Non riuscire ad amare una persona che invece... si ama?
Può sembrare strano ed invece la cosa mi sta portando alla disperazione.
Non riesco ad amare una persona che invece penso si debba amare alla follia.
Ma facciamo un passo indietro: attualmente ho 27 anni, dai 18 ho praticamente svolto una vita da recluso in casa causa un pessimo rapporto con mio padre.
Forse il termine "Recluso in casa" è eccessivo ed estremo ma penso renda bene l'idea. Poca voglia di uscire, poca voglia di conoscere altri condivedere esperienze e relazioni... ogni volta che dovevo fare qualcosa mi sentivo obbligato verso gli altri e non verso me stesso.
Il rapporto verso mio padre mi ha portato a frequentare uno psicologo che mi ha aiutato molto facendomi sfogare, sino ai 25 anni quando ho deciso di andare a vivere da solo per staccarmi da una situazione sempre peggiore in ambito casalingo dettata da rapporto sempre più incrinato ed esasperato con mio padre.
Il grosso problema è che però ho portato la mia solitudine in questa nuova abitazioni assieme a tutte le mie passioni solitarie (cinema, lettura etc).
Insomma, ho trovato spostato la mia dimensione e le mie fobie (e i miei problemi) in una nuova abitazione senza però risolvere niente.
Recentemente ho conoscito una ragazza fantastica... è andata avanti un anno a cercarmi sempre assiduamente on line dopo avermi conosciuto di persona. L'interesse è sempre stato reciproco ma i miei timori me l'hanno sempre fatta evitare.
Sino allo scorso 28 agosto quando finalmente mi sono deciso di incontrarla: era la mia prima ragazza in tutto.
Ho avuto un'eruzione di emozioni... i primi 8 giorni sono stati fantastici... Poi il panico e il timore, mi sono trovato solo tutto d'un tratto dopo giorni che praticamente ero sempre con lei e sono scoppiato in un attacco d'ansia: avevo paura di non amarla più, di non trovarmi bene con lei.
Sono tornato di fretta e furia dal mio psicologo: crisi di pianto. attacchi d'ansia... non riuscivo più a fare nulla.
Attualmente spazio dall'apatia al desiderio disperato di vederla: non capisco più nulla... ho paura di non amarla ma non riresco a stare senza di lei.
Ho paura di perderla e ho paura di non trovarmi bene con lei.
E si che è forse tutto quello che ho sempre desiderato: mi ama alla follia, è bellissima e posso parlare di quello che voglio con lei... mi capisce da un punto di vista emotivo e nonostante questa grossa crisi vuole ad ogni costo stare con me.
Ogni volta che sto con lei mi sento quasi a mio agio (il quasi è solo per le mie fobie), mentre la mattina quando mi alzo ho il terrore pensando a come starò realizzando il mio terrore di non amarla. Creandomi così ansie.
Ho radicalizzato tante altre fobie (paura di volare, perdere capelli, non dormire etc) e ho paura di fare lo stesso con questa.
Mi è stato consigliato il citalopram da abbinare all'Alprazolam dal mio medico curante mentre lo psicolgo sostienre solo che io debba crescere...e ci vorrà del tempo e presumo tanta buona volontà.
Ma non reggo la situazione ed ogni giorno è peggio.
Non riesco ad amare una persona che invece penso si debba amare alla follia.
Ma facciamo un passo indietro: attualmente ho 27 anni, dai 18 ho praticamente svolto una vita da recluso in casa causa un pessimo rapporto con mio padre.
Forse il termine "Recluso in casa" è eccessivo ed estremo ma penso renda bene l'idea. Poca voglia di uscire, poca voglia di conoscere altri condivedere esperienze e relazioni... ogni volta che dovevo fare qualcosa mi sentivo obbligato verso gli altri e non verso me stesso.
Il rapporto verso mio padre mi ha portato a frequentare uno psicologo che mi ha aiutato molto facendomi sfogare, sino ai 25 anni quando ho deciso di andare a vivere da solo per staccarmi da una situazione sempre peggiore in ambito casalingo dettata da rapporto sempre più incrinato ed esasperato con mio padre.
Il grosso problema è che però ho portato la mia solitudine in questa nuova abitazioni assieme a tutte le mie passioni solitarie (cinema, lettura etc).
Insomma, ho trovato spostato la mia dimensione e le mie fobie (e i miei problemi) in una nuova abitazione senza però risolvere niente.
Recentemente ho conoscito una ragazza fantastica... è andata avanti un anno a cercarmi sempre assiduamente on line dopo avermi conosciuto di persona. L'interesse è sempre stato reciproco ma i miei timori me l'hanno sempre fatta evitare.
Sino allo scorso 28 agosto quando finalmente mi sono deciso di incontrarla: era la mia prima ragazza in tutto.
Ho avuto un'eruzione di emozioni... i primi 8 giorni sono stati fantastici... Poi il panico e il timore, mi sono trovato solo tutto d'un tratto dopo giorni che praticamente ero sempre con lei e sono scoppiato in un attacco d'ansia: avevo paura di non amarla più, di non trovarmi bene con lei.
Sono tornato di fretta e furia dal mio psicologo: crisi di pianto. attacchi d'ansia... non riuscivo più a fare nulla.
Attualmente spazio dall'apatia al desiderio disperato di vederla: non capisco più nulla... ho paura di non amarla ma non riresco a stare senza di lei.
Ho paura di perderla e ho paura di non trovarmi bene con lei.
E si che è forse tutto quello che ho sempre desiderato: mi ama alla follia, è bellissima e posso parlare di quello che voglio con lei... mi capisce da un punto di vista emotivo e nonostante questa grossa crisi vuole ad ogni costo stare con me.
Ogni volta che sto con lei mi sento quasi a mio agio (il quasi è solo per le mie fobie), mentre la mattina quando mi alzo ho il terrore pensando a come starò realizzando il mio terrore di non amarla. Creandomi così ansie.
Ho radicalizzato tante altre fobie (paura di volare, perdere capelli, non dormire etc) e ho paura di fare lo stesso con questa.
Mi è stato consigliato il citalopram da abbinare all'Alprazolam dal mio medico curante mentre lo psicolgo sostienre solo che io debba crescere...e ci vorrà del tempo e presumo tanta buona volontà.
Ma non reggo la situazione ed ogni giorno è peggio.
[#1]
Gentile Utente,
ci può dire che tipo di percorso ha fatto e sta facendo con lo psicologo? E' anche psicoterapeuta?
Su cosa lavorate? Ne conosce l'orientamento teorico?
Quali benefici ha ottenuto finora?
Sembra lei sia intrappolato in un circolo vizioso che mantiene alte preoccupazioni e ansie e si riflette in modo considerevole sulla sua vita, ostacolando il suo relazionarsi ad altri e in modo particolare l'instaurarsi di una relazione affettiva e sentimentale soddisfacente.
L'evitamento è una strategia disfunzionale che non fa altro che alimentare i suoi timori e di conseguenza l'ansia.
Quanto ci dice riguardo al rapporto con suo padre ha avuto certamente il suo peso, ma ciò che è di primaria importanza ora è che lei percorra con l'aiuto dello specialista la strada che la possa ricondurre al suo benessere.
Attendiamo una sua risposta per darle magari una riosposta maggiormente compiuta pur nei limiti di un consulto on line.
Cordialmente
ci può dire che tipo di percorso ha fatto e sta facendo con lo psicologo? E' anche psicoterapeuta?
Su cosa lavorate? Ne conosce l'orientamento teorico?
Quali benefici ha ottenuto finora?
Sembra lei sia intrappolato in un circolo vizioso che mantiene alte preoccupazioni e ansie e si riflette in modo considerevole sulla sua vita, ostacolando il suo relazionarsi ad altri e in modo particolare l'instaurarsi di una relazione affettiva e sentimentale soddisfacente.
L'evitamento è una strategia disfunzionale che non fa altro che alimentare i suoi timori e di conseguenza l'ansia.
Quanto ci dice riguardo al rapporto con suo padre ha avuto certamente il suo peso, ma ciò che è di primaria importanza ora è che lei percorra con l'aiuto dello specialista la strada che la possa ricondurre al suo benessere.
Attendiamo una sua risposta per darle magari una riosposta maggiormente compiuta pur nei limiti di un consulto on line.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
credo sia importante continuare il trattamento psicoterapico per trattare quello che sembrerebbe un disturbo d'ansia, con fobie e ossessioni, come si traduce in questa sua affermazione:
>>Non riesco ad amare una persona che invece penso si debba amare alla follia.<<
che potrebbe essere tradotto in "non riesco ad amare una persona che sento di amare".
