Stato di tensione costante
Gentili Dottori,
Sono una studentessa universitaria. Ho quasi 26 anni e devo laurearmi a marzo dell'anno prossimo. Probabilmente non ho problemi speciali, ma credo che la convivenza forzata con i miei genitori e la tesi di laurea mi stiano creando uno stato ansioso perenne, perciò avrei bisogno di qualche consiglio pratico che non sia assumere medicinali o rivolgermi a uno psicoterapeuta, perché in questo momento non potrei farlo. Non potrei perché vivere con i miei genitori è un po' un incubo, sono onnipresenti, le nostre camere sono attaccate una all'altra, e in più c'è mio fratello. Ho qualche ora di beata solitudine e privacy soltanto al mattino, e in estate non ho avuto nemmeno queste ore di "libertà". Voglio dire che in questo periodo mi sento in trappola per delle condizioni oggettive insomma, ho paura di non poter costruirmi un'autonomia con la mia laurea umanistica, e di dover restare qui ancora molto tempo... e ciò mi terrorizza. I ragazzi e le ragazze della mia età non trovano lavoro, o se lo trovano guadagnano 200 o 300 euro al mese, con i quali è impossibile affittare anche solo una stanza per vivere da soli. Mi sembra di essere caduta in un circolo vizioso, l'ansia del futuro e di questa pessima situazione mi paralizza con la tesi. Ho perso l'entusiasmo per lo studio, ho perso gli ideali politici, butterei tutto all'aria ed emigrerei. Nonostante pratichi sport per tentare di alleviare il malessere, l'affanno, il respiro corto, i problemi di insonnia o di sonnolenza, i mal di testa, i blocchi intestinali e il gonfiore addominale, la debolezza frequente non passano. Ma è soprattutto la somatizzazione a livello respiratorio che mi fa stare male, è come se avessi un macigno in gola, quasi sempre. I miei genitori controllano ogni mio movimento, se esco mi chiedono dove e con chi, se vado a correre mi dicono di non esagerare, se studio mi dicono di uscire. Tutto questo pur passando la maggior parte del tempo nella mia cameretta a studiare o spesso a dare sfogo a manie di grattarmi o toccarmi i capelli, controllarmi le unghie... cosa posso fare per respirare meglio, subire meno il loro controllo asfissiante? Mia madre mi apre spesso la porta della camera di colpo, non ho tranquillità. Fare sesso con degli uomini è difficile, è una piccola città piena di adolescenti, e anche con gli uomini che ho trovato non potevo comunque stare del tutto rilassata perchè mia madre mi telefonava ad una certa ora. Esco poco, ma se uscissi di più comincerebbero a lamentarsi. Ho perso quasi tutte le amicizie che avevo quando vivevo fuori. Sono molto sola. Sono tornata qui per ragioni economiche, mi sentivo in colpa a farmi mantenere fuori casa ancora. L'ho fatto solo per fare un favore a loro. I miei si comportano così sebbene abbia vissuto nella città universitaria per 5 anni, come se avessi 15 anni insomma. é frustrante, non so come farglielo capire. Va bene, basta... scusate se mi sono dilungata. Grazie.
