Attacchi d'ansia - panico
Buongiorno,
Sono oramai da 8 anni che soffro di attacchi d'ansia, all'inizio si presentavano con forti dolori alla pancia soprattutto alla mattina i quali mi impedivano di fare colazione o meglio vomitavo immediatamente quello che mangiavo. Ho fatto terapie da uno psicologo e sembrava che il tutto fosse sparito.
Una volta entrato nel mondo del lavoro i sintomi erano assenti per poi ripresentarsi in maniera più grave e diventando insostenibili, ho iniziato quindi a prendere (su consiglio medico) la paroxetina una pastiglia al giorno fino a fine 2009 quando ho iniziato a provare a sospenderle (su ok del medico ovviamente). A febbraio del 2010 quando oramai il farmaco era stato praticamente tolto, mi sono tornati gli attacchi sotto forma di nodo alla gola e difficoltà respiratorie (non riuscivo a respirare in autonomia dovevo essere io a controllare il mio respiro). Sono stato costretto a ricominciare la cura.
Fatto ciò la situazione è migliorata. Al lavoro non avevo più problemi.
Ho riprovato a maggio di quest anno una nuova sospensione in maniera graduale della paroxetina in quanto mi sentivo guarito. Nell'ultima settimana ho ricominciato ad avere gli stessi sintomi, mi alzo alla mattina mi manca il fiato non riesco a respirare in autonomia e sono io quindi che dico al mio corpo quando respirare. Questo fatto accade principalmente alla mattina appena alzato si ripresenta una volta prima di mezzogiorno una al pomeriggio e pure alla sera quando sono a casa. Essendo inoltre molto ipocondriaco ho sempre il terrore che non sia ansia ma bensì qualcosa legato al cuore (quindi rischio di infarto ecc....)
Il dottore vorrebbe farmi riprendere la medicina ma stavolta sono io che non vorrei tornare dipendente dal farmaco visto comunque che qualche effetto negativo c'è l'ha (aumento di peso).
Però ovviamente non posso andare avanti così tutti i giorni in quanto la cosa diventa insostenibile....
Ringrazio per l'attenzione
Cordiali Saluti
Sono oramai da 8 anni che soffro di attacchi d'ansia, all'inizio si presentavano con forti dolori alla pancia soprattutto alla mattina i quali mi impedivano di fare colazione o meglio vomitavo immediatamente quello che mangiavo. Ho fatto terapie da uno psicologo e sembrava che il tutto fosse sparito.
Una volta entrato nel mondo del lavoro i sintomi erano assenti per poi ripresentarsi in maniera più grave e diventando insostenibili, ho iniziato quindi a prendere (su consiglio medico) la paroxetina una pastiglia al giorno fino a fine 2009 quando ho iniziato a provare a sospenderle (su ok del medico ovviamente). A febbraio del 2010 quando oramai il farmaco era stato praticamente tolto, mi sono tornati gli attacchi sotto forma di nodo alla gola e difficoltà respiratorie (non riuscivo a respirare in autonomia dovevo essere io a controllare il mio respiro). Sono stato costretto a ricominciare la cura.
Fatto ciò la situazione è migliorata. Al lavoro non avevo più problemi.
Ho riprovato a maggio di quest anno una nuova sospensione in maniera graduale della paroxetina in quanto mi sentivo guarito. Nell'ultima settimana ho ricominciato ad avere gli stessi sintomi, mi alzo alla mattina mi manca il fiato non riesco a respirare in autonomia e sono io quindi che dico al mio corpo quando respirare. Questo fatto accade principalmente alla mattina appena alzato si ripresenta una volta prima di mezzogiorno una al pomeriggio e pure alla sera quando sono a casa. Essendo inoltre molto ipocondriaco ho sempre il terrore che non sia ansia ma bensì qualcosa legato al cuore (quindi rischio di infarto ecc....)
