La mia insicurezza non mi libera da una storia complicata
Salve! Ho 35 anni, già dall'adolescenza ho avuto problemi nel pormi dinanzi agli altri, sono riuscito a trovare la prima ragazza per mezzo di chat, ma ancora oggi ho difficoltà ad approcciarmi con le altre persone (intendo di qualunque sesso, ho difficoltà proprio nel farmi nuovi amici) Il mio problema è una situazione abbastanza arzigogolata con una persona conosciuta proprio in chat dieci anni fa. Abbiamo vissuto una storia di un anno e mezzo a distanza venendo a scoprire che lei aveva già marito, la mia reazione è stata quella di alzare le spalle e continuare il rapporto. Ci siamo lasciati e dopo poche settimane aveva iniziato una convivenza con un'altro uomo. Per i primi tre anni sono stato male, con lei che nel primo anno della nostra separazione mi cercava, si litigava pur restando con la persona per cui ero stato lasciato. Non ci siamo sentiti per due anni, ho avuto due relazioni brevi, sempre contrastate dal suo ricordo. Nel 2007 si è fatta risentire, proponendo un'amicizia, ma che nell'arco dei mesi è diventata qualcosa di più. Ma anche in quel caso ha preferito restare sempre con la persona per cui sono stato lasciato. Cercando di farla breve, nel presente ci siamo risentiti ed è di nuovo nato qualcosa, un'altra relazione. Lei ora si è sposata col tipo, avendo da lui anche una figlia. Sembrava che le cose in questo caso prendessero un'altra piega, al contrario avendo una figlia ha preferito non gettare al vento il matrimonio. Tutto questo per dirvi che non riesco a staccarmi da lei, nel senso che quello che mi ha fatto intendere per ora, ma anche nel futuro prossimo non ci sarà più modo di incontrarci o almeno avere la stessa relazione avuta durante l'arco dei mesi passati. Questo perché il marito intuendo qualcosa, vuole che non ci sia dialogo fra di noi. Mi trovo in una situazione in cui vorrei ricominciare una nuova vita, ma le insicurezze di cui sopra mi portano a scegliere di restare con questa persona. Questa donna vuole che io le sia vicino parlando con lei durante la giornata per mezzo della chat. Al primo accenno di voler abbandonare il tutto, lei gioca la carta dell'egoismo, in cui il mio interesse è quello di preservare me stesso. Così ora mi trovo nella situazione, di vivere nello stile di un hikikomori, sempre in casa, mangio meno, ho ricominciato a fumare, problemi col sonno, continue emicranie al mio risveglio. Casi di paranoia e apatia nei confronti di quello che ho intorno, inclusa la ricerca di un nuovo impiego. Più che la disperazione, è trovarsi a non reagire, subire passivamente. Un'ultima cosa, ho avuto una seduta da una psicologa che da principio mi disse di non riprendere questa relazione perchè era qualcosa di non terminato. Questo mi sembra sia tutto. Vi ringrazio. Distinti saluti.
[#1]
Caro Utente,
vorrei cominciare facendole notare il contenuto di questa frase e chiederle se la condivide:
<<Al primo accenno di voler abbandonare il tutto, lei gioca la carta dell'egoismo, in cui il mio interesse è quello di preservare me stesso.>>
In base al suo racconto, se proprio c'è qualcuno che può essere tacciato di egoismo, penso non possa essere lei. Non crede?
Detto ciò, la condizione di ritiro sociale in cui si sta "imprigionando", è una situazione che merita sicuramente una grande attenzione.
Non è chiaro dal suo racconto quale livello di "autoreclusione" abbia raggiunto, ma la mia sensazione è che i tempi siano maturi per affrontare il problema che l'affligge con sollecitudine; forse, a questo proposito, è sintomatico il fatto che stia scrivendo a noi.
Probabilmente il suo ritiro è solo stato accentuato dalla "relazione/non relazione" con questa donna; in base ai pochi dati che ci fornisce mi sembra di poter dire, però, che tutti gli elementi per poter raggiungere questa meta distruttiva fossero già presenti dalla sua adolescenza.
E' per questo che le consiglio di contattare un collega della sua zona, eventualmente anche presso le strutture pubbliche, per una diagnosi e per definire quale sia la strategia migliore per il suo caso.