Sono una studentessa universitaria. Ho quasi 26 anni e devo laurearmi a marzo dell'anno prossimo. Probabilmente non ho problemi speciali, ma credo che la convivenza forzata con i miei genitori e la tesi di laurea mi stiano creando uno stato ansioso perenne, perciò avrei bisogno di qualche consiglio pratico che non sia assumere medicinali o rivolgermi a uno psicoterapeuta, perché in questo momento non potrei farlo. Non potrei perché vivere con i miei genitori è un po' un incubo, sono onnipresenti, le nostre camere sono attaccate una all'altra, e in più c'è mio fratello. Ho qualche ora di beata solitudine e privacy soltanto al mattino, e in estate non ho avuto nemmeno queste ore di "libertà". Voglio dire che in questo periodo mi sento in trappola per delle condizioni oggettive insomma, ho paura di non poter costruirmi un'autonomia con la mia laurea umanistica, e di dover restare qui ancora molto tempo... e ciò mi terrorizza. I ragazzi e le ragazze della mia età non trovano lavoro, o se lo trovano guadagnano 200 o 300 euro al mese, con i quali è impossibile affittare anche solo una stanza per vivere da soli. Mi sembra di essere caduta in un circolo vizioso, l'ansia del futuro e di questa pessima situazione mi paralizza con la tesi. Ho perso l'entusiasmo per lo studio, ho perso gli ideali politici, butterei tutto all'aria ed emigrerei. Nonostante pratichi sport per tentare di alleviare il malessere, l'affanno, il respiro corto, i problemi di insonnia o di sonnolenza, i mal di testa, i blocchi intestinali e il gonfiore addominale, la debolezza frequente non passano. Ma è soprattutto la somatizzazione a livello respiratorio che mi fa stare male, è come se avessi un macigno in gola, quasi sempre. I miei genitori controllano ogni mio movimento, se esco mi chiedono dove e con chi, se vado a correre mi dicono di non esagerare, se studio mi dicono di uscire. Tutto questo pur passando la maggior parte del tempo nella mia cameretta a studiare o spesso a dare sfogo a manie di grattarmi o toccarmi i capelli, controllarmi le unghie... cosa posso fare per respirare meglio, subire meno il loro controllo asfissiante? Mia madre mi apre spesso la porta della camera di colpo, non ho tranquillità. Fare sesso con degli uomini è difficile, è una piccola città piena di adolescenti, e anche con gli uomini che ho trovato non potevo comunque stare del tutto rilassata perchè mia madre mi telefonava ad una certa ora. Esco poco, ma se uscissi di più comincerebbero a lamentarsi. Ho perso quasi tutte le amicizie che avevo quando vivevo fuori. Sono molto sola. Sono tornata qui per ragioni economiche, mi sentivo in colpa a farmi mantenere fuori casa ancora. L'ho fatto solo per fare un favore a loro. I miei si comportano così sebbene abbia vissuto nella città universitaria per 5 anni, come se avessi 15 anni insomma. é frustrante, non so come farglielo capire. Va bene, basta... scusate se mi sono dilungata. Grazie.
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Gentile Utente,
>>perciò avrei bisogno di qualche consiglio pratico che non sia assumere medicinali o rivolgermi a uno psicoterapeuta..<<
consigli pratici a distanza e senza una valutazione psicologica non possono essere dati e questo comunque dipende sempre dal professionista o dal metodo che utilizza (ci sono Colleghi che di consigli non ne danno affatto).
Vista la sua situazione famigliare e preso atto della sintomatologia da lei descritta, mi sembrerebbe opportuno prima di tutto fare una valutazione psicologica.
Se ha difficoltà economiche può rivolgersi al servizio pubblico. Aveva pensato a questa opzione?
>>perciò avrei bisogno di qualche consiglio pratico che non sia assumere medicinali o rivolgermi a uno psicoterapeuta..<<
consigli pratici a distanza e senza una valutazione psicologica non possono essere dati e questo comunque dipende sempre dal professionista o dal metodo che utilizza (ci sono Colleghi che di consigli non ne danno affatto).
Vista la sua situazione famigliare e preso atto della sintomatologia da lei descritta, mi sembrerebbe opportuno prima di tutto fare una valutazione psicologica.
Se ha difficoltà economiche può rivolgersi al servizio pubblico. Aveva pensato a questa opzione?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Utente,
accanto alle indicazioni del Collega e soprattutto alla necessità di chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta nel SSN (che nella Sua città non mancano certo!), vorrei aiutarLa un attimo a riflettere su alcune questioni.
I Suoi genitori vengono descritti come persone controllanti e onnipresenti e probabilmente lo sono o Lei li percepisce così. Quindi ne consegue tutta una serie di limitazioni per Lei nel fare alcune cose, le più comuni che qualunque persona adulta fa.
E fin qui è tutto chiaro.
Quello che non mi è chiaro è perchè Lei permette ai Suoi genitori di farsi trattare come una bambina e non come una donna adulta?
Non sto dicendo che i Suoi genitori cesseranno questo modo di fare che pare apprensivo e controllante, ma Lei perchè lo rafforza, privandosi di fare ciò che desidera e che Le serve?
In genere queste "lotte" vengono condotte dai figli durante l'adolescenza per conquistare la libertà, l'autonimia, l'indipendenza e costruire la propria identità.
