Ossessione per personaggio pubblico
Salve, sono una donna di 32 anni e da qualche anno ormai, mi vergogno ad ammetterlo vista l'età, ho maturato un'attenzione morbosa verso un personaggio famoso (donna nella fattispecie). Ci tengo a precisare che non sono mai stata animata dalla voglia di incontrarla, vederla dal vivo nè in alcun modo perseguitarla ma ho sempre ricercato in maniera costante informazioni sulla sua vita (informazioni in rete). Sono arrivata a stare male per i dispiaceri di questa persona, ho interiorizzato a tal punto la sua vita da partecipare emotivamente delle sue gioie e dolori come e forse di più che se fossero i miei. Per questo motivo ho dei periodi in cui cado in uno stato di ansia e "depressione" in cui sono preoccupata per lei e non riesco a vivere la mia vita in tranquillità. Ho deciso di rivolgermi ad una psicoterapeuta e di iniziare un percorso con convinzione e spero di poter essere aiutata a riprendermi ... ho un po' paura però che sia tardi o in qualche modo ho molta vergogna nell'esprimere questo mio problema ... esiste un percorso psicoterapeutico adatto al mio disagio?
Grazie per l'attenzione
Sara
Grazie per l'attenzione
Sara
[#1]
Gentile utente,
non esistono percorsi adatti a priori. La psicoterapia è una relazione che si fonda su numerosi aspetti, ed in cui quelli tecnici/professionali ne rappresentano solo una parte.
Spesso quando c'è una "fissazione", come il suo caso sembra indicare, questa serve per sfuggire da tensioni che riguardano la vita reale, rifugiandosi in una relazione fantasmatica.
Non a caso non ci ha detto niente della sua quotidianità.
Come reagiscono gli altri intorno a lei?
Ne sono a conoscenza?
Lavora?
Vive sola?
Questi sono alcuni aspetti che potrebbero aiutare a definire meglio il problema da un punto di vista psicologico.
Restiamo in ascolto
non esistono percorsi adatti a priori. La psicoterapia è una relazione che si fonda su numerosi aspetti, ed in cui quelli tecnici/professionali ne rappresentano solo una parte.
Spesso quando c'è una "fissazione", come il suo caso sembra indicare, questa serve per sfuggire da tensioni che riguardano la vita reale, rifugiandosi in una relazione fantasmatica.
Non a caso non ci ha detto niente della sua quotidianità.
Come reagiscono gli altri intorno a lei?
Ne sono a conoscenza?
Lavora?
Vive sola?
Questi sono alcuni aspetti che potrebbero aiutare a definire meglio il problema da un punto di vista psicologico.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dottor Mori,
ha perfettamente ragione; non è un caso forse che non abbia detto niente di me ... la mia non è certo quella che si può definire una vita intensa. Sono disoccupata, da quattro anni cerco un lavoro il più duraturo possibile ma son riuscita a lavorare solo d'estate; vivo ancora coi miei per motivi esclusivamente economici.I rapporti con loro, con mio padre soprattutto, sono talvolta burrascosi e ormai mi pesa molto la convivenza, anche se mia madre riesce a comprendere il mio stato. Circa due anni fa ho passato un brutto periodo dovuto al fatto che non riuscivo a trovare un lavoro decente ed ho inziato a soffrire di problemi legati al reflusso gastrico ... che poi si sono rivelati essere una GERD con sospetta ernia iatale. Ancora oggi faccio cicli con pantoprazolo. Attualmente vivo un ulteriore dispiacere perchè sto perdendo mia nonna che è la persona con cui sono stata in casa da quando avevo 6 mesi sino ad oggi, non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei. Negli anni il mio carattere si è chiuso molto e non ho molti amici; non riesco a portare avanti nessuna relazione sentimentale perchè ho una sostanziale paura degli uomini e perchè ho la tendenza a ricercare la solitudine ... la mia volontà di inziare un percorso di psicoterapia deriva anche dal fatto di inserire la mia "fissazione" in un quadro più ampio e non di trattarla fine a se' stessa, non penso sarebbe risolutivo. Ho un molti timori, sebbene abbia ormai deciso ...
