Vorrei capire il perchè dei miei comportamenti

Salve
Vengo definito come una persona che non parla, che vivo in un mondo tutto mio. Sono apatico, non ho nessuno stimolo nel cercare di farmi una vita, continuo a lasciarla scorrere davanti a me, non riesco a fare progetti a medio/lungo termine. Ho pochi amici, quelli che ho sono tutti miei ex compagni di scuola. Sono sempre stato considerato molto timido, posso passare momenti con i miei amici in cui non parlo per un ora o più, a volte ascolto e osservo, altre volte invece mi deconcentro e non riesco a seguire nessun discorso. In alcuni momenti invece, riesco ad essere più sereno e a parlare tranquillamente. Generalmente con le persone sconosciute non mi sento molto a mio agio, tendo sempre a essere gentile ma tendo ad evitare le conversazioni. Non guardo molto le persone negli occhi, distolgo lo sguardo, e soprattutto quando è una ragazza che mi attrae a dimostrarmi attenzioni, tendo a bloccarmi e a rinchiudermi, non mi sento a mio agio e tendo a defilarmi. Tendo a scappare dalle situazioni che non accetto, dalle situazioni che richiedono responsabilità, non riesco a reagire alle pressioni e a superare le emozioni negative, sono molto negativo verso me stesso e mi colpevolizzo. Già i professori delle medie dicevano che dovevo credere di più in me stesso, nelle mie capacità, che dovevo avere più autostima. Sono nato all'estero e nei primi anni della mia vita ero bilingue, quando all'età di 3 ci siamo trasferiti in italia allo stimolo dei miei genitori di parlare nella lingua straniera rispondevo con urla e pianto, l'ho dimenticata. Sono sempre stato molto introverso da piccolo, molto timido, molto chiuso, non parlavo molto. A scuola ho passato un periodo depresso a causa di un rifiuto amoroso, mi hanno bocciato, non riuscivo a superare la cosa. Non ho mai pensato al suicidio o al come potrei farlo, ma avevo il desiderio di sparire. All'inizio dell'ultimo anno scolastico ho fatto una presentazione su un libro, ho fatto una riflessione sui pensieri di sparizione, di morte, dicendo che a tutti capitano nella vita e associandoli a un desiderio di ritrovarsi, di cambiare, di trovare il proprio posto. 6 anni fa è stata diagnosticata a mio padre la malattia di Huntington, da quel momento sono diventato apatico, mi sono chiuso e sono alienato in un mondo in cui potevo non pensare a questo, tra alcool e thc, e pochi stretti amici. Una mia amica mi ha detto che vivo pensando inconsciamente di averla già. Un anno fa ho conosciuto una ragazza, la prima ragazza che ho avuto e con cui sono andato a letto. Sono stato la seconda persona a cui ha confidato di essere stata vittima di pedofilia intrafamiliare per anni, dopo due mesi ha subito un approccio sessuale da un professore suo familiare, ha rivissuto il trauma originale. Dopo un mese ho cominciato ad avere incubi, ansia, insonnia, disperazione, pianto, la amavo ma non riuscivo a comportarmi nel modo giusto per lei. Mi sono colpevolizzato perchè temevo potesse succedere prima che fosse realmente successo.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Da quello che ci riferisce si puo' dedurre una situazione complessiva riguardante la sua personalita' e la sua vita
Ci sarebbe da elaborare tematiche quali la sua nascita, la sua infanzia, la sua famiglia.
Quello che lei ora puo' essere dipende da tutto questo.
L'autostima dipende da quanto la nostra esistenza e' stata riconosciuta e accettata. Non si puo' estrapolare da questo contesto.
E' una elaborazione che va fatta con uno psicologo psicoterpeuta che l' aiuti a narrarsi e a comprendersi. Che ne dice? Puo' intraprendere questa iniziativa?
Cordiali. Saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

potrebbe essere utile fare un trattamento psicoterapico, questo per incrementare la fiducia in se stesso e il suo senso di auto-efficacia.

I tratti di evitamento che ha descritto meriterebbero l'attenzione di un clinico.



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
sembra che lei sia molto, troppo, sensibile al giudizio degli altri, al timore di non essere accettato, di non essere all'altezza delle situazioni, che abbia un'autostima assai vacillante.