Il dottore vorrebbe farmi riprendere la medicina ma stavolta sono io che non vorrei tornare dipendente dal farmaco visto comunque che qualche effetto negativo c'è l'ha (aumento di peso).
Però ovviamente non posso andare avanti così tutti i giorni in quanto la cosa diventa insostenibile....
Ringrazio per l'attenzione
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile Utente,
il percorso che ha fatto non è stato sufficiente a curare la sua sintomatologia. Sarebbe il caso di riprendere il trattamento (psicoterapia) contattando un Collega.
Credo che il farmaco possa servire esclusivamente a tamponare una fase acuta, ma nel lungo periodo non è risolutivo.
Che diagnosi è stata fatta?
il percorso che ha fatto non è stato sufficiente a curare la sua sintomatologia. Sarebbe il caso di riprendere il trattamento (psicoterapia) contattando un Collega.
Credo che il farmaco possa servire esclusivamente a tamponare una fase acuta, ma nel lungo periodo non è risolutivo.
Che diagnosi è stata fatta?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile utente,
Credo anche io, come il Collega, che il percorso terapeutico, che l'ha aiutato nella fase acuta, non sia stato forse completato rispetto ad obiettivi a lungo termine. Sarebbe, pertanto, il caso di riprenderlo per approfondire alcuni aspetti, forse solo marginalmente trattati precedentemente.
Ha notato se, nei periodi in cui ritornano i sintomi ansiosi, vi è' qualche episodio per il quale lei si mette in allarme? Com'è la sua vita lavorativa e familiare, ultimamente?
Un cordiale saluto
Credo anche io, come il Collega, che il percorso terapeutico, che l'ha aiutato nella fase acuta, non sia stato forse completato rispetto ad obiettivi a lungo termine. Sarebbe, pertanto, il caso di riprenderlo per approfondire alcuni aspetti, forse solo marginalmente trattati precedentemente.
Ha notato se, nei periodi in cui ritornano i sintomi ansiosi, vi è' qualche episodio per il quale lei si mette in allarme? Com'è la sua vita lavorativa e familiare, ultimamente?
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#3]
Gentile Utente,
che tipo di terapia ha fatto in precedenza?
Quanto tempo è durata?
E' terminata perché sono stati raggiunti gli obiettivi desiderati o è stata interrotta?
Anch'io penso che dovrebbe nuovamente rivolgersi a uno psicoterapeuta per affrontare i disagi che ha descritto.
Dalle problematiche legate all'ansia si può uscire con i trattamenti adeguati.
Le segnalo questo articolo per informazioni su alcuni orientamenti terapeutici
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ci faccia sapere se crede
Cordialità
che tipo di terapia ha fatto in precedenza?
Quanto tempo è durata?
E' terminata perché sono stati raggiunti gli obiettivi desiderati o è stata interrotta?
Anch'io penso che dovrebbe nuovamente rivolgersi a uno psicoterapeuta per affrontare i disagi che ha descritto.
Dalle problematiche legate all'ansia si può uscire con i trattamenti adeguati.
Le segnalo questo articolo per informazioni su alcuni orientamenti terapeutici
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ci faccia sapere se crede
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Gentile Utente,
il problema del disturbo d'ansia va affrontato e risolto anche se mi pare interessante il fatto che ogni volta che sta per eliminare il farmaco ricomincia a sentirsi male...
I disturbi d'ansia, salvo complicazioni, si trattano molto bene e in tempo stretti con le terapie adeguate, come ad esempio quella cognitivo-comportamentale, quindi sarebbe il caso di contattare uno psicologo che sia anche psicoterapeuta.
E' stato il medico di base a prescrivere la paroxetina o ha una diagnosi posta dal medico psichiatra?
il problema del disturbo d'ansia va affrontato e risolto anche se mi pare interessante il fatto che ogni volta che sta per eliminare il farmaco ricomincia a sentirsi male...