Per quanto riguarda l'uso di psicofarmaci, sarebbe il caso di fare una valutazione psichiatrica, il medico di base potrebbe non avere le giuste competenze.
credo sia importante continuare il trattamento psicoterapico per trattare quello che sembrerebbe un disturbo d'ansia, con fobie e ossessioni, come si traduce in questa sua affermazione:
>>Non riesco ad amare una persona che invece penso si debba amare alla follia.<<
che potrebbe essere tradotto in "non riesco ad amare una persona che sento di amare".
Per quanto riguarda l'uso di psicofarmaci, sarebbe il caso di fare una valutazione psichiatrica, il medico di base potrebbe non avere le giuste competenze.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Utente
Vi ringrazio per le vostre risposte.
Attualmente col mio psicologo (anche psicoterapeuta) sto facendo un incontro una volta alla settimana.
Sostiene che io non abbia nulla di patologico ma che, oltre ad aver bisogno di qualcuno che mi ascolti e mi consigli, debba solo imparare a diventare grande... non conosco però l'orientamento teorico su cui lavoriamo.
I benefici sono immediati ma temporanei... mi tranquillizza molto, esco dallo studio molto leggero e senza i dubbi che mi attanagliano ma poi è l'inferno. Torno piano piano a ricamare sulla mia, ormai, ossessione di non amarla. E' quasi diventata una droga: andare dallo psicologo per sentirmi meglio e non avere dubbi.
Questa settimana salterò l'appuntamento per impegni del mio psicologo e non nascondo d'esser molto preoccupato dato che dovrò aspettare l'11 ottobre.
Il mio psicologo mi prescrisse già del cipralex per il rapporto con mio padre anni fa, solo che decisi di non prenderlo perché non lo vedevo compatibile con quello che IO volevo.
In pratica sarebbe servito a farmi vivere meglio una situazione che non aveva speranze di essere risolta... lo vedevo come un "drogarmi" per sopportare quando io cercavo ad ogni modo una soluzione che nessuno in famiglia voleva.
Ora invece penso di essere io il problema e, nonostante abbia il panico per gli effetti collaterali, sarei disposto a seguire ogni terapia per il mio bene e quello di questa ragazza.
Fra l'altro ora ho il timore di aver estremizzato anche la convinzione di non amarla e non riuscire a smuovermi... anche se costantemente cado nella malinconia per i momenti passati a cui penso.
In poche parole, mi sta scoppiando la testa e sto vivendo malissimo.
ps: ora come ora sto prendendo del bromazepam (4-5 gocce) quando ne sento il bisogno per gestire l'ansia, ma non è una cosa schematica e programmata.
ps2: sono tornando dal mio psicologo solo da poco meno di un mese, perché dopo che mi sono trasferito e ho così pensato d'aver "risolto" i miei problemi famigliari, ho pensando pian piano abbandonarlo pensando di aver superato tutto... diciamo che ho avuto uno stop di 2 anni.
Attualmente col mio psicologo (anche psicoterapeuta) sto facendo un incontro una volta alla settimana.
Sostiene che io non abbia nulla di patologico ma che, oltre ad aver bisogno di qualcuno che mi ascolti e mi consigli, debba solo imparare a diventare grande... non conosco però l'orientamento teorico su cui lavoriamo.
I benefici sono immediati ma temporanei... mi tranquillizza molto, esco dallo studio molto leggero e senza i dubbi che mi attanagliano ma poi è l'inferno. Torno piano piano a ricamare sulla mia, ormai, ossessione di non amarla. E' quasi diventata una droga: andare dallo psicologo per sentirmi meglio e non avere dubbi.
Questa settimana salterò l'appuntamento per impegni del mio psicologo e non nascondo d'esser molto preoccupato dato che dovrò aspettare l'11 ottobre.
Il mio psicologo mi prescrisse già del cipralex per il rapporto con mio padre anni fa, solo che decisi di non prenderlo perché non lo vedevo compatibile con quello che IO volevo.
In pratica sarebbe servito a farmi vivere meglio una situazione che non aveva speranze di essere risolta... lo vedevo come un "drogarmi" per sopportare quando io cercavo ad ogni modo una soluzione che nessuno in famiglia voleva.
Ora invece penso di essere io il problema e, nonostante abbia il panico per gli effetti collaterali, sarei disposto a seguire ogni terapia per il mio bene e quello di questa ragazza.
Fra l'altro ora ho il timore di aver estremizzato anche la convinzione di non amarla e non riuscire a smuovermi... anche se costantemente cado nella malinconia per i momenti passati a cui penso.
In poche parole, mi sta scoppiando la testa e sto vivendo malissimo.
ps: ora come ora sto prendendo del bromazepam (4-5 gocce) quando ne sento il bisogno per gestire l'ansia, ma non è una cosa schematica e programmata.
ps2: sono tornando dal mio psicologo solo da poco meno di un mese, perché dopo che mi sono trasferito e ho così pensato d'aver "risolto" i miei problemi famigliari, ho pensando pian piano abbandonarlo pensando di aver superato tutto... diciamo che ho avuto uno stop di 2 anni.
[#4]
Gentile Utente,
se il suo disagio risulta difficile da gestire e rischia di compromette diversi aspetti della sua vita, sarebbe opportuno fare una valutazione psichiatrica (affiancata ovviamente alla psicoterapia) per comprendere quale possa essere il farmaco più adatto al suo caso.
se il suo disagio risulta difficile da gestire e rischia di compromette diversi aspetti della sua vita, sarebbe opportuno fare una valutazione psichiatrica (affiancata ovviamente alla psicoterapia) per comprendere quale possa essere il farmaco più adatto al suo caso.
[#5]
Utente
La ringrazio per la risposta.
Si, il mio disagio risulta molto difficile da gestire.
Premettendo che la vedo praticamente senza pausa da un mese, ieri è passato una serata piacevole con amici e essendo stato "bene", o comunque più sollevato, m'era balenata l'idea di lasciare questa ragazza (pensiero comunque ciclico).
Ma ogni volta che penso a questo mi accorgo che non riuscirei a non vederla, a non abbracciarla, a vederla con altre persone a non sentirla mia. Ma mi sento anche molto in disagio con lei.
Il mio grosso problema è che questa è la mia prima storia seria in tutto.
Credo di non sapere amare... o almeno, non sapere gestire l'amore.
Se non la vedo per un giorno credo di perderla, se la vedo invece ho paura di non provare quel sentimento che ho provato i primi giorni.
La crisi è scoppiata perché un giorno, di punto in bianco, non sono riuscito più a provare quello che avevo provato nei suoi confronti i giorni immediatamente precedenti dopo esser tornato da casa di un amica.
Il fatto è anche questo, non avendo mai avuto una ragazza mi infatuavo un po' di tutte quelle con cui scambiavo almeno due parole... e questo mi ha mandato ancora più in crisi.
Il problema di tutto questo è che non riesco a gestirmi ed a questa ragazza in ogni modo voglio un bene enorme ed ho una grandissima riconoscenza per quello che sta facendo con me.
Non riuscirei a starle lontano.
Si, il mio disagio risulta molto difficile da gestire.
Premettendo che la vedo praticamente senza pausa da un mese, ieri è passato una serata piacevole con amici e essendo stato "bene", o comunque più sollevato, m'era balenata l'idea di lasciare questa ragazza (pensiero comunque ciclico).
Ma ogni volta che penso a questo mi accorgo che non riuscirei a non vederla, a non abbracciarla, a vederla con altre persone a non sentirla mia. Ma mi sento anche molto in disagio con lei.
Il mio grosso problema è che questa è la mia prima storia seria in tutto.
Credo di non sapere amare... o almeno, non sapere gestire l'amore.
Se non la vedo per un giorno credo di perderla, se la vedo invece ho paura di non provare quel sentimento che ho provato i primi giorni.
La crisi è scoppiata perché un giorno, di punto in bianco, non sono riuscito più a provare quello che avevo provato nei suoi confronti i giorni immediatamente precedenti dopo esser tornato da casa di un amica.
Il fatto è anche questo, non avendo mai avuto una ragazza mi infatuavo un po' di tutte quelle con cui scambiavo almeno due parole... e questo mi ha mandato ancora più in crisi.
Il problema di tutto questo è che non riesco a gestirmi ed a questa ragazza in ogni modo voglio un bene enorme ed ho una grandissima riconoscenza per quello che sta facendo con me.
Non riuscirei a starle lontano.
[#6]
<Il mio psicologo mi prescrisse già del cipralex per il rapporto con mio padre anni fa>
Perdoni, non riesco a comprendere da quale specialista sia seguito, lo psicologo non può prescrivere farmaci perchè non è medico, la competenza è dello specialista psichiatra.
