Paura del vuoto, vertigini, tremore
Salve a tutti, vi scrivo perchè da qualche anno a questa parte riscontro alcuni problemi legati a quelle che credevo fossero vertigini.
Qualche tempo fa, provando per la prima volta l'arrampicata sulla parete di una palestra, dopo aver poggiato entrambi i piedi sulle prime sporgenze (saranno state a nemmeno mezzo metro di altezza, sotto avevo i materassi e accanto un istruttore disponibile ed attento) ho iniziato a tremare, a respirare affannosamente e... a piangere senza controllo come una bambina! Sono rimasta ferma senza riuscire nè a proseguire il percorso nè tantomeno a scendere! C'è voluto l'istruttore che mi ha presa in collo per farmi scendere (e ho faticato non poco a lasciarmi andare tra le sue braccia). Qualche tempo dopo, su una giostra, ho avuto lo stesso problema (era un veliero che si girava più di 180° ed io avevo la sensazione di cadere giù) con tanto di grida e lacrime.
La settimana scorsa, infine, mi è risuccessa la stessa cosa provando per la prima volta a fare wibdsurf. Di tutti i principianti sono stata l'unica a non avercela fatta a causa di questa mia paura che ancora non riesco a spiegarmi. Non credo siano vertigini, prendo l'aereo tranquillamente, vado su ruote panoramiche, mi avvicino a pendii.. Ma in questi casi mi trovo in situazioni molto spiacevoli... Ho 20 anni e inizio a temere queste mie crisi.. Durano molto, durante l'ultima non ho smesso di piangere e di tremare fino a quando un addetto mi ha portata col motoscafo a riva (so nuotare e ho fatto spesso immersioni( non era certo il mare a farmi paura!)
Di cosa potrebbe trattarsi? Qualcuno sa spiegarmi più o meno se si trattano di crisi di panico e a cosa sono dovute? Vi ringrazio per la cortese attenzione
Qualche tempo fa, provando per la prima volta l'arrampicata sulla parete di una palestra, dopo aver poggiato entrambi i piedi sulle prime sporgenze (saranno state a nemmeno mezzo metro di altezza, sotto avevo i materassi e accanto un istruttore disponibile ed attento) ho iniziato a tremare, a respirare affannosamente e... a piangere senza controllo come una bambina! Sono rimasta ferma senza riuscire nè a proseguire il percorso nè tantomeno a scendere! C'è voluto l'istruttore che mi ha presa in collo per farmi scendere (e ho faticato non poco a lasciarmi andare tra le sue braccia). Qualche tempo dopo, su una giostra, ho avuto lo stesso problema (era un veliero che si girava più di 180° ed io avevo la sensazione di cadere giù) con tanto di grida e lacrime.
La settimana scorsa, infine, mi è risuccessa la stessa cosa provando per la prima volta a fare wibdsurf. Di tutti i principianti sono stata l'unica a non avercela fatta a causa di questa mia paura che ancora non riesco a spiegarmi. Non credo siano vertigini, prendo l'aereo tranquillamente, vado su ruote panoramiche, mi avvicino a pendii.. Ma in questi casi mi trovo in situazioni molto spiacevoli... Ho 20 anni e inizio a temere queste mie crisi.. Durano molto, durante l'ultima non ho smesso di piangere e di tremare fino a quando un addetto mi ha portata col motoscafo a riva (so nuotare e ho fatto spesso immersioni( non era certo il mare a farmi paura!)
Di cosa potrebbe trattarsi? Qualcuno sa spiegarmi più o meno se si trattano di crisi di panico e a cosa sono dovute? Vi ringrazio per la cortese attenzione
[#1]
Gentile ragazza,
Dalla sua descrizione, i sintomi non sembrerebbero quelli dell'attacco di panico 'classico', a meno che lei non avverta, durante le crisi, senso di soffocamento, terrore di stare per morire, sensazione di costrizione respiratoria e crisi tachicardiche. Inoltre, questi attacchi sembrano ripresentarsi in circostanze simili tra loro e mi fanno pensare se lei, da bambina, abbia vissuto momenti di intensa paura in occasioni simili a queste che sta sperimentando ora. Quando le crisi si sono presentate per la prima volta? Che cosa stava avvenendo nella sua vita prima che queste si presentassero? E, tra una crisi e l'altra, come si sente? Al momento attuale, ci sono cambiamenti nella sua vita relazionale, familiare, lavorativa o di studio?
