Ansia dopo sport
Salve a tutti
sono un ragazzo di 24 anni, ansioso da circa 9. Cerco di essere sintetico
Si perché ho avuto il mio primo attacco di panico con annessa tachicardia a circa 15 anni. Da quel giorno, incosciamente ho inziato ad avere la convizione di avere patologie cardiache.
A 17 anni, per un periodo, non riuscivo più a giocare a calcio perché avevo attacchi di panico ogni volta che provavo a correre. Poi mi sono messo d'impegno, ho deciso di fregarmene e la situazione è rientrata.
A parte qualche episodio di tachicardia passeggera, tutto liscio fino ai 22. Durante un allenamento ho avuto un malore, quasi uno svenimento con extra sistole ecc...
Il medico sportivo che mi segue, dopo eco al cuore e elettrocardiogramma ha (nuovamente) detto che non ho problemi a livello fisico.
Ma da quel giorno sono peggiorato decisamente e le tachicardie erano un dolce ricordo. Oggi sono diventato questo:
-controllo costante del mio corpo, di ogni segnale, mi auto monitoro il battito costantemente
-periodi di extra sistole anche intense (che attualmente non ho più)
-stato d'ansia con annesso battito accelerato (anche se non sempre presente) dopo ogni allenamento o dopo qualunque avvenimento che comporti un fisiologico aumento del battito (come bere alcolici ad esempio)
Questo naturalmente sta inziando a darmi fastidio perché allenarmi è diventato un vero pensiero (la notte fatico a dormire, sono in ansia anche il giorno dopo).
Non posso più bere, per lo stesso motivo
E' come se ci fosse una parte di me che sente come un problema l'aumento del battito cardiaco fisiologico. Ho paura che con l'arrivo della brutta stagione tornino anche le extra sistole che sono davvero fastidiose.
Esami fatti: eco al cuore, elettrocardiogramma, tiroide 3 anni fa (da rifare?)
sono un ragazzo di 24 anni, ansioso da circa 9. Cerco di essere sintetico
Si perché ho avuto il mio primo attacco di panico con annessa tachicardia a circa 15 anni. Da quel giorno, incosciamente ho inziato ad avere la convizione di avere patologie cardiache.
A 17 anni, per un periodo, non riuscivo più a giocare a calcio perché avevo attacchi di panico ogni volta che provavo a correre. Poi mi sono messo d'impegno, ho deciso di fregarmene e la situazione è rientrata.
A parte qualche episodio di tachicardia passeggera, tutto liscio fino ai 22. Durante un allenamento ho avuto un malore, quasi uno svenimento con extra sistole ecc...
Il medico sportivo che mi segue, dopo eco al cuore e elettrocardiogramma ha (nuovamente) detto che non ho problemi a livello fisico.
Ma da quel giorno sono peggiorato decisamente e le tachicardie erano un dolce ricordo. Oggi sono diventato questo:
-controllo costante del mio corpo, di ogni segnale, mi auto monitoro il battito costantemente
-periodi di extra sistole anche intense (che attualmente non ho più)
-stato d'ansia con annesso battito accelerato (anche se non sempre presente) dopo ogni allenamento o dopo qualunque avvenimento che comporti un fisiologico aumento del battito (come bere alcolici ad esempio)
Questo naturalmente sta inziando a darmi fastidio perché allenarmi è diventato un vero pensiero (la notte fatico a dormire, sono in ansia anche il giorno dopo).
Non posso più bere, per lo stesso motivo
E' come se ci fosse una parte di me che sente come un problema l'aumento del battito cardiaco fisiologico. Ho paura che con l'arrivo della brutta stagione tornino anche le extra sistole che sono davvero fastidiose.
Esami fatti: eco al cuore, elettrocardiogramma, tiroide 3 anni fa (da rifare?)
[#1]
Gentile Utente,
quanto aspettare ancora a rivolgersi a uno specialista?
Se lei soffre d'ansia, come sembrerebbe, e da parecchio tempo e non si prende cura di sé nel modo appropriato, non può certo pensare di migliorare, anzi. I disturbi d'ansia, se di questo si trattasse, se non curati tendono nel tempo a cronicizzare o peggiorare.
<controllo costante del mio corpo, di ogni segnale, mi auto monitoro il battito costantemente> E in questo modo, focalizzando l'attenzione su detrminati parametri fisiologici, preoccupazione, ansia, sintomi, si alimentano vicendevolmente.
E' davvero opportuno che si prenda cura del suo benessere. Si dovrebbe rivolgere a uno psicologo/psicoteraputa, meglio se esperto in disturbi d'ansia, per una valutazione diretta e un eventuale intervento terapeutico.
