Identità sessuale incerta
Salve,
ho 20 anni e vorrei chiedere un consulto riguardo la mia sessualità. Da bambino ero molto calmo e timido, con atteggiamenti femminili e con un solo vero amico maschio. Preferivo giocare con le bambine e con i loro giochi, piuttosto che a pallone. A casa, invece, ero più scalmanato e oltre i giochi da bambina mi divertivo a fare la lotta con mio padre e a esaurire tutte le mie energie in giochi solitari ma energici. Fin da bambino ho sofferto l'esclusione dei coetanei maschi, con cui non so se volessi effettivamente giocare, ma di cui certamente pativo l'allontanamento a priori. Gli insulti e le angherie nei miei confronti erano sempre di più e io ci rimanevo molto male ma non volevo che nessuno lo sapesse, avevo vergogna a parlarne con i miei e con le mie amiche femmine ( di maschile avevo sicuramente l'orgoglio) e cercavo semplicemente di evitare certe situazioni. Mi hanno chiamato "frocio" o "finocchio" tanto spesso da far fatica ancora adesso a pronunciare queste parole senza sentirmi morire. Crescendo ho iniziato a sviluppare fantasie omosessuali fin da subito ed ho sempre avuto fantasie di questo tipo, ancora oggi. Il punto è che la natura delle mie fantasie è rimasta pressoché identica. Le mie fantasie sono una continua gara a "chi ce l'ha più lungo" e a chi è più muscoloso e virile. A volte sono io il più uomo, a volte qualcun'altro, però il succo è quello. A 14 anni, per quasi un anno, ho iniziato a masturbarmi con un mio amico maschio e abbiamo sfiorato atti sessuali più completi. Lui non mi attirava fisicamente e nemmeno tanto di carattere e la mia attenzione erotica cadeva sempre sul fatto che io ce l'avessi più lungo del suo, era come un chiodo fisso. Ora mi eccito quasi solo con peni di grandi dimensioni e fisici scolpiti e quasi mai perché mi sento attratto dall'essenza di un uomo. Ho avuto una breve storia con una ragazza, ma sono ancora vergine, e quando stavo con lei non mi sentivo veramente eccitato, ero quasi più imbarazzato perché non mi sentivo veramente uomo e virile nei confronti di lei, che era una ragazza molto sicura di sé e forte. Nonostante questo riuscivo a mantenere un' intensa erezione ma non eiaculavo mai. Quando guardo le mie amiche e le ragazze in generale comprendo la loro bellezza ma non mi eccito, solo certi attimi sono colto dalla sensualità delle donne, dal loro essere donne in sé ma non è abbastanza per procurarmi un erezione. Il punto è che non le vedo come persone in grado di eccitarsi bensì quasi asessuate, e se ci provassi con loro sento che mi riderebbero dietro perché ai loro occhi sono poco più di un bambino. Riesco ad eccitarmi un poco solo con donne la cui sensualità è molto ostentata. Quando vedo un ragazzo con un bel viso, dei bei occhi o un gran fisico provo un forte senso di inferiorità ed invidia e spesso a questi stati d'animo segue una forte eccitazione, la quale è seguita da una volontà di applicarmi per essere come loro, andando in palestra o comportandomi da vero uomo.
Grazie.
ho 20 anni e vorrei chiedere un consulto riguardo la mia sessualità. Da bambino ero molto calmo e timido, con atteggiamenti femminili e con un solo vero amico maschio. Preferivo giocare con le bambine e con i loro giochi, piuttosto che a pallone. A casa, invece, ero più scalmanato e oltre i giochi da bambina mi divertivo a fare la lotta con mio padre e a esaurire tutte le mie energie in giochi solitari ma energici. Fin da bambino ho sofferto l'esclusione dei coetanei maschi, con cui non so se volessi effettivamente giocare, ma di cui certamente pativo l'allontanamento a priori. Gli insulti e le angherie nei miei confronti erano sempre di più e io ci rimanevo molto male ma non volevo che nessuno lo sapesse, avevo vergogna a parlarne con i miei e con le mie amiche femmine ( di maschile avevo sicuramente l'orgoglio) e cercavo semplicemente di evitare certe situazioni. Mi hanno chiamato "frocio" o "finocchio" tanto spesso da far fatica ancora adesso a pronunciare queste parole senza sentirmi morire. Crescendo ho iniziato a sviluppare fantasie omosessuali fin da subito ed ho sempre avuto fantasie di questo tipo, ancora oggi. Il punto è che la natura delle mie fantasie è rimasta pressoché identica. Le mie fantasie sono una continua gara a "chi ce l'ha più lungo" e a chi è più muscoloso e virile. A volte sono io il più uomo, a volte qualcun'altro, però il succo è quello. A 14 anni, per quasi un anno, ho iniziato a masturbarmi con un mio amico maschio e abbiamo sfiorato atti sessuali più completi. Lui non mi attirava fisicamente e nemmeno tanto di carattere e la