Influenzamento manipolazione
Ho subito una perdita.
Ho subito una perdita del mio essere, questo fà la differenza. Non avere più certezze comporta lo spalancarsi di ogni possibilità. Tutto diventa possibile. Vivo uno stato di smarrimento, come se mi fossi persa e non avessi più idea del mondo, di chi sono e dove sono collocabile, di quale sia il senso dell'esistenza, del perché esiste il mondo e io cosa ho a che farci. Mi rendo conto che sono tematiche adolescenziali ma proprio non mi riesce di distogliere l'attenzione da queste. e Mi chiedo altresì come faccia la gente a non esserne in balia. sembrano tutti così felici, davvero lo sembrano.Possibile?
E poi la verità…non mi fido più di nulla. Tutto diventa sospetto. I cinesi ci stanno invadendo silenziosamente? Le torri gemelle sono state davvero abbattute da Bin Laden? Tutto ciò che propinano in televisione ha lo scopo di un controllo manipolativo delle masse? Dovrei bruciare il mio cellulare per non farmi controllare? Quello che sto scrivendo ora può essere letto da "loro"?
E' tutto un sistema di influenzamento? La nostra identità si forma "per influenzamento"? allora chi siamo realmente?Qual'è la verità?I miei sono pensieri "normali"?
Magari me ne rendo conto solo io, o semplicemente gli altri non ci pensano?
X mi influenzerà così che io farò come "lui vuole" e mi adeguerò al "suo contesto"? Cosa sono una specie di camaleonte che a seconda di dove si trova assorbe modi d'essere, di pensare e di dire? Cosa sarei se non fossi influenzata?
Devo mollare tutto e cambiare vita? E' quello che voglio io? O sono sotto influenza? Avrò un crollo depressivo? Lo sento in agguato dietro l'angolo..
Sono capace di avere a che fare con la gente, risulto simpatica e piaccio nella maggior parte dei casi. Piaccio perché li manipolo? Piaccio perché so perfettamente cosa piace a loro e mi adeguo, li soddisfo? Piaccio perché leggo in un modo molto acuto quello che "sentono" e li capisco?
Capisco tutti..leggo tutto.
Ma poi io chi sono?
Queste sono le domande che mi tormentano. La gente è così come la si vede o nasconde un mostro come il prof. di Saluzzo?
Sono cattivi? Sono malvagi? Nascondono qualcosa?
Ho bisogno di Dio?
Tutti vogliono convincerti di una propria verità. Non bisogna credere a nessuno. Piuttosto ne costruisci una tutta tua.
Qualcuno ci spia? Ci sono telecamere ovunque, perfino nel televisore, ho letto, può essere installata una camera. Nel mio ci sarà?
Sentono le nostre conversazioni? Penetrano nelle nostre menti?
Si, secondo me lo fanno.
Vogliono controllarci, manipolarci..influenzare le nostre scelte. Politici, uomini di potere...è un sistema di controllo. La massoneria forse.
Ciò che devi fare può essere che sia la realtà a suggerirtelo? O Dio tramite essa?
Devo riprendere lo zyprexa? Davvero mi potrebbe essere utile, o semplicemente tutto ciò è dovuto al fatto che mi soffermo su questioni a cui la gente non pensa? Dentro il mio cranio vige il caos.
Dovrebbe esplodere forse per dar luogo all'armonia…come successe nel cosmo.
Ho subito una perdita del mio essere, questo fà la differenza. Non avere più certezze comporta lo spalancarsi di ogni possibilità. Tutto diventa possibile. Vivo uno stato di smarrimento, come se mi fossi persa e non avessi più idea del mondo, di chi sono e dove sono collocabile, di quale sia il senso dell'esistenza, del perché esiste il mondo e io cosa ho a che farci. Mi rendo conto che sono tematiche adolescenziali ma proprio non mi riesce di distogliere l'attenzione da queste. e Mi chiedo altresì come faccia la gente a non esserne in balia. sembrano tutti così felici, davvero lo sembrano.Possibile?
E poi la verità…non mi fido più di nulla. Tutto diventa sospetto. I cinesi ci stanno invadendo silenziosamente? Le torri gemelle sono state davvero abbattute da Bin Laden? Tutto ciò che propinano in televisione ha lo scopo di un controllo manipolativo delle masse? Dovrei bruciare il mio cellulare per non farmi controllare? Quello che sto scrivendo ora può essere letto da "loro"?
E' tutto un sistema di influenzamento? La nostra identità si forma "per influenzamento"? allora chi siamo realmente?Qual'è la verità?I miei sono pensieri "normali"?
Magari me ne rendo conto solo io, o semplicemente gli altri non ci pensano?
X mi influenzerà così che io farò come "lui vuole" e mi adeguerò al "suo contesto"? Cosa sono una specie di camaleonte che a seconda di dove si trova assorbe modi d'essere, di pensare e di dire? Cosa sarei se non fossi influenzata?