ha perfettamente ragione; non è un caso forse che non abbia detto niente di me ... la mia non è certo quella che si può definire una vita intensa. Sono disoccupata, da quattro anni cerco un lavoro il più duraturo possibile ma son riuscita a lavorare solo d'estate; vivo ancora coi miei per motivi esclusivamente economici.I rapporti con loro, con mio padre soprattutto, sono talvolta burrascosi e ormai mi pesa molto la convivenza, anche se mia madre riesce a comprendere il mio stato. Circa due anni fa ho passato un brutto periodo dovuto al fatto che non riuscivo a trovare un lavoro decente ed ho inziato a soffrire di problemi legati al reflusso gastrico ... che poi si sono rivelati essere una GERD con sospetta ernia iatale. Ancora oggi faccio cicli con pantoprazolo. Attualmente vivo un ulteriore dispiacere perchè sto perdendo mia nonna che è la persona con cui sono stata in casa da quando avevo 6 mesi sino ad oggi, non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei. Negli anni il mio carattere si è chiuso molto e non ho molti amici; non riesco a portare avanti nessuna relazione sentimentale perchè ho una sostanziale paura degli uomini e perchè ho la tendenza a ricercare la solitudine ... la mia volontà di inziare un percorso di psicoterapia deriva anche dal fatto di inserire la mia "fissazione" in un quadro più ampio e non di trattarla fine a se' stessa, non penso sarebbe risolutivo. Ho un molti timori, sebbene abbia ormai deciso ...
[#3]
Cara signora,
<<la mia volontà di inziare un percorso di psicoterapia deriva anche dal fatto di inserire la mia "fissazione" in un quadro più ampio e non di trattarla fine a se' stessa, non penso sarebbe risolutivo.>>
se il suo desiderio e la sua motivazione personale la portano a queste conclusioni, il mio personale consiglio è quello di rivolgersi ad un collega di orientamento psicodinamico.
Con tali presupposti, è possibile che le venga proposto un percorso di crescita personale che non miri solo alla soluzione del sintomo ma ad una ristrutturazione del suo modo di relazionarsi agli altri e a se stessa; che inserisca, in altre parole, il sintomo in una cornice più ampia.
In una prospettiva psicodinamica, infatti, il sintomo rappresenta una strategia difensiva per preservare se stessi da contenuti psichici dolorosi. Si tratta, in altre parole, di una costruzione mentale che le consente di allontanare da sè ciò che, più o meno consapevolmente, teme.
Tutto poi dipenderà da lei, dal clinico, dalla motivazione che sarà sondata nei primi incontri, dal tipo di relazione che riuscirete ad instaurare...
In base a tali elementi, il collega sarà in grado di valutare, e consigliarle, quale sia il percorso più adatto a lei.
Se ha bisogno di altre delucidazioni, siamo qui.
Un caro saluto
<<la mia volontà di inziare un percorso di psicoterapia deriva anche dal fatto di inserire la mia "fissazione" in un quadro più ampio e non di trattarla fine a se' stessa, non penso sarebbe risolutivo.>>
se il suo desiderio e la sua motivazione personale la portano a queste conclusioni, il mio personale consiglio è quello di rivolgersi ad un collega di orientamento psicodinamico.
Con tali presupposti, è possibile che le venga proposto un percorso di crescita personale che non miri solo alla soluzione del sintomo ma ad una ristrutturazione del suo modo di relazionarsi agli altri e a se stessa; che inserisca, in altre parole, il sintomo in una cornice più ampia.
In una prospettiva psicodinamica, infatti, il sintomo rappresenta una strategia difensiva per preservare se stessi da contenuti psichici dolorosi. Si tratta, in altre parole, di una costruzione mentale che le consente di allontanare da sè ciò che, più o meno consapevolmente, teme.
Tutto poi dipenderà da lei, dal clinico, dalla motivazione che sarà sondata nei primi incontri, dal tipo di relazione che riuscirete ad instaurare...