I disturbi d'ansia, salvo complicazioni, si trattano molto bene e in tempo stretti con le terapie adeguate, come ad esempio quella cognitivo-comportamentale, quindi sarebbe il caso di contattare uno psicologo che sia anche psicoterapeuta.
E' stato il medico di base a prescrivere la paroxetina o ha una diagnosi posta dal medico psichiatra?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Ex utente
Buongiorno,
Mi scuso per il ritardo nella risposta, sono rimasto senza PC per un pò di giorni. Comunque per quanto riguarda la diagnosi mi è stato detto dal medico di base che si tratta di ansia che varia in base ai periodi.
Per quanto riguarda il periodo in cui ho attacchi più frequenti io oramai ho legato tutto al lavoro, studio pure quindi lo stress è abbastanza elevato però al lavoro la situazione degenera. A casa è tutto ok posso dire che è l'unica cosa che mi fa andare avanti.
La terapia con lo psicologo è durata circa 6 mesi e non è stata interrotta da me ma bensì dallo psicologo (che comunque era d'accordo con me) in quanto la situazione era notevolmente migliorata e non presentavo più i problemi per i quali mi ero presentato.
La paroxetina mi è stata prescritta dal medico di base e comunque pure chi mi ha seguito nel percorso psicologico era al corrente ed aveva detto che era meglio prenderla.
Cordialmente
Mi scuso per il ritardo nella risposta, sono rimasto senza PC per un pò di giorni. Comunque per quanto riguarda la diagnosi mi è stato detto dal medico di base che si tratta di ansia che varia in base ai periodi.
Per quanto riguarda il periodo in cui ho attacchi più frequenti io oramai ho legato tutto al lavoro, studio pure quindi lo stress è abbastanza elevato però al lavoro la situazione degenera. A casa è tutto ok posso dire che è l'unica cosa che mi fa andare avanti.
La terapia con lo psicologo è durata circa 6 mesi e non è stata interrotta da me ma bensì dallo psicologo (che comunque era d'accordo con me) in quanto la situazione era notevolmente migliorata e non presentavo più i problemi per i quali mi ero presentato.
La paroxetina mi è stata prescritta dal medico di base e comunque pure chi mi ha seguito nel percorso psicologico era al corrente ed aveva detto che era meglio prenderla.
Cordialmente
[#6]
Gentile Utente,
riterrei utile una rivalutazione della sua condizione ed un eventuale proseguimento del percorso psicoterapico.
Si dovrebbe riferire a uno psicologo/psicoterapeuta e, per il trattamento farmacologico segua le prescrizioni del medico o, meglio ancora, si rivolga ad uno psichiatra, lo specialista di competenza.
Le suggerisco lalettura di questi articoli con informazioni utili
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ci può riaggiornare in futuro se crede
Cordialità
riterrei utile una rivalutazione della sua condizione ed un eventuale proseguimento del percorso psicoterapico.
Si dovrebbe riferire a uno psicologo/psicoterapeuta e, per il trattamento farmacologico segua le prescrizioni del medico o, meglio ancora, si rivolga ad uno psichiatra, lo specialista di competenza.
Le suggerisco lalettura di questi articoli con informazioni utili
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ci può riaggiornare in futuro se crede
Cordialità
[#7]
Ex utente
Secondo Lei la paroxetina a lungo andare può avere delle conseguenze negative soprattutto sulla memoria? Può causare aumenti di peso?
Sono preoccupato soprattutto per la questione della memoria visto che sono studente universitario.
Una cosa che ho notato adesso è che non riesco nemmeno più a ripetere ad alta voce come facevo in passato della serie che dopo 4 minuti mi sento mancare il fiato e devo ripetere a mente.
Chi mi ha seguito in passato è solo uno psicologo e non uno psicoterapeuta e nella mia zona non saprei proprio a chi rivolgermi.
Sono preoccupato soprattutto per la questione della memoria visto che sono studente universitario.
Una cosa che ho notato adesso è che non riesco nemmeno più a ripetere ad alta voce come facevo in passato della serie che dopo 4 minuti mi sento mancare il fiato e devo ripetere a mente.