Un cordiale saluto
Dalla sua descrizione, i sintomi non sembrerebbero quelli dell'attacco di panico 'classico', a meno che lei non avverta, durante le crisi, senso di soffocamento, terrore di stare per morire, sensazione di costrizione respiratoria e crisi tachicardiche. Inoltre, questi attacchi sembrano ripresentarsi in circostanze simili tra loro e mi fanno pensare se lei, da bambina, abbia vissuto momenti di intensa paura in occasioni simili a queste che sta sperimentando ora. Quando le crisi si sono presentate per la prima volta? Che cosa stava avvenendo nella sua vita prima che queste si presentassero? E, tra una crisi e l'altra, come si sente? Al momento attuale, ci sono cambiamenti nella sua vita relazionale, familiare, lavorativa o di studio?
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#2]
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la mia collega, dott.ssa Scolamacchia.
La caratteristica tipica degli "attacchi di panico" è l'assenza di circostanze che li generano; al contrario le sue paure sembrano siano collegate a situazioni "rischiose" e allo stesso tempo "pubbliche". Mi domando se lei anticipi già la sua paura adesso che la ha sperimentata. Ovvero pensa prima della performance di poterla provare, oppure ha la mente sgombra e si verifica improvvisamente?
Come ha sottolineato la collega, può essere utile che lei ci ragguagli circa la sua vita relazionale (amici, famiglia, studi/lavoro, eventuale partner, ecc.). Spesso le origini dell'ansia hanno sede nei rapporti.
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scrive la mia collega, dott.ssa Scolamacchia.
La caratteristica tipica degli "attacchi di panico" è l'assenza di circostanze che li generano; al contrario le sue paure sembrano siano collegate a situazioni "rischiose" e allo stesso tempo "pubbliche". Mi domando se lei anticipi già la sua paura adesso che la ha sperimentata. Ovvero pensa prima della performance di poterla provare, oppure ha la mente sgombra e si verifica improvvisamente?
Come ha sottolineato la collega, può essere utile che lei ci ragguagli circa la sua vita relazionale (amici, famiglia, studi/lavoro, eventuale partner, ecc.). Spesso le origini dell'ansia hanno sede nei rapporti.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Ex utente
Salve! Grazie per le risposte e per l'attenzione, cercherò di essere più chiara possibile!
Innanzitutto vorrei specificare che durante l'ultima "crisi" in particolare ho iniziato a respirare affannosamente e con difficoltà, addirittura ansimavo come chi ha un attacco di asma, per intenderci.
La paura che ho avuto non è stata quella di morire, bensì di cadere e farmi male (battere la testa sulla tavola, tirarmi la vela addosso, rimanere incastrata).
Durante la mia infanzia non mi sono mai trovata in circostanze simili. L'unico episodio significativo è stato un incidente stradale (avevo 13 anni), un ragazzo è morto accanto a me dopo essere sbandato e aver scontrato frontalmente la macchina mia e di mio padre.. Ma non so quanto questo episodio possa influire sul mio problema.
Riflettendo però posso affermare che le mie prime due "crisi" si sono manifestate durante un periodo di particolare stress dovuto a problemi familiari (separazione dei miei genitori, bocciatura al liceo) e adesso, a distanza di qualche anno, la situazione in famiglia è nuovamente critica (mio padre che se ne va in un altro continente, problemi economici).
Sicuramente questa situazione mi ha portata ad essere ansiosa e abbastanza insicura (lo studio procede benissimo, ho una soddisfacente relazione sentimentale.. ma spesso sono insicura di me stessa!). Inoltre lo stress mi ha provocato alcuni piccoli problemi fisici, tra cui una fortissima acidità di stomaco che si è ripercossa su tutto l'organismo (problemi intestinali, disturbi riguardanti l'acidità della saliva, ecc).
