Non esce di casa da tre anni
Buon pomeriggio, Vi scrivo poichè si tratta di un problema che angoscia e che rende impotenti.
Il mio ragazzo ha un fratello di 36 anni che, da circa 3 anni, non esce più di casa. Provo a dare tutte le informazioni che ho a disposizione.
Si tratta di un uomo che è sempre stato introverso, timido, di poche parole. Ha frequentato il liceo scientifico fino al 4° anno, poi, a causa di un debito formativo, ha deciso di non sostenere gli esami di riparazione e di non ripetere l'anno. I genitori, hanno provato ad insistere ma, davanti a tanta determinazione, hanno lasciato perdere. Mi risulta che non abbia mai avuto tanti amici, anche da ragazzo usciva raramente.
Il padre è morto circa 17 anni fa, di cancro.
Non era molto presente, stava quasi sempre in campagna a lavorare.
Riesce a trovare lavoro presso un grande negozio, dove fa il magazziniere e vi rimane per circa 12 anni (credo...). Si innamora di una collega di lavoro felicemente fidanzata e che non gli dà alcuna speranza, ma lui continua a coltivare segretamente questo sentimento. Qualche anno fa, viene assunto un altro magazziniere al quale viene riconosciuto uno stipendio decisamente più alto, non se ne fa una ragione. Conosce un tizio che appartiene ad un gruppo religioso che gli suggerisce di lasciare il lavoro se questo gli crea frustrazione.
Si licenzia, non chiede neppure la liquidazione e tutti i diritti che gli spettano. Se ne è occupato il mio ragazzo.
Da allora, non è più uscito di casa, nemmeno per accorciare i capelli,
Fuma, mangia, guarda la Tv, con la disperazione di sua madre, di sua sorella e disuo fratello.
Hanno provato in tutti i modi, con le buone e con le cattive ma non ne vuole sapere di tornare a lavorare. Quando cercano di scuoterlo, risponde che non sono affari suoi e ritorna sempre a parlare di fatti del passato.
Io non lo conosco personalmente, ma vorrei aiutarlo.
Hanno provato a convincerlo ad andare da uno psicologo ma non ne vuole sapere. Vi prego Aiutatemi
Vi ringrazio anticipatamente
Il mio ragazzo ha un fratello di 36 anni che, da circa 3 anni, non esce più di casa. Provo a dare tutte le informazioni che ho a disposizione.
Si tratta di un uomo che è sempre stato introverso, timido, di poche parole. Ha frequentato il liceo scientifico fino al 4° anno, poi, a causa di un debito formativo, ha deciso di non sostenere gli esami di riparazione e di non ripetere l'anno. I genitori, hanno provato ad insistere ma, davanti a tanta determinazione, hanno lasciato perdere. Mi risulta che non abbia mai avuto tanti amici, anche da ragazzo usciva raramente.
Il padre è morto circa 17 anni fa, di cancro.
Non era molto presente, stava quasi sempre in campagna a lavorare.
Riesce a trovare lavoro presso un grande negozio, dove fa il magazziniere e vi rimane per circa 12 anni (credo...). Si innamora di una collega di lavoro felicemente fidanzata e che non gli dà alcuna speranza, ma lui continua a coltivare segretamente questo sentimento. Qualche anno fa, viene assunto un altro magazziniere al quale viene riconosciuto uno stipendio decisamente più alto, non se ne fa una ragione. Conosce un tizio che appartiene ad un gruppo religioso che gli suggerisce di lasciare il lavoro se questo gli crea frustrazione.
Si licenzia, non chiede neppure la liquidazione e tutti i diritti che gli spettano. Se ne è occupato il mio ragazzo.
Da allora, non è più uscito di casa, nemmeno per accorciare i capelli,
Fuma, mangia, guarda la Tv, con la disperazione di sua madre, di sua sorella e disuo fratello.
Hanno provato in tutti i modi, con le buone e con le cattive ma non ne vuole sapere di tornare a lavorare. Quando cercano di scuoterlo, risponde che non sono affari suoi e ritorna sempre a parlare di fatti del passato.
Io non lo conosco personalmente, ma vorrei aiutarlo.
Hanno provato a convincerlo ad andare da uno psicologo ma non ne vuole sapere. Vi prego Aiutatemi
Vi ringrazio anticipatamente
[#1]
Gentile utente,
vista l'assenza di coscienza di malattia, i familiari del suo ragazzo farebbero bene a rivolgersi al Dipartimento di Salute mentale che avrebbe i mezzi per poter intervenire anche a domicilio.
vista l'assenza di coscienza di malattia, i familiari del suo ragazzo farebbero bene a rivolgersi al Dipartimento di Salute mentale che avrebbe i mezzi per poter intervenire anche a domicilio.
Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it
[#3]
Gentile Utente,
sono d'accordo con il Dr. Indelicato.
Quando il pz non è consapevole della malattia o non vuole curarsi una strada sicuramente percorribile è quella dei Dipartimenti di Salute Mentale. Se il suo paese non supporta questo servizio ci sarà sicuramente nella ASL della città a voi più vicina. Può informarsi attraverso il medico di base o chamando direttamente le strutture in questione.
Cordiali saluti
sono d'accordo con il Dr. Indelicato.
Quando il pz non è consapevole della malattia o non vuole curarsi una strada sicuramente percorribile è quella dei Dipartimenti di Salute Mentale. Se il suo paese non supporta questo servizio ci sarà sicuramente nella ASL della città a voi più vicina. Può informarsi attraverso il medico di base o chamando direttamente le strutture in questione.
Cordiali saluti
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#4]
Gentile utente,
tutti i servizi di salute mentale devono per legge fornire il servizio a domicilio: non è una scelta e un loro preciso dovere. Nel caso in cui non fosse presente nel suo comune un ambulatorio del servizio di salute mentale si rivolga ai servizi sociali del comune che possono indicarle quello di competenza.
tutti i servizi di salute mentale devono per legge fornire il servizio a domicilio: non è una scelta e un loro preciso dovere. Nel caso in cui non fosse presente nel suo comune un ambulatorio del servizio di salute mentale si rivolga ai servizi sociali del comune che possono indicarle quello di competenza.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 10.8k visite dal 10/06/2008.
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