Devo mollare tutto e cambiare vita? E' quello che voglio io? O sono sotto influenza? Avrò un crollo depressivo? Lo sento in agguato dietro l'angolo..
Sono capace di avere a che fare con la gente, risulto simpatica e piaccio nella maggior parte dei casi. Piaccio perché li manipolo? Piaccio perché so perfettamente cosa piace a loro e mi adeguo, li soddisfo? Piaccio perché leggo in un modo molto acuto quello che "sentono" e li capisco?
Capisco tutti..leggo tutto.
Ma poi io chi sono?
Queste sono le domande che mi tormentano. La gente è così come la si vede o nasconde un mostro come il prof. di Saluzzo?
Sono cattivi? Sono malvagi? Nascondono qualcosa?
Ho bisogno di Dio?
Tutti vogliono convincerti di una propria verità. Non bisogna credere a nessuno. Piuttosto ne costruisci una tutta tua.
Qualcuno ci spia? Ci sono telecamere ovunque, perfino nel televisore, ho letto, può essere installata una camera. Nel mio ci sarà?
Sentono le nostre conversazioni? Penetrano nelle nostre menti?
Si, secondo me lo fanno.
Vogliono controllarci, manipolarci..influenzare le nostre scelte. Politici, uomini di potere...è un sistema di controllo. La massoneria forse.
Ciò che devi fare può essere che sia la realtà a suggerirtelo? O Dio tramite essa?
Devo riprendere lo zyprexa? Davvero mi potrebbe essere utile, o semplicemente tutto ciò è dovuto al fatto che mi soffermo su questioni a cui la gente non pensa? Dentro il mio cranio vige il caos.
Dovrebbe esplodere forse per dar luogo all'armonia…come successe nel cosmo.
[#1]
Gentile signora,
Le preoccupazioni e le domande che la tormentano sarebbero mitigate dal farmaco che le e' stato prescritto. A fianco di cio' dovrebbe però' esserci uno psicoterapeuta con il quale dialogare per dare un senso a tali preoccupazioni e condividerne anche i significati.
Penso che questo setting sia quello che le gioverebbe di piu'. E' d'accordo?
Le preoccupazioni e le domande che la tormentano sarebbero mitigate dal farmaco che le e' stato prescritto. A fianco di cio' dovrebbe però' esserci uno psicoterapeuta con il quale dialogare per dare un senso a tali preoccupazioni e condividerne anche i significati.
Penso che questo setting sia quello che le gioverebbe di piu'. E' d'accordo?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Utente,
chi le ha prescritto il farmaco, è seguita da qualche specialista?
Se si, da quanto tempo?
La sospensione del farmaco è stata una sua decisione o l'ha fatto di concerto con il medico prescrivente?
Ci potrebbe dire qualcosa di più in merito?
chi le ha prescritto il farmaco, è seguita da qualche specialista?
Se si, da quanto tempo?
La sospensione del farmaco è stata una sua decisione o l'ha fatto di concerto con il medico prescrivente?
Ci potrebbe dire qualcosa di più in merito?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Gentile utente
concordo con quello che scrivono i miei colleghi.
ho l impressione che parte dei dubbi manipolativi che la tormentano siano legati proprio al timore di tornare a prendere il farmaco.
A volte gli effetti degli psicofarmaci, specie se imposti, nel senso di non condivisi, può essere vissuto come un intrusione. provi a contattare il suo medico per esporre le sue perplessitàlegittime.
Restiamo in ascolto
concordo con quello che scrivono i miei colleghi.
ho l impressione che parte dei dubbi manipolativi che la tormentano siano legati proprio al timore di tornare a prendere il farmaco.
A volte gli effetti degli psicofarmaci, specie se imposti, nel senso di non condivisi, può essere vissuto come un intrusione. provi a contattare il suo medico per esporre le sue perplessitàlegittime.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#4]
Gentile utente,con i Colleghi le consiglio di ricontattare lo specialista(?) che le ha prescritto il farmaco.. non sappiamo niente di lei, ma quello che ci dice oltre a parlarci di grande sofferenza da parte sua, mi fa pensare che è opportuno che lei sia seguita, sembra che lei senta un mondo minacciante là fuori..
Tormentarsi non serve, si faccia aiutare, sia gentile con sè stessa..
Tormentarsi non serve, si faccia aiutare, sia gentile con sè stessa..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#5]
Ex utente
Vi ringrazio dell'interessamento.
Non credo Che il problema sia il farmaco. Nel senso Che non e' la mancanza del farmaco che crea il problemA. Insomma non condividete queste domande anche voi? Non ci pensate mai?
Comunque lo zyprexa lo prescrisse lo psichiatra da cui andai mesi fa. Lo sospesi per mia scelta ma non a sua insaputa. Lo riprenderò se mi sentirò agitata e coi pensieri a mille come in quel periodo. Ora sto meglio, ma mi sento di non avere un posto dove stare come ho spiegato prima e non credo che il farmaco m faccia trovare