<Tendo a scappare dalle situazioni che non accetto, dalle situazioni che richiedono responsabilità,>
L'evitamento è una strategia disfunzionale che altro non fa che confermarle il giudizio che ha di sé, alimentare le sue paure e trattenerla nel circolo vizioso che mantiene le sue difficoltà.

Anche l'uso/abuso di alcol e sostanze psicotrope, rappresentano una strategia disfunzionale volta ad ottundere il dolore, ma non a elaborarlo, e a loro volta alimentano e accentuano i disagi.

Da quanto riferisce la sua vita sembra in qualche modo bloccata e credo che in questo momento più che chiedersi il perché sarebbe importante domandarsi COME uscire dalla condizione di malessere in cui si trova.

Per questo sarebbe davvero opportuno che si rivolgesse auno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione diretta e per riflettere sull'opportunità di un percorso volto alla riconquista del suo benessere e di una migliore qualità di vita.

Le suggerisco la lettura di questi articoli
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Se desidera aggiungere altro o ulteriori informazioni, restiamo in ascolto.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Utente
Utente
Finchè la mia apatia, la mia mancanza di motivazioni e la mia bassa autostima facevano del male solo a me, non è che mi importasse più di tanto. Da quando ho fatto male alla mia ex ci sono rimasto molto male perchè, nonostante l'amore vero che provavo, nonostante sapessi bene con quale calma e tranquillità dovevo starle vicina, non sono riuscito a fare tutto questo. Provavo ansia, incubi ricorrenti, stavo male, e non riuscivo a controllare queste sensazioni, piano piano mi sono allontanato inconsciamente perchè impaurito, impaurito perchè non riuscivo a tranquillizzarmi, perchè mi sembrava di farle solo del male cosi, mi sentivo responsabile perchè sul serio le avevo consigliato di non andare quel giorno, e questo mi ha portato dei sensi di colpa completamente inadeguati durante quel momento. Quando mi chiudo sembro arrogante, sembro egoista, ma nella perfezione con cui lo faccio comunque ci sto male.
Non sono mai sicuro dei miei pensieri, cambio opinione spesso proprio perchè di base sono insicuro, quando faccio delle scelte mi sembra sempre di sbagliare, e dopo un pò incomincio a smettere di farle. I miei tempi sono molto dilatati rispetto alle persone che stanno attorno a me, per qualsiasi aspetto della vita ci metto più tempo a scegliere, ad agire, e soprattutto a superare certi momenti, ad assimilare le emozioni. è come se le mie insicurezze bloccassero quel passo che c'è tra un "evento x" e una mia assimilazione/reazione ad esso.
Come già scritto sono una persona che parla poco, una mia amica che ha rivisto dopo tanto tempo mi ha detto che in questo non sono cambiato. Mi è stato detto che sono un osservatore, tante persone mi hanno detto che sono buono, l'ex datore di lavoro mi ha detto che sono perfezionista ma lento, e che vivo nel mio mondo. Era una tipologia di lavoro molto sociale, in cui dovevo parlare con i clienti e anche convincerli nel fare acquisti, ma molte volte non riuscivo ad approcciare la clientela, e quando lo facevo non dimostravo convinzione, sicurezza.
Per quanto riguarda l'infanzia, non so darvi spiegazioni sull'evento che vi ho raccontato. L'ho inserito perchè consapevole che quella sia stata una reazione traumatica, ma a cosa non ne ho la minima idea. Ho pochi ricordi di quando ero bambino, veramente pochi. Il mio carattere, il mio parlar poco, sono tratti simili a quelli di mio papà, anche lui era molto silenzioso, molto sulle sue, con pochissimi amici. Mia madre invece era una specie di generale. Per come mi ricordo i voti per lei erano una delle cose più importanti di tutte, è una persona che tende a voler sempre avere il controllo delle cose. è una di quelle madri che non si fanno problemi a farti scenate in pubblico, che sia magari nei corridoi della scuola dopo un colloquio con un prof. Non ho ricordi di quando ero bambino di queste cose, ma ho ricordi nell'adolescenza. Ricordo quando, all'età di 14-15 anni, tornai a casa con un ora di ritardo perchè stavo dando i miei primi baci a una ragazzina, quando arrivai era in preda all'ira con una scopa in mano, con due-tre persone a cercare di tenerla ferma. Ricordo quando ero un pò più piccolo di cosi che per una discussione a pranzo con mio padre gli aveva appoggiato la padella bollente sulla spalla. Il più delle volte in cui c'era una giornata, un evento in cui lui gli regalava dei fiori, lei più che apprezzare sembrara arrabbiata. L'anno in cui mi hanno bocciato mi diceva che la ragazza faceva bene a non volermi perchè ero un bocciato, e quindi un fallito. Questo modo di fare poi è proseguito nel tempo, una volta mi disse che tutto quello che avevo combinato di buono era merito suo, e che la colpa per tutto quello che avevo fatto di sbagliato era mia e di mio padre. Di ricordi di quando ero bambino non ne ho però al momento.
Siccome ho poca memoria e ho il timore che certi miei meccanismi di difesa possano essere capaci di autoconvincermi, pensavo che un ipnoterapeuta potesse essere efficace. Che ne pensate?
Grazie a tutti per le risposte che mi avete dato.
[#5]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Perche' proprio un ipnoterapeuta?
Ha bisogno di un intervento esterno molto forte? Uno psicoterapeuta che stimoli ricordi ed emozioni potrebbe lasciare a lei una maggiore coscienza e possiblta' di gestione della emotivita. Che ne pensa?
[#6]
Utente
Utente
Perchè un mio amico soffre di ansia al momento "immotivata" che lo sta condizionando durante le sue giornate. Abbiamo parlato di questo e al momento sta pensando/cercando uno psicologo e sembrava molto affascinato e interessato all'idea di fare una terapia di quel tipo, per cercare oltre i suoi ricordi. Per questo ci ho pensato su anche io e vi ho chiesto se nel mio caso possa andare bene o meno.
[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
L'ansia e' per sua natura immotivata e per comprendene l'origine occorrono dei colloqu-n un'analisi dei sogni ma niente di piu' . Capisco che possa risultare suggestiva l'idea di una ipnoterapia che sollevi dall'onere di farsi carico delle proprie tematche comflittuali, ma non serve . Il lavoro psicoterapeutico si fa riconducendo alla coscienza i contenuti inconsci, con il sostegno e la mediazione dello psicoterapeuta e della relazione che si instaura con lui.
I migliori saluti
[#8]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
credo le sia utile una panoramica dei vari orientamenti terapeutici.

