Dipendenza da xanax
Buonasera,
Volevo sapere se prendere una pastiglia di xanax al giorno da 0,25 (prescritta dal medico di base per curare stato ansioso per 15gg ) può creare dipendenza oppure verosimilmente la dose e' troppo bassa per crearne una volta smesso.
Quali sarebbero i sintomi da dipendenza possibili?
Infine volevo sapere se gli ansiolitici servono solo per "calmare" l'ansia che però nel momento in cui smetto di prenderli si ripresenterà oppure se hanno un effetto tipo tachipirina ossia oltre a combattere i sintomi combattono anche alla base il problema(che ripeto e' la prima volta in vita mia che mi è' capitato)
Ringrazio anticipatamente
Volevo sapere se prendere una pastiglia di xanax al giorno da 0,25 (prescritta dal medico di base per curare stato ansioso per 15gg ) può creare dipendenza oppure verosimilmente la dose e' troppo bassa per crearne una volta smesso.
Quali sarebbero i sintomi da dipendenza possibili?
Infine volevo sapere se gli ansiolitici servono solo per "calmare" l'ansia che però nel momento in cui smetto di prenderli si ripresenterà oppure se hanno un effetto tipo tachipirina ossia oltre a combattere i sintomi combattono anche alla base il problema(che ripeto e' la prima volta in vita mia che mi è' capitato)
Ringrazio anticipatamente
[#1]
Gentile utente,
rispetto all'ultima sua domanda, ovvero se gli ansiolitici combattano o meno i sintomi alla base la risposta è no. Tali farmaci riducono il livello di attività dei sistemi neurovegetativi che innescano, a livello fisiologico, l'ansia.
Rispetto al primo quesito è d'obbligo fare una distinzione tra la dipendenza fisica e quella mentale. Relativamente alla dipendenza fisica, non credo ci siano problemi di sorta. Il fisico non ha il tempo di abituarsi alla modesta quantità di farmaco che le è stata prescritta e quindi non percepirà uno squilibrio elevato quando cesserà di prenderne.
Rispetto alla dipendenza psicologica il discorso è più complesso; se lei attribuisce il suo star meglio al farmaco può darsi che al momento in cui cessa di prenderlo il problema si ripresenti.
Quali sono, se crede di riferirli, i problemi legati all'ansia?
Restiamo in ascolto
rispetto all'ultima sua domanda, ovvero se gli ansiolitici combattano o meno i sintomi alla base la risposta è no. Tali farmaci riducono il livello di attività dei sistemi neurovegetativi che innescano, a livello fisiologico, l'ansia.
Rispetto al primo quesito è d'obbligo fare una distinzione tra la dipendenza fisica e quella mentale. Relativamente alla dipendenza fisica, non credo ci siano problemi di sorta. Il fisico non ha il tempo di abituarsi alla modesta quantità di farmaco che le è stata prescritta e quindi non percepirà uno squilibrio elevato quando cesserà di prenderne.
Rispetto alla dipendenza psicologica il discorso è più complesso; se lei attribuisce il suo star meglio al farmaco può darsi che al momento in cui cessa di prenderlo il problema si ripresenti.
Quali sono, se crede di riferirli, i problemi legati all'ansia?
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Ex utente
Gentile dott.Mori,
Purtroppo ,come da più parti letto in internet, il mio e' il classico caso in cui non ho nessun problema per essere ansioso,probabilmente ed inconsapevolmente lo sarà nell'inconscio.
Qualche settimana fa' ho avuto un attacco di panico notturno ,dispnea persistente e sono corso dal divano in camera da letto. Da li' in poi ho iniziato a preoccuparmi,non in maniera ossessiva però riconosco abbastanza facilmente che non sono più quello di prima. Faccio le stesse identiche cose,non ho nessuna fobia, però è' come se qualcosa mi bloccasse. So' che spesso si ricorre alla psicoterapia ma ,senza offesa,sono un po' restio nel cominciarla. Questo non perché non abbia fiducia in voi ma perché per carattere ciò che direi ad un mio amico lo direi pure allo psicologo non ci sono punti "oscuri" e quindi non so se mi potrebbe aiutare il fare le sedute.Ovviamente nel persistere del problema ci andrei però al momento la metto sul termine " be vediamo per qualche tempo come va se peggiorò ci vado". È così sbagliato come ragionamento?
Purtroppo ,come da più parti letto in internet, il mio e' il classico caso in cui non ho nessun problema per essere ansioso,probabilmente ed inconsapevolmente lo sarà nell'inconscio.
Qualche settimana fa' ho avuto un attacco di panico notturno ,dispnea persistente e sono corso dal divano in camera da letto. Da li' in poi ho iniziato a preoccuparmi,non in maniera ossessiva però riconosco abbastanza facilmente che non sono più quello di prima. Faccio le stesse identiche cose,non ho nessuna fobia, però è' come se qualcosa mi bloccasse. So' che spesso si ricorre alla psicoterapia ma ,senza offesa,sono un po' restio nel cominciarla. Questo non perché non abbia fiducia in voi ma perché per carattere ciò che direi ad un mio amico lo direi pure allo psicologo non ci sono punti "oscuri" e quindi non so se mi potrebbe aiutare il fare le sedute.Ovviamente nel persistere del problema ci andrei però al momento la metto sul termine " be vediamo per qualche tempo come va se peggiorò ci vado". È così sbagliato come ragionamento?
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Ex utente
Mi scusi,giusto per completezza aggiungo che la mia non è stata un autodiagnosi quella da "attacco di panico" ...dal momento che mi è venuto ho fatto visite a cuore polmoni sangue ma nessun problema a riguardo.Piu specificatamente visite pneumologiche,ECG ,eco color doppler , rx torace. Non sono fumatore e nessuno in famiglia ha mai avuto questi problemi.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 16/09/2013.
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