In base a tali elementi, il collega sarà in grado di valutare, e consigliarle, quale sia il percorso più adatto a lei.
Se ha bisogno di altre delucidazioni, siamo qui.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#4]
Gentile Utente,
anche secondo me tutto ciò, cioè l'interesse per questo personaggio, ha un senso solo nel momento in cui manca una progettualità nella Sua vita e sembra quasi il bisogno di occupare uno spazio lasciato vuoto. Per questa ragione potrebbe anche trattarsi, pur con i limiti di un consulto on line, di un problema d'ansia.
In accordo con i Colleghi un trattamento adeguato potrebbe aiutarLa a desiderare qualcosa per sè, riportando sulla Sua vita l'attenzione e non spostandola su altro; ad imparare a progettare: forse l'insuccesso nella ricerca del lavoro (oltre al momento difficile che stiamo vivendo negli ultimi anni) è legato anche al fatto di non aver progetti per il futuo.
E anche le difficoltà a livello sociale e relazionel che descrive indicano un po' d'ansia e di paura: sa dirci che tipo di paure prova (essere delusa, rifiutata, ecc...) per gli uomini?
Il conseguente isolamento potrebbe essere una strategia disfunzionale di gestione del problema, ma credo che ora Lei sia consapevole già del fatto che non sia una buona idea perchè rafforza il problema.
Le faccio tanti auguri per il Suo futuro.
Cordiali saluti,
anche secondo me tutto ciò, cioè l'interesse per questo personaggio, ha un senso solo nel momento in cui manca una progettualità nella Sua vita e sembra quasi il bisogno di occupare uno spazio lasciato vuoto. Per questa ragione potrebbe anche trattarsi, pur con i limiti di un consulto on line, di un problema d'ansia.
In accordo con i Colleghi un trattamento adeguato potrebbe aiutarLa a desiderare qualcosa per sè, riportando sulla Sua vita l'attenzione e non spostandola su altro; ad imparare a progettare: forse l'insuccesso nella ricerca del lavoro (oltre al momento difficile che stiamo vivendo negli ultimi anni) è legato anche al fatto di non aver progetti per il futuo.
E anche le difficoltà a livello sociale e relazionel che descrive indicano un po' d'ansia e di paura: sa dirci che tipo di paure prova (essere delusa, rifiutata, ecc...) per gli uomini?
Il conseguente isolamento potrebbe essere una strategia disfunzionale di gestione del problema, ma credo che ora Lei sia consapevole già del fatto che non sia una buona idea perchè rafforza il problema.
Le faccio tanti auguri per il Suo futuro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Ex utente
Gentili Dottori,
vi ringrazio delle tempestive e incoraggianti risposte. Provo a chiarire alcune cose: le paure che provo verso l'altro sesso non sono legate alla possibilità di un rifiuto, assolutamente, sono legate alla possibilità di perdere la mia indipendenza; all'idea di avere un impegno costante verso una persona. Spesso ho difficoltà a gestire più impegni alla volta, ad esempio l'idea di conciliare un rapporto sentimentale con un lavoro a tempo pieno mi spaventa, perchè ho paura di non avere più momenti per me sola. Sono sicura che talvolta metto in atto meccanismi di ansia in maniera inconsapevole perchè probabilmente è come se mi fossi conosciuta sempre così e non mi rendo conto che questo mio stato mi fa falsare la realtà. Per quanto riguarda la progettualità è accaduto questo: un tempo credevo nel mio futuro, nella mia realizzazione ma poi queste convinzioni sono venute meno. A Novembre dovrei iniziare un corso di qualifica professionale per riprendere le fila di un vecchio discorso legato a qualche collaborazione nell'editoria ... sono fiduciosa, ho voglia ma allo stesso tempo ho paura che la mia "fissazione" (ormai l'abbiamo definta tale) connessa ad altre cose mi porti a deconcentrarmi. Purtroppo non appartengo alla categoria di persone che riesce a buttarsi a capofitto in qualcosa per non pensare a qualcos'altro anche perchè sono fortemente convinta che questo non significhi risolvere il problema ma solo rimandare...