Sarebbe opportuno che conoscesse l'approccio terapeutico del suo curante, non si faccia scrupoli nel chiederlo, è suo diritto.
Sono stati condivisi gli obiettivi terapeutici?
Detto questo in merito alle sue considerazioni sul percorso terapeutico e sulla sua efficacia, legga qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Perdoni, non riesco a comprendere da quale specialista sia seguito, lo psicologo non può prescrivere farmaci perchè non è medico, la competenza è dello specialista psichiatra.
Sarebbe opportuno che conoscesse l'approccio terapeutico del suo curante, non si faccia scrupoli nel chiederlo, è suo diritto.
Sono stati condivisi gli obiettivi terapeutici?
Detto questo in merito alle sue considerazioni sul percorso terapeutico e sulla sua efficacia, legga qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
[#7]
Gentile Utente,
>>Il mio grosso problema è che questa è la mia prima storia seria in tutto<<
l'esperienza conta anche in questo campo.
La possibilità di mettere le giuste distanza dal partner, il timore della perdita, il dubbio sulla relazione stessa ecc. tutte queste dinamiche andrebbero affrontate in terapia, mettendo per un attimo da parte la parola "amore", che talvolta viene investita di aspetti idealizzati che non sempre trovano riscontro nelle relazione affettive reali.
>>Il mio grosso problema è che questa è la mia prima storia seria in tutto<<
l'esperienza conta anche in questo campo.
La possibilità di mettere le giuste distanza dal partner, il timore della perdita, il dubbio sulla relazione stessa ecc. tutte queste dinamiche andrebbero affrontate in terapia, mettendo per un attimo da parte la parola "amore", che talvolta viene investita di aspetti idealizzati che non sempre trovano riscontro nelle relazione affettive reali.
[#8]
Utente
per la Dr. Laura Rinella: si il mio specialista è anche uno psichiatra, mi scusi.
Per il Dr. Giuseppe Del Signore: grazie per il suo punto di vista, l'ho trovato effettivamente vero.
Spesso il termine "amore" è troppo idealizzato.
Penso che si possa anche accettare di restare con una persona solo per il forte affetto che si prova per essa senza dover troppo marciare sui significati delle parole.
Trovo che il rapporto con una persona si basi sulla condivisione (pratica, fisica ed emotiva) e sulla comprensione del proprio partner.
E sono tutti elementi che ho trovato nella mia ragazza che reputo sveglia, intelligente e molto bella e con un sacco di cose da poter condividere.
Ma io penso di dover imparare tutto questo ed ora come ora sono in piena crisi, non riesco a pormi alcun limite, alcuna via di mezzo ne tanto meno accettare di non provare più quei fortissimi sentimenti che ho provato i primi giorni.
Mi sembra quasi che la mia psiche (o più romanticamente, il mio cuore) mi abbia preso in giro.
Non riesco più a concepire di restare con questa persona senza provare tipo SEMPRE quello che ho provato i primi giorni... anche se non posso ignorare che ci sono elementi che mi fanno preferire passare del tempo con lei piuttosto che con altri, tipo anche il solo guardarla negli occhi.
Le uniche cose che mi vengono in mente ora sono: starle assolutamente lontano (soffrendo la sua lontananza per paura di perderla) o starle assolutamente vicino (soffrendo la sua vicinanza per paura di non stare bene).
Più che imparare ad "amare" penso d'aver bisogno di imparare a vivere determinate situazioni.
Cosa per me effettivamente totalmente nuova.
Ma ora come ora le ansie, le paure e le ossessioni mi precludono ogni obiettività.
L'unica cosa che mi è chiara è che io per questa persona provo un affetto senza precedenti verso nessun'altra persona... ed è per questo che sono qui a farmi tutti questi problemi.
Ed è anche vero che questa ragazza mi dimostra un'affettuosità per me nuova, che mai ogni persona mi ha dimostrato. E forse sento d'avere grosse responsabilità verso tutto questo affetto che fatico a ricambiare (ma che sono certo di provare).
Non penso che si vada dal proprio psichiatra in fretta e furia (venerdì sera ho avuto la crisi, sabato mattina ho preso la macchina e sono volato dal mio specialista che non vedevo da due anni) perché non si vuole più bene alla propria partner.
E questo per il momento mi tiene "vivo".
Non lo so se è un aggancio positivo o negativo... o se sia proprio questo elemento a determinare il mio stato emotivo. Ma per il momento è l'unica "certezza" che ho.
Per il Dr. Giuseppe Del Signore: grazie per il suo punto di vista, l'ho trovato effettivamente vero.
Spesso il termine "amore" è troppo idealizzato.
Penso che si possa anche accettare di restare con una persona solo per il forte affetto che si prova per essa senza dover troppo marciare sui significati delle parole.
Trovo che il rapporto con una persona si basi sulla condivisione (pratica, fisica ed emotiva) e sulla comprensione del proprio partner.
E sono tutti elementi che ho trovato nella mia ragazza che reputo sveglia, intelligente e molto bella e con un sacco di cose da poter condividere.
Ma io penso di dover imparare tutto questo ed ora come ora sono in piena crisi, non riesco a pormi alcun limite, alcuna via di mezzo ne tanto meno accettare di non provare più quei fortissimi sentimenti che ho provato i primi giorni.
Mi sembra quasi che la mia psiche (o più romanticamente, il mio cuore) mi abbia preso in giro.
Non riesco più a concepire di restare con questa persona senza provare tipo SEMPRE quello che ho provato i primi giorni... anche se non posso ignorare che ci sono elementi che mi fanno preferire passare del tempo con lei piuttosto che con altri, tipo anche il solo guardarla negli occhi.
Le uniche cose che mi vengono in mente ora sono: starle assolutamente lontano (soffrendo la sua lontananza per paura di perderla) o starle assolutamente vicino (soffrendo la sua vicinanza per paura di non stare bene).
Più che imparare ad "amare" penso d'aver bisogno di imparare a vivere determinate situazioni.
Cosa per me effettivamente totalmente nuova.
Ma ora come ora le ansie, le paure e le ossessioni mi precludono ogni obiettività.
L'unica cosa che mi è chiara è che io per questa persona provo un affetto senza precedenti verso nessun'altra persona... ed è per questo che sono qui a farmi tutti questi problemi.
Ed è anche vero che questa ragazza mi dimostra un'affettuosità per me nuova, che mai ogni persona mi ha dimostrato. E forse sento d'avere grosse responsabilità verso tutto questo affetto che fatico a ricambiare (ma che sono certo di provare).
Non penso che si vada dal proprio psichiatra in fretta e furia (venerdì sera ho avuto la crisi, sabato mattina ho preso la macchina e sono volato dal mio specialista che non vedevo da due anni) perché non si vuole più bene alla propria partner.
E questo per il momento mi tiene "vivo".
Non lo so se è un aggancio positivo o negativo... o se sia proprio questo elemento a determinare il mio stato emotivo. Ma per il momento è l'unica "certezza" che ho.
[#9]
Utente
Gentili dottori,
quello che vorrei grossomodo solo capire è solo se il mio stato d'animo ha una sua logicità.
Purtroppo mi accorgo di essere una persona, in questi casi, molto ansionsa e che da un semplice problema ne ricava quasi delle ossessioni.
Ho il terrore di perdere i capelli, ho la paura di non addormentarmi, ho la paura di volare... anche se alla fine nessuno di questi è effettivamente un problema.
Ho anche paura di aver radicalizzato troppo il mio timore e di non riuscire ad uscrine da solo con l'aiuto delle mie sole forze.
Mi piacerebbe anche capire se questo tipo di situazione è dopo tutto già conosciuta e già stata affrontata, stupidamente ho cercato un po' in giro su internet e quanto pare non sono il primo a vivere qualcosa del genere.
Può esser banale e stupido, ma il detto "Mal comune mezzo gaudio" in questo caso mi da tanta speranza.
Ora come ora vorrei solo godermi questa ragazza, dato che in ogni modo quando sono con lei mi sento legatissimo.... nonostante oggettivamente non ci sia nulla che non vada in lei.
Mi scuso per le reiterazioni ma trovo che questo spazio sia un'ottima valvola di sfogo, sopratutto quando ci sono degli specialisti a poterti rispondere.
quello che vorrei grossomodo solo capire è solo se il mio stato d'animo ha una sua logicità.
Purtroppo mi accorgo di essere una persona, in questi casi, molto ansionsa e che da un semplice problema ne ricava quasi delle ossessioni.
Ho il terrore di perdere i capelli, ho la paura di non addormentarmi, ho la paura di volare... anche se alla fine nessuno di questi è effettivamente un problema.
