Mia figlia mi odia
Salve.
Credo che mia figlia mi odi...o se non altro nutre nei miei confronti rancore profondo e non riesco a capire e a farmene una ragione. Lei ha 26 anni, studentessa universitaria fuori sede, da noi mantenuta in tutto e per tutto. Fa avere sue notizie solo a sua madre, io vengo contattato solo per emergenze o necessità economiche. Se provo a contattarla, non mi risponde al cell e non mi richiama neppure.
Insisto per giorni ...ma mai nessun cenno di vita. Quando, raramente ormai riesco a sentirla è ghiaciale, e se provo a chiedere spiegazioni di tale comportamento mi chiude il tel. Questo comportamento si è manifestato dopo che 3 anni fa ebbi un diverbio con mia suocera , e conseguenti litigi con mia moglie. Litigi che sussistono tuttora.
Mia figlia è convinta della mia colpevolezza e malgrado abbia più volte tentato di spiegare , mi e stato impedito da mia mglie e mia figlia non riuscendo ancor'oggi ad essere riuscito a chiarire un bel niente.
L'altra nostra figlia di 21 anni, invece, mi adora, e malgrado vi siano stati naturali diverbi tra padre e figlia, abbiamo un ottimo rapporto. Ci sentiamo tutti i giorni al tel...anche lei studia fuori casa , e d'altronde prima del diverbio con mia suocera mi sentivo quotidianamente anche con la grande di 26.
Ma dopo questo episodio, ripeto, mia figlia ha iniziato a vedermi con altri occhi e a disprezzarmi e a considerarmi una nullità, usando anche frasi notevolmente ingiuriose e offensive...
Ho provato in tutti i modi di chiarire con lei, di avvinarla, sono andato a trovarla personalmente a Roma dove studia ( io vivo in sardegna ) , ma la cosa non è stata gradita.
Sono veramente distrutto oltretutto perchè questo problema ha acuito i problemi con mia moglie a cui dico spesso di intervenire nei confronti di mia figlia, invece, lei non fa nulla e anzi sembra che la cosa le faccia pure molto comodo e....non capisco neanche questo atteggiamento di mia moglie, sembra tutto contro natura.
Molti anni fa si separarono per un periodo di 7 anni i miei suoceri. In quei sette anni ci fu l'inferno...che è piu o meno lo stesso che sto vivendo io....una perenne Babele.
Ma nel caso dei miei suoceri fui l'unico a prodigarmi, e dico l'unico a rimetterli insieme. I figli non ci tentarono neppure.
Chiedo consiglio e suggerimenti
Grazie
Adriano
Un terapeuta intermediario (sistemico-relazionale o strategico) potrebbe essere una strada da seguire. Ma è necessario il coinvolgimento dell'intera famiglia. Tuttavia potrebbe cominciare lei (lei che scrive) a consultarsi.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
leggendo la Sua mail, mi è sembrato di capire che il Suo ruolo sia quello di colui che si fa in quattro per far funzionare le relazioni e rimettere insieme i pezzi: lo ha fatto anche con i Suoi suoceri.
Forse, se Lei occupa costantemente questo ruolo, è chiaro che diventerà più sensibile ai minimi movimenti di tutti gli altri e qualcosa di innocuo Le sembrerà molto più grande di quanto non lo sia realmente...
Inoltre mi pare che il tipo di relazione che Lei vorrebbe con Sua figlia (la maggiore) sia anche un po' idealizzato e lo confronta costantemente con quello che ha con la figlia più piccola, che La adora.
I figli non sono uguali: non esistono due relazioni uguali perchè non ci sono due persone uguali, quindi dovrebbe riflettere su questi aspetti e magari cercare di impostare la relazione con la sua figlia maggiore in maniera diversa e tentare di costruirla senza avere la pretesa che possa diventare come con quella più giovane.
In fondo in tutte le famiglie (anche nei gruppi di qualunque tipo) ci sono alleanze. Magari è il caso di rivederle, se la cosa La fa soffrire, con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
concordo con quanto scrive il mio collego dr De Vincentiis.
Forse sarebbe opportuno che si rivolgesse ad un collega, dato che non pare solo un problema tra lei e sua figlia, ma un conflitto che riguarda l'intera famiglia.
Non è raro infatti che i conflitti tra genitori finiscano per coinvolgere i figli, costringendoli, in un certo senso, a parteggiare per l'una o per l'altra fazione. Questo oltre a rischiare di distruggere l'equilibrio familiare può causare problemi psicologici nei figli stessi.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
con i colleghi le consiglio di cercare uno psicoterapeuta sistemico e cominciare ad andarci lei, per evitare di pagare lei il prezzo delle nevrosi di tutti e della relazione familiare problematica..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Mi associo alle risposte dei Colleghi.