Alla domanda "come si sente tra una crisi e l'altra" è difficile rispondere.. subito dopo di essa ho provato tanta vergogna (intorno a me nessuno ha mai avuto problemi e l'ultima volta ho avuto a che fare con persone che non hanno compreso la mia paura e mi hanno un po' derisa facendomi sentire incapace e "fifona") e ho avuto l'impulso di cercare un luogo dove sentirmi al sicuro, lontano da tutti gli altri, come se ci fosse stato ancora qualche rischio di "farmi del male", come dicevo prima.
Dopo la prima "crisi" ho pensato di soffrire di vertigini, dopo la seconda me ne sono convinta... dopo l'ultima ho capito che le vertigini non c'entrano e che forse in me c'è qualcosa da risolvere.
Infine, in risposta al Dr. Mori, mi sono accorta che prima della "performance" non manifesto alcun tipo di paura, anzi! Prima di provare il windsurf, per esempio, ero euforica e non vedevo l'ora di entrare in acqua con la tavola.. amo il mare, il vento, amo nuotare.. non avevo motivo di essere in ansia, e vedere gli altri praticare questo sport non mi ha mai fatto pensare che forse avrei potuto avere paura. La crisi mi è venuta improvvisamente, a metà lezione, dal nulla (all'inizio non ho avuto nessun tipo di problema). Tremavo così tanto che non riuscivo neanche a stare in ginocchio, nonostante desiderassi continuare a provare.
Spero di avervi dato elementi soddisfacenti!
Grazie ancora!
Innanzitutto vorrei specificare che durante l'ultima "crisi" in particolare ho iniziato a respirare affannosamente e con difficoltà, addirittura ansimavo come chi ha un attacco di asma, per intenderci.
La paura che ho avuto non è stata quella di morire, bensì di cadere e farmi male (battere la testa sulla tavola, tirarmi la vela addosso, rimanere incastrata).
Durante la mia infanzia non mi sono mai trovata in circostanze simili. L'unico episodio significativo è stato un incidente stradale (avevo 13 anni), un ragazzo è morto accanto a me dopo essere sbandato e aver scontrato frontalmente la macchina mia e di mio padre.. Ma non so quanto questo episodio possa influire sul mio problema.
Riflettendo però posso affermare che le mie prime due "crisi" si sono manifestate durante un periodo di particolare stress dovuto a problemi familiari (separazione dei miei genitori, bocciatura al liceo) e adesso, a distanza di qualche anno, la situazione in famiglia è nuovamente critica (mio padre che se ne va in un altro continente, problemi economici).
Sicuramente questa situazione mi ha portata ad essere ansiosa e abbastanza insicura (lo studio procede benissimo, ho una soddisfacente relazione sentimentale.. ma spesso sono insicura di me stessa!). Inoltre lo stress mi ha provocato alcuni piccoli problemi fisici, tra cui una fortissima acidità di stomaco che si è ripercossa su tutto l'organismo (problemi intestinali, disturbi riguardanti l'acidità della saliva, ecc).
Alla domanda "come si sente tra una crisi e l'altra" è difficile rispondere.. subito dopo di essa ho provato tanta vergogna (intorno a me nessuno ha mai avuto problemi e l'ultima volta ho avuto a che fare con persone che non hanno compreso la mia paura e mi hanno un po' derisa facendomi sentire incapace e "fifona") e ho avuto l'impulso di cercare un luogo dove sentirmi al sicuro, lontano da tutti gli altri, come se ci fosse stato ancora qualche rischio di "farmi del male", come dicevo prima.
Dopo la prima "crisi" ho pensato di soffrire di vertigini, dopo la seconda me ne sono convinta... dopo l'ultima ho capito che le vertigini non c'entrano e che forse in me c'è qualcosa da risolvere.