Legga qui per orientarsi nella scelta dello specialista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ci faccia sapere di nuovo se crede
Cordialità
quanto aspettare ancora a rivolgersi a uno specialista?
Se lei soffre d'ansia, come sembrerebbe, e da parecchio tempo e non si prende cura di sé nel modo appropriato, non può certo pensare di migliorare, anzi. I disturbi d'ansia, se di questo si trattasse, se non curati tendono nel tempo a cronicizzare o peggiorare.
<controllo costante del mio corpo, di ogni segnale, mi auto monitoro il battito costantemente> E in questo modo, focalizzando l'attenzione su detrminati parametri fisiologici, preoccupazione, ansia, sintomi, si alimentano vicendevolmente.
E' davvero opportuno che si prenda cura del suo benessere. Si dovrebbe rivolgere a uno psicologo/psicoteraputa, meglio se esperto in disturbi d'ansia, per una valutazione diretta e un eventuale intervento terapeutico.
Legga qui per orientarsi nella scelta dello specialista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ci faccia sapere di nuovo se crede
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
tutto ciò che Lei descrive altro non è che una serie di strategie altamente disfunzionali per cercare di controllare l'ansia e prevenire qualcosa che dal Suo punto di vista potrebbe causare dei problemi fisici.
Questi tentativi (es. monitoraggio sul corpo, ecc...) non fanno altro che amplificare lo stato d'ansia, perchè tutti no iabbiamo costantemente attivazioni e "doloretti" sul corpo, ma chi non è ansioso non fa neppure caso a tutto ciò. Al contrario chi soffre d'ansia impiega parecchio tempo e parecchie energie correndo dietro a tutti i "sintomi".
Ad esempio, non è infrequente che la tachicardia legato alla corsa venga confusa da una persona ansiosa come il sintomo di un malessere grave. L'ansioso fa tanta fatica a leggere e riconoscere le proprie emozioni e i propri stati mentali (alessitimia) e quindi concordo con la collega sull'opportunità di chiedere aiuto allo specialista per uscire dal disagio.
Inoltre è anche possibile che la paura che l'evento possoa ripresentarsi La faccia vivere con il terrore che appunto accada e con l'attuazione di una serie di strategie disfunzionali che preventivamente metto in atto, come ad esempio l'evitamento di situazioni, luoghi, ecc... per il timore di stare male.
Tutto ciò alimenta l'ansia e non la fa scendere come invece si è portati a pensare.
Nella fattispecie è opportuno rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta per risolvere il problema.
Cordiali saluti,
tutto ciò che Lei descrive altro non è che una serie di strategie altamente disfunzionali per cercare di controllare l'ansia e prevenire qualcosa che dal Suo punto di vista potrebbe causare dei problemi fisici.
Questi tentativi (es. monitoraggio sul corpo, ecc...) non fanno altro che amplificare lo stato d'ansia, perchè tutti no iabbiamo costantemente attivazioni e "doloretti" sul corpo, ma chi non è ansioso non fa neppure caso a tutto ciò. Al contrario chi soffre d'ansia impiega parecchio tempo e parecchie energie correndo dietro a tutti i "sintomi".
Ad esempio, non è infrequente che la tachicardia legato alla corsa venga confusa da una persona ansiosa come il sintomo di un malessere grave. L'ansioso fa tanta fatica a leggere e riconoscere le proprie emozioni e i propri stati mentali (alessitimia) e quindi concordo con la collega sull'opportunità di chiedere aiuto allo specialista per uscire dal disagio.
Inoltre è anche possibile che la paura che l'evento possoa ripresentarsi La faccia vivere con il terrore che appunto accada e con l'attuazione di una serie di strategie disfunzionali che preventivamente metto in atto, come ad esempio l'evitamento di situazioni, luoghi, ecc... per il timore di stare male.
Tutto ciò alimenta l'ansia e non la fa scendere come invece si è portati a pensare.
Nella fattispecie è opportuno rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta per risolvere il problema.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
Più che il cuore, dovrebbe, unitamente ad un nostro Collega, comprendere le cause che la spingono ai controlli reiterati....del suo cuore ....
Nove anni sono davvero tanti, credo che un approccio combinato al suo disagio sarebbe indicato:
farmacoterapia e tapia psicologica.
Più che il cuore, dovrebbe, unitamente ad un nostro Collega, comprendere le cause che la spingono ai controlli reiterati....del suo cuore ....
Nove anni sono davvero tanti, credo che un approccio combinato al suo disagio sarebbe indicato:
farmacoterapia e tapia psicologica.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 25.8k visite dal 20/09/2013.
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