Sono stufo, e stanco.

Sono stanco, sto male! Ho diciotto anni, e sono in una situazione di pantano. Tutto è accaduto 10 mesi fa, quando mio nonno, ha preso un ictus, col tempo si è ripreso, e sta quasi bene ora, vado tutti i pomeriggi da lui, per accudirlo! Questo andare da lui, col tempo mi sta facendo chiudere a riccio, mi sto privando anche di uscire a fare qualche caffè pur di andare da lui. A tutto questo si è aggiunta anche una comitiva, dove non mi trovo per niente bene, dove non mi sento per niente preso in considerazione, dove mi sento un pesce fuori d'acqua! Sono persone con le quali, non vado per niente in sintonia, dove magari ci parlo giusto per parlarci, dove non mi sento capito. Per i primi mesi, ho sempre pensato che fossero loro il problema, e che io magari mi trovavo in un comitiva sbagliata, al momento sbagliato; col tempo si è rafforzata questa mia idea, a tal punto, che ho preso in seria considerazione l'idea di cambiare comitiva, giovedì invece ho iniziato l'ultimo anno di ragioneria, e qui, ho sentito le stesse sensazioni, che sento quando esco con la mia comitiva, cioè che mi sento incompreso, che non mi sento capito, che sto male, e che mi metto in disparte. Poi mi sono fatto un esame di coscienza, e sono arrivato alla conclusione, che non sono gli altri il problema, che sono io, quello sbagliato, che non sa più come relazionarsi. Eppure fino a qualche mese fa, ero totalmente un'altra persona, ero spensierato, pieno di voglia di vivere. Io non so più come fare, non so più come comportarmi, ho perso anche il gusto di vivere la vita giorno per giorno. Tutte queste cose che sto riportando, non sono molto facili da spiegare, non riesco neanche a parlarne con mia madre, o con il mio migliore amico, perchè non riescono a capirmi. La mia vita sta cadendo a pezzi, non riesco a vedere ancora un pò di luce infondo al tunnel! Vi prego aiutatemi, ho il morale a pezzi.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102 45
Gentile Ragazzo,
il periodo che stai attraversando -l'adolescenza- è fatto anche di momenti come questo, più cupi, più riflessivi, più critici.
Penso che ti farebbe bene poterti confrontare con qualcuno che ti sappia ascoltare e ti possa affiancare in questo tuo percorso di crescita e maturazione: nella tua scuola sai se è presente lo sportello di ascolto per gli studenti? Se sì, è gestito dagli insegnanti o è presente uno psicologo?


Saluti e buon anno scolastico.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Gentile ragazzo,
Come la Collega, anche io penso che lei stia attraversando una fase del ciclo vitale particolarmente delicata e di passaggio, dalla fine dell'adolescenza all'età adulta. L'ultimo anno delle superiori, prima del diploma, e' anch'esso un anno particolare e potenzialmente difficile dal punto di vista della crescita psicologica. Come lei, molti ragazzi nella sua situazione entrano in un periodo di crisi e di disagio. In più, lei ha dovuto affrontare un evento che, se pure si è' risolto bene, l'ha messa in contatto con una potenziale perdita di una persona cara.
Siccome mi sembra che lei si sia reso conto che il problema non è' degli altri ma risiede in se stesso e nel suo tipo di approccio, e' già in una condizione di importante presa di coscienza. Il passo successivo potrebbe essere quello di fare alcuni incontri diretti con uno psicologo, presso la sua scuola o presso un Consultorio per affrontare gli inevitabili cambiamenti legati a questa fase di crescita.
Un cordiale saluto

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Utente
Utente
Il problema a mio parere è proprio quello, mio nonno! Nel senso, che il mio umore, il mio modo di affrontare la vita dipende anche da come sta lui. Lui mi ha cresciuto, mi ha aiutato in molti difficili periodi della mia vita, adesso non può più farlo, perchè non è sempre lucido, alterna momenti di coscienza e momenti di intorpidimento mentale. Diciamo che comunque, nonostante molti miei amici, conoscessero la situazione salutare di mio nonno, si sono presi anche la confidenza di dirmi senza tatto che mio nonno non ha molto da vivere, che non devo attaccarmi più di tanto perchè un giorno o l'altro potrebbe morire, e potrei cadere in depressione. Me le hanno dette svariate volte queste cose, tantissime volte, e col tempo ci ho fatto l'abitudine, perchè so che sono vere queste cose, ma che comunque, dentro di me, non vorrei mai che accadessero. Io comunque ritengo che la genesi dei miei problemi, sia proprio questo, il fatto che i miei amici, dicendomi queste cose, hanno fatto sì che io mi creassi un guscio, una cappa, escludendo loro, e tenendo tutto dentro. Io, personalmente non so come fare. Comunque no, nella mia scuola non ci sono sportelli con dei psicologi, gli hanno fatti, anni fa..
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Se suo nonno l'ha cresciuto, e' per lei una figura molto importante e comprendo, quindi, come lei si senta al pensiero di poterlo perdere. Credo anche io che questo sia il problema principale che, inoltre, interviene in un momento delicato di fase di passaggio, con tutte le relative preoccupazioni per il proprio futuro. I suoi amici, credo, cercano di starle vicino in un modo forse poco empatico, ed e' forse per questo che lei ha un senso di insofferenza nei loro confronti. Dirle che suo nonno potrebbe morire e' realistico, ovviamente, e il loro intento sembra benevolo nei suoi confronti. Tuttavia, non comprendono la sua sofferenza e la sua preoccupazione. Forse e' per questo che non li sente veramente amici e tende a tenersi tutto dentro.
Se nella sua scuola non ci sono psicologi, può provare al Consultorio, nel caso vi fosse bisogno.
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Utente
Utente
Grazie mille, davvero! Spero in una futura positività.