mia attenzione erotica cadeva sempre sul fatto che io ce l'avessi più lungo del suo, era come un chiodo fisso. Ora mi eccito quasi solo con peni di grandi dimensioni e fisici scolpiti e quasi mai perché mi sento attratto dall'essenza di un uomo. Ho avuto una breve storia con una ragazza, ma sono ancora vergine, e quando stavo con lei non mi sentivo veramente eccitato, ero quasi più imbarazzato perché non mi sentivo veramente uomo e virile nei confronti di lei, che era una ragazza molto sicura di sé e forte. Nonostante questo riuscivo a mantenere un' intensa erezione ma non eiaculavo mai. Quando guardo le mie amiche e le ragazze in generale comprendo la loro bellezza ma non mi eccito, solo certi attimi sono colto dalla sensualità delle donne, dal loro essere donne in sé ma non è abbastanza per procurarmi un erezione. Il punto è che non le vedo come persone in grado di eccitarsi bensì quasi asessuate, e se ci provassi con loro sento che mi riderebbero dietro perché ai loro occhi sono poco più di un bambino. Riesco ad eccitarmi un poco solo con donne la cui sensualità è molto ostentata. Quando vedo un ragazzo con un bel viso, dei bei occhi o un gran fisico provo un forte senso di inferiorità ed invidia e spesso a questi stati d'animo segue una forte eccitazione, la quale è seguita da una volontà di applicarmi per essere come loro, andando in palestra o comportandomi da vero uomo.
Grazie.
[#1]
Gentile Ragazzo,
per quanto la sua esposizione sia molto dettagliata, comprenderà che a distanza non è possibile approfondire più di tanto il discorso, come invece a mio avviso meriterebbe. Non ha mai pensato di rivolgersi di persona ad uno psicologo per cercare di far maggior chiarezza dentro di sé?
Data la sua giovane età, si potrebbe recare gratuitamente presso lo Spazio Giovani del Consultorio dell'ASL.
Cordialmente,
per quanto la sua esposizione sia molto dettagliata, comprenderà che a distanza non è possibile approfondire più di tanto il discorso, come invece a mio avviso meriterebbe. Non ha mai pensato di rivolgersi di persona ad uno psicologo per cercare di far maggior chiarezza dentro di sé?
Data la sua giovane età, si potrebbe recare gratuitamente presso lo Spazio Giovani del Consultorio dell'ASL.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile Utente,
Come suggerito dalla Collega sarebbe utile un approfondimento diagnostico delle sue difficoltà.
On linee diventa riduttivo e non sarebbe consono al suo sentire.
Lei non ha ancora avuto alcuna esperienza sessuale completa....quindi stiamo parlando per astratto
Le allego una lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/129-bisessualita-esiste-davvero.html
Come suggerito dalla Collega sarebbe utile un approfondimento diagnostico delle sue difficoltà.
On linee diventa riduttivo e non sarebbe consono al suo sentire.
Lei non ha ancora avuto alcuna esperienza sessuale completa....quindi stiamo parlando per astratto
Le allego una lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/129-bisessualita-esiste-davvero.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile ragazzo,
tutti noi elaboriamo le informazioni che provengono dall'ambiente attorno a noi e dalla nostra storia di vita in un modo personalissimo.
In tutte le esperienze vissute che hai raccontato non ci trovo nulla di strano o anomalo, ma ciò che potrebbe creare un problema è il modo in cui tu dai significato a questi eventi.
Per esempio: "Mi hanno chiamato "frocio" o "finocchio"...."
Quando i ragazzini sono in competizione tra loro, cominciano a punzecchiarsi in questo modo e il primo che cede è quello che verrà etichettato "debole" secondo lo stereotipo maschile "forte".
Allo stesso modo le fantasie omosessuali sono piuttosto frequenti in adolescenza, ma in entrambi i casi mi pare che tu abbia permesso agli altri e alla tua insicurezza e(o inesperienza di lasciarti influenzare.
E' anche probabile che con una ragazza tu non ti senta eccitato perchè semplicemente sei agitato, portandoti dietro tutti i tuoi timori e dubbi.
Che ne pensi?
tutti noi elaboriamo le informazioni che provengono dall'ambiente attorno a noi e dalla nostra storia di vita in un modo personalissimo.
In tutte le esperienze vissute che hai raccontato non ci trovo nulla di strano o anomalo, ma ciò che potrebbe creare un problema è il modo in cui tu dai significato a questi eventi.
Per esempio: "Mi hanno chiamato "frocio" o "finocchio"...."
Quando i ragazzini sono in competizione tra loro, cominciano a punzecchiarsi in questo modo e il primo che cede è quello che verrà etichettato "debole" secondo lo stereotipo maschile "forte".
