Ansia e lieve depressione
Salve, gentili dottori, mi sono iscritto al sito perché vorrei ricevere qualche consiglio riguardante il mio tratto psicologico e i miei disagi(?) per capire se è un problema di origine psicologica.Per aiutarvi a comprendere meglio scriverò un riassunto della mia personalità cercando di evitare il più possibile di dilungarmi e di annoiarvi.Da bambino ero molto chiuso, timido, debole e piangevo per ogni dispetto subìto proprio perché non era nel mio essere ribellarmi e rispondere alle angherie, infatti un giorno un mio compagno di classe mi diede un pugno allo stomaco forte a tal punto da non riuscire a respirare e non dissi nulla alla maestra.All'età di 7 anni ho visto mio padre fare violenza su mia madre, ho vissuto il loro divorzio e ancora oggi rimango stupito dal fatto che non rimasi sconvolto più di tanto anche se mi tenevo tutto dentro.Iniziai a credere di essere insensibile, perché dopo la morte di alcuni parenti, non particolarmente stretti, non versai neanche una lacrima.Rimasi così fino all'età di 14 anni quando ormai entrato in età adolescenziale iniziai a riflettere su me stesso, sulla situazione familiare (nel frattempo i miei erano tornati insieme per il mio bene, credo) e anche alla triste situazione economica che vivo ancora oggi.Sin dall'inizio delle scuole superiori ho avuto difficoltà nei risultati scolastici, anche se prima adoravo studiare, forse perché ero stufo della realtà e di essere giudicato a causa del fisico e della mia intelligenza e bravura nello studio;così iniziai a rifugiarmi nel mondo virtuale dove nessuno poteva vedermi in faccia e potevo essere quello che ero davvero senza essere giudicato negativamente perché frequentante sempre una cerchia di persone più grandi di me, sopra i 17/18 anni.Da lì iniziai a capire di essere più maturo rispetto all'età che portavo.Ma dividendomi tra PC e scuola ottenni soltanto giudizi sospesi fino ad arrivare alla bocciatura.A livello sociale ho sempre cercato di integrarmi in qualche comitiva ma con risultati pessimi(tuttora), causati dal mio aspetto e così iniziai a ignorare le ragazze pur mantenendo qualche piccola e insulsa, o oserei dire falsa, amicizia.L'esatto contrario della mia identità virtuale.Nessuno mi conosce perché non mi sono mai aperto e confidato con nessuno, neanche i miei genitori dato che non si sono mai interessati del mio benessere e della mia salute (l'anno scorso dovetti assillarli per farmi fare alcune analisi) non vedo perché dovrei essere amichevole nei loro confronti.A causa loro non ho una fissa dimora da anni e sono costretto a vivere da parenti.Oggi invece sono ribelle,precisino, rispondo se subisco dei torti e combatto per affermare le mie idee.Tutto ciò mi porta un po' alla depressione e senso di malinconia e a causa dei problemi scolastici sono ansioso riguardo alle mie prestazioni scolastiche e anche a ciò che riguarda il mio futuro all'università.Domani inizierò a frequentare il quarto e ancora non trovo una motivazione né voglia di studiare, è forse dovuto al mio passato o lo uso come autodifesa per non far ricadere le colpe su di me?Grazie e scusate se ho scritto troppo o se ho abusato di dettagli personali.
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Gentile utente,
credo rispetto all'ultima domanda che siano possibili entrambe le cose. Noi siamo ciò che siamo stati, le nostre esperienze passate possono condizionarci molto ma allo stesso tempo nuove esperienze possono cambiarci ancora. Finché lei utilizzerà il suo passato per descriversi interpreterà ogni nuova situazione in funzione di quello. Sembra che soffra molto per il suo aspetto fisico, per il modo in cui sta in relazione con i coetanei. Sembra che rimproveri i suoi genitori per come hanno condotto la loro vita e la hanno trattato. Credo che dovrebbe esplorare questi aspetti direttamente con uno psicologo, dati i limiti di un consulto on line.
Le invio un link sulle caratteristiche familiari dell'adolescenza, nella speranza che possa essergli utile
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1788-la-famiglia-dell-adolescente-quali-caratteristiche-generali.html
Restiamo in ascolto
credo rispetto all'ultima domanda che siano possibili entrambe le cose. Noi siamo ciò che siamo stati, le nostre esperienze passate possono condizionarci molto ma allo stesso tempo nuove esperienze possono cambiarci ancora. Finché lei utilizzerà il suo passato per descriversi interpreterà ogni nuova situazione in funzione di quello. Sembra che soffra molto per il suo aspetto fisico, per il modo in cui sta in relazione con i coetanei. Sembra che rimproveri i suoi genitori per come hanno condotto la loro vita e la hanno trattato. Credo che dovrebbe esplorare questi aspetti direttamente con uno psicologo, dati i limiti di un consulto on line.