Sebbene la condizione di studentessa sia un freno, che cosa Lei impedisce di modificare il Suo atteggiamento verso gli altri?
Anche la problematica sessuale di cui ci ha parlato in passato potrebbe far parte di tutto il quadro, non crede?
accanto alle indicazioni del Collega e soprattutto alla necessità di chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta nel SSN (che nella Sua città non mancano certo!), vorrei aiutarLa un attimo a riflettere su alcune questioni.
I Suoi genitori vengono descritti come persone controllanti e onnipresenti e probabilmente lo sono o Lei li percepisce così. Quindi ne consegue tutta una serie di limitazioni per Lei nel fare alcune cose, le più comuni che qualunque persona adulta fa.
E fin qui è tutto chiaro.
Quello che non mi è chiaro è perchè Lei permette ai Suoi genitori di farsi trattare come una bambina e non come una donna adulta?
Non sto dicendo che i Suoi genitori cesseranno questo modo di fare che pare apprensivo e controllante, ma Lei perchè lo rafforza, privandosi di fare ciò che desidera e che Le serve?
In genere queste "lotte" vengono condotte dai figli durante l'adolescenza per conquistare la libertà, l'autonimia, l'indipendenza e costruire la propria identità.
Sebbene la condizione di studentessa sia un freno, che cosa Lei impedisce di modificare il Suo atteggiamento verso gli altri?
Anche la problematica sessuale di cui ci ha parlato in passato potrebbe far parte di tutto il quadro, non crede?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Vi ringrazio molto per la velocità nel rispondere.
Dunque, mi rivolsi al sistema pubblico già quando vivevo nella città universitaria per motivi di relazione di coppia, mi trovai benissimo. Se ora non lo faccio è proprio perché ogni volta che esco di casa mi viene chiesto dove vado, quando torno eccetera. Dovrei farlo di nascosto, e questo aggiungerebbe altra ansia che non potrei sopportare. E poi in ospedale potrei essere scoperta (qui si conoscono un po' tutti) e sarebbe un disastro. Mi direte di farlo durante le ore libere al mattino, ma quelle voglio dedicarle allo sport, se mi privo dello sfogo dello sport è la fine. Sì perché anche lo sport fatto regolarmente ogni giorno devo in parte nasconderlo dallo sguardo di mia madre, che vorrebbe mi dedicassi piuttosto alle faccende domestiche, come una buona massaia, o ancora allo studio.
Vede Dott.ssa Pileci, il fatto è che c'è un'incoerenza educativa incredibile, c'è sempre stata. Mi dicono di fare una cosa e poi l'esatto contrario, o se la faccio devono dirmi come farla, o devono sempre darmi consigli consigli consigli che non ho richiesto. Ho provato in tutti i modi a non farmi trattare così, a far capire che sono adulta, e mi creda ho lottato anche troppo durante l'adolescenza, ma non è servito a niente. Anzi forse è proprio per il mio carattere ribelle che ora non si fidano di me. Qualche mese fa frequentavo un uomo e chiesi di poter dormire fuori ogni tanto o tornare tardi, ma la cosa era assolutamente fuori discussione (mi hanno dato il coprifuoco!), allora ho fatto presente l'assurdità di tale divieto visto che ho passato due convivenze fuori casa, ma non è servito.
Grande problema è che ho due fratelli "perfetti" con gli studi, e io sono vista come quella un po' meno brava, quindi posso reclamare meno diritti. Ma, soprattutto, sono l'unica figlia femmina su cui riversano gli stereotipi di femminilità!
Infine, sì, la problematica sessuale centra pienamente con questo quadro.
Guardi, sono un po' rassegnata, forse l'unica cosa da fare è aspettare di laurearmi e di potermene andare, con quale lavoro non so.. ma nel frattempo resto in questa morsa per mesi e mesi? Non so, sono anche un po' depressa. Avrei voglia di vivere, ma così è difficile. Ho anche detto di smettere di telefonarmi quando sono fuori casa, ho provato a non rispondere ma poi mi trovavo cinque chiamate perse. Mi sento giudicata in qualsiasi mio movimento. Loro credono anche, e me lo dicono, che possa continuare a vivere in casa tranquillamente, se parlo di cercare un appartamento o andare all'estero quando avrò un lavoro cadono dalle nuvole. Qui sono sempre tutti a casa, quasi sempre, uscire è "strano", dev'esserci una giustificazione.