Allo stesso modo le fantasie omosessuali sono piuttosto frequenti in adolescenza, ma in entrambi i casi mi pare che tu abbia permesso agli altri e alla tua insicurezza e(o inesperienza di lasciarti influenzare.
E' anche probabile che con una ragazza tu non ti senta eccitato perchè semplicemente sei agitato, portandoti dietro tutti i tuoi timori e dubbi.
Che ne pensi?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Ex utente
non so se io usi i miei trascorsi per trovare una giustificazione al mio disagio estranea a me stesso o se davvero questi eventi mi abbiano influenzato profondamente. Vorrei precisare che le vessazioni nei miei confrontierano parecchio pesanti e continue. Ancora oggi, Ogni giorno, nel momento in cui mi relaziono con qualcuno ho l ossessiva preoccupazione di apparire effeminato nonostante io adesso non lo sia piú. Ho paura delle parole che pronuncio e a come le pronuncio, perche ho il terrore che si possa pensare di me che sono gay prima ancora di saperlo affettivamente. Razionalmente non ci trovo nulla di male ad essere gay ma soffro se la gente lo pensa di me. Quando mi si é detto in faccia sprofondo nell'amarezza. Non riesco a smuovermi dall idea che io rimarro sempre il bambino escluso dagli altri maschi, cosiderato anche da chi non me lo direbbe mai una "checca" e in definiiva uno sfigato.
[#5]
Gentile ragazzo,
se le vessazioni sono andate avanti per diverso tempo, probabilmente è perchè da una parte tu hai contribuito a rafforzare alcuni atteggiamenti COMPETITIVI dei compagni di scuola o di chi lo diceva; ribadisco che i ragazzini di quell'età esprimono la competizione non solo facendo a cazzotti tra loro, ma anche prendendosi in giro e se uno mostra di esserci rimasto male, potrebbe essere etichettato appunto come il debole del gruppo.
Anche le ragazzine hanno il loro modo di esprimere la competizione, ma i ragazzi lo fanno con modalità che non lasciano spazio ad esempio alle lacrime. Per farti un esempio, basta prendersela anche solo perchè la propria squadra del cuore ha perso una partita, che si è etichettati come "femminuccia"...
Ma quello che mi fa riflettere è il tuo forte disagio e la paura che da fuori possa vedersi qualcosa di te (che forse ha a che vedere con la vulnerabilità più che l'omosessualità) e che l'altro ti percepisca gay...
Entrando in relazione con tutti questi timori, certamente la vita non è semplice per te, perchè ti presenti teso e con una maschera.
Per concludere il fatto di sentirti l'eterno bambino escluso sta a te: su questo può aiutarti uno psicologo, non solo a capirti, ma soprattutto a cambiare atteggiamento e comportamento quando sei con gli altri.
Forse è solo la tua chiusura e timidezza che ti mettono i bastoni tra le ruote; se ti presenti con tutti questi timori, non sei sciolto e disinvolto e magari gli altri pensano che tu sia un po' asociale.
Ricordati che gli altri non hanno la sfera di cristallo per poterti leggere dentro e capirti, ma sarai tu a doverti aprire di più sui tuoi sentimenti.
Saluti,
se le vessazioni sono andate avanti per diverso tempo, probabilmente è perchè da una parte tu hai contribuito a rafforzare alcuni atteggiamenti COMPETITIVI dei compagni di scuola o di chi lo diceva; ribadisco che i ragazzini di quell'età esprimono la competizione non solo facendo a cazzotti tra loro, ma anche prendendosi in giro e se uno mostra di esserci rimasto male, potrebbe essere etichettato appunto come il debole del gruppo.
Anche le ragazzine hanno il loro modo di esprimere la competizione, ma i ragazzi lo fanno con modalità che non lasciano spazio ad esempio alle lacrime. Per farti un esempio, basta prendersela anche solo perchè la propria squadra del cuore ha perso una partita, che si è etichettati come "femminuccia"...
Ma quello che mi fa riflettere è il tuo forte disagio e la paura che da fuori possa vedersi qualcosa di te (che forse ha a che vedere con la vulnerabilità più che l'omosessualità) e che l'altro ti percepisca gay...
Entrando in relazione con tutti questi timori, certamente la vita non è semplice per te, perchè ti presenti teso e con una maschera.
Per concludere il fatto di sentirti l'eterno bambino escluso sta a te: su questo può aiutarti uno psicologo, non solo a capirti, ma soprattutto a cambiare atteggiamento e comportamento quando sei con gli altri.
Forse è solo la tua chiusura e timidezza che ti mettono i bastoni tra le ruote; se ti presenti con tutti questi timori, non sei sciolto e disinvolto e magari gli altri pensano che tu sia un po' asociale.
Ricordati che gli altri non hanno la sfera di cristallo per poterti leggere dentro e capirti, ma sarai tu a doverti aprire di più sui tuoi sentimenti.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.7k visite dal 14/09/2013.
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