Le invio un link sulle caratteristiche familiari dell'adolescenza, nella speranza che possa essergli utile
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1788-la-famiglia-dell-adolescente-quali-caratteristiche-generali.html
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#2]
Utente
Grazie per la risposta e per l'attenzione.
Il link che mi ha dato non è servito a molto, poiché il contenuto era in parte conosciuto, essendomi documentato un po' sull'argomento ma sono dell'idea che farebbe bene ai miei genitori.
Ho utilizzato il mio passato per descrivermi perché sono fortemente convinto che sia esso ad influenzare il carattere di una persona, a prescindere dagli insegnamenti ricevuti, e anche perché molto probabilmente adesso sarei un'altra persona (migliore o peggiore) senza quel passato.Dunque lei mi sta consigliando di tenere da parte il passato per vivere al meglio le nuove esperienze?E poi c'è il problema che io ho un po' di paura nell'affrontare direttamente uno psicologo.Cosa consiglia in caso non volessi rivolgermi ad alcuno?
Il link che mi ha dato non è servito a molto, poiché il contenuto era in parte conosciuto, essendomi documentato un po' sull'argomento ma sono dell'idea che farebbe bene ai miei genitori.
Ho utilizzato il mio passato per descrivermi perché sono fortemente convinto che sia esso ad influenzare il carattere di una persona, a prescindere dagli insegnamenti ricevuti, e anche perché molto probabilmente adesso sarei un'altra persona (migliore o peggiore) senza quel passato.Dunque lei mi sta consigliando di tenere da parte il passato per vivere al meglio le nuove esperienze?E poi c'è il problema che io ho un po' di paura nell'affrontare direttamente uno psicologo.Cosa consiglia in caso non volessi rivolgermi ad alcuno?
[#3]
Caro ragazzo,
Il passato con tutto il suo vissuto ha di certo una influenza su quello che siamo, ma ancora di più condizionante può essere la nostra percezione degli eventi del nostro passato. La realtà, quale che essa sia, non è' solo oggettiva ma è' anche il risultato delle nostre percezioni e costruzioni. Questo spiegherebbe come mai persone con storie simili, come fratelli che vivono nello stesso contesto familiare, possano avere percezioni e atteggiamenti diversi degli stessi avvenimenti, quindi reagire differentemente.
Prima di 'mettere da parte il passato', tuttavia, e' necessario elaborarlo e dargli un senso e un nuovo significato, quindi chiuderlo. Questo e' un lavoro che richiede tempo e che raramente può essere fatto da soli. Ecco perché e' importante una figura esterna competente che ci aiuti a trovare un senso al nostro vissuto e uno stimolo potente a cambiare nella direzione che solo noi possiamo scegliere.
Nella sua scuola, c'è' uno sportello psicologico?
Un cordiale saluto
Il passato con tutto il suo vissuto ha di certo una influenza su quello che siamo, ma ancora di più condizionante può essere la nostra percezione degli eventi del nostro passato. La realtà, quale che essa sia, non è' solo oggettiva ma è' anche il risultato delle nostre percezioni e costruzioni. Questo spiegherebbe come mai persone con storie simili, come fratelli che vivono nello stesso contesto familiare, possano avere percezioni e atteggiamenti diversi degli stessi avvenimenti, quindi reagire differentemente.
Prima di 'mettere da parte il passato', tuttavia, e' necessario elaborarlo e dargli un senso e un nuovo significato, quindi chiuderlo. Questo e' un lavoro che richiede tempo e che raramente può essere fatto da soli. Ecco perché e' importante una figura esterna competente che ci aiuti a trovare un senso al nostro vissuto e uno stimolo potente a cambiare nella direzione che solo noi possiamo scegliere.
Nella sua scuola, c'è' uno sportello psicologico?
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#4]
Gentile Ragazzo,
come già detto dai Colleghi, il passato non può essere tenuto a bada o distante da noi, se non adeguatamente elaborato e riposizionato al suo giusto posto.
Le separazioni, sono sempre eventi destabilizzanti per la coppia e psiche di chi li vive o subisce e solitamente i figli rappresentano il tallone d'Achille di tante sofferenze.
Lei è ancora giovane e potrà imparare a guardare il mondo e soprattutto se stesso con occhi nuovi, uno psicologo potrà aiutarla in questo percorso, inoltre lei palesa una buona attitudine all'introspezione.
Cari auguri
come già detto dai Colleghi, il passato non può essere tenuto a bada o distante da noi, se non adeguatamente elaborato e riposizionato al suo giusto posto.
Le separazioni, sono sempre eventi destabilizzanti per la coppia e psiche di chi li vive o subisce e solitamente i figli rappresentano il tallone d'Achille di tante sofferenze.
Lei è ancora giovane e potrà imparare a guardare il mondo e soprattutto se stesso con occhi nuovi, uno psicologo potrà aiutarla in questo percorso, inoltre lei palesa una buona attitudine all'introspezione.