Ho anche paura di aver radicalizzato troppo il mio timore e di non riuscire ad uscrine da solo con l'aiuto delle mie sole forze.
Mi piacerebbe anche capire se questo tipo di situazione è dopo tutto già conosciuta e già stata affrontata, stupidamente ho cercato un po' in giro su internet e quanto pare non sono il primo a vivere qualcosa del genere.
Può esser banale e stupido, ma il detto "Mal comune mezzo gaudio" in questo caso mi da tanta speranza.
Ora come ora vorrei solo godermi questa ragazza, dato che in ogni modo quando sono con lei mi sento legatissimo.... nonostante oggettivamente non ci sia nulla che non vada in lei.
Mi scuso per le reiterazioni ma trovo che questo spazio sia un'ottima valvola di sfogo, sopratutto quando ci sono degli specialisti a poterti rispondere.
[#10]
Gentile Utente,
purtroppo on-line non si ha la possibilità di districare questa "matassa emotiva", sarebbe utile affrontare queste difficoltà con la Collega che la sta seguendo.
Alcuni stati ansiosi portano le persone a farsi delle domande o avere dubbi su numerosi aspetti della propria vita, innescando un sistema ricorsivo che si auto-alimenta, purtroppo in maniera afinalistica.
purtroppo on-line non si ha la possibilità di districare questa "matassa emotiva", sarebbe utile affrontare queste difficoltà con la Collega che la sta seguendo.
Alcuni stati ansiosi portano le persone a farsi delle domande o avere dubbi su numerosi aspetti della propria vita, innescando un sistema ricorsivo che si auto-alimenta, purtroppo in maniera afinalistica.
[#11]
Utente
La ringrazio per la sua risposta.
Affronterò questi problemi in terapia, il problema è che il mio prossimo incontro sarà venerdì prossimo... fra molto molto tempo per la condizione in cui sto.
Ora come ora sto molto male e non so se posso riuscire ad affrontare tutto questo da solo.
Purtroppo mi accorgo anche che sono tutti problemi che ho iniziato a crearmi io dal nulla per semplici futilità... ossessioni che non hanno un riscontro oggettivo o agganci nella realtà
Ma questa non è la prima volta, ho tante altre ossessioni ricorsive.
Sino ai primi 8 giorni andava tutto come se fossi in un sogno... poi, dopo un semplice incontro con un amica ho iniziato a pensare di non amare più la mia ragazza. E da quell'istante il timore di non riuscire più a provare l'amore che avevo per lei nei primi giorni di relazione.
E da lì ho radicalizzato il mio timore in ossessione, dandomi come alibi centinaia di stupidi pretesti.
Il mio problema è che, secondo il mio medico e il mio psicologo, io ho una visione della vita solo in bianco e nero. Senza smussature, senza via di mezzo. O sto bene o sto male, o mi sta bene o è da rinunciare.
E di questo mi sono sempre reso conto, ma non riesco a sbloccare questo mio circolo vizioso... è più forte di me.
Ho un umore molto nero adesso e sono molto pessimista. Regna in me una forte apatia e poca voglia di fare... spero di riuscire a rialzarmi perché ora come ora da quel che ho capito si tratta di una vera e propria ossessione la mia.
Affronterò questi problemi in terapia, il problema è che il mio prossimo incontro sarà venerdì prossimo... fra molto molto tempo per la condizione in cui sto.
Ora come ora sto molto male e non so se posso riuscire ad affrontare tutto questo da solo.
Purtroppo mi accorgo anche che sono tutti problemi che ho iniziato a crearmi io dal nulla per semplici futilità... ossessioni che non hanno un riscontro oggettivo o agganci nella realtà
Ma questa non è la prima volta, ho tante altre ossessioni ricorsive.
Sino ai primi 8 giorni andava tutto come se fossi in un sogno... poi, dopo un semplice incontro con un amica ho iniziato a pensare di non amare più la mia ragazza. E da quell'istante il timore di non riuscire più a provare l'amore che avevo per lei nei primi giorni di relazione.
E da lì ho radicalizzato il mio timore in ossessione, dandomi come alibi centinaia di stupidi pretesti.
Il mio problema è che, secondo il mio medico e il mio psicologo, io ho una visione della vita solo in bianco e nero. Senza smussature, senza via di mezzo. O sto bene o sto male, o mi sta bene o è da rinunciare.
E di questo mi sono sempre reso conto, ma non riesco a sbloccare questo mio circolo vizioso... è più forte di me.
Ho un umore molto nero adesso e sono molto pessimista. Regna in me una forte apatia e poca voglia di fare... spero di riuscire a rialzarmi perché ora come ora da quel che ho capito si tratta di una vera e propria ossessione la mia.
[#12]
Gentile Utente,
in queste fasi potrebbe avere bisogno di un contenimento maggiore.
Ha provato a chiedere alla sua psicologa di fare due sedute a settimana anziché una? Questo di solito è utile in una fase del trattamento più delicata, d'altronde un supporto aggiuntivo lo sta comunque cercando on-line su questo sito.
in queste fasi potrebbe avere bisogno di un contenimento maggiore.
Ha provato a chiedere alla sua psicologa di fare due sedute a settimana anziché una? Questo di solito è utile in una fase del trattamento più delicata, d'altronde un supporto aggiuntivo lo sta comunque cercando on-line su questo sito.
[#13]
Utente
No, non ho cercato... anche se a differenza delle altre volte (dopo che questa settimana il mio psicologo ha dovuto farmi saltare l'appuntamento per dei convegni) ho chiesto di pianificare l'incontro settimanale per le prossime 3 settimane.
Ora come ora alterno lo psichiatra col mio medico curante... non tanto per avere un consulto da uno "specialista" extra, quanto perché mi è utile come valvola di sfogo avendomi già in precedenza aiutato durante i problemi con mio padre (in ogni caso i pareri dei due medici non si sovrappongono ma anzi, loro due si tengono in stretto contatto).
Probabilmente mi sbaglio, ma mi sento molto giù di corda e penso mi serva un qualcosa che mi aiuti a gestire ansia, cattivo umore, che più che cattivo umore penso sia una forma di depressione, e sopratutto un'apatia che mi genera grossa preoccupazione e l'ansia prima indicata.
Ogni volta che esco dai miei due medici mi sento svuotato delle mie ossessioni, ma tornano nel giro di poche ore.
Sono sempre stato contro, ma stavolta se mi dovessero proporre una cura farmacologica (ripeto, già proposta dal mio medico curante con Citalopram e Alprazolam) ne sarei ben convinto di seguirla.
Nonostante i miei grossi timori degli effetti collaterali iniziali.
Ora come ora alterno lo psichiatra col mio medico curante... non tanto per avere un consulto da uno "specialista" extra, quanto perché mi è utile come valvola di sfogo avendomi già in precedenza aiutato durante i problemi con mio padre (in ogni caso i pareri dei due medici non si sovrappongono ma anzi, loro due si tengono in stretto contatto).
Probabilmente mi sbaglio, ma mi sento molto giù di corda e penso mi serva un qualcosa che mi aiuti a gestire ansia, cattivo umore, che più che cattivo umore penso sia una forma di depressione, e sopratutto un'apatia che mi genera grossa preoccupazione e l'ansia prima indicata.
Ogni volta che esco dai miei due medici mi sento svuotato delle mie ossessioni, ma tornano nel giro di poche ore.
Sono sempre stato contro, ma stavolta se mi dovessero proporre una cura farmacologica (ripeto, già proposta dal mio medico curante con Citalopram e Alprazolam) ne sarei ben convinto di seguirla.
Nonostante i miei grossi timori degli effetti collaterali iniziali.
[#14]
Gentile Utente,
sarebbe opportuno chiarire i suoi dubbi sull'assunzione degli psicofarmaci con lo psichiatra in quanto ne è la figura di riferimento. In questo senso sarà questo stesso professionista a prescrivere la cura più adatta al suo caso.
E' utile che gli incontri settimanali con lo psicologo siano a cadenza costante e preferibilmente lo stesso giorno ogni settimana.
>>..non tanto per avere un consulto da uno "specialista" extra, quanto perché mi è utile come valvola di sfogo..<<
era proprio quello che intendevo con la proposta delle due sedute settimanali (almeno per questo periodo), previa consultazione con il Collega e per verificare la propria disponibilità.
sarebbe opportuno chiarire i suoi dubbi sull'assunzione degli psicofarmaci con lo psichiatra in quanto ne è la figura di riferimento. In questo senso sarà questo stesso professionista a prescrivere la cura più adatta al suo caso.
