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Ciao,
vorrei migliorare la qualita della mia vita.
All'eta di 20 anni ho iniziato ad avere una lieve forma di fobia sociale,lieve tremore delle mani sopratutto quando sono a tavola in compagnia.
Con il tempo ho imparato a conviverci e ad ignorare il problema,sono una ragazza socievole sorridente e con tanti amici e ho fatto si che questo stato non mi condizionasse la vita, causato forse dalla mia timidezza.
Quando pero passo dei periodi no, questa manifestazione si accentua.
Voglio migliorare come posso fare???Vorrei sentire un parere intelligente e propositivo con esercizi e pensieri ottimisti io la strada non la conosco voi si.
Grazie
vorrei migliorare la qualita della mia vita.
All'eta di 20 anni ho iniziato ad avere una lieve forma di fobia sociale,lieve tremore delle mani sopratutto quando sono a tavola in compagnia.
Con il tempo ho imparato a conviverci e ad ignorare il problema,sono una ragazza socievole sorridente e con tanti amici e ho fatto si che questo stato non mi condizionasse la vita, causato forse dalla mia timidezza.
Quando pero passo dei periodi no, questa manifestazione si accentua.
Voglio migliorare come posso fare???Vorrei sentire un parere intelligente e propositivo con esercizi e pensieri ottimisti io la strada non la conosco voi si.
Grazie
[#1]
Gentile Ragazza,
il parere propositivo ed intelligente, essendo online, può solo indirizzarla verso la guarigione del suo disagio, che se pur lieve ed intermittente riguarda le fobie.
La strada da intraprendere è quella di rivolgersi ad un nostro Collega per una diagnosi certa, solo dopo le dirà quale percorso intraprendere, non tutti gli psicologi lavorano con la prescrizione di esercizi....dipende dall'orientamento che sceglierà, c'è chi invece lavora sulle cause, spesso profonde del disagio, l'effetto/il sintomo, rientra da solo
il parere propositivo ed intelligente, essendo online, può solo indirizzarla verso la guarigione del suo disagio, che se pur lieve ed intermittente riguarda le fobie.
La strada da intraprendere è quella di rivolgersi ad un nostro Collega per una diagnosi certa, solo dopo le dirà quale percorso intraprendere, non tutti gli psicologi lavorano con la prescrizione di esercizi....dipende dall'orientamento che sceglierà, c'è chi invece lavora sulle cause, spesso profonde del disagio, l'effetto/il sintomo, rientra da solo
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
"Quando pero passo dei periodi no, questa manifestazione si accentua."
Gentile Utente,
prima di qualunque chiarimento, vorrei capire un po' meglio la situazione. Se non ho capito male Lei riesce a gestire bene le situazioni sociali, nella fattispecie non ha problemi (di tremore, o di non saper cosa dire o di non riuscire a mangiare, ecc...) quando si trova a tavola. Le succede con tutti o solo con gli amici o solo con gli sconosciuti, ad es. in occasioni formali?
Che cosa intende per "periodi no"?
Che cosa le accade?
In attesa di ulteriori delucidazioni, Le suggerisco questa lettura:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
prima di qualunque chiarimento, vorrei capire un po' meglio la situazione. Se non ho capito male Lei riesce a gestire bene le situazioni sociali, nella fattispecie non ha problemi (di tremore, o di non saper cosa dire o di non riuscire a mangiare, ecc...) quando si trova a tavola. Le succede con tutti o solo con gli amici o solo con gli sconosciuti, ad es. in occasioni formali?
Che cosa intende per "periodi no"?
Che cosa le accade?
In attesa di ulteriori delucidazioni, Le suggerisco questa lettura:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Gentili,
ovvio mi succede con gli sconosciuti.
In ogni caso io non avito la situazone ma certo non sono serena come potrei essere in tutte la altre situazioni.
Dico periodi no perchè ci sono stati periodi della mia vita in cui questo disagio è scomparso.
Ora a causa del lavoro, mi trovo in una citta lontana dal ragazzo dagli amici e quindi si ripresenta.
Non so mai cosa mi succede,a volte sono serena a volte no è come se non dipendesse da me.
Mi vergogno molto di questo disagio e non lo condivido ma ho imparato a conviverci.
Pero sono contenta che qualcuno lo sappia!!
ovvio mi succede con gli sconosciuti.
In ogni caso io non avito la situazone ma certo non sono serena come potrei essere in tutte la altre situazioni.
Dico periodi no perchè ci sono stati periodi della mia vita in cui questo disagio è scomparso.
Ora a causa del lavoro, mi trovo in una citta lontana dal ragazzo dagli amici e quindi si ripresenta.
Non so mai cosa mi succede,a volte sono serena a volte no è come se non dipendesse da me.
Mi vergogno molto di questo disagio e non lo condivido ma ho imparato a conviverci.
Pero sono contenta che qualcuno lo sappia!!