Capisco che l'unica cosa da fare sarebbe rivolgermi a qualcuno a questo punto o farmi forza e sopportare. Provare a chiedere di più ai miei significherebbe litigare, eccetera.. non hanno neanche voglia di ascoltarmi. Non so che altro dire. Mi sembra tutto inutile. Non concepiscono che io possa avere una vita sessuale che non abbia nulla a che fare con l'idea di matrimonio o di fare figli capisce? Vengono da un'altra cultura, non si può comunicare. Per farle capire il livello, mi facevano domande anche quando passavo la giornata in biblioteca. - Perché vai in biblioteca?- Insomma o litigo e creo un clima pessimo e non so se ne valga la pena, oppure sopporto e basta, e mi ubriaco quando posso.
Dunque, mi rivolsi al sistema pubblico già quando vivevo nella città universitaria per motivi di relazione di coppia, mi trovai benissimo. Se ora non lo faccio è proprio perché ogni volta che esco di casa mi viene chiesto dove vado, quando torno eccetera. Dovrei farlo di nascosto, e questo aggiungerebbe altra ansia che non potrei sopportare. E poi in ospedale potrei essere scoperta (qui si conoscono un po' tutti) e sarebbe un disastro. Mi direte di farlo durante le ore libere al mattino, ma quelle voglio dedicarle allo sport, se mi privo dello sfogo dello sport è la fine. Sì perché anche lo sport fatto regolarmente ogni giorno devo in parte nasconderlo dallo sguardo di mia madre, che vorrebbe mi dedicassi piuttosto alle faccende domestiche, come una buona massaia, o ancora allo studio.
Vede Dott.ssa Pileci, il fatto è che c'è un'incoerenza educativa incredibile, c'è sempre stata. Mi dicono di fare una cosa e poi l'esatto contrario, o se la faccio devono dirmi come farla, o devono sempre darmi consigli consigli consigli che non ho richiesto. Ho provato in tutti i modi a non farmi trattare così, a far capire che sono adulta, e mi creda ho lottato anche troppo durante l'adolescenza, ma non è servito a niente. Anzi forse è proprio per il mio carattere ribelle che ora non si fidano di me. Qualche mese fa frequentavo un uomo e chiesi di poter dormire fuori ogni tanto o tornare tardi, ma la cosa era assolutamente fuori discussione (mi hanno dato il coprifuoco!), allora ho fatto presente l'assurdità di tale divieto visto che ho passato due convivenze fuori casa, ma non è servito.
Grande problema è che ho due fratelli "perfetti" con gli studi, e io sono vista come quella un po' meno brava, quindi posso reclamare meno diritti. Ma, soprattutto, sono l'unica figlia femmina su cui riversano gli stereotipi di femminilità!
Infine, sì, la problematica sessuale centra pienamente con questo quadro.
Guardi, sono un po' rassegnata, forse l'unica cosa da fare è aspettare di laurearmi e di potermene andare, con quale lavoro non so.. ma nel frattempo resto in questa morsa per mesi e mesi? Non so, sono anche un po' depressa. Avrei voglia di vivere, ma così è difficile. Ho anche detto di smettere di telefonarmi quando sono fuori casa, ho provato a non rispondere ma poi mi trovavo cinque chiamate perse. Mi sento giudicata in qualsiasi mio movimento. Loro credono anche, e me lo dicono, che possa continuare a vivere in casa tranquillamente, se parlo di cercare un appartamento o andare all'estero quando avrò un lavoro cadono dalle nuvole. Qui sono sempre tutti a casa, quasi sempre, uscire è "strano", dev'esserci una giustificazione.
Capisco che l'unica cosa da fare sarebbe rivolgermi a qualcuno a questo punto o farmi forza e sopportare. Provare a chiedere di più ai miei significherebbe litigare, eccetera.. non hanno neanche voglia di ascoltarmi. Non so che altro dire. Mi sembra tutto inutile. Non concepiscono che io possa avere una vita sessuale che non abbia nulla a che fare con l'idea di matrimonio o di fare figli capisce? Vengono da un'altra cultura, non si può comunicare. Per farle capire il livello, mi facevano domande anche quando passavo la giornata in biblioteca. - Perché vai in biblioteca?- Insomma o litigo e creo un clima pessimo e non so se ne valga la pena, oppure sopporto e basta, e mi ubriaco quando posso.