Una figlia, anche se mossa da dolore ed acredine, non può odiare un padre....
Immagino ci sia stata un' inversione di ruoli, nel senso che durante i svariati litigi, la ragazza abbia difeso la madre, acuendo astio contro di lei....spesso accade nelle famiglie conflittuali.
Provi ad adoperare una strategia comunicativa " alternativa" , come email. Watsapp , messaggi....la raggiunga in altro modo, magari partecipandole il suo dolore, sentimento..amore...magari la legge in differita, potrà rileggerla e perchè no, riflettere su se stessa e su di voi.
Ci dia notizie se crede
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Tuttavia vorrei precisare che ho provato modi altrnativi di contatto attraverso mail, sms, ma il risultato non è cambiato.
Ad ancora preciso che è palese invece il parteggiamento nei mia confronti sopratutto di mia suocera con la quale ripetto i miei rapporti si sono sfreddati. ed oltretutto nega ogni rapporto con tutte le persone che fanno parte della mia parentela...dai miei genitori, fratelli , cugini etc...
Ed è proprio questo che non riesco a capire. Lei adora la nonna e odia il padre. E' assurdo non credete ???
Ora , a volte, prende le difese della madre quando viene a sapere dei nostri litigi, ma bisogna considerare anche che nostra figlia non vive con noi da sei anni, e che comunque è una cosa recente. é piu preoccupanmte semmai il suo diffendere la nonna a tutti i costi. Con lei ha sempre avuto un buon rapporto; la nonna l'aveva accudita nei primi mesi di vita dal 6° al 18 mese , quando noi per lavoro eravamo costretti a stare fuori tutta la settimana dal lun al ven. E la separazione dei miei suoceri non venne da mia figlia vissuta in maniera traumatica. tutto nella norma. Ciò che è diventato traumatico , e che ha scatenato l'emmergere di questo profondo amore per la nonna, è stato il diverbio tra me e mia suocera appunto. Quel diverìbio ha segnato l'anno zero del nostro distacco.
Sembra una maledizione, non un problema psicologico. Ripeto da allora i nostri rapporti sono diventati babelici; ognuno di noi parla una lingua diversa. Rimaniamo a volte ore, e giorni nelle nostre posizioni senza mai riuscire a risolvere nulla. E tutto questo prima non esisteva, cioè, prima del diverbio con mia suocera che ha incrinato definitavamento il nostro rapporto , era nella norma ! anche se non nmascondo che riproveravo sempre a mia suocera di non assumere un atteggiamento umile nei confronti del marito , ritenuto invece colpevole della loro separazione. Cosa di cui non ero assolutamente d'accordo. Lei aveva una buona dose di colpe, ma non lo ha mai ammesso. Orgoglio era alla base di questa separazione.
Per quanto riguarda invece il fatto che possa pretendere da mia figlia maggiore lo stesso affetto di mia figlia minore, devo dire che è ormai fuori dai miei pensieri. So bene che sono completamente diverse, e non pretendo piu ormai che l'una sia uguale all'altra, ma in una scala da 1 a 10 diventerei un padre felice se la maggiore arrivasse a palesarmi affetto fino a 3/4 di questa scala; invece purtroppo il suo affetto non si discosta molto dallo zero.
Non ricordo piu neanche l'ultima volta che , apprendo la comunicazione al tel, mi abbia chiesto..." come stai ?" e ho capito che non lo chiede neanche alla madre...non vi pare assurdo tutto questo.
Grazie ancora per il vostro impagabile intervento
dal momento in cui scrive: " ognuno di noi parla una lingua diversa. Rimaniamo a volte ore, e giorni nelle nostre posizioni senza mai riuscire a risolvere nulla. " mi pare evidente che il problema era presente anche prima e non riguarda solo la relazione con Sua figlia. Inoltre a volte è sufficiente avere dei problemi di comunicazione e non capirsi (o parlare appunto lingue diverse o non dire) per creare grosse incomprensioni. Spesso a tutto ciò, si aggiunge il fatto che ci si irrigidisce sulle proprie posizioni e questa è la ricetta per il disastro.
Quindi è chiaro che Lei stia soffrendo, ma proprio per questo Le suggerisco di chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta di persona: potrebbe aiutarLa a comprendere il linguaggio dei Suoi cari e a modificare qualcosa nel Suo modo di comunicare e di fare con loro, in modo da cominciare a capirsi di più.
Cordiali saluti,
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