E' utile che gli incontri settimanali con lo psicologo siano a cadenza costante e preferibilmente lo stesso giorno ogni settimana.
>>..non tanto per avere un consulto da uno "specialista" extra, quanto perché mi è utile come valvola di sfogo..<<
era proprio quello che intendevo con la proposta delle due sedute settimanali (almeno per questo periodo), previa consultazione con il Collega e per verificare la propria disponibilità.
[#16]
Gentile Utente,
ancora non sono riuscita a comprendere bene da chi sia seguito e in che modo.
Psichiatra e medico curante, corretto?
Comunque la psicoterapia non è uno sfogo, brevissimamente è un lavoro congiunto tra terapeuta e persona assistita, con obiettivi condivisi che dovrebbero ricondurre al benessere. Le tecniche e i tempi variano secondo l'orientamento terapeutico, che lei non conosce.
Ha letto l'articolo che le ho suggerito?
ancora non sono riuscita a comprendere bene da chi sia seguito e in che modo.
Psichiatra e medico curante, corretto?
Comunque la psicoterapia non è uno sfogo, brevissimamente è un lavoro congiunto tra terapeuta e persona assistita, con obiettivi condivisi che dovrebbero ricondurre al benessere. Le tecniche e i tempi variano secondo l'orientamento terapeutico, che lei non conosce.
Ha letto l'articolo che le ho suggerito?
[#17]
Utente
Si ho letto l'aritcolo, ho riscontrato molti punti in comune ma non sulla parte della condivisione degli obiettivi e le tempistiche che dovrebbero ricondurre al mio benessere.
Il mio specialista mi parla spesso del fatto che stiamo facendo un percorso di psicoterapia per smontare le mie ossessioni e farmi "diventare grande".
Mi ha detto che sarà un percorso lungo che potrà anche durare diversi anni, ma questo me l'ha detto su mia richiesta.
Non ho idea quale metodologia segua, nel suo scrivere al medico curante ha segnalato che non avrei nulla di patologico se non la paura di perdere questa ragazza.
Detto questo vorrei però specificare una cosa: il mio attuale psichiatra (dal quale vado grazie all'ASL) mi conosce da almeno 4-5 anni, da lui ho iniziato per i problemi famigliari e, dopo una sospensione di 2 anni effettuata di mia spontanea volontà (sbagliando, invece dovevo ancora lavorare tante su me stesso), sono tornato da lui dopo questa crisi con la mia ragazza.
Penso mi conosca molto bene e sappia di cosa ho bisogno e sono molto fiducioso che sappia darmi una grossa mano come ha fatto in passato.
Sto solo pensando sempre più che mi serva una soluzione farmacologica perché sono sempre più distrutto e ossessionato da questa situazione e non riesco a spezzare le mie ossessioni, conto di parlarne col mio specialista al prossimo incontro... il mio medico curante come ho detto m'ha già consigliato il citalopram.
Il grosso problema è che il prossimo incontro è venerdì 11.
Il mio specialista mi parla spesso del fatto che stiamo facendo un percorso di psicoterapia per smontare le mie ossessioni e farmi "diventare grande".
Mi ha detto che sarà un percorso lungo che potrà anche durare diversi anni, ma questo me l'ha detto su mia richiesta.
Non ho idea quale metodologia segua, nel suo scrivere al medico curante ha segnalato che non avrei nulla di patologico se non la paura di perdere questa ragazza.
Detto questo vorrei però specificare una cosa: il mio attuale psichiatra (dal quale vado grazie all'ASL) mi conosce da almeno 4-5 anni, da lui ho iniziato per i problemi famigliari e, dopo una sospensione di 2 anni effettuata di mia spontanea volontà (sbagliando, invece dovevo ancora lavorare tante su me stesso), sono tornato da lui dopo questa crisi con la mia ragazza.
Penso mi conosca molto bene e sappia di cosa ho bisogno e sono molto fiducioso che sappia darmi una grossa mano come ha fatto in passato.
Sto solo pensando sempre più che mi serva una soluzione farmacologica perché sono sempre più distrutto e ossessionato da questa situazione e non riesco a spezzare le mie ossessioni, conto di parlarne col mio specialista al prossimo incontro... il mio medico curante come ho detto m'ha già consigliato il citalopram.
Il grosso problema è che il prossimo incontro è venerdì 11.
[#18]
>>> Non riesco ad amare una persona che invece penso si debba amare alla follia
>>>
A costo di sembrarle presuntuoso le dirò che, dopo aver letto il titolo, è bastata quest'affermazione a farmi sospettare che lei soffra di ossessioni.
Non si può "dover" amare qualcuno. È una contraddizione in termini. Ovunque si creda di dover fare qualcosa che per sua natura è spontaneo - in questo caso l'amore - c'è una forte indicazione che la persona ha una modalità di pensiero rigida e preoccupata. In bianco e nero, infatti. O le cose sono bianche o nere, e in tal caso ne ricavo rassicurazione, oppure sto male.
>>> quello che vorrei grossomodo solo capire è solo se il mio stato d'animo ha una sua logicità
>>>
Ce l'ha, all'interno di uno schema di ideazione ossessiva.
L'ossessivo è animato da un bisogno anomalo ed esagerato di tenere sotto controllo gli avvenimenti. Nel caso in esempio lei è (o sembra) sinceramente convinto che sia possibile decidere di chi innamorarsi e cosa sentire per un'altra persona.
È possibile che i suoi curanti si sbaglino nel dirle che non ha niente di patologico, ma bisognerebbe accertare qual è il livello di sofferenza che lei percepisce, tutto considerato. Se lei lo considera alto, allora a mio avviso dovrebbe ricevere cure specifiche per le ossessioni. Dal punto di vista psicoterapeutico le terapie più indicate sono quelle attive e focalizzati, cioè dove si ricevono compiti precisi da mettere in atto fra una seduta e l'altra, e non si parla e basta.
>>>
A costo di sembrarle presuntuoso le dirò che, dopo aver letto il titolo, è bastata quest'affermazione a farmi sospettare che lei soffra di ossessioni.
Non si può "dover" amare qualcuno. È una contraddizione in termini. Ovunque si creda di dover fare qualcosa che per sua natura è spontaneo - in questo caso l'amore - c'è una forte indicazione che la persona ha una modalità di pensiero rigida e preoccupata. In bianco e nero, infatti. O le cose sono bianche o nere, e in tal caso ne ricavo rassicurazione, oppure sto male.
>>> quello che vorrei grossomodo solo capire è solo se il mio stato d'animo ha una sua logicità
>>>
Ce l'ha, all'interno di uno schema di ideazione ossessiva.
L'ossessivo è animato da un bisogno anomalo ed esagerato di tenere sotto controllo gli avvenimenti. Nel caso in esempio lei è (o sembra) sinceramente convinto che sia possibile decidere di chi innamorarsi e cosa sentire per un'altra persona.
È possibile che i suoi curanti si sbaglino nel dirle che non ha niente di patologico, ma bisognerebbe accertare qual è il livello di sofferenza che lei percepisce, tutto considerato. Se lei lo considera alto, allora a mio avviso dovrebbe ricevere cure specifiche per le ossessioni. Dal punto di vista psicoterapeutico le terapie più indicate sono quelle attive e focalizzati, cioè dove si ricevono compiti precisi da mettere in atto fra una seduta e l'altra, e non si parla e basta.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#19]
Utente
Salve,
la ringrazio per l'invetervento.
Il titolo penso sia fuorviante... o almeno estremamente sintetico.
Che io stia radicalizzando dei dubbi sino a trasformarli in ossessioni è fuori ombra di dubbio, almeno dal mio punto di vista.
Il problema è che, e qui probabilmente entrerà il concetto di idealizzazione che lei ha appena descritto (ma che io aborro), sono però estremamente convinto di amare questa persona. (anche se, come ha detto il suo collega precedentemente il termine "amore" andrebbe un attimo svuotato da alcuni significati idealizzati e smitizzato).
Trovo molto piacere a stare con questa persona, sia a livello emotivo che a livello sessuale. Mi piace: caratterialmente, emotivamente, fisicamente.
Il problema è che ho iniziato a ossessionarmi su una paura che mi è venuta in mente di punto in bianco dopo che per il primo giorno da quando la conosco sono rimasto senza di lei.
Non ho più sentito quell'affetto che avevo per lei il giorno prima e sono scoppiato in un attacco d'ansia e di panico. Dal nulla.
Su questo vorrei soffermarmi: è la mia prima donna in TUTTO, anche in amore e affettività... forse pensavo che si dovesse sempre avere la testa fra le nuvole una volta aver provato l'amore per una persona e probabilmente (vuole per del cattivo umore) appena sono un attimo tornato coi piedi per terra (come è giusto che sia, non si può sempre volere lo stesso, esasperato, bene per una persona) sono andato completamente in crisi.
