Malessere psicologico o cosa?

Buonasera, dividerò il post in 2 parti perchè non rientro nei 3000 caratteri.
Sono un ragazzo di 24 anni e mi trovo braccato in questa situazione da 4 anni ormai,con alti e bassi. Questo è un basso,ma mi sono stancato e vorrei riprendere in mano la vita e le opportunità che offre,anzichè vivere in questo stato. Vi racconto la situazione:
Sono stato additato con un nomignolo,storpiatura del mio cognome, che non avrebbe senso definire offensivo,se non per il fatto che lo percepisco tale, o almeno mi inibisce. Da quel momento,se prima ridevano di questa cosa solo qualche amico[che col tempo ho iniziato a odiare in quanto lo ritenessi responsabile di tutto questo] si è come diffuso anche a gente con cui avevo molta meno confidenza,sentendomi più calpestato e umiliato da questo.
Contemporaneamente nella mia testa non riuscivo a schiodarmi il pensiero di questo nomignolo,o l'immagine di qualcuno che si prendesse gioco di me così,e sicuramente fumare cannabis non mi aiutò,anzi. Col passare del tempo sono riuscito a pormi al di sopra,almeno apparentemente di questa cosa,perchè magari speravo non si proponessero situazioni o me ne fregavo magari uscendo lo stesso o magari evitavo situazioni in cui potevo essere preso in giro o magari evitavo qualcuno o qualche situazione. Ricordo un mattino di essermi svegliato con il cuore a mille. Ovviamente il tempo è passato e ho vissuto la mia vita abbastanza normalmente,pur sempre sapendo di avere questo "punto debole". Ho fatto le mie esperienze,ho vissuto cercando di realizzarmi,mi sono anche laureato. [e sapete cosa mi preoccupava? :) come avrebbero potuto chiamarmi i miei amici durante i festeggiamenti ]. Avvolte mi sono arrabiato con i miei amici o chi per loro,altre volte ho tenuto la bocca chiusa,altre volte sono stato preso alla sprovvista dal sentirmi chiamare così,altre volte ancora ho affrontato magari una data situazione pur vivendola con un certo timore.
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
il senso di svalutazione che deriva da prese in giro costanti può essere davvero dannoso. Questa tipologia mi richiama alla mente una forma sottile di bullismo.
Rigirando la frittata però, mi domando se si tratti davvero di prese in giro o vengano soprattutto interpretate da lei come tali.
Forse al di là del contenuto dell' "ossessione", chiamiamola così, c'è da domandarsi perché abbia attecchito così in profondità, tanto da condizionarla pesantemente.
Non ci fornisce molte informazioni sulla sua vita relazionale (partner, famiglia, lavoro, ecc.), elementi essenziali per formulare un'ipotesi.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2011 al 2013
Ex utente
aggiungo la seconda parte:
Sebbene mi renda conto che può essere una sciocchezza, e che dovrei fregarmene, mi viene difficile. Oggi sto male. Di nuovo e non so come/cosa fare. Dopo aver lasciato la mia ragazza ho preso a fumare nuovamente cannabis e questi "pensieri" se così vanno chiamati sono tornate alla ribalta[forse perchè non li ho mai superati in realtà],complice il momento di fragilità personale . Fattosta che saper inquadrare il problema mi viene difficile.Faccio fatica a concentrarmi seriamente su quello che studio,penso e ripenso a situazioni,a come dovrei comportarmi,a come sto,al mio malessere,penso che non c'è niente di cui preoccuparmi,leggo o sento qualcosa che ci si avvicina e lo "storpio" come a prendermi in giro da solo,penso a quanto vorrei soltanto ritrovare la mia serenità e a dedicarmi totalmente al vivere le cose,senza dannarmi più per questa cosa,che però insiste a limitarmi. Preferirei essere chiamato così ma vivere la vita con serenità,che è quello che non mi viene e non mi riesce al 100% da quando tutto è iniziato. Ho letto situazioni simili su questo sito e la cosa mi ha "rincuorato". Ho letto di altre situazioni,ed oltre ad addossarmi migliaia di mali, sono stato anche peggio. Ora chiedo,a chi vorrà rispondermi,cosa ne pensate e cosa ritenete dovrei fare per relegare al passato questa situazione e riprendere a vivere al 100%. Ovviamente per altre informazioni basta chiedere.
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Attivo dal 2011 al 2013
Ex utente
Gentile dott. Mori , grazie per l'attenzione e per la disponibilità.
Sono uno studente fuori sede e non ho difficoltà a relazionarmi,adoro la mia famiglia e ho diversi amici oltre che hobby. Mi tengo in forma praticando diversi sport. La mia ex ragazza era più grande di me,e non avendo mai avuto una storia seria ho messo molto spesso in discussione i mie punti di vista e probabilmente mi sono anche sottomesso a determinati modi di pensare suoi,tuttavia l'ho lasciata quando mi sono reso conto di non avere più gioia da quel rapporto.Non so se questo chiarisce le informazioni che chiede però,nel caso sarei felice di dare altre informazioni. Quanto alla presa in giro,non è un insulto,è tale perchè la interpreto tale. E vedere che ero chiamato così anche da gente con cui non avevo molta confidenza[ma magari l'avevo data visto il carattere espansivo o magari "data" da qualche amico più intimo] mi ha destabilizzato e fatto sentire indifeso. Tuttavia non può essere definito un insulto vero e proprio. Sul perchè ha attecchito così tanto,forse l'uso di cannabis in quel periodo me l'ha fatta sentire più profondamente,o magari le ripetute occasioni una dopo l'altra mi hanno fatto sentire condannato ad essere chiamato così e a doverlo accettare indistintamente,che mi piaccia o meno.
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Attivo dal 2011 al 2013
Ex utente
Qualcuno sa dirmi cos'ho?Sapreste consigliarmi come vivere o come affrontare questa situazione?Temo che mi stia sfuggendo tutto di mano e non so più cosa fare.. Per favore aiutatemi.
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Dr. Michele Spalletti Psicoterapeuta, Psicologo 210 6
G.le utente, se ho ben compreso sembra che tutta la sua questione ruoti intorno alla "storpiatura" del suo cognome e che per il resto, da quanto lei afferma, non ci siano altri problemi degni di nota. Personalmente, credo che il senso che lei attribuisce a se stesso sia tutto condensato su questo "Significante padrone" (termine ripreso dallo psicoanalista francese J. Lacan), lasciandolo come un soggetto in balia della significazione dell'Altro, ovvero, sono stati i suoi amici ad attribuirle tale "nomignolo" che per lei ha una profonda risonanza e la fa sentire inadeguato. Ora, comprendendo che per ovvie ragioni di privacy non può indicare quale sia questo "soprannome", le consiglio di approfondire, magari con un terapeuta, le catene associative che si possono dipanare da questo significante per lei fondamentale. Ciò potrebbe aiutarla a sgretolare la sua consistenza monolitica inducendola a capire cosa rappresenti per lei questa definizione che l'altro le ha affibbiato. Se vuole, per approfondire quanto suggeritogli, può visitare questo link di una mia collega: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/171-la-psicoanalisi-elementi-teorici.html

