Paura immotivata di fare sforzi fisici
Salve a tutti i dottori, sono un ragazzo di 25 anni generalmente ansioso. Non ho mai sofferto di un'ansia invalidante ma le sensazioni sgradevoli che accompagnano questo problema non mi abbandonano quasi mai, solo per brevi periodi. L'ansia costante mi crei continui problemi di somatizzazione quali cefalea tensiva, difficoltà digestive etc. Il mio neurologo mi ha fatto prendere per qualche mese lo Xanax 0,50 a rilascio prolungato ma, non avendo assolutamente alcun effetto, abbiamo deciso di sospenderlo. Malgrado ciò, essendo anche una persona molto forte e razionale, riesco a condurre una vita abbastanza normale: ho successo negli studi, ho molte amicizie e tento di prendere a pugni il problema, affrontandolo piuttosto che evitandolo. Ho notato che per il mio benessere psicofisico sta diventando FONDAMENTALE fare sport, in particolare palestra. Non frequento la palestra per "pomparmi" ma perché riesco a raggiungere uno stato di benessere col mio corpo senza eguali, curando al meglio l'alimentazione nei periodi di allenamento (Sono salutista, non fumo e non bevo). Da qui il mio dilemma: sono stato sincero ed ho spiegato di essere tendenzialmente ansioso ma vorrei che questa domanda non sia presa come il classico esempio di ipocondria, vorrei un parere razionale. Ogni anno mi sottopongo a visite mediche quali ecogardiogramma e test da sforzo, l'ultimo proprio dieci giorni fa... sempre negativo, tutto perfettamente nella norma. Se non fosse per il fatto che ho bisogno dell'idoneità agonistica i medici mi caccerebbero a pedate. Il cardiologo mi ha detto:"stai benissimo, si vede che fai sport però dovresti allenarti ancora di più perché non sei tanto allenato aerobicamente, corri e migliora le tue prestazioni. Mi raccomando!". Dove sta il mio problema? Nonostante tutte queste rassicurazioni, rimango sempre sconvolto quando vedo notizie di giovani vittime nel mondo dello sport, persone che in teoria dovrebbero essere super controllate. Quindi, ecco, razionalmente, mi chiedo: come si può sconfiggere questa paura che mi permette di allenarmi ma non di spingere quella ripetizione extra per paura di sforzarmi troppo? Bisogna essere fatalisti? Bisogna eseguire esami più approfonditi anche se in giovane età molti dicono che siano inutili? Quale approccio bisogna avere su questa cosa? Come eliminare questo tarlo silente che, nonostante le rassicurazioni oggettive dei medici, non abbandona? Spero di essere stato chiaro e di aver fatto comprendere che la mia non è una paura irrazionale ma tutt'al contrario una paura lucida.
Distinti saluti e buon lavoro
Distinti saluti e buon lavoro
[#1]
Gentile ragazzo,
Potrebbe essere che il suo problema non sia l'ipocondria ma il desiderio di onnipotenza.
Dalle sue parole lei appare indispettito dall'autonomia del suo corpo rispetto alla sua volonta'.
Non basta essere salutisti e sportivi perche' il suo organismo e il suo corpo si pieghino docilmente al suo desiderio di gestirli. Li consideri compagni con i quali fare un percorso insieme ma pur sempre un qualcosa dotato di una sua autonomia sulla quale il suo controllo nulla potra'
Cordiali saluti
Potrebbe essere che il suo problema non sia l'ipocondria ma il desiderio di onnipotenza.
Dalle sue parole lei appare indispettito dall'autonomia del suo corpo rispetto alla sua volonta'.
Non basta essere salutisti e sportivi perche' il suo organismo e il suo corpo si pieghino docilmente al suo desiderio di gestirli. Li consideri compagni con i quali fare un percorso insieme ma pur sempre un qualcosa dotato di una sua autonomia sulla quale il suo controllo nulla potra'
Cordiali saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
Più che onnipotenza, direi un desiderio grosso di avere sotto controllo le cose, prima tra tutte questa, vista la grande importanza che ha per me lo sport.
Vorrei capire dove scavare, capire se possa essere ipocondria o altro. Non capisco come facciano gli altri ad allenarsi spensierati, magari senza alcun controllo alle spalle. Mi indispettisce vedere queste persone faticare come asini da soma e avere la forza di leoni e magari avere uno stato di salute peggiore del mio o nessun controllo alle spalle. Ed io, con continue rassicurazioni mediche non sono tranquillol. Ma mi rendo conto che, se tutti ragionassero come me, tutti avrebbero paura di fare sport.
In ogni caso, grazie per la risposta, dottoressa.
Vorrei capire dove scavare, capire se possa essere ipocondria o altro. Non capisco come facciano gli altri ad allenarsi spensierati, magari senza alcun controllo alle spalle. Mi indispettisce vedere queste persone faticare come asini da soma e avere la forza di leoni e magari avere uno stato di salute peggiore del mio o nessun controllo alle spalle. Ed io, con continue rassicurazioni mediche non sono tranquillol. Ma mi rendo conto che, se tutti ragionassero come me, tutti avrebbero paura di fare sport.