Il mio carettere ansioso e la mia visione del mondo in bianco e nero probabilmente ha fatto il resto.
E' questo quello che mi turba, quello che non trovo razionale in tutto questo. Non ho maturato un pensiero logico, non ho maturato un pensiero razionale... non penso neanche di aver maturato effettivamente UN PENSIERO.
Ho maturato un dubbio e da quel dubbio sono passato ad un'ossessione.
Badi bene, da quel giorno non è stata una spirale di sofferenza... Ho vissuto altri giorni molto belli con questa persona, giornate dove sono anche tornato a provare quei forti sentimenti che ho riscontrato prima della famigerata crisi.
Sentimenti che mi stanno dando forza... Non dimenticherò mai (ad esempio, ma è uno dei tanti casi) dopo esser uscito dalla stanza del mio psichiatra dopo il primo incontro successivo alla crisi.... Ero tornato a camminare ad una spanna da terra, come i primi giorni quando ero follemente innamorato.
Sono andato avanti così una settimana, senza alti ne bassi, con lo stesso sentimento.
Anche dopo che il mio medico mi ha prescritto il citalopram e sono andato a prenderlo in farmacia mi sono sentito galvanizzato e, nuovamente, innamorato. (forse per il semplice motivo di aver ora in casa un'arma in più a mia disposizione... anche se non lo ho mai preso)
Poi nuovamente crisi, pianti e panico. Non avevo toccato più Bramozepam per due settimane (5 gocce a necessità!), poi il ritorno nel baratro questi ultimi giorni.
Forse l'avrò idealizzata, forse starò scambiando lucciole per lanterne... ma non voglio prendere decisioni affettate, provo un grande affetto per questa persona e sono sicuro e certo di amarla.
Solo che tutto questo mi rende apatico e titubante e non riesco a vivere bene. Ma non solo lei, anche tutto il resto della mia vita... ho messo da parte tutti i miei interessi per questa ossessione, rimuginandoci sopra in continuazione.
Il fatto che io vedo o bianco o nero... beh ha sicuramente ragione e mi è stato detto più volte.
GIà ai tempi della crisi con mio padre non prendevo in cosiderazione altre possibilità che non fossero le mie convinzioni. Beh a conti fatti, posso dire che mi sbagliavo su tutto e che le infinite sfumature di grigio hanno avuto ragione.
Se ora io dovessi basarmi sul mio bianco e nero penso che non esiterei a lasciare questa ragazza, più che altro per il dolore che sto provando. Il problema è che non voglio commettere gli stessi errori del passato da cui penso di aver sbagliato molto bandandomi ESCLUSIVAMENTE sulle mie fobie che mi dicevano di scappare.
Sono scappato molte volte per paura delle mie ossessioni:
- Ho rinunciato a volare in america perché ero ossessionato dal fatto che l'aereo potesse cadere (e qui ho avuto le stesse identiche crisi che ho ora. Attacchi di panico ma mano che la data si avvicinava, fobie mi assalivano, passavo dalla tranquilittà di "Ok, sono tutte pare.. l'aereo è il mezzo più sicuro del mondo" a "Oddio che ansia volare nel nulla. Se cado vado nel nulla dell'oceano"). Ho vissuto male per settimane, nel momento in cui ho rinunciato a tutto mi sono sentito svuotato da tutte le mie ossessioni, sicuro di vivere meglio. Ma poi sono iniziati i forti rammarichi per aver perso un importante opporunità lavorativa per un problema inutile. Ovviamente se se lo stesse chiedendo... no, nessun aereo che portò i miei colleghi negli Stati Uniti è mai caduto :);
- Ho preso per degli anni prodotti per i capelli perché ero ossessionato dalla paura di perderli (ho una chioma invidiabile invece);
- Prendo ciclicamente dello stilnox (UN QUARTO di comrpessa da 10 mg!!! non dovrebbe neanche farmi effetto! quasi un placebo), per addomentarmi quando passa più di mezz'ora da quando mi sono coricato!
- Ho un acufene che probabilmente ho radicalizzato io nel mio cervello perché quando iniziò a fischiarmi l'orecchio andai praticamente giù di testa tanto da fissarmi assiduamente su quel ronzio.
Insomma... mi conosco e so i miei limiti, ora penso solo di dover avere la forza di sconfiggerli.
Il grosso problema è che il mio grado di sopportazione, ora come ora, è molto basso e il dolore è forte.
Spero che la mia risposta sia stata esaustiva, non è facile farsi conoscere da tastiera, ma voglio presentarmi nel modo migliore possibile per avere una "diagnosi" il più precisa possibile... anche perché trovo sia molto facile in questi casi dare pareri avventati quando non si conosce bene la persona che si ha davanti!
Tutto quello che ora come ora vorrei fare... è solamente scardinare il mio cervello e la mia visione bicolore delle cose.
Non dico che sarà la donna della mia vita e neanche che staremo insieme per sempre, ma ora come ora non riesco a percepire quelle sfumature (ma in tutto) che una persona normale farebbe.
Attualemte sono al: l'amo o non l'amo, ci resto insieme o taglio tutti i ponti.
Insomma, non mi sembra una visione della situazione normale. Anche perché è passato appena un mese da quando ci siamo messi insieme... non mi do mezze vie.
La ringrazio della sua disponbilità.
PS: Scusi se approfitto di questo spazio, ma a questo punto vorrei anche avere informazioni sullo Stilnox dato che in questo ultimo mese ne ho abusato una volta al dì (sempre un quarto di pastiglia) dato che andavo a letto molto tardi e, data la mia attuale ossessione, NON VOLEVO PENSARE.
Può aver contribuito in qualche modo a questa mia depressione e ossessione? Prima lo prendevo saltuariamente quando non riuscivo a dormire per via del mio acufene... ora è invece da un mese che lo prendo ogni sera.
la ringrazio per l'invetervento.
Il titolo penso sia fuorviante... o almeno estremamente sintetico.
Che io stia radicalizzando dei dubbi sino a trasformarli in ossessioni è fuori ombra di dubbio, almeno dal mio punto di vista.
Il problema è che, e qui probabilmente entrerà il concetto di idealizzazione che lei ha appena descritto (ma che io aborro), sono però estremamente convinto di amare questa persona. (anche se, come ha detto il suo collega precedentemente il termine "amore" andrebbe un attimo svuotato da alcuni significati idealizzati e smitizzato).
Trovo molto piacere a stare con questa persona, sia a livello emotivo che a livello sessuale. Mi piace: caratterialmente, emotivamente, fisicamente.
Il problema è che ho iniziato a ossessionarmi su una paura che mi è venuta in mente di punto in bianco dopo che per il primo giorno da quando la conosco sono rimasto senza di lei.
Non ho più sentito quell'affetto che avevo per lei il giorno prima e sono scoppiato in un attacco d'ansia e di panico. Dal nulla.
Su questo vorrei soffermarmi: è la mia prima donna in TUTTO, anche in amore e affettività... forse pensavo che si dovesse sempre avere la testa fra le nuvole una volta aver provato l'amore per una persona e probabilmente (vuole per del cattivo umore) appena sono un attimo tornato coi piedi per terra (come è giusto che sia, non si può sempre volere lo stesso, esasperato, bene per una persona) sono andato completamente in crisi.
Il mio carettere ansioso e la mia visione del mondo in bianco e nero probabilmente ha fatto il resto.
E' questo quello che mi turba, quello che non trovo razionale in tutto questo. Non ho maturato un pensiero logico, non ho maturato un pensiero razionale... non penso neanche di aver maturato effettivamente UN PENSIERO.
Ho maturato un dubbio e da quel dubbio sono passato ad un'ossessione.
Badi bene, da quel giorno non è stata una spirale di sofferenza... Ho vissuto altri giorni molto belli con questa persona, giornate dove sono anche tornato a provare quei forti sentimenti che ho riscontrato prima della famigerata crisi.
Sentimenti che mi stanno dando forza... Non dimenticherò mai (ad esempio, ma è uno dei tanti casi) dopo esser uscito dalla stanza del mio psichiatra dopo il primo incontro successivo alla crisi.... Ero tornato a camminare ad una spanna da terra, come i primi giorni quando ero follemente innamorato.
Sono andato avanti così una settimana, senza alti ne bassi, con lo stesso sentimento.
