Uno psicologo o neurologo
DISTURBI DEL SONNO – CAUSE BEN NOTE
Ho 48 anni e svolgo l’attività d’insegnante. Da parecchi anni ormai soffro d’insonnia, tutte le notti puntualmente nell’orario compreso tra le 02,30 e le 3,30, si sveglio. Sbarro gli occhi mentre sono al letto e poi non ne voglio più sentire di riaddormentarmi…
La sera poi distrutto non posso andare a letto più tardi delle 21 – 21,30.
La situazione è insostenibile e naturalmente sono corso ai ripari rivolgendomi ai centri del sonno degli ospedali della mia città, i cui medici mi hanno trattato farmacologicamente con antiepilettici i quali se riescono a farmi dormire 1 o 1,5 ore in più, di contro mi rendono irascibile e poi mi provocano un sonno più da stordimento, che naturale e riposante.
Naturalmente c’è di peggio, il fatto che sebbene non riesco a dirlo a nessuno, io conosco bene le cause della mia insonnia: il mio lavoro!
Il mio lavoro mi stressa tantissimo sin da quando l’ho iniziato ormai circa 20 anni addietro o più. La notte infatti più che il sogno, il pensiero ricorrente, ossessivo, martellante, fino a svegliarmi, è la preoccupazione di ciò che è successo il giorno prima, di ciò che accadrà il giorno dopo durante il lavoro. Le immagini nella mia mente si succedono con un ritmo incalzante, mi provocano dapprima ansia, poi preoccupazione infine paura, senso di fame d’aria e mi sveglio spesso sudato e trafelato.
Vent’anni fa parlai del mio problema ad uno psicologo perché soprattutto allora, da insegnante precario, avevo paura ad andare a scuola, una sorta di fobia dello stare in classe reggere le responsabilità dell’insegnante, tenere la classe, gestire i ragazzi, così mi era capitato di perdere uno o più incarichi di supplenza proprio perché scappavo via non appena la situazione mi risultava insopportabile e ingestibile.
Naturalmente questa situazione provocò il deterioramento del mio rapporto sentimentale del tempo, perchè allontanava ogni ipotesi matrimoniale con la mia compagna e quindi poiché lei pur capendo non concepiva questa mia “malattia”, presto mi lasciò.
Contattai pertanto uno psicologo, il quale mettendomi dinnanzi al discernimento tra cosa ciascuno di noi può fare o meno, e ciò che invece deve fare, mi fece trovare la forza di andare avanti con il mio lavoro e così oggi sono un insegnante di ruolo di discreto successo lavorativo, ben voluto dai colleghi, dai ragazzi e dalla dirigenza, ma che segretamente vive ancora questo senso di disagio che lo accompagna giornalmente, che lo fa vivere male, al limite dell’angoscia, al punto da perdere il sonno.
Non so cosa fare, temo di rivolgermi ad uno specialista psicologo perché adesso mi vergogno, e ovviamente non parlo con nessuno, moglie, figli, del mio problema, che soffoco dentro di me come se nulla fosse, mentre invece sento che mi sta rovinando oltre il sonno la vita.
Potete aiutarmi non solo suggerendomi di rivolgermi al uno psicologo o neurologo?
Grazie.
Ho 48 anni e svolgo l’attività d’insegnante. Da parecchi anni ormai soffro d’insonnia, tutte le notti puntualmente nell’orario compreso tra le 02,30 e le 3,30, si sveglio. Sbarro gli occhi mentre sono al letto e poi non ne voglio più sentire di riaddormentarmi…
La sera poi distrutto non posso andare a letto più tardi delle 21 – 21,30.
La situazione è insostenibile e naturalmente sono corso ai ripari rivolgendomi ai centri del sonno degli ospedali della mia città, i cui medici mi hanno trattato farmacologicamente con antiepilettici i quali se riescono a farmi dormire 1 o 1,5 ore in più, di contro mi rendono irascibile e poi mi provocano un sonno più da stordimento, che naturale e riposante.
Naturalmente c’è di peggio, il fatto che sebbene non riesco a dirlo a nessuno, io conosco bene le cause della mia insonnia: il mio lavoro!
Il mio lavoro mi stressa tantissimo sin da quando l’ho iniziato ormai circa 20 anni addietro o più. La notte infatti più che il sogno, il pensiero ricorrente, ossessivo, martellante, fino a svegliarmi, è la preoccupazione di ciò che è successo il giorno prima, di ciò che accadrà il giorno dopo durante il lavoro. Le immagini nella mia mente si succedono con un ritmo incalzante, mi provocano dapprima ansia, poi preoccupazione infine paura, senso di fame d’aria e mi sveglio spesso sudato e trafelato.
Vent’anni fa parlai del mio problema ad uno psicologo perché soprattutto allora, da insegnante precario, avevo paura ad andare a scuola, una sorta di fobia dello stare in classe reggere le responsabilità dell’insegnante, tenere la classe, gestire i ragazzi, così mi era capitato di perdere uno o più incarichi di supplenza proprio perché scappavo via non appena la situazione mi risultava insopportabile e ingestibile.
