faccia sapere
Un caro saluto
Gentile Ragazza,
la sua storia familiare dolorosa e complessa ha certamente peso sulla sua condizione di suo malessere, sulle sue scelte affettive e sul suo modo di stare nelle relazioni.
Il rapporto che sta vivendo, dal quale sembrerebbe dipendere affettivamente, amplifica e sostiene il suo stato di malessere.
Comprendo bene la sua difficoltà ad uscirne, pur avendo razionalizzato che < la soluzione sarebbe chiaramente di allontanarmi da lui>
Anch'io le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta di persona per trovare l'aiuto che lei meriterebbe , inizi con il chiedere un primo consulto.
Se le occorressero ulteriori informazioni ci faccia sapere
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#6]
" Mi ritrovo nelle parole della dott.ssa Rinella, cerco di eliminare il dolore emotivo con quello fisico, tuttavia, come saprete meglio di me, non funziona."
Bene, sono contenta che si ritrova nelle mie parole, spero l' aiutino a riflettere ed a decidere.....
io però sono la dott Randone.
Bene, sono contenta che si ritrova nelle mie parole, spero l' aiutino a riflettere ed a decidere.....
io però sono la dott Randone.
[#7]
Utente
Si, ha ragione, mi scusi, ho sbagliato nome. La ringrazio ancora per il suo consulto.
Leggendo ora, invece, la risposta della Dr.essa Rinella, vorrei ringraziarLa davvero per la comprensione che traspare dalle sue parole.
Quindi il parere generale è che ho bisogno di un aiuto esterno per risolvere questa situazione? Che non c'è modo di risolverla con le mie sole forze? (che al momento sento comunque mancarmi)
In una situazione normale, è corretto perdonare l'ennesima bugia? Una sola cosa avevo chiesto e nemmeno questa e' stata possibile. Cosi tante bugie ho scoperto.. E' possibile ritrovare la fiducia? (Che forse purtroppo ho perso già tre anni fa con il suo tradimento)
Se continuo così, però, continuerò a fare finta di perdonarlo, ad accettare tutto pur di averlo accanto.
Resto in attesa di un eventuale ulteriore risposta al mio messaggio precendente dalla Dr.essa Esposito e del Dr. Mori
Leggendo ora, invece, la risposta della Dr.essa Rinella, vorrei ringraziarLa davvero per la comprensione che traspare dalle sue parole.
Quindi il parere generale è che ho bisogno di un aiuto esterno per risolvere questa situazione? Che non c'è modo di risolverla con le mie sole forze? (che al momento sento comunque mancarmi)
In una situazione normale, è corretto perdonare l'ennesima bugia? Una sola cosa avevo chiesto e nemmeno questa e' stata possibile. Cosi tante bugie ho scoperto.. E' possibile ritrovare la fiducia? (Che forse purtroppo ho perso già tre anni fa con il suo tradimento)
Se continuo così, però, continuerò a fare finta di perdonarlo, ad accettare tutto pur di averlo accanto.
Resto in attesa di un eventuale ulteriore risposta al mio messaggio precendente dalla Dr.essa Esposito e del Dr. Mori
[#8]
Gentile ragazza,
Molto spesso chi esprime dei sintomi non ha intenzione di impegnarsi per cambiare. Il sintomo spesso rappresenta il miglior modo di destreggiarsi nella propria realta' .
E' compito del terapeuta trovare il meccanismo che sostiene il sintomo e aiutare l'interessato a manifestare il proprio desiderio in modo piu' lineare.
Probabilmente nella sua vita lei e' stata lasciata un po' troppo libera di esprimersi in un modo "suo" anche se negativo.
Un terapeuta si occupera' di accompagnarla a elaborare le sue tematiche conflittuali che ora si esprimono contro di lei.
La esorto percio' a intraprendere questa iniziativa con serenita'.
Molto spesso chi esprime dei sintomi non ha intenzione di impegnarsi per cambiare. Il sintomo spesso rappresenta il miglior modo di destreggiarsi nella propria realta' .
E' compito del terapeuta trovare il meccanismo che sostiene il sintomo e aiutare l'interessato a manifestare il proprio desiderio in modo piu' lineare.
Probabilmente nella sua vita lei e' stata lasciata un po' troppo libera di esprimersi in un modo "suo" anche se negativo.
Un terapeuta si occupera' di accompagnarla a elaborare le sue tematiche conflittuali che ora si esprimono contro di lei.
La esorto percio' a intraprendere questa iniziativa con serenita'.
[#9]
Cara Ragazza,
si, credo che un aiuto esterno le gioverebbe, a volte il tentativo di farcela da soli non fa altro che farci mettere in atto le medesime soluzioni disfunzionali che altro non fanno che trattenerci nel malessere.
<Se continuo così, però, continuerò a fare finta di perdonarlo, ad accettare tutto pur di averlo accanto.> In effetti è quello che potrebbe accadere qualora non divenisse consapevole di ciò che sottosta a quanto accade e a come farvi fronte efficacemente.
Un lavoro su sé sarebbe oltremodo utile come già detto per riflettere su sé, sulle sue scelte affettive e sul suo modo di porsi nelle relazioni.
Cari auguri
si, credo che un aiuto esterno le gioverebbe, a volte il tentativo di farcela da soli non fa altro che farci mettere in atto le medesime soluzioni disfunzionali che altro non fanno che trattenerci nel malessere.
<Se continuo così, però, continuerò a fare finta di perdonarlo, ad accettare tutto pur di averlo accanto.> In effetti è quello che potrebbe accadere qualora non divenisse consapevole di ciò che sottosta a quanto accade e a come farvi fronte efficacemente.
Un lavoro su sé sarebbe oltremodo utile come già detto per riflettere su sé, sulle sue scelte affettive e sul suo modo di porsi nelle relazioni.
Cari auguri
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2k visite dal 02/10/2013.
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