Anche dopo che il mio medico mi ha prescritto il citalopram e sono andato a prenderlo in farmacia mi sono sentito galvanizzato e, nuovamente, innamorato. (forse per il semplice motivo di aver ora in casa un'arma in più a mia disposizione... anche se non lo ho mai preso)
Poi nuovamente crisi, pianti e panico. Non avevo toccato più Bramozepam per due settimane (5 gocce a necessità!), poi il ritorno nel baratro questi ultimi giorni.
Forse l'avrò idealizzata, forse starò scambiando lucciole per lanterne... ma non voglio prendere decisioni affettate, provo un grande affetto per questa persona e sono sicuro e certo di amarla.
Solo che tutto questo mi rende apatico e titubante e non riesco a vivere bene. Ma non solo lei, anche tutto il resto della mia vita... ho messo da parte tutti i miei interessi per questa ossessione, rimuginandoci sopra in continuazione.
Il fatto che io vedo o bianco o nero... beh ha sicuramente ragione e mi è stato detto più volte.
GIà ai tempi della crisi con mio padre non prendevo in cosiderazione altre possibilità che non fossero le mie convinzioni. Beh a conti fatti, posso dire che mi sbagliavo su tutto e che le infinite sfumature di grigio hanno avuto ragione.
Se ora io dovessi basarmi sul mio bianco e nero penso che non esiterei a lasciare questa ragazza, più che altro per il dolore che sto provando. Il problema è che non voglio commettere gli stessi errori del passato da cui penso di aver sbagliato molto bandandomi ESCLUSIVAMENTE sulle mie fobie che mi dicevano di scappare.
Sono scappato molte volte per paura delle mie ossessioni:
- Ho rinunciato a volare in america perché ero ossessionato dal fatto che l'aereo potesse cadere (e qui ho avuto le stesse identiche crisi che ho ora. Attacchi di panico ma mano che la data si avvicinava, fobie mi assalivano, passavo dalla tranquilittà di "Ok, sono tutte pare.. l'aereo è il mezzo più sicuro del mondo" a "Oddio che ansia volare nel nulla. Se cado vado nel nulla dell'oceano"). Ho vissuto male per settimane, nel momento in cui ho rinunciato a tutto mi sono sentito svuotato da tutte le mie ossessioni, sicuro di vivere meglio. Ma poi sono iniziati i forti rammarichi per aver perso un importante opporunità lavorativa per un problema inutile. Ovviamente se se lo stesse chiedendo... no, nessun aereo che portò i miei colleghi negli Stati Uniti è mai caduto :);
- Ho preso per degli anni prodotti per i capelli perché ero ossessionato dalla paura di perderli (ho una chioma invidiabile invece);
- Prendo ciclicamente dello stilnox (UN QUARTO di comrpessa da 10 mg!!! non dovrebbe neanche farmi effetto! quasi un placebo), per addomentarmi quando passa più di mezz'ora da quando mi sono coricato!
- Ho un acufene che probabilmente ho radicalizzato io nel mio cervello perché quando iniziò a fischiarmi l'orecchio andai praticamente giù di testa tanto da fissarmi assiduamente su quel ronzio.
Insomma... mi conosco e so i miei limiti, ora penso solo di dover avere la forza di sconfiggerli.
Il grosso problema è che il mio grado di sopportazione, ora come ora, è molto basso e il dolore è forte.
Spero che la mia risposta sia stata esaustiva, non è facile farsi conoscere da tastiera, ma voglio presentarmi nel modo migliore possibile per avere una "diagnosi" il più precisa possibile... anche perché trovo sia molto facile in questi casi dare pareri avventati quando non si conosce bene la persona che si ha davanti!
Tutto quello che ora come ora vorrei fare... è solamente scardinare il mio cervello e la mia visione bicolore delle cose.
Non dico che sarà la donna della mia vita e neanche che staremo insieme per sempre, ma ora come ora non riesco a percepire quelle sfumature (ma in tutto) che una persona normale farebbe.
Attualemte sono al: l'amo o non l'amo, ci resto insieme o taglio tutti i ponti.
Insomma, non mi sembra una visione della situazione normale. Anche perché è passato appena un mese da quando ci siamo messi insieme... non mi do mezze vie.
La ringrazio della sua disponbilità.
PS: Scusi se approfitto di questo spazio, ma a questo punto vorrei anche avere informazioni sullo Stilnox dato che in questo ultimo mese ne ho abusato una volta al dì (sempre un quarto di pastiglia) dato che andavo a letto molto tardi e, data la mia attuale ossessione, NON VOLEVO PENSARE.
Può aver contribuito in qualche modo a questa mia depressione e ossessione? Prima lo prendevo saltuariamente quando non riuscivo a dormire per via del mio acufene... ora è invece da un mese che lo prendo ogni sera.
[#20]
>>> Il titolo penso sia fuorviante
>>>
Il titolo è abbastanza chiaro: lei vorrebbe controllare il livello di amore che sente per questa persona, perché non tollera di non averne il controllo.
Ma l'amore, come qualsiasi altro sentimento, va e viene. Non si possono sentire le emozioni e i sentimenti con l'intensità che si vuole, a comando, tutte le volte che si vuole. Finché continuerà a volerlo disperatamente, continuerà a ossessionarsi. Come con l'acufene: ne soffrono moltissime persone, ma solo gli ossessivi ne soffrono davvero. Perché non tollerano di non poterci far nulla.
>>> il concetto di idealizzazione che lei ha appena descritto
>>>
Sto dando per scontato che lei stia rispondendo a me, in tal caso le faccio notare che non ho usato io il termine "idealizzare", ma il collega che le ha risposto prima.
>>> E' questo quello che mi turba, quello che non trovo razionale in tutto questo. Non ho maturato un pensiero logico, non ho maturato un pensiero razionale... non penso neanche di aver maturato effettivamente UN PENSIERO
>>>
Ma infatti l'amore non è un PENSIERO. Lei soffre perché tenta di controllare e ricondurre i sentimenti alla ragione e al controllo razionale. È questo il "bug" da correggere.
>>> Se ora io dovessi basarmi sul mio bianco e nero penso che non esiterei a lasciare questa ragazza, più che altro per il dolore che sto provando
>>>
Infatti secondo me non dovrebbe farlo, in questo momento, perché rischierebbe di prendere una decisione sbagliata. Prima guarisca o migliori, poi potrà prendere decisioni più adeguate.
>>> mi conosco e so i miei limiti, ora penso solo di dover avere la forza di sconfiggerli
>>>
No, è una convinzione frutto della sua ossessione.
Chi soffre di ossessioni è convinto di dover trovare da solo la "forza" per risolvere il problema. Solo che più si sforza, più ci si avvita dentro.
>>> Spero che la mia risposta sia stata esaustiva, non è facile farsi conoscere da tastiera, ma voglio presentarmi nel modo migliore possibile per avere una "diagnosi" il più precisa possibile... anche trovo sia molto facile in questi casi dare pareri avventati quando non si conosce bene la persona che si davanti!
>>>
Oh, ma si sta presentando in modo quasi perfetto. Vediamo tutti i giorni persone con il suo stesso problema, sembra un caso più che tipico.
Ad esempio, la preoccupazione di spiegarsi in modo esteso per timore di non essere ben compresi, le liste ecc. sono comportamenti tipici dell'ossessivo.
"Diagnosi" purtroppo no, da qui non si possono fare diagnosi ufficiali.
Comunque, se si tratta di ossessioni dovrebbe ricevere un trattamento specifico, ad esempio di tipo comportamentale o breve strategico. Le ossessioni, purtroppo, più si discutono, più aumentano.
Altrimenti continuerà a perdersi nei contenuti, mentre l'ossessività è un problema di forma. Per questo le potrà sembrare che io stia semplificando, ma è solo che quando si è dentro l'ossessione si fa fatica a rendersi conto che le ossessioni funzionano praticamente tutte in base allo stesso meccanismo. Ed è quello che va risolto, non i contenuti.
>>>
Il titolo è abbastanza chiaro: lei vorrebbe controllare il livello di amore che sente per questa persona, perché non tollera di non averne il controllo.
Ma l'amore, come qualsiasi altro sentimento, va e viene. Non si possono sentire le emozioni e i sentimenti con l'intensità che si vuole, a comando, tutte le volte che si vuole. Finché continuerà a volerlo disperatamente, continuerà a ossessionarsi. Come con l'acufene: ne soffrono moltissime persone, ma solo gli ossessivi ne soffrono davvero. Perché non tollerano di non poterci far nulla.
>>> il concetto di idealizzazione che lei ha appena descritto
>>>
Sto dando per scontato che lei stia rispondendo a me, in tal caso le faccio notare che non ho usato io il termine "idealizzare", ma il collega che le ha risposto prima.