Devo dire, poi chiudo, che mi ritrovo molto nella frase: "costruzione mentale che le consente di allontanare da se' ciò che più o meno inconsapevolmente teme".
Come ultimissima cosa devo ammettere di provare quasi una sorta di entusiasmo all'idea di poter intraprendere un percorso per riprendermi cura di me e migliorare anche se con la paura di non sapermi staccare in maniera sincera dalla mia "fissazione".
Grazie
vi ringrazio delle tempestive e incoraggianti risposte. Provo a chiarire alcune cose: le paure che provo verso l'altro sesso non sono legate alla possibilità di un rifiuto, assolutamente, sono legate alla possibilità di perdere la mia indipendenza; all'idea di avere un impegno costante verso una persona. Spesso ho difficoltà a gestire più impegni alla volta, ad esempio l'idea di conciliare un rapporto sentimentale con un lavoro a tempo pieno mi spaventa, perchè ho paura di non avere più momenti per me sola. Sono sicura che talvolta metto in atto meccanismi di ansia in maniera inconsapevole perchè probabilmente è come se mi fossi conosciuta sempre così e non mi rendo conto che questo mio stato mi fa falsare la realtà. Per quanto riguarda la progettualità è accaduto questo: un tempo credevo nel mio futuro, nella mia realizzazione ma poi queste convinzioni sono venute meno. A Novembre dovrei iniziare un corso di qualifica professionale per riprendere le fila di un vecchio discorso legato a qualche collaborazione nell'editoria ... sono fiduciosa, ho voglia ma allo stesso tempo ho paura che la mia "fissazione" (ormai l'abbiamo definta tale) connessa ad altre cose mi porti a deconcentrarmi. Purtroppo non appartengo alla categoria di persone che riesce a buttarsi a capofitto in qualcosa per non pensare a qualcos'altro anche perchè sono fortemente convinta che questo non significhi risolvere il problema ma solo rimandare...
Devo dire, poi chiudo, che mi ritrovo molto nella frase: "costruzione mentale che le consente di allontanare da se' ciò che più o meno inconsapevolmente teme".
Come ultimissima cosa devo ammettere di provare quasi una sorta di entusiasmo all'idea di poter intraprendere un percorso per riprendermi cura di me e migliorare anche se con la paura di non sapermi staccare in maniera sincera dalla mia "fissazione".
Grazie
[#6]
Cara signora,
in effetti quando dice
<<sono legate alla possibilità di perdere la mia indipendenza; all'idea di avere un impegno costante verso una persona.>>
mi sembra che rappresenti molto bene questa costruzione mentale di cui le parlavo.
Potrebbe, infatti, trattarsi di una "finzione", come la chiamiamo in una prospettiva adleriana, ossia di una costruzione inconsapevole che le consente di allontanare da sé la possibilità di un rapporto.
In altre parole, è come se lei si convincesse di non volere una relazione stabile ma, di fatto, le motivazioni inconsapevoli sono altre.
Credo che, a questo punto, sia utile che lei abbandoni le sue paure e si rivolga con fiducia a un collega della sua zona.
Si tratta solo di "fare il salto", poi vedrà che tutto verrà da sè, gradatamente.
Un caro saluto
in effetti quando dice
<<sono legate alla possibilità di perdere la mia indipendenza; all'idea di avere un impegno costante verso una persona.>>
mi sembra che rappresenti molto bene questa costruzione mentale di cui le parlavo.
Potrebbe, infatti, trattarsi di una "finzione", come la chiamiamo in una prospettiva adleriana, ossia di una costruzione inconsapevole che le consente di allontanare da sé la possibilità di un rapporto.
In altre parole, è come se lei si convincesse di non volere una relazione stabile ma, di fatto, le motivazioni inconsapevoli sono altre.
Credo che, a questo punto, sia utile che lei abbandoni le sue paure e si rivolga con fiducia a un collega della sua zona.
Si tratta solo di "fare il salto", poi vedrà che tutto verrà da sè, gradatamente.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 11.7k visite dal 17/09/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.