Come mai ha avuto solo un incontro con una psicologa?
Un caro saluto
vorrei cominciare facendole notare il contenuto di questa frase e chiederle se la condivide:
<<Al primo accenno di voler abbandonare il tutto, lei gioca la carta dell'egoismo, in cui il mio interesse è quello di preservare me stesso.>>
In base al suo racconto, se proprio c'è qualcuno che può essere tacciato di egoismo, penso non possa essere lei. Non crede?
Detto ciò, la condizione di ritiro sociale in cui si sta "imprigionando", è una situazione che merita sicuramente una grande attenzione.
Non è chiaro dal suo racconto quale livello di "autoreclusione" abbia raggiunto, ma la mia sensazione è che i tempi siano maturi per affrontare il problema che l'affligge con sollecitudine; forse, a questo proposito, è sintomatico il fatto che stia scrivendo a noi.
Probabilmente il suo ritiro è solo stato accentuato dalla "relazione/non relazione" con questa donna; in base ai pochi dati che ci fornisce mi sembra di poter dire, però, che tutti gli elementi per poter raggiungere questa meta distruttiva fossero già presenti dalla sua adolescenza.
E' per questo che le consiglio di contattare un collega della sua zona, eventualmente anche presso le strutture pubbliche, per una diagnosi e per definire quale sia la strategia migliore per il suo caso.
Come mai ha avuto solo un incontro con una psicologa?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr Callina.
E' importante che lei affronti questa difficoltà a staccarsi dalla donna, che sembra strettamente legato al suo modo di percepirsi.
"siccome nessuno mi vuole così come sono timido, senza risorse, incapace di stare con gli altri" allora "rimarrò/non rimarrò con lei". Questo mi sembra il ragionamento di fondo.
Questa relazione sembra sia un modo per non crescere, per non andare avanti nelle altre aree della sua vita, che peraltro lei neanche menziona nella domanda.
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scrive il mio collega, dr Callina.
E' importante che lei affronti questa difficoltà a staccarsi dalla donna, che sembra strettamente legato al suo modo di percepirsi.
"siccome nessuno mi vuole così come sono timido, senza risorse, incapace di stare con gli altri" allora "rimarrò/non rimarrò con lei". Questo mi sembra il ragionamento di fondo.
Questa relazione sembra sia un modo per non crescere, per non andare avanti nelle altre aree della sua vita, che peraltro lei neanche menziona nella domanda.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
"Tutto questo per dirvi che non riesco a staccarmi da lei..."
"Questa donna vuole che io le sia vicino parlando con lei durante la giornata per mezzo della chat..."
Gentile Utente,
se rilegge la mail che ha inviato e prova a cambiare i protaginisti della vicenda per distanziarsi, si renderà conto che questa storia va avanti da dieci anni, ma difatti non Le ha dato ciò che probabilmente Lei desidera da una relazione. Se lo è mai domandato cosa cerca in una relazione sentimentale?
Se rilegge, inoltre, si renderà conto che l'enfasi è posta sulla donna e non su di Lei, su come sta.
Come mai non riesce a staccarsi da questa donna, secondo Lei?
Se questa donna vuole la Sua vicinanza in chat durante la giornata, Lei invece che cosa vuole? Le basta tutto questo?
Oppure è un modo per mascherare la Sua incapacità di costruire relazioni sociali e amicali di persona?
"Questa donna vuole che io le sia vicino parlando con lei durante la giornata per mezzo della chat..."
Gentile Utente,
se rilegge la mail che ha inviato e prova a cambiare i protaginisti della vicenda per distanziarsi, si renderà conto che questa storia va avanti da dieci anni, ma difatti non Le ha dato ciò che probabilmente Lei desidera da una relazione. Se lo è mai domandato cosa cerca in una relazione sentimentale?
Se rilegge, inoltre, si renderà conto che l'enfasi è posta sulla donna e non su di Lei, su come sta.
Come mai non riesce a staccarsi da questa donna, secondo Lei?
Se questa donna vuole la Sua vicinanza in chat durante la giornata, Lei invece che cosa vuole? Le basta tutto questo?
Oppure è un modo per mascherare la Sua incapacità di costruire relazioni sociali e amicali di persona?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Gentile Utente,
dice di aver incontrato una psicologa.
A parte il suggerimento ricevuto cosa ne è emerso?