Infine, in risposta al Dr. Mori, mi sono accorta che prima della "performance" non manifesto alcun tipo di paura, anzi! Prima di provare il windsurf, per esempio, ero euforica e non vedevo l'ora di entrare in acqua con la tavola.. amo il mare, il vento, amo nuotare.. non avevo motivo di essere in ansia, e vedere gli altri praticare questo sport non mi ha mai fatto pensare che forse avrei potuto avere paura. La crisi mi è venuta improvvisamente, a metà lezione, dal nulla (all'inizio non ho avuto nessun tipo di problema). Tremavo così tanto che non riuscivo neanche a stare in ginocchio, nonostante desiderassi continuare a provare.
Spero di avervi dato elementi soddisfacenti!
Grazie ancora!
[#4]
Cara ragazza,
Le informazioni che ha dato sono esaurienti e chiarissime. Nella sua vita, vi sono stati episodi forti emotivamente, probabilmente non elaborati. L'incidente a cui fa riferimento deve essere stato traumatico, per esempio, e poi la separazione dei suoi, la bocciatura, di nuovo una separazione da suo padre...eventi che fanno tutti riferimento a una perdita. Non so dirle se vi è' un filo conduttore ne' che questi siano la causa delle sue crisi; tuttavia, mi colpisce il ripetersi di problematiche simili.
Un altro elemento che risalta alla mia attenzione e' quello relativo alla paura e il fatto che lei quasi se ne vergogni, in presenza di altre persone che addirittura la deridono. Perché non dovrebbe avere paura? La paura e' una delle emozioni di base che è' funzionale alla nostra sopravvivenza perché ci avverte dei pericoli. Non sentirla equivale ad essere avventati ed imprudenti. E' una emozione sana, direi, al contrario di quello che molti pensano. Anche l'ansia ha una funzione protettiva e va accolta come sintomo e segnale importante.
Credo che le sue crisi abbiano un senso e un significato, anche se sono certamente sgradevoli, e forse la stanno avvertendo che e' arrivato il momento di prendersi cura di se', delle sue paure e delle sue insicurezze. Che ne pensa?
Le informazioni che ha dato sono esaurienti e chiarissime. Nella sua vita, vi sono stati episodi forti emotivamente, probabilmente non elaborati. L'incidente a cui fa riferimento deve essere stato traumatico, per esempio, e poi la separazione dei suoi, la bocciatura, di nuovo una separazione da suo padre...eventi che fanno tutti riferimento a una perdita. Non so dirle se vi è' un filo conduttore ne' che questi siano la causa delle sue crisi; tuttavia, mi colpisce il ripetersi di problematiche simili.
Un altro elemento che risalta alla mia attenzione e' quello relativo alla paura e il fatto che lei quasi se ne vergogni, in presenza di altre persone che addirittura la deridono. Perché non dovrebbe avere paura? La paura e' una delle emozioni di base che è' funzionale alla nostra sopravvivenza perché ci avverte dei pericoli. Non sentirla equivale ad essere avventati ed imprudenti. E' una emozione sana, direi, al contrario di quello che molti pensano. Anche l'ansia ha una funzione protettiva e va accolta come sintomo e segnale importante.
Credo che le sue crisi abbiano un senso e un significato, anche se sono certamente sgradevoli, e forse la stanno avvertendo che e' arrivato il momento di prendersi cura di se', delle sue paure e delle sue insicurezze. Che ne pensa?
[#5]
Ex utente
La ringrazio dottoressa, sapevo di aver accumulato molto stress negli ultimi anni, ma non credevo che avesse a che fare con queste mie "crisi".
A proposito della vergogna, invece, la provo vedendo che gli altri intorno a me non hanno nessun tipo di blocco. Mi sento "diversa", ecco. "Gli altri sono in grado e io no, cosa hanno in più di me?" mi viene da pensare. Lei sostiene che la paura e l'ansia siano emozioni sane... lo riconosco anche io, ma allora gli altri sono tutti incoscienti?
Ovviamente no.
Prendersi cura delle mie insicurezze e paure... e come? Qui la situazione è sempre più critica e sebbene io stia imparando col crescere a farmi scivolare addosso questioni che non mi riguardano trovo comunque difficoltà a non lasciarmi coinvolgere.
