Attacchi d'ansia o altro?

Salve a tutti, sono un ragazzo di 18 che cerca in voi qualche consiglio. Quello che voglio cercare di scoprire è se il mio problema ha natura psicologica o deriva da altro. Cerco di riassumervi tutto raccontandovi un piccolo episodio: dopo essermi allenato con la mia nuova squadra di pallone (dopo mesi di inattività) durante il tragitto per tornare a casa e anche dopo essere arrivato a casa ho iniziato ad accusare sintomi mai provati prima, tra cui una forte dispnea, senso di impazzire, formicolii a entrambe le mani, male allo stomaco, difficoltà e quasi impossibilità a reggermi in piedi, il tutto svanito circa 20 min dopo . I miei genitori hanno subito pensato a uno sforzo eccessivo durante l'allenamento e la questione finì lì. La mattina successiva, come sempre, sono andato a scuola, ma era diverso da tutti gli altri giorni: ho passato un ora ad avere una profonda dispnea con una sudorazione(fredda) eccessiva alle mani, sentendomi svenire e faticando a camminare, tanto da chiamare a casa e farmi venire a prendere. Dopo questo episodio ho cominciato a pensare che quello che mi era successo la sera prima non era solo il risultato di un estenuante allenamento ma poteva essere qualche disturbo legato all'ansia. A 14 sono stato operato per una tps con ablazione andata benissimo. Ammetto di essere un tipo abbastanza ansioso, ho diverse paure (del buio, delle altezze, degli spazi piccoli e affollati) ma sono sempre riuscito a farmi passare tutto da solo. Vorrei sapere cosa ne pensavate riguardo questo problema. Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti. Niccolò
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se delle visite mediche, che dovrai fare, stabiliranno che dal punto di vista fisico sei a posto, allora si tratta di attacchi d'ansia, che potrebbero necessitare di cure psicoterapeutiche e/o farmacologiche.

Ne hai parlato con il tuo medico o con altri medici, magari insieme a i tuoi genitori?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr Santocito.
E' fondamentale escludere qualsiasi patologia organica prima di poter parlare di attacchi d'ansia. Se queste saranno negative ed il problema sussiste allora può pensare ad un consulto psicologico.
Lei ha descritto molto bene la sua sintomatologia ma ci ha detto poco rispetto alla sua situazione relazionale (rapporto con i genitori, con gli amici, con il partner, con la scuola, ecc.). Solitamente l'ansia improvvisa nasconde in questi aspetti la sua genesi.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
I rapporti con i miei genitori è ottimo, anzi a volte ho paura di creargli problemi con questi attacchi. Ho molti amici, con cui esco e mi diverto. Il tutto è nato da quella sera e il pensiero che mi possano ritornare gli stessi sintomi limita la mia vita quotidiana. Ho già saltato due giorni di scuola e non mi posso permettere di perderne ancora molti, ma il pensiero di sentirmi di nuovo male mi accompagna sempre. Non ci sono soluzioni temporanee prima della visita da uno specialista? vi ringrazio ancora, siete sempre molto disponibili.
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
l'evitamento di situazioni potenzialmente minacciose è uno dei meccanismi più comuni nell'ansia ma, allo stesso tempo, uno dei principali artefici del suo mantenimento. Più lei evita più la paura diventa forte, in un micidiale meccanismo di consolidazione dello status quo. La paura di avere paura non si può vincere solo con soluzioni temporanee, ne tanto meno ce ne sono da suggerire, soprattutto on line, non conoscendo bene la sua situazione.

Restiamo in ascolto
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Non ci sono soluzioni temporanee prima della visita da uno specialista?
>>>

Se si tratta di ansia patologica, è una malattia e quindi necessita di attenzione specialistica.

Se invece si trattasse di "roba leggera", non ci sarebbe bisogno di far nulla, è probabile che passi da sola.

Nel primo caso, invece, occhio a non cadere nella tentazione di far-da-sé:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

Come sapere se è ansia patologica o no? La visita specialistica è sempre la soluzione migliore, ma se i sintomi ti provocano troppo disagio, sai già da solo che c'è qualcosa che non va.
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie mille a entrambi, mi siete stati molto utili. Valuterò il da farsi.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentili dottori vi ricontatto per aggiornarvi della situazione e chiedervi, se possibile, dei consigli. Sono stato visitato da una psichiatra che, dopo un lungo colloquio, ritrovandomi in uno stato molto ansioso, mi ha prescritto mezza pastiglia di tavor 1 mg prima di dormire e un'altra metà nel caso si dovesse presentare un attacco di panico. Io ora riesco a dormire abbastanza bene e per lo meno seguire le lezioni a scuola (tenendo sempre in tasca il mio tavor) e ad andare a giocare a calcio. Ha aggiunto che se i sintomi d'ansia non dovessero andarsene, dovrei iniziare una terapia con citalopram. Le mie domande sono: è normale che un ragazzo di 18 deve ritrovarsi a prendere questo tipo di medicine e ad avere questi problemi (vedo dei miei coetanei divertirsi, ridere ed essere felici senza questi farmaci; vedi il 'vecchio me'). Il tavor in se è dannoso? crea dipendenza?. Un ultima domanda: il citalopram è così terribile come sento dire?. Ringrazio in anticipo tutti voi augurandovi una buona serata!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ogni patologia, per definizione, non rappresenta la normalità. Ma se per normalità intendi "avere una patologia", allora chiunque può ammalarsi e quindi la malattia fa parte della "normale" condizione umana.

Il tuo psichiatra deve averti spiegato che il Tavor serve per spezzare i momenti acuti di ansia, ma che non può essere usato per lungo periodo perché, essendo una benzodiazepina, dà dipendenza.

Il rischio di averlo sempre in tasca è appunto quello di divenirne dipendente anche psicologicamente e imparare a non poterne fare più a meno, come la coperta di Linus o una stampella.

Il Citalopram è un antidepressivo, non è "terribile", è semplicemente una cura farmacologica per l'ansia, nel tuo caso.

Puoi continuare a seguire le indicazioni dello psichiatra e vedere che effetti ottieni, ma è probabile che dovrai affiancare anche una psicoterapia, per imparare a reagire diversamente agli stimoli ansiogeni.
[#9]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Salve di nuovo e grazie per le sue tempestive risposte dottore. Ieri ho avuto il secondo incontro con la psichiatra che non mi ha convinto molto. Abbiamo parlato e, alla fine del colloquio, ha fissato il nuovo appuntamento a 20 giorni di distanza. Nonostante stia meglio ancora non riesco a fare alcune cose (ad esempio andare a fare le guide per prendermi la beata patente). Volevo chiedervi gentilmente se, a vostro parere, la psicoterapia della psichiatra è sfruttata al meglio o se dovrebbe essere più costante. Continuo a trovarmi a disagio in alcune situazioni per paura di essere colpito da un attacco di panico. Mi sembra un po' troppo frettoloso scrivermi un mezzo tavor alla sera e rimandare l'appuntamento a 20 giorni dopo.

Grazie anticipatamente, Niccolò
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi sembra un po' troppo frettoloso scrivermi un mezzo tavor alla sera e rimandare l'appuntamento a 20 giorni dopo.
>>>

Infatti l'indicazione che stai ricevendo è di rivolgerti anche a uno psicologo psicoterapeuta. Può darsi che la psichiatra che stai seguendo non ti stia proponendo una vera e propria psicoterapia, ma solo dei colloqui da affiancare alla cura farmacologica che ti ha prescritto.
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