Le è stato proposto qualche percorso?
Per quanto riguarda la donna di cui ci parla, mi sembra che la situazione parli da sola, cosa si apetta da un rapporto simile che la trattiene nel malessere e lo amplifica?
Sarebbe il caso che riuscisse ad affrontare in modo idoneo, attraverso un aiuto esperto, le difficoltà nel mettersi in rapporto con gli altri, nel costruire e nel vivere le relazioni affettive, il malessere e la sintomatologia espressa, di cui ad esempio il rapporto con questa donna e lo stile di vita che sta conducendo sembrano essere espressione.
A questo scopo dovrebbe rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta di persona, se non ha dato seguito all'incontro con la psicologa, per una valutazione diretta e riflettere su un eventuale percorso terapeutico che la aiuti ad affrontare efficacemente i suoi disagi.
Cordiali saluti
dice di aver incontrato una psicologa.
A parte il suggerimento ricevuto cosa ne è emerso?
Le è stato proposto qualche percorso?
Per quanto riguarda la donna di cui ci parla, mi sembra che la situazione parli da sola, cosa si apetta da un rapporto simile che la trattiene nel malessere e lo amplifica?
Sarebbe il caso che riuscisse ad affrontare in modo idoneo, attraverso un aiuto esperto, le difficoltà nel mettersi in rapporto con gli altri, nel costruire e nel vivere le relazioni affettive, il malessere e la sintomatologia espressa, di cui ad esempio il rapporto con questa donna e lo stile di vita che sta conducendo sembrano essere espressione.
A questo scopo dovrebbe rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta di persona, se non ha dato seguito all'incontro con la psicologa, per una valutazione diretta e riflettere su un eventuale percorso terapeutico che la aiuti ad affrontare efficacemente i suoi disagi.
Cordiali saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
Utente
Buona sera, vi ringrazio per aver risposto. Metto in chiaro alcuni punti lasciati in sospeso, perché dato il numero di caratteri non sarei riuscito a scrivere l'insieme delle cose. Partendo dal fatto che non ho un carattere semplice, a parte una timidezza patologica che mi porta a chiudermi in me stesso, soffro di ansia nei confronti delle novità. Quando mi trovo davanti un nuovo lavoro, sono agitato e penso spesso di non cavarmela. Questo accade anche con i rapporti con le persone. In vita mia credo che se non ci fosse stato internet sarei rimasto single a vita. Eppure riconosco di sprecare molte potenzialità perché ho molti interessi. Chiusa questa parentesi, per quanto riguarda il lavoro ho maturato una certa esperienza però ho sempre lavorato a fasi alterne e in questo periodo subendo una serie di colpi bassi, ho preso questa strada che mi porta nell'apatia e nel rimandare continuamente le cose. Mi è già capitato in passato di comportarmi così, ma in questo caso è come se fossi bloccato. Sinceramente a questa persona tengo molto, perché condividiamo degli stati d'animo che sono simili, cosa che con le passate relazioni non è mai capitato.
Come è stato scritto sopra, la mia intenzione è di rendere la cosa tangibile e in quel caso mettercela tutta per cambiare la mia situazione. Accetterei la figlia come fosse mia. Ma trovandomi con le mani legate per cui non posso neanche vedere questa persona che amo, preferirei tagliare i ponti come è accaduto in passato.
Sul fatto della psicologa, ho compiuto 4 sedute, ma non trovandomi d'accordo su alcuni punti di vista, mi sono sentito di non continuare.
Grazie ancora. Buona serata.
Come è stato scritto sopra, la mia intenzione è di rendere la cosa tangibile e in quel caso mettercela tutta per cambiare la mia situazione. Accetterei la figlia come fosse mia. Ma trovandomi con le mani legate per cui non posso neanche vedere questa persona che amo, preferirei tagliare i ponti come è accaduto in passato.
Sul fatto della psicologa, ho compiuto 4 sedute, ma non trovandomi d'accordo su alcuni punti di vista, mi sono sentito di non continuare.
Grazie ancora. Buona serata.
[#6]
Gentile Utente,
su che cosa non era d'accordo con la psicologa?
Per quanto riguarda la relazione con la donna di cui ci parla, Lei che cosa desidera da questa relazione? Teme. se dovesse chiuderla, di non poter incontrare un'altra persona cui voler bene?