Ecco le guide per informarsi
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

Ci faccia poi sapere sue eventuali riflessioni.

Quanto all'ipnosi, non ha nulla di più altre psicoterapie, ma faccia attenzione dovesse decidere in merito, si affidi a uno specialista psicoterapeuta appositamente specializzato.

Legga qui
https://www.medicitalia.it/blog/psicoterapia/935-ipnosi-occhio-ai-falsi-miti.html

[#9]
Utente
Utente
Al momento sono più propenso all'idea di seguire i vostri consigli, e vorrei ringraziarvi per le vostre risposte, sono state molto utili.

Avrei ancora una curiosità da chiedere, riguardo a questo evento già descritto precedentemente.
"Sono nato all'estero e nei primi anni della mia vita ero bilingue, quando all'età di 3 ci siamo trasferiti in italia allo stimolo dei miei genitori di continuare a parlare nella lingua straniera rispondevo con urla e pianto, e l'ho dimenticata."
Quale può essere il motivo di questo mio comportamento? Cosa potete dedurre della mia personalità da questa cosa? Da quello che ne so mi pare una reazione a un qualcosa di traumatico, ma non ho alcun ricordo di tutto questo.

Grazie ancora una volta.
[#10]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Non si puo' dedurre nulla da questo particolare.
Bisognerebbe appondire cosa significava per lei parlare quella lingua, ovvero che i suoi le chiedessero di utilizzarla.
La maggior parte delle rimozioni ha una causa piccola, inconscia e bisogna elaborare tutto quello che la puo' riguardare per venirne a capo.
Che questo poi possa indicare qualcosa della sua personalita' e' molto remoto. Le caratteristiche della personalita' sono tratti permanenti che si ripropongono in diverse situazioni.
I migliori saluti
[#11]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Comprendo la sua curiosità. Tuttavia, prescindendo dal fatto che non siamo in grado di rispondere al suo quesito da qui, credo che più che andare alla ricerca di eventuali significati e ruoli di fatti remoti, ora per lei sia più opportuno, come le ho già detto, comprendere come affrontare in modo efficace le sue difficoltà.

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