[#4]
Gentile Utente,
la situazione famigliare che descrive è sicuramente pesante da sopportare, ma d'altro canto la invito a riflettere su come questo stato di cose possa diventare una vera e propria giustificazione al suo stato di malessere.
Voglio dire che lei è una persona adulta e dovrebbe cerare di responsabilizzarsi e fare delle scelte attive indipendentemente da ciò che pensano (o pretendono) i suoi genitori.
La scelta di continuare a vivere a queste condizione è una scelta "masochistica", con il vantaggio secondario però di giustificare il suo stato di impotenza attribuendo le sue responsabilità ad altri.
la situazione famigliare che descrive è sicuramente pesante da sopportare, ma d'altro canto la invito a riflettere su come questo stato di cose possa diventare una vera e propria giustificazione al suo stato di malessere.
Voglio dire che lei è una persona adulta e dovrebbe cerare di responsabilizzarsi e fare delle scelte attive indipendentemente da ciò che pensano (o pretendono) i suoi genitori.
La scelta di continuare a vivere a queste condizione è una scelta "masochistica", con il vantaggio secondario però di giustificare il suo stato di impotenza attribuendo le sue responsabilità ad altri.
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"ho lottato anche troppo durante l'adolescenza, ma non è servito a niente"
Gentile Utente,
forse quello che Lei si aspettava è il cambiamento dei Suoi genitori, cioè "se insito un po', poi cambiano e mi lasciano in pace". Non funziona così, perchè i Suoi genitori non cambieranno mai, ma è Lei che ha il potere di cambiare se stessa e l'atteggiamento che ha con loro.
Dice che deve chiedere il permesso?
Scusi, ma Lei è una donna adulta! Che permesso deve chiedere per uscire e per frequentare chi vuole?
E proprio perchè i consigli non sono richiesti, perchè non se li fa scivolare addosso, ma li mette al centro della Sua vita?
Io credo che avrebbe bisogno di una figura professionale come uno psicologo che possa aiutarLa concretamente a svincolarsi dai Suoi genitori, ma Lei deve anche essere ferma nelle Sue decisioni, perchè l'incoerenza è anche da parte Sua: si lamenta della situazione, ma poi si mette d'impegno per mantenerla stabile e rafforzarla addirittura. Questa è incoerenza. Certamente non lo fa consapevolmente, ma proprio per questo è importante acquisire maggiore consapevolezza per cambiare.
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
forse quello che Lei si aspettava è il cambiamento dei Suoi genitori, cioè "se insito un po', poi cambiano e mi lasciano in pace". Non funziona così, perchè i Suoi genitori non cambieranno mai, ma è Lei che ha il potere di cambiare se stessa e l'atteggiamento che ha con loro.
Dice che deve chiedere il permesso?
Scusi, ma Lei è una donna adulta! Che permesso deve chiedere per uscire e per frequentare chi vuole?
E proprio perchè i consigli non sono richiesti, perchè non se li fa scivolare addosso, ma li mette al centro della Sua vita?
Io credo che avrebbe bisogno di una figura professionale come uno psicologo che possa aiutarLa concretamente a svincolarsi dai Suoi genitori, ma Lei deve anche essere ferma nelle Sue decisioni, perchè l'incoerenza è anche da parte Sua: si lamenta della situazione, ma poi si mette d'impegno per mantenerla stabile e rafforzarla addirittura. Questa è incoerenza. Certamente non lo fa consapevolmente, ma proprio per questo è importante acquisire maggiore consapevolezza per cambiare.
Cordiali saluti,
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Gentile Ragazza,
Si è rivolta ad un nostro collega per risolvere questa sua difficoltà?
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/369584-autoerotismo-vaginismo.html
Si è rivolta ad un nostro collega per risolvere questa sua difficoltà?
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/369584-autoerotismo-vaginismo.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#7]
Ex utente
Grazie mille.