Ha letto questo articolo?
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
su che cosa non era d'accordo con la psicologa?
Per quanto riguarda la relazione con la donna di cui ci parla, Lei che cosa desidera da questa relazione? Teme. se dovesse chiuderla, di non poter incontrare un'altra persona cui voler bene?
Ha letto questo articolo?
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
[#7]
Utente
La mia psicologa consigliava di andare alla ricerca di luoghi dove incontrare altre persone, il mio problema caratteriale mi porta a fare barriera contro gli altri. Avrei voluto prima affrontare le problematiche riguardanti il mio carattere e trovare se possibile anche le cause.
Il mio desiderio è che vi fosse un futuro, almeno costruirlo.
A quanto dice questa persona non sarebbe possibile almeno che il marito non la tradisse o che se ne andasse di sua spontanea volontà. Mi sembrano giustificazioni per tenere da una parte il marito e dall'altra il qui presente. Il fatto del suo egoismo mi sembra evidente che faccia perno su problemi che si ritrova in famiglia, mentre la mia situazione è quella di dover agire come se nulla fosse.
Non è tanto la questione di restare soli, ho passato periodi lunghi senza avere una persona accanto, ma quanto ritrovarsi al punto di partenza in una situazione in cui mi sento come se non avessi le forze per reagire.
Grazie dell'articolo, darò subito un'occhiata.
Il mio desiderio è che vi fosse un futuro, almeno costruirlo.
A quanto dice questa persona non sarebbe possibile almeno che il marito non la tradisse o che se ne andasse di sua spontanea volontà. Mi sembrano giustificazioni per tenere da una parte il marito e dall'altra il qui presente. Il fatto del suo egoismo mi sembra evidente che faccia perno su problemi che si ritrova in famiglia, mentre la mia situazione è quella di dover agire come se nulla fosse.
Non è tanto la questione di restare soli, ho passato periodi lunghi senza avere una persona accanto, ma quanto ritrovarsi al punto di partenza in una situazione in cui mi sento come se non avessi le forze per reagire.
Grazie dell'articolo, darò subito un'occhiata.
[#8]
Gentile Utente,
pur con tutti i limiti di internet, io concordo con quanto dice la psicologa che ha potuto valutare la situazione di persona, perchè da una parte è vero -lo dice Lei stesso- che fa fatica nella relazioni interpersonali e trovo sensatissima la replica del dott. Mori sulla funzionalità di questa relazione per Lei.
Dall'altra, fare barriera altro non è che un tipico comportamento di evitamento del problema. L'evitamento peggiora il problema perchè ha un effetto ansiolitico a breve termine, ma ormai a Lei dovrebbe essere chiarissimo il danno che genera l'evitamento nel rafforzare la paura e il disagio nelle relazioni.
Invece, se Lei riuscisse ad esporsi, come probabilmente Le ha suggerito la psicologa che ha visto in passato, avrebbe l'opportunità di superare e vincere le paure che la bloccano nelle relazioni che non riesce a costruire.
Queste mi sembrano le "problematiche" del Suo carattere e le cause, che comunque vengono fuori anche facendo tali approcci, possono essere molto semplicemente la mancanza di esposizione o la mancanza di rinforzi positivi (ad es. magari Lei non è mai stato incoraggiato a fare tutto ciò).
Indipendentemente dalle ragioni (che spostano di poco o nulla il problema), si può risolvere il problema modificando il comportamento, in modo da incidere anche sull'idea di sè, sulla padronanza della situazione, sulla propria competenza, ecc... e sulle emozioni quali paura, imbarazzo ecc... in situazioni sociali.
Poi certamente dovrebbe fare chiarezza su questa situazione con questa donna, che non fa altro che rafforzare i Suoi problemi relazionali e interpersonali. Forse una riflessione, come già suggerito dal dott. Mori sulle ragioni che L'hanno spinta verso questa donna e La tengono ancora con lei, sarebbe opportuna.
Mi pare sensato suggerirLe di tornare dalla psicologa che aveva già visto ed eventualmente chiedere chiarimenti, discutendo su ciò che Le aveva espresso.