Conosce qualcosa che potrebbe aiutarmi?
A proposito della vergogna, invece, la provo vedendo che gli altri intorno a me non hanno nessun tipo di blocco. Mi sento "diversa", ecco. "Gli altri sono in grado e io no, cosa hanno in più di me?" mi viene da pensare. Lei sostiene che la paura e l'ansia siano emozioni sane... lo riconosco anche io, ma allora gli altri sono tutti incoscienti?
Ovviamente no.
Prendersi cura delle mie insicurezze e paure... e come? Qui la situazione è sempre più critica e sebbene io stia imparando col crescere a farmi scivolare addosso questioni che non mi riguardano trovo comunque difficoltà a non lasciarmi coinvolgere.
Conosce qualcosa che potrebbe aiutarmi?
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Rispetto al fatto che gli altri non abbiano 'nessun tipo di blocco' ho alcune perplessità. Forse non ce li hanno in un determinato campo, ma come facciano a sapere che non abbiano inibizioni e paure nascoste in altri aspetti? Un conto, poi, e' apparire, un altro essere!
Gli altri non sono tutti incoscienti - anche se un'alta percentuale lo è'- e, comunque, ognuno e' diverso e reagisce in modo personale, che non vuol dire migliore o peggiore, solo diverso.
Mi chiede se conosco 'qualcosa che potrebbe aiutarmi'. Naturalmente si, visto che, come psicologa e psicoterapeuta, sono convinta che nella maggior parte delle persone vi siano risorse interne spesso dimenticate ed inutilizzate e, sempre come professionista della salute psichica, le suggerisco un aiuto da parte di uno specialista con il quale confrontarsi. Spesso e' sufficiente superare il timore iniziale di rivolgersi a uno psicologo per sentirsi già meno negativisti, ansiosi e depressi. Consideri, poi, che, nel suo caso, potrebbero bastare alcuni colloqui di consultazione e consulenza per mettere a fuoco il tipo di problematica. Nella mia esperienza clinica, vedo spesso miglioramenti significativi in tempi, a volte, molto brevi. Ovviamente, parlo in generale per cui, come sempre, ogni caso e' a se' stante. Ha mai consultato uno psicologo di persona?
Gli altri non sono tutti incoscienti - anche se un'alta percentuale lo è'- e, comunque, ognuno e' diverso e reagisce in modo personale, che non vuol dire migliore o peggiore, solo diverso.
Mi chiede se conosco 'qualcosa che potrebbe aiutarmi'. Naturalmente si, visto che, come psicologa e psicoterapeuta, sono convinta che nella maggior parte delle persone vi siano risorse interne spesso dimenticate ed inutilizzate e, sempre come professionista della salute psichica, le suggerisco un aiuto da parte di uno specialista con il quale confrontarsi. Spesso e' sufficiente superare il timore iniziale di rivolgersi a uno psicologo per sentirsi già meno negativisti, ansiosi e depressi. Consideri, poi, che, nel suo caso, potrebbero bastare alcuni colloqui di consultazione e consulenza per mettere a fuoco il tipo di problematica. Nella mia esperienza clinica, vedo spesso miglioramenti significativi in tempi, a volte, molto brevi. Ovviamente, parlo in generale per cui, come sempre, ogni caso e' a se' stante. Ha mai consultato uno psicologo di persona?
[#7]
Ex utente
Buonasera dottoressa, è passato un anno e la nostra conversazione è rimasta in sospeso a causa mia.
Ho avuto un colloquio con una psicologa, uno di numero, dopo la bocciatura al liceo (sette anni fa) e poi più niente. Sto pensando di tornarci data la mia fragilità attuale, ma purtroppo non riuscirei a permettermi economicamente un lavoro continuativo con uno psicologo.
Nel frattempo mi stanno succedendo episodi simili a quelli di cui avevamo parlato e ad altri aventi dinamiche diverse.
