Rapporto di coppia
Salve, sono un ragazzo di 22 anni, gay, fidanzato con un ragazzo di quattro anni più grande di me, dallo scorso Novembre. E' la prima volta che sono in una relazione e mi sento poco esperto. Voglio davvero un gran bene al mio ragazzo, insieme ci divertiamo, ci rispettiamo, abbiamo fiducia l'uno dell'altro, e l'intesa mentale è bellissima. Tuttavia, in questo periodo stanno emergendo alcune criticità nel nostro rapporto. Penso che il confronto sia sempre utile, ma faccio fatica a comprendere alcune sue richieste. Rispetto a lui, io sono molto più affettuoso, lo abbraccio molto più spesso, gli esterno spesso quello che provo. Lui, al contrario, è sempre stato schivo nel manifestare i suoi sentimenti a parole, sin dall'inizio della nostra conoscenza ed ora, in modo ancora più evidente. Spesso mi dice che dovrei essere meno "zuccheroso" e afferma che a risentirne, purtroppo, è anche il suo desiderio. Ammetto che soffro tanto per questo: probabilmente rispetto a lui ho una sensibilità e un carattere diversi e mi piacerebbe che lui facesse un piccolo sforzo per dimostrarmi quotidianamente che ci tiene, attraverso piccoli gesti o parole. Vorrei capire cosa posso fare io. Probabilmente, da piccolo e durante parte dell'adolescenza, ho sofferto di solitudine affettiva. Le chiedo: su cosa posso lavorare per limitare le mie esternazioni emotive che alla lunga, lo capisco, possono dare noia e scadere nell'abitudine. Immagino che ho ancora tanto da imparare, ma un primo confronto, qui, potrebbe essere un buon inizio. La ringrazio.
[#1]
Gentile ragazzo, il vissuto di coppia può avere dimensioni emotive differenti nei due partner e non sempre si riesce a trovare un'intesa definitiva. Il segreto non sta nell'affannarsi ad andare incontro all'altro ma nell'accettare quella diversità che a noi non sempre piace.
Se per mantenere in vita un rapporto devo cercare quelle strategie che impediscano all'altro di annoiarsi allora è un rapporto già "intaccato".
ci si va incontro, certo, ma senza ansie e affanni.
saluti
Se per mantenere in vita un rapporto devo cercare quelle strategie che impediscano all'altro di annoiarsi allora è un rapporto già "intaccato".
ci si va incontro, certo, ma senza ansie e affanni.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il dr De Vincentiis, evitare di catalogare l'altro e considerarlo un "estraneo", nel senso di "ancora da scoprire" è fondamentale in una relazione, la rende generativa e rinnovabile.
Tale meccanismo, di richiesta di attenzioni da un lato e chiusura dall'altro, è molto frequente nei rapporti. Più lei si affannerà a chiedere di più, più l'altro si sottrarrà sentendosi non accettato per come è al momento.
Restiamo in ascolto
concordo con quanto scrive il dr De Vincentiis, evitare di catalogare l'altro e considerarlo un "estraneo", nel senso di "ancora da scoprire" è fondamentale in una relazione, la rende generativa e rinnovabile.
Tale meccanismo, di richiesta di attenzioni da un lato e chiusura dall'altro, è molto frequente nei rapporti. Più lei si affannerà a chiedere di più, più l'altro si sottrarrà sentendosi non accettato per come è al momento.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Utente
Ringrazio entrambi.
Forse, devo imparare a non rendere totalizzante il rapporto con l'altro e a volermi più bene, recuperando i miei spazi personali e nello stesso tempo, lasciando a lui i propri.
Rispetto al mio ragazzo, io sono sempre un po' insicuro e ho poco stima di me, nonostante qualche bel successo che ho nei miei studi e la stima che i miei amici nutrono nei miei confronti.
A dir la verità non ci sono momenti di noia. Al contrario, non vivendo insieme, frequentando facoltà diverse e provenendo da città diverse, c'è tanto da dirsi, fare, ma devo capire che c'è sempre una misura in quello che si fa e accettare le differenze come base da cui partire.
Grazie ancora.
Forse, devo imparare a non rendere totalizzante il rapporto con l'altro e a volermi più bene, recuperando i miei spazi personali e nello stesso tempo, lasciando a lui i propri.
Rispetto al mio ragazzo, io sono sempre un po' insicuro e ho poco stima di me, nonostante qualche bel successo che ho nei miei studi e la stima che i miei amici nutrono nei miei confronti.
A dir la verità non ci sono momenti di noia. Al contrario, non vivendo insieme, frequentando facoltà diverse e provenendo da città diverse, c'è tanto da dirsi, fare, ma devo capire che c'è sempre una misura in quello che si fa e accettare le differenze come base da cui partire.
Grazie ancora.
[#4]
Gentile Utente,
concordo con quanto detto dai Colleghi.
Le diversità nella coppia, rappresentano un "valore aggiunto" alla coppia stessa.
A mio avviso, non dovrebbe modificarsi in funzione dell'altro, ma coltivare e rispettare il diverso modo d'amare che vi caratterizza....se poi le diversità diventano pretestuose per far emergere altro....il discorso cambia
Le allego una lettura
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/3571-vuoi-vivere-piu-a-lungo-meglio-evitare-i-litigi-di-coppia.html
concordo con quanto detto dai Colleghi.
Le diversità nella coppia, rappresentano un "valore aggiunto" alla coppia stessa.
A mio avviso, non dovrebbe modificarsi in funzione dell'altro, ma coltivare e rispettare il diverso modo d'amare che vi caratterizza....se poi le diversità diventano pretestuose per far emergere altro....il discorso cambia
Le allego una lettura
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/3571-vuoi-vivere-piu-a-lungo-meglio-evitare-i-litigi-di-coppia.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 15/09/2013.
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