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

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Attivo dal 2011 al 2013
Ex utente
La ringrazio per l'intervento e per l'interesse, Dr. Spalletti, il problema ulteriore,e forse di uguale gravità è che ,come in questo periodo, passo molto tempo a cercare di eviscerare la situazione,a ripetermi questo soprannome,a pensare come agire,come non agire, come interpretarlo, come reagire etc.etc. il che mi rattrista e svoglia parecchio e mi impedisce molte cose [studiare per esempio]. Sarebbe necessario, secondo lei, l'intervento di uno specialista [se si di che genere?] o posso prendere le dovute misure da solo? [se si quali?]
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Dr. Michele Spalletti Psicoterapeuta, Psicologo 210 6
G.le utente, da come descrive il problema che la assilla, a mio parere potrebbe trattarsi o di una semplice elucubrazione o di una declinazione ossessiva del pensiero, ovvero, magari può confermarmelo o meno, sembra che non possa fare e meno di pensare a tale significante, imponendoglisi alla mente in modo involontario e coercitivo ed impedendole un normale flusso del pensiero e delle attività. Ora, a parte questo, sicuramente una cosa è certa, il pensiero insistente di questo significante la fa soffrire e per questo potrebbe rivolgersi ad uno specialista che potrebbe aiutarla a superare tale empasse.
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Attivo dal 2011 al 2013
Ex utente
C'ha preso in pieno. Mi fa soffrire perchè si ripropone nella mia testa insistentemente una mole di pensieri infiniti,non so più neanche io quanti facendomi sentire malato o terribilmente triste, e non mi fa vivere come vorrei. Avevo letto di Disturbi ossessivi e Fobie sociali che quindi lei esclude? Che genere di specialista è più adatto per questo genere di problema?

La ringrazio con tutto il mio cuore
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Dr. Michele Spalletti Psicoterapeuta, Psicologo 210 6
G.le utente, dal solo sintomo da lei lamentato non è possibile formulare una diagnosi. Personalmente non credo si tratti di fobia sociale. La modalità d'insorgenza e l'invasità del contenuto del pensiero è altresì da approfondire. Purtroppo non conosco di persona specialisti nella sua zona. Quello che posso dirle è di rivolgersi ad un terapeuta che le possa permettere di capire cosa ci sia dietro a questo suo pensiero ricorrente. Per quanto suggeritole in precedenza le consiglierei uno psicanalista ad orientamento lacaniano