Chi mi ha seguito in passato è solo uno psicologo e non uno psicoterapeuta e nella mia zona non saprei proprio a chi rivolgermi.
[#8]
Gentile Utente,
per quanto riguarda il farmaco deve sempre riferirsi al medico, meglio ancora allo psichiatra.
Il problema di memoria potrebbe essere anche legato all'ansia, ma serve una valutazione diretta, così come il fatto di non riuscire a ripetere ad alta voce per il fiato corto.
Se vuole uno psicologo che sia anche psicoterapeuta deve verificare sul sito www.psy.it , cercando magari il sito dell'ordine della regione in cui abita.
E' importante che gli attacchi d'ansia siano curati e non solo diagnosticati. Inoltre la differenza tra uno psicologo non specializzato è che questi può certamente fare diagnosi e fare sostegno psicologico, ma se la diagnosi riguarda una psicopatologia come un disturbo d'ansia, allora ha bisogno di uno psicologo specializzato in psicoterapia.
Saluti,
per quanto riguarda il farmaco deve sempre riferirsi al medico, meglio ancora allo psichiatra.
Il problema di memoria potrebbe essere anche legato all'ansia, ma serve una valutazione diretta, così come il fatto di non riuscire a ripetere ad alta voce per il fiato corto.
Se vuole uno psicologo che sia anche psicoterapeuta deve verificare sul sito www.psy.it , cercando magari il sito dell'ordine della regione in cui abita.
E' importante che gli attacchi d'ansia siano curati e non solo diagnosticati. Inoltre la differenza tra uno psicologo non specializzato è che questi può certamente fare diagnosi e fare sostegno psicologico, ma se la diagnosi riguarda una psicopatologia come un disturbo d'ansia, allora ha bisogno di uno psicologo specializzato in psicoterapia.
Saluti,
[#9]
Ex utente
Grazie per i consigli, volevo chiederLe altre due cose,
1) Secondo lei una persona può vivere dipendendo dai farmaci per tutta la vita?
2) E' possibile uscire definitivamente dagli attacchi d'ansia?
Comunque guardando sul sito che mi ha dato mi sono pure accorto che il mio psicologo è pure
specializzato in psicoterapia (forse me l'aveva pure detto ma evidentemente l'ho rimosso oppure si è specializzato di recente non so, sono quasi 2 anni che non lo sento)
Cordialmente
1) Secondo lei una persona può vivere dipendendo dai farmaci per tutta la vita?
2) E' possibile uscire definitivamente dagli attacchi d'ansia?
Comunque guardando sul sito che mi ha dato mi sono pure accorto che il mio psicologo è pure
specializzato in psicoterapia (forse me l'aveva pure detto ma evidentemente l'ho rimosso oppure si è specializzato di recente non so, sono quasi 2 anni che non lo sento)
Cordialmente
[#10]
Gentile Utente,
per le domande sui farmaci deve rivolgersi al medico prescrittore; gli attacchi d'ansia possono essere curati definitivamente anche con la psicoterapia. In genere le terapie più adatte al trattamento dei disturbi d'ansia sono quelle attive e focalizzate, come ad esempio la cognitivo-comportamentale.
Se si è trovato bene con il Collega, può provare a ricontattarlo, oppure può cercarne un altro. La cosa importante è che lo psicologo sia anche psicoterapeuta.
Cordiali saluti,
per le domande sui farmaci deve rivolgersi al medico prescrittore; gli attacchi d'ansia possono essere curati definitivamente anche con la psicoterapia. In genere le terapie più adatte al trattamento dei disturbi d'ansia sono quelle attive e focalizzate, come ad esempio la cognitivo-comportamentale.
Se si è trovato bene con il Collega, può provare a ricontattarlo, oppure può cercarne un altro. La cosa importante è che lo psicologo sia anche psicoterapeuta.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.1k visite dal 21/09/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.