Avete certamente ragione in effetti. Lascio la situazione com'è, ormai da un anno e mezzo, me l'ha fatto notare anche l'uomo che ho frequentato. Mi sento impotente, ma mi metto anche nella condizione di impotenza, lo so, lo faccio per la pace familiare, perché voglio bene a mio fratello e perché devo concentrarmi nello studio, ma forse non faccio altro che peggiorare le cose. Detto questo sta a me fare qualcosa, però non è facile, i miei fratelli non si sono mai ribellati, sarei vista sempre come quella problematica, e me lo dicono pure. Beh, vi ringrazio. Ci rifletterò. E sì, forse continuo a vivere nell'illusione di poter stabilire un giorno un dialogo, un contatto con mia madre, anche se so che non accadrà mai. Credetemi, è molto doloroso. Grazie davvero comunque.
Dott.ssa Randone: no non mi sono rivolta a nessuno, per i motivi che ho esposto sopra. Ne ho parlato solo con il ginecologo, ma lui mi ha detto solo di provare perché "non succede niente". Ma non ho provato.
Avete certamente ragione in effetti. Lascio la situazione com'è, ormai da un anno e mezzo, me l'ha fatto notare anche l'uomo che ho frequentato. Mi sento impotente, ma mi metto anche nella condizione di impotenza, lo so, lo faccio per la pace familiare, perché voglio bene a mio fratello e perché devo concentrarmi nello studio, ma forse non faccio altro che peggiorare le cose. Detto questo sta a me fare qualcosa, però non è facile, i miei fratelli non si sono mai ribellati, sarei vista sempre come quella problematica, e me lo dicono pure. Beh, vi ringrazio. Ci rifletterò. E sì, forse continuo a vivere nell'illusione di poter stabilire un giorno un dialogo, un contatto con mia madre, anche se so che non accadrà mai. Credetemi, è molto doloroso. Grazie davvero comunque.
Dott.ssa Randone: no non mi sono rivolta a nessuno, per i motivi che ho esposto sopra. Ne ho parlato solo con il ginecologo, ma lui mi ha detto solo di provare perché "non succede niente". Ma non ho provato.
[#8]
Gentile Utente,
sta a Lei scegliere se voler essere la promotrice della pace in famiglia e togliersi (se possibile) l'etichetta di quella "problematica", oppure cominciare a vivere la Sua vita, come è giusto che sia alla Sua età.
Da qui non possiamo dare prescrizioni comportamentali di alcun tipo perchè vietato dalla Legge e dal sito, ma credo che Lei dovrebbe iniziare di più a fare qualcosa per se stessa in quest'ottica, assumendosi tutte le responsabilità e i rischi, piuttosto che continuare a girare attorno alla questione senza risolverla.
Anche per quanto riguarda il contatto in ospedale con uno psicologo, come potrebbero venire a conoscenza? Esiste il segreto professionale e potrebbe fare in modo di non essere tampinata, se solo lo volesse davvero. Non crede?
Le faccio tanti auguri per il Suo futuro.
sta a Lei scegliere se voler essere la promotrice della pace in famiglia e togliersi (se possibile) l'etichetta di quella "problematica", oppure cominciare a vivere la Sua vita, come è giusto che sia alla Sua età.
Da qui non possiamo dare prescrizioni comportamentali di alcun tipo perchè vietato dalla Legge e dal sito, ma credo che Lei dovrebbe iniziare di più a fare qualcosa per se stessa in quest'ottica, assumendosi tutte le responsabilità e i rischi, piuttosto che continuare a girare attorno alla questione senza risolverla.
Anche per quanto riguarda il contatto in ospedale con uno psicologo, come potrebbero venire a conoscenza? Esiste il segreto professionale e potrebbe fare in modo di non essere tampinata, se solo lo volesse davvero. Non crede?
Le faccio tanti auguri per il Suo futuro.
[#11]
Gentile Utente,
un nostro Collega de visu, con tutti i dovuti accorgimenti per la protezione della sua privacy, potrà aiutarla a risolvere le sue difficoltà, a mio avviso correlate tra di loro.
Online non è possibile andare oltre, sarebbe togliere valore al suo sentire
un nostro Collega de visu, con tutti i dovuti accorgimenti per la protezione della sua privacy, potrà aiutarla a risolvere le sue difficoltà, a mio avviso correlate tra di loro.
Online non è possibile andare oltre, sarebbe togliere valore al suo sentire
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.2k visite dal 22/09/2013.
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