[#5]
Gentile Utente,
intanto sono certa anch'io che gli Utenti che scrivono su Medicitalia.it non siano persone tristi e fragili, ma persone in cerca di informazioni sanitarie corrette.
Ciò premesso e venendo al consulto, non è in realtà così ovvio che la Sua difficoltà si manifesti solo con sconosciuti. E' così per Lei ed è un buon indicatore che potrebbe eventualmente orientare un intervento atto a modificare la situazione.
Le ipotesi potrebbero essere molte, ad esempio è possibile che lontano dal Suo compagno, in una città che non conosce e con gli sconosciuti (in momenti stressanti, direi), Lei faccia più fatica gestire quella che ha definito "fobia sociale".
E potrebbe anche darsi che, se è una persona un po' ansiosa, fa fatica a riconoscere e leggere le proprie emozioni. L'ansioso infatti fa fatica a riconoscere e modulare le emozioni perchè è alessitimico e perchè ha un costante monitoraggio sul corpo.
Infine non c'è proprio nulla di cui vergognarsi, perchè questo disagio altro non è che l'espressione che qualcosa attorno a Lei o dentro di Lei (anche solo in termini di inadeguatezza...) sta segnalando una certa situazione che sarebbe il caso comprendere e modificare.
Buona giornata,
intanto sono certa anch'io che gli Utenti che scrivono su Medicitalia.it non siano persone tristi e fragili, ma persone in cerca di informazioni sanitarie corrette.
Ciò premesso e venendo al consulto, non è in realtà così ovvio che la Sua difficoltà si manifesti solo con sconosciuti. E' così per Lei ed è un buon indicatore che potrebbe eventualmente orientare un intervento atto a modificare la situazione.
Le ipotesi potrebbero essere molte, ad esempio è possibile che lontano dal Suo compagno, in una città che non conosce e con gli sconosciuti (in momenti stressanti, direi), Lei faccia più fatica gestire quella che ha definito "fobia sociale".
E potrebbe anche darsi che, se è una persona un po' ansiosa, fa fatica a riconoscere e leggere le proprie emozioni. L'ansioso infatti fa fatica a riconoscere e modulare le emozioni perchè è alessitimico e perchè ha un costante monitoraggio sul corpo.
Infine non c'è proprio nulla di cui vergognarsi, perchè questo disagio altro non è che l'espressione che qualcosa attorno a Lei o dentro di Lei (anche solo in termini di inadeguatezza...) sta segnalando una certa situazione che sarebbe il caso comprendere e modificare.
Buona giornata,
[#7]
Inizi con il recarsi di persona da un nostro collega che esercita nella sua zona, poiché per iniziare a percorrere la strada del miglioramento non si tratta di "prescrivere" a distanza generici esercizi, ma è necessaria una valutazione precisa della sua specifica situazione per poi decidere come poter intervenire.
Per problematiche come quelle di cui ha scritto, può essere indicato uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo.
In ogni caso, può farsi un'idea più completa leggendo qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/416-la-fobia-sociale.html
Saluti.
Per problematiche come quelle di cui ha scritto, può essere indicato uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo.
In ogni caso, può farsi un'idea più completa leggendo qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/416-la-fobia-sociale.html
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#8]
Concordo con la Collega, dott.ssa Scalco.
E' vero che in alcuni trattamenti si utilizzano prescrizioni di esercizi da attuare via via per apprendere delle modalità relazionali più funzionali, ma chiaramente prima di impostare il trattamento è indispensabile valutare la situazione.
Ad esempio se a Lei mancasse una determinata abilità (ad es. perchè non l'ha mai appresa o per mancanza di rinforzi, ecc...), il primo step è quello di individuare questa abilità mancante, misurare quanto è mancante e fissare degli obiettivi, una metodologia di lavoro (cioè come fare a raggiungere questi obiettivi) e la finalità dell'intervento stesso.
In genere per problematiche di questo tipo sono indicati gli approcci attivi e prescrittivi, dove appunto ci siano esercizi e compiti da eseguire tra una seduta e l'altra.
Cordiali saluti,
E' vero che in alcuni trattamenti si utilizzano prescrizioni di esercizi da attuare via via per apprendere delle modalità relazionali più funzionali, ma chiaramente prima di impostare il trattamento è indispensabile valutare la situazione.
Ad esempio se a Lei mancasse una determinata abilità (ad es. perchè non l'ha mai appresa o per mancanza di rinforzi, ecc...), il primo step è quello di individuare questa abilità mancante, misurare quanto è mancante e fissare degli obiettivi, una metodologia di lavoro (cioè come fare a raggiungere questi obiettivi) e la finalità dell'intervento stesso.
In genere per problematiche di questo tipo sono indicati gli approcci attivi e prescrittivi, dove appunto ci siano esercizi e compiti da eseguire tra una seduta e l'altra.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.6k visite dal 22/09/2013.
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