Ansia stando lontano da casa

Gentili Medici,
Sono una ragazza di 18 anni che soffre spesso di crisi d'ansia: un paio d'anni fa non riuscivo a spostarmi poco da casa che subito iniziavano e si manifestavano con nausea molto forte, dolori all'intestino (sensazione di avere la diarrea), giramenti di testa, tachicardia e difficoltà respiratorie.
Dopo un anno di psicoterapia sono riuscita ad arginare questi sintomi che però quest' estate, in occasione di un viaggio di due giorni, mi si sono ripresentati.
Il problema è che questo viaggio era nulla in confronto a quello che dovrò affrontare questo sabato: dovrò recarmi all'estero per la prima volta da sola, con una persona mia coetanea, e già al solo pensiero ho i sintomi che ho descritto sopra, sebbene più attenuati.
Come posso fare per attenuare questi sintomi e per affrontare il viaggio serenamente?
Volevo precisare che ho preso in diverse occasioni pastiglie di Valeriana per cercare di stare più calma, ma non mi hanno fatto alcun effetto. Una volta presi del Lexotan e stetti decisamente meglio, ma non vorrei iniziare a fare uso di psicofarmaci, anche perché mia madre non me lo permetterebbe mai essendo molto contraria.

In attesa di risposte, ringrazio e pongo cordiali saluti.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza NON esistono tecniche immediate.
La cosa più saggia da fare è integrare un supporto farmacologico (che deve essere prescritto da uno psichiatra) e cominciare un lavoro di tipo comportamentale.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
rispetto alle sue difficoltà, forse sarebbe più opportuno ritornare dallo psicologo che la ha ricevuta inizialmente. I farmaci possono essere una buona stampella momentanea ma difficilmente una soluzione definitiva.
Non ci sono soluzioni immediate da poter consigliare on line.
La sua giovane età è un fattore prognostico positivo, quindi si faccia coraggio e alzi il telefono.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
sta continuando il percorso psicoterapeutico oppure l'ha interrotto?
Ci può dire qualcosa di più in merito, approccio psicoterapeutico, obiettivi, benefici?
Avete lavorato su cosa?

Se ha ancora questi sintomi e ha interrotto il percorso terapeutico, sarebbe il caso di rivalutare con il suo curante, o con altro psicoterapeuta, una sua eventuale ripresa.
Purtroppo e ci dispiace di non poterle dare un rimedio da qui (non ci sono da dare on line non per cattiva volontà ma per i limiti del mezzo) E' l'ansia che andrebbe curata.

Sabato è vicino e dunque può rivolgersi, per tamponare la situazione, al suo medico di base o a uno specialista di competenza (psichiatra).


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Utente
Utente
Gentili medici, intanto vi ringrazio per le prontissime risposte.
Per rispondere alle domande che mi avete posto, il percorso psicoterapeutico l'ho interrotto di mia spontanea volontà ad agosto 2012, in quanto non lo ritenevo più necessario. Mi ero rivolta ad una vostra Collega per disturbi d'ansia con comportamenti depressivi (non depressione vera e propria) e autolesionisti. Pensavo di essere completamente guarita, non ho avuto più problemi legati né alla depressione, né all'autolesionismo, né all'ansia, che si è riproposta solo ad agosto di quest'anno, nonostante in passato abbia viaggiato diverse volte anche completamente da sola e per lunghe tratte.
Ringrazio nuovamente per i consigli, in base a come riuscirò ad affrontare questo viaggio valuterò se rivolgermi nuovamente alla mia terapeuta.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Sembra trattarsi di una ricaduta.

Anche io, come i Colleghi, le suggerisco di ritornare dal clinico che si è occupato di lei, in questi casi non si lavora sul sintomo, sull' urgenza psicologica, sull' SOS momentaneo, ma avendo lei una storia clinica complessa.....si effettua un lavoro differente.

La farmacoterapia è sempre un valido supporto in Questi casi, ma necessita sempre di un approccio combinato, va cioè associata alla psicoterapia

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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