Naturalmente questa situazione provocò il deterioramento del mio rapporto sentimentale del tempo, perchè allontanava ogni ipotesi matrimoniale con la mia compagna e quindi poiché lei pur capendo non concepiva questa mia “malattia”, presto mi lasciò.
Contattai pertanto uno psicologo, il quale mettendomi dinnanzi al discernimento tra cosa ciascuno di noi può fare o meno, e ciò che invece deve fare, mi fece trovare la forza di andare avanti con il mio lavoro e così oggi sono un insegnante di ruolo di discreto successo lavorativo, ben voluto dai colleghi, dai ragazzi e dalla dirigenza, ma che segretamente vive ancora questo senso di disagio che lo accompagna giornalmente, che lo fa vivere male, al limite dell’angoscia, al punto da perdere il sonno.
Non so cosa fare, temo di rivolgermi ad uno specialista psicologo perché adesso mi vergogno, e ovviamente non parlo con nessuno, moglie, figli, del mio problema, che soffoco dentro di me come se nulla fosse, mentre invece sento che mi sta rovinando oltre il sonno la vita.
Potete aiutarmi non solo suggerendomi di rivolgermi al uno psicologo o neurologo?
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
rispetto all'ultima domanda che pone direi che la scelta è sua. Uno psicologo può aiutarla ad affrontare il problema affrontandone le cause. Un neurologo attraverso la farmacologia, può ridurre i sintomi. Certo spesso andare in terapia implica duro lavoro, cm dopo cm....
Inoltre il contenuto delle "ossessioni" (non utilizzi questo temine in senso clinico, lei non è ossessivo...) spesso non è la causa del problema. Dire che il lavoro è la causa è riduttivo.
Restiamo in ascolto
rispetto all'ultima domanda che pone direi che la scelta è sua. Uno psicologo può aiutarla ad affrontare il problema affrontandone le cause. Un neurologo attraverso la farmacologia, può ridurre i sintomi. Certo spesso andare in terapia implica duro lavoro, cm dopo cm....
Inoltre il contenuto delle "ossessioni" (non utilizzi questo temine in senso clinico, lei non è ossessivo...) spesso non è la causa del problema. Dire che il lavoro è la causa è riduttivo.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Gentile Utente,
quale diagnosi è stata posta dallo psicologo? E quale tipo di trattamento è stato impostato per risolvere il problema?
quale diagnosi è stata posta dallo psicologo? E quale tipo di trattamento è stato impostato per risolvere il problema?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Signore,
il lavoro credo non sia modificabile ed anche se lo fosse, non è detto che l' insonnia instauratasi possa rientrare da sola.
Neurologo e psicologo non sono l' uno il controaltare dell' altro, ma lavorano in sinergia per lo steso progetto:
La salute psico/ fisica del paziente
La farmacoterapia non si sostituisce alla terapia psicologica e viceversa, oggi in clinica si parla infatti di " approccio combinato" al disagio del paziente.
L' insonnia e l' iper controllo cosciente sul sonno, ha spesso cause plurime e profonde, oltre al cattivo apprendimento ed igiene del sonno inadeguata....., gli specisliti a cui si rivolgerà le spiegheranno tutto
il lavoro credo non sia modificabile ed anche se lo fosse, non è detto che l' insonnia instauratasi possa rientrare da sola.
Neurologo e psicologo non sono l' uno il controaltare dell' altro, ma lavorano in sinergia per lo steso progetto:
La salute psico/ fisica del paziente
La farmacoterapia non si sostituisce alla terapia psicologica e viceversa, oggi in clinica si parla infatti di " approccio combinato" al disagio del paziente.
L' insonnia e l' iper controllo cosciente sul sonno, ha spesso cause plurime e profonde, oltre al cattivo apprendimento ed igiene del sonno inadeguata....., gli specisliti a cui si rivolgerà le spiegheranno tutto
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Salve,
premetto che ringrazio tutti, ma avete letto bene la mia richiesta?
Lo psicologo aveva individuato un conflitto relazionale con la mia famiglia e in particolare con mio padre, troppo autoritario e rigido con me e poco presente nella mia vita. Si chiedeva come mai nonostante ciò lo amassi tanto.
Nessun trattamento solo una presa di coscienza sui miei doveri, su ciò cui non potevo "oggettivamente" tirarmi indietro.
Saluti.
premetto che ringrazio tutti, ma avete letto bene la mia richiesta?
Lo psicologo aveva individuato un conflitto relazionale con la mia famiglia e in particolare con mio padre, troppo autoritario e rigido con me e poco presente nella mia vita. Si chiedeva come mai nonostante ciò lo amassi tanto.
Nessun trattamento solo una presa di coscienza sui miei doveri, su ciò cui non potevo "oggettivamente" tirarmi indietro.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 18/09/2013.
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Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.