Disposofobia
Può dirci qualcosa di più rispetto a quello che sta succedendo a casa? In che senso la situazione 'sta degradando'? Quale 'cosa' vorrebbe risolvere? Se non ci dice qualcosa di più preciso, difficilmente possiamo esserle di aiuto.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
Gentile Utente,
anche io, come la Collega le chiedo maggiori ragguagli.
Chi soffre di disposofobia?
Lei, i suoi cari?
La disposofobia è l'accumulo patologico, caratterizzato da un bisogno ossessivo/compulsivo di acquistare una notevole quantità di oggetti, anche se sono inutili, doppioni o addirittura nocivi per se e per l'ambiente
L'accaparramento compulsivo provoca ovviamente parecchi disagi al vivere in casa....
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
magari potrebbe iniziare da un aiuto di persona e spiegare la situazione e ciò che soggettivamente La fa soffrire e Le fa dire che non ce la fa più.
In ogni caso, se lo desidera, ascoltiamo il Suo racconto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
grazie del Vostro cortese interessamento. Ho scritto complice LA STAMPA on line, per un suo articolo che rinviava al sito in cui Vi leggo.
Di disposofobia autodiagnosticata (mi sono riconosciuto in tantissimi racconti di altre persone) sono io: 53, laureato, single, omosessuale, impiegato privato.
Da sempre patito dell'accumulazione di carta (appunti, giornali, libri), pur sapendo che non potrò mai leggerla totalmente, consapevole che mi è nociva, ho aggiunto da qualche anno, confezioni di yogurt (ho problemi di peso eccessivo mai risolti), buste di minestre improbabili, anche perché non so cucinarmi.
Posso dare qualche esempio rispetto a quello che sta succedendo a casa: devo uscire di fretta, ho i minuti contati per l'entrata in ufficio o una riunione con amici e... non trovo le chiavi. Inizia una ricerca affannosa fra libri sul pavimento, carta (tantissima), custodie di cd, scarpe (spaiate), lettere non aperte di bollette. Succede spesso e sembra non voglia imparare mai la lezione.
Altro esempio: riempio sacchetti, separando rigorosamente la spazzatura. I sacchetti rimangono nell'ingresso per "tempo scaduto". Infatti, ho sempre qualcosa di piu' importante da fare fuori casa (ho milleuno interessi diversi)
Cosa soggettivamente mi fa soffrire è che la mia libertà viene progressivamente limitata, sia mentalmente che fisicamente: per raggiungere alcune stanze devo camminare su "cose" (più o meno importanti) indistintamente lasciate abbandonate a terra. Non posso invitare a casa nessuno. Penso spesso a come troveranno casa mio fratello e i miei nipoti (che frequento poco), quando dovranno entrarne in possesso (mi immagino di non risvegliarmi più una mattina... arrivo a pensare che il tutto avvenga fra qualche mese per l'ipertensione ereditaria).
Quale 'cosa' vorrei risolvere è la domanda più scabrosa. Non sono sicuro di volerne uscire, l'ordine mi deprime, eppure sono una persona razionale (una laurea) e caritatevole... sono contro gli sprechi... ma perdo una marea di tempo e sto rovinando la casa in cui abito. Non cambio stile di vita, nonostante il rischio "salute" sia elevato.
Tra l'altro dovrei anche andare dal medico e spiegare che ho perso gli esami del 2010, del 2011,ecc. Non avvicino il dentista, perchè non trovo gli esami del sangue appena richiesti ed effettuati... Non trovo il coraggio di comprare pantaloni nuovi a fronte di taglie enorme mai pensate raggiungibili.
Eppure, mi ci trovo bene.
E' il mio modo di protestare verso un Dio cattivo, di fare il clochard restando a casa.
Vi chiedo scusa. La richiesta di aiuto è autentica... ma poi ci ricamo sopra.
Grazie davvero.
quando si inizia ad avere coscienza di avere un problema, si è verso la strada della guarigione...
Se ha avuto il coraggio di scriverci e di guardarsi dentro, forse può trovare la forza di rivolgersi ad un nostri Collega per risolvere la sua problematica
Io direi che apparentemente ci si trova bene in questa situazione e Le spiego il perchè. Apparentemente questa situazione sembra rasserenarLa e far scendere una quota d'ansia che altrimenti dovrebbe gestire in altro modo.
Probabilmente per Lei la gestione del problema adesso è troppo complicata o così Le pare. Al di là del significato del sintomo (accumulare serve a qualcosa...), è prioritario intervenire per spezzare questo meccanismo in prima battuta, risolvendo poi la situazione.
Fare il clochard è una scelta indubbiamente, ma a Lei a cosa serve?
Probabilmente dietro questa "apparenza" ci sono difficoltà e timori di affrontare la vera vita, che non è fatta solo dalle responsabilità (es. lavoro) dalla razionalità (laurea) ecc... ma anche da una parte emotiva e affettiva che probabilmente ha nascosto sotto l'accumulo di carta...
Ritengo perciò che l'aiuto di persona di un Collega potrebbe davvero darLe una mano ad uscire dalla sofferenza patologica.
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