Cordiali saluti,
pur con tutti i limiti di internet, io concordo con quanto dice la psicologa che ha potuto valutare la situazione di persona, perchè da una parte è vero -lo dice Lei stesso- che fa fatica nella relazioni interpersonali e trovo sensatissima la replica del dott. Mori sulla funzionalità di questa relazione per Lei.
Dall'altra, fare barriera altro non è che un tipico comportamento di evitamento del problema. L'evitamento peggiora il problema perchè ha un effetto ansiolitico a breve termine, ma ormai a Lei dovrebbe essere chiarissimo il danno che genera l'evitamento nel rafforzare la paura e il disagio nelle relazioni.
Invece, se Lei riuscisse ad esporsi, come probabilmente Le ha suggerito la psicologa che ha visto in passato, avrebbe l'opportunità di superare e vincere le paure che la bloccano nelle relazioni che non riesce a costruire.
Queste mi sembrano le "problematiche" del Suo carattere e le cause, che comunque vengono fuori anche facendo tali approcci, possono essere molto semplicemente la mancanza di esposizione o la mancanza di rinforzi positivi (ad es. magari Lei non è mai stato incoraggiato a fare tutto ciò).
Indipendentemente dalle ragioni (che spostano di poco o nulla il problema), si può risolvere il problema modificando il comportamento, in modo da incidere anche sull'idea di sè, sulla padronanza della situazione, sulla propria competenza, ecc... e sulle emozioni quali paura, imbarazzo ecc... in situazioni sociali.
Poi certamente dovrebbe fare chiarezza su questa situazione con questa donna, che non fa altro che rafforzare i Suoi problemi relazionali e interpersonali. Forse una riflessione, come già suggerito dal dott. Mori sulle ragioni che L'hanno spinta verso questa donna e La tengono ancora con lei, sarebbe opportuna.
Mi pare sensato suggerirLe di tornare dalla psicologa che aveva già visto ed eventualmente chiedere chiarimenti, discutendo su ciò che Le aveva espresso.
Cordiali saluti,
[#9]
Caro Utente,
<<La mia psicologa consigliava di andare alla ricerca di luoghi dove incontrare altre persone, il mio problema caratteriale mi porta a fare barriera contro gli altri. Avrei voluto prima affrontare le problematiche riguardanti il mio carattere e trovare se possibile anche le cause.>>
ci sono approcci psicoterapeutici, come quelli psicodinamici, meno direttivi, che accompagnano il paziente ad affrontare queste difficoltà in modo più "progressivo".
E' chiaro che l'obiettivo finale è quello di imparare ad affrontare le situazioni temute come, nel suo caso, il contatto con il mondo sociale.
Il percorso prevede, però, un'approccio globale alla persona, considerando la sua peculiare individualità e non prevede prescrizioni standardizzate.
Se il suo obiettivo è quello di comprendere meglio il suo carattere, credo che sarebbe più indicata una terapia psicodinamica.
Tenga conto che anche l'individualità del terapeuta è importante; non tutti i terapeuti vanno bene per tutti i pazienti e viceversa.
E' per questo che le consiglio di provare a bussare a più porte prima di gettare la spugna; quando incontrerà il terapeuta che fa per lei saprà riconoscerlo.
Un caro saluto
<<La mia psicologa consigliava di andare alla ricerca di luoghi dove incontrare altre persone, il mio problema caratteriale mi porta a fare barriera contro gli altri. Avrei voluto prima affrontare le problematiche riguardanti il mio carattere e trovare se possibile anche le cause.>>
ci sono approcci psicoterapeutici, come quelli psicodinamici, meno direttivi, che accompagnano il paziente ad affrontare queste difficoltà in modo più "progressivo".
E' chiaro che l'obiettivo finale è quello di imparare ad affrontare le situazioni temute come, nel suo caso, il contatto con il mondo sociale.
Il percorso prevede, però, un'approccio globale alla persona, considerando la sua peculiare individualità e non prevede prescrizioni standardizzate.
Se il suo obiettivo è quello di comprendere meglio il suo carattere, credo che sarebbe più indicata una terapia psicodinamica.
Tenga conto che anche l'individualità del terapeuta è importante; non tutti i terapeuti vanno bene per tutti i pazienti e viceversa.
E' per questo che le consiglio di provare a bussare a più porte prima di gettare la spugna; quando incontrerà il terapeuta che fa per lei saprà riconoscerlo.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.9k visite dal 26/09/2013.
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