>>> E' questo quello che mi turba, quello che non trovo razionale in tutto questo. Non ho maturato un pensiero logico, non ho maturato un pensiero razionale... non penso neanche di aver maturato effettivamente UN PENSIERO
>>>
Ma infatti l'amore non è un PENSIERO. Lei soffre perché tenta di controllare e ricondurre i sentimenti alla ragione e al controllo razionale. È questo il "bug" da correggere.
>>> Se ora io dovessi basarmi sul mio bianco e nero penso che non esiterei a lasciare questa ragazza, più che altro per il dolore che sto provando
>>>
Infatti secondo me non dovrebbe farlo, in questo momento, perché rischierebbe di prendere una decisione sbagliata. Prima guarisca o migliori, poi potrà prendere decisioni più adeguate.
>>> mi conosco e so i miei limiti, ora penso solo di dover avere la forza di sconfiggerli
>>>
No, è una convinzione frutto della sua ossessione.
Chi soffre di ossessioni è convinto di dover trovare da solo la "forza" per risolvere il problema. Solo che più si sforza, più ci si avvita dentro.
>>> Spero che la mia risposta sia stata esaustiva, non è facile farsi conoscere da tastiera, ma voglio presentarmi nel modo migliore possibile per avere una "diagnosi" il più precisa possibile... anche trovo sia molto facile in questi casi dare pareri avventati quando non si conosce bene la persona che si davanti!
>>>
Oh, ma si sta presentando in modo quasi perfetto. Vediamo tutti i giorni persone con il suo stesso problema, sembra un caso più che tipico.
Ad esempio, la preoccupazione di spiegarsi in modo esteso per timore di non essere ben compresi, le liste ecc. sono comportamenti tipici dell'ossessivo.
"Diagnosi" purtroppo no, da qui non si possono fare diagnosi ufficiali.
Comunque, se si tratta di ossessioni dovrebbe ricevere un trattamento specifico, ad esempio di tipo comportamentale o breve strategico. Le ossessioni, purtroppo, più si discutono, più aumentano.
Altrimenti continuerà a perdersi nei contenuti, mentre l'ossessività è un problema di forma. Per questo le potrà sembrare che io stia semplificando, ma è solo che quando si è dentro l'ossessione si fa fatica a rendersi conto che le ossessioni funzionano praticamente tutte in base allo stesso meccanismo. Ed è quello che va risolto, non i contenuti.
[#21]
Utente
La ringrazio per la sua risposta e ammetto che m'ha un po' mandato nel pallone, più che altro perché volevo esporle dettagliatamente tutta la storia (magari per ricaverne una risposta rassicuramente... anzi sicuramente per questo!) invece purtroppo mi ha detto che è un comportamento tipico e... se devo esser sincero non è stato proprio rincuorante! (ma non lo dico in modo ironico, è un po' come mi sento attualmente).
Vorrei però avere chiarimenti su questo suo passaggio:
"Ma infatti l'amore non è un PENSIERO. Lei soffre perché tenta di controllare e ricondurre i sentimenti alla ragione e al controllo razionale. È questo il "bug" da correggere."
A grandi linee concordo con lei. Ma vorrei sapere meglio cosa vuole dire questo passaggio... Penso che grosso modo l'amore sia la quantità di affetto che si prova per una persona oltre che al desiderio che si ha di prendersi cura e responsabilità per essa oltre al fatto di voler condivivedere con questa persona passioni fisiche, materiali e sentimentali.
Film, musica, letteratura forse hanno un po' idealizzato (si, come dice il suo collega) questo concetto e probabilmente io mi aspettavo qualcosa del genere.
Poi penso dipenda da ogni carattere viverlo a proprio modo.
In ogni caso voglio porle un'altra domanda che ho scritto nel messaggio precedente ma che probabilmente ha perso perché aggiunto dopo parecchie editazioni (a proposito, se può lo rilegga perché ho davvero aggiunto tanti passaggi), e riguarda lo stilnox:
PS: Scusi se approfitto di questo spazio, ma a questo punto vorrei anche avere informazioni sullo Stilnox dato che in questo ultimo mese ne ho abusato una volta al dì (sempre un quarto di pastiglia) dato che andavo a letto molto tardi e, data la mia attuale ossessione, NON VOLEVO PENSARE.
Può aver contribuito in qualche modo a questa mia depressione e ossessione? Prima lo prendevo saltuariamente quando non riuscivo a dormire per via del mio acufene... ora è invece da un mese che lo prendo ogni sera.
Saluti e la ringrazio ancora per il suo tempo.
Vorrei però avere chiarimenti su questo suo passaggio:
"Ma infatti l'amore non è un PENSIERO. Lei soffre perché tenta di controllare e ricondurre i sentimenti alla ragione e al controllo razionale. È questo il "bug" da correggere."
A grandi linee concordo con lei. Ma vorrei sapere meglio cosa vuole dire questo passaggio... Penso che grosso modo l'amore sia la quantità di affetto che si prova per una persona oltre che al desiderio che si ha di prendersi cura e responsabilità per essa oltre al fatto di voler condivivedere con questa persona passioni fisiche, materiali e sentimentali.
Film, musica, letteratura forse hanno un po' idealizzato (si, come dice il suo collega) questo concetto e probabilmente io mi aspettavo qualcosa del genere.
Poi penso dipenda da ogni carattere viverlo a proprio modo.
In ogni caso voglio porle un'altra domanda che ho scritto nel messaggio precedente ma che probabilmente ha perso perché aggiunto dopo parecchie editazioni (a proposito, se può lo rilegga perché ho davvero aggiunto tanti passaggi), e riguarda lo stilnox:
PS: Scusi se approfitto di questo spazio, ma a questo punto vorrei anche avere informazioni sullo Stilnox dato che in questo ultimo mese ne ho abusato una volta al dì (sempre un quarto di pastiglia) dato che andavo a letto molto tardi e, data la mia attuale ossessione, NON VOLEVO PENSARE.
Può aver contribuito in qualche modo a questa mia depressione e ossessione? Prima lo prendevo saltuariamente quando non riuscivo a dormire per via del mio acufene... ora è invece da un mese che lo prendo ogni sera.
Saluti e la ringrazio ancora per il suo tempo.
[#22]
>>> magari per ricaverne una risposta rassicuramente
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Eh, ma questa è la tentata soluzione tipica dell'ansioso: cerca rassicurazioni, sulla premessa che più ne riceve, meglio starà.
Invece è proprio il contrario! Più ne riceve, più l'ansia lì per lì si placa, ma alla lunga aumenta. Perché ha ricevuto indirettamente l'ennesima conferma che non può fare a meno di rassicurazioni: in pratica chiedendo rassicurazioni ci si auto-relega nel ruolo di ansioso.
Per i farmaci non possiamo risponderle, dovrebbe inserire le sue richieste in psichiatria.
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Eh, ma questa è la tentata soluzione tipica dell'ansioso: cerca rassicurazioni, sulla premessa che più ne riceve, meglio starà.
Invece è proprio il contrario! Più ne riceve, più l'ansia lì per lì si placa, ma alla lunga aumenta. Perché ha ricevuto indirettamente l'ennesima conferma che non può fare a meno di rassicurazioni: in pratica chiedendo rassicurazioni ci si auto-relega nel ruolo di ansioso.
Per i farmaci non possiamo risponderle, dovrebbe inserire le sue richieste in psichiatria.
[#23]
Utente
Nonostante anche questa risposta mi abbia un po' mandato nel pallone, ma capisco e comprendo la metodologia (e forse sbaglio io a voler sentire sempre qualcuno che mi faccia coraggio), la ringrazio per il suo tempo!
Non vedo l'ora di tornare dal mio specialista l'11 ottobre per chiarire tutti i dubbi e le possibilità che voi specialisti avete scritto su questa pagina, però ora come ora purtroppo la trovo una data molto lontana!
In ogni caso ringrazio nuovamente tutti del vostro tempo.
PS: ovviamente avrei anche avuto piacere a ricevere un parere sulla cura proposta dal mio medico e la sua effettiva efficacia, ma da quel che ho capito non potete farlo su queste pagine.
Non vedo l'ora di tornare dal mio specialista l'11 ottobre per chiarire tutti i dubbi e le possibilità che voi specialisti avete scritto su questa pagina, però ora come ora purtroppo la trovo una data molto lontana!
In ogni caso ringrazio nuovamente tutti del vostro tempo.
PS: ovviamente avrei anche avuto piacere a ricevere un parere sulla cura proposta dal mio medico e la sua effettiva efficacia, ma da quel che ho capito non potete farlo su queste pagine.
Questo consulto ha ricevuto 24 risposte e 66.6k visite dal 30/09/2013.
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