In ogni caso, grazie per la risposta, dottoressa.
[#3]
Non e' l'ipocondria il problema.
Potrebbe essere una personalita' un po" ossessiva.
Contatti uno psicologo psicoterapeuta e SI AFFIDI. Penso che per lei questa azione sia gia' moto importante: lasciare ad un altro la gestione della situazione
Penso che un percorso di questo tipo, imparare a STARE invece che FARE. L'aiuterebbe ad assumere un diverso punto di vista.
Cari auguri!.
Potrebbe essere una personalita' un po" ossessiva.
Contatti uno psicologo psicoterapeuta e SI AFFIDI. Penso che per lei questa azione sia gia' moto importante: lasciare ad un altro la gestione della situazione
Penso che un percorso di questo tipo, imparare a STARE invece che FARE. L'aiuterebbe ad assumere un diverso punto di vista.
Cari auguri!.
[#4]
Gentile utente,
concordo con quello che si scrive la dott.ssa Rinella.
Uno dei problemi che sembra trapelare è legato alla fiducia. Sembra dover controllare tutto, anche le possibili risposte dello psicologo: "non ditemi che sono ipocondriaco!".
Fidarsi vuol dire vivere nell'incertezza, poiché se uno si fida non può essere certo di ciò che succede! La fiducia mantiene in sé la possibilità della sfiducia.
Restiamo in ascolto
concordo con quello che si scrive la dott.ssa Rinella.
Uno dei problemi che sembra trapelare è legato alla fiducia. Sembra dover controllare tutto, anche le possibili risposte dello psicologo: "non ditemi che sono ipocondriaco!".
Fidarsi vuol dire vivere nell'incertezza, poiché se uno si fida non può essere certo di ciò che succede! La fiducia mantiene in sé la possibilità della sfiducia.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#5]
Utente
Innanzitutto, grazie per le risposte.
Dottor Mori, vorrei chiarire una cosa: il mio "non ditemi che sono ipocondriaco!" era da intendersi come un mio tentativo di incanalare la discussione nel verso giusto, magari se fossi stato etichettato come il classico ipocondriaco che ha paura della sua ombra le vostre risposte sarebbero state differenti. Detto ciò, concordo con lei riguardo la questione della fiducia, tema ricorrente nelle mie tribolazioni. Infatti, oltre a subire a volte questa immotivata sfiducia nel corpo, come descrivevo nei post precedenti ho una grande sfiducia in me stesso e nei miei mezzi e nel mio aspetto esteriore, cosa totalmente assurda perché i fatti mi obbligano a pensare il contrario: non ho fiducia nei miei mezzi ma finora ho sempre avuto successo in campo studentesco e lavorativo, non ho fiducia nel mio aspetto ma ho sempre avuto successo con le ragazze che, a detta loro, mi hanno sempre ritenuto un bel ragazzo. Nella mia grande razionalità, non riesco ad eliminare le cause di questi miei timori ancestrali. Figurarsi che sono appassionato di medicina e psicologia e spesso mi sono ritrovato, sebbene da profano, a dare consigli a persone ansiose e con attacchi di panico (forse perché vivendo le sensazioni in prima persona è più facile parlarne).
Ma sto divagando, il mio punto è: cosa mi consigliate? Ripeto, sono razionale, SO consciamente di essere ansioso e tuttavia mi faccio cogliere impreparato dall'ansia come fosse la prima volta. Stesso discorso per l'attività sportiva, di cui sopra.
Distinti saluti e grazie per la chiacchierata
Dottor Mori, vorrei chiarire una cosa: il mio "non ditemi che sono ipocondriaco!" era da intendersi come un mio tentativo di incanalare la discussione nel verso giusto, magari se fossi stato etichettato come il classico ipocondriaco che ha paura della sua ombra le vostre risposte sarebbero state differenti. Detto ciò, concordo con lei riguardo la questione della fiducia, tema ricorrente nelle mie tribolazioni. Infatti, oltre a subire a volte questa immotivata sfiducia nel corpo, come descrivevo nei post precedenti ho una grande sfiducia in me stesso e nei miei mezzi e nel mio aspetto esteriore, cosa totalmente assurda perché i fatti mi obbligano a pensare il contrario: non ho fiducia nei miei mezzi ma finora ho sempre avuto successo in campo studentesco e lavorativo, non ho fiducia nel mio aspetto ma ho sempre avuto successo con le ragazze che, a detta loro, mi hanno sempre ritenuto un bel ragazzo. Nella mia grande razionalità, non riesco ad eliminare le cause di questi miei timori ancestrali. Figurarsi che sono appassionato di medicina e psicologia e spesso mi sono ritrovato, sebbene da profano, a dare consigli a persone ansiose e con attacchi di panico (forse perché vivendo le sensazioni in prima persona è più facile parlarne).
Ma sto divagando, il mio punto è: cosa mi consigliate? Ripeto, sono razionale, SO consciamente di essere ansioso e tuttavia mi faccio cogliere impreparato dall'ansia come fosse la prima volta. Stesso discorso per l'attività sportiva, di cui sopra.
Distinti saluti e grazie per la chiacchierata
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 28.7k visite dal 30/09/2013.
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