Cari auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Innanzitutto grazie mille per l'interesse e per le risposte.
Gentile Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia , no, nella mia scuola non è presente uno sportello psicologico purtroppo, però a volte vengono organizzati degli incontri con dei professionisti ma soltanto a livello di classe, cioè vengono affrontati i problemi di fronte a tutti e dato che nessuno parlerebbe dei propri disagi dinanzi agli altri si predilige parlare di eventuali problemi tra compagni o tra professori e alunni.
Per quanto riguarda il mio passato, l'unico senso che sono riuscito ad attribuirgli è quello di essere stato il catalizzatore che mi ha permesso di essere la persona che tuttora sono, una sorta di cemento con il quale ho costruito il mio essere pur con qualche difetto; sono dell'idea che la sofferenza e la tristezza servano a rafforzarti e a spronarti a stare meglio, ma io ancora soffro di tutto ciò.Forse l'unico spiraglio è quello di superare la scuola superiore, magari scegliere e frequentare un'università mi aiuterà a convivere col mio passato... col tempo ho imparato che qualsiasi esperienza anche estremamente negativa sia di insegnamento, mi corregga se sbaglio.Questo è quello che penso, ma mi è davvero difficile metterlo in pratica e quindi soffro.
Gentile Dr.ssa Valeria Randone credo che sia la mia buona attitudine all'introspezione ad essere la causa delle mie difficili relazioni sociali, reputo infatti gran parte dei miei coetanei insensibili e superficiali, si figuri i miei compagni di classe che sono più piccoli di un anno rispetto a me.Proprio per questo motivo preferisco parlare con persone più grandi di me, anche tramite internet.Vorrei essere già nel mondo universitario o addirittura del lavoro (infatti mi sto documento molto al riguardo), sono stufo dell'ipocrisia che regna incontrastata nelle menti dei miei coetanei.
Grazie ancora per le risposte costruttive e scusatemi se scrivo troppo, cordiali saluti.
Gentile Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia , no, nella mia scuola non è presente uno sportello psicologico purtroppo, però a volte vengono organizzati degli incontri con dei professionisti ma soltanto a livello di classe, cioè vengono affrontati i problemi di fronte a tutti e dato che nessuno parlerebbe dei propri disagi dinanzi agli altri si predilige parlare di eventuali problemi tra compagni o tra professori e alunni.
Per quanto riguarda il mio passato, l'unico senso che sono riuscito ad attribuirgli è quello di essere stato il catalizzatore che mi ha permesso di essere la persona che tuttora sono, una sorta di cemento con il quale ho costruito il mio essere pur con qualche difetto; sono dell'idea che la sofferenza e la tristezza servano a rafforzarti e a spronarti a stare meglio, ma io ancora soffro di tutto ciò.Forse l'unico spiraglio è quello di superare la scuola superiore, magari scegliere e frequentare un'università mi aiuterà a convivere col mio passato... col tempo ho imparato che qualsiasi esperienza anche estremamente negativa sia di insegnamento, mi corregga se sbaglio.Questo è quello che penso, ma mi è davvero difficile metterlo in pratica e quindi soffro.
Gentile Dr.ssa Valeria Randone credo che sia la mia buona attitudine all'introspezione ad essere la causa delle mie difficili relazioni sociali, reputo infatti gran parte dei miei coetanei insensibili e superficiali, si figuri i miei compagni di classe che sono più piccoli di un anno rispetto a me.Proprio per questo motivo preferisco parlare con persone più grandi di me, anche tramite internet.Vorrei essere già nel mondo universitario o addirittura del lavoro (infatti mi sto documento molto al riguardo), sono stufo dell'ipocrisia che regna incontrastata nelle menti dei miei coetanei.
Grazie ancora per le risposte costruttive e scusatemi se scrivo troppo, cordiali saluti.
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E' vero quello che dice: ogni esperienza, anche negativa, e' di insegnamento ma solo se vi è' sensibilità e capacità di introspezione che, come nel suo caso, sono grandi ricchezze. Non tutti riescono a 'pensare e riflettere' sulle propie esperienze di vita. Ripeto, e' una ricchezza che può anche acuire la sofferenza ma che, se valorizzata, diventa uno strumento insostituibile per crescere. Comprendo come lei abbia qualche difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei e come possa sentirsi diverso da loro ma credo proprio che la sua capacità introspettiva e riflessiva le sarà di aiuto, magari in futuro, nel mondo universitario o lavorativo, a guardare la vita da una prospettiva più profonda e più autentica. Ripeto : se ne sentirà l'esigenza, consideri di cercare una guida competente che la 'traghetti' verso questa nuova dimensione. La sofferenza non è' sempre eliminabile ma sapere che ha un senso e una direzione la rende insolitamente leggera.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.7k visite dal 15/09/2013.
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