Recentemente ero in treno, in piedi, di ritorno dall'università, sola, e ho iniziato a pensare che sarei potuta svenire come mi capita altre volte a causa della pressione bassa o chissà cosa. Il pensiero è diventato paranoia, mi sono agitata, il cuore mi batteva forte, il respiro era affannato e sono realmente svenuta.
Non era il caldo, nè un calo di zuccheri.
Ho l'impressione di essere arrivata a un limite di sopportazione e non so come fare per tornare a provare un po' di serenità.
Mi rendo conto che si tratta di questioni impossibili da risolvere dall'altra parte dello schermo, la ringrazio comunque per le preziose parole che mi ha dedicato.
Ho avuto un colloquio con una psicologa, uno di numero, dopo la bocciatura al liceo (sette anni fa) e poi più niente. Sto pensando di tornarci data la mia fragilità attuale, ma purtroppo non riuscirei a permettermi economicamente un lavoro continuativo con uno psicologo.
Nel frattempo mi stanno succedendo episodi simili a quelli di cui avevamo parlato e ad altri aventi dinamiche diverse.
Recentemente ero in treno, in piedi, di ritorno dall'università, sola, e ho iniziato a pensare che sarei potuta svenire come mi capita altre volte a causa della pressione bassa o chissà cosa. Il pensiero è diventato paranoia, mi sono agitata, il cuore mi batteva forte, il respiro era affannato e sono realmente svenuta.
Non era il caldo, nè un calo di zuccheri.
Ho l'impressione di essere arrivata a un limite di sopportazione e non so come fare per tornare a provare un po' di serenità.
Mi rendo conto che si tratta di questioni impossibili da risolvere dall'altra parte dello schermo, la ringrazio comunque per le preziose parole che mi ha dedicato.
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Da quello che scrive, sembra proprio che il problema non sia stato affrontato. Lei parla di difficoltà economiche nel rivolgersi a uno specialista, ma ha verificato di persona i costi effettivi di una consultazione? Ha provato a vedere nella sua zona se e' possibile rivolgersi a qualche centro che fa consulenze gratuite o previo pagamento di un ticket? Inoltre, lei ha il diritto, nel caso si rivolgesse a uno psicologo, di far presente la sua situazione finanziaria e di concordare un tipo di trattamento anche a intervalli diluiti....credo che sia meglio questa soluzione al nulla. Come le ho già' scritto, e considerate le differenze tra le persone, situazioni come quelle che descrive sono risolvibili anche in tempi brevi, almeno da un punto di vista sintomatologico. A volte, immaginiamo lo psicologo come uno specialista che ci trattiene per tempi lunghi e con sedute ravvicinate.... Non è' così, e non è' così sempre o con tutti. Verifichi chi potrebbe fare al caso suo...glielo dico con premura perché mi dispiace davvero che una persona così brillante come lei stia vivendo una vita limitata e sempre in allerta. Ci tenga informati, se vuole!
Un caro saluto
Un caro saluto
[#9]
Ex utente
Sì, mi sono impegnata abbastanza nella ricerca di una persona che faccia al caso mio, ma per quanto riguarda i costi, oscillano dai 50 euro ai 70 ogni 45 minuti di seduta, se va bene.
Ho tuttavia deciso di seguire il suo consiglio e mettere da parte la sfiducia in quelli che non sono lavori continuativi, sfiducia influenzata dall'opinione dei miei professori universitari a riguardo (frequento l'università di psicologia) e causata dal fallimento di queste pratiche sui miei genitori.
Continuerò a cercare, sempre più convinta di non essere invincibile e di necessitare di un aiuto.
La ringrazio ancora una volta
Ho tuttavia deciso di seguire il suo consiglio e mettere da parte la sfiducia in quelli che non sono lavori continuativi, sfiducia influenzata dall'opinione dei miei professori universitari a riguardo (frequento l'università di psicologia) e causata dal fallimento di queste pratiche sui miei genitori.
Continuerò a cercare, sempre più convinta di non essere invincibile e di necessitare di un aiuto.
La ringrazio ancora una volta
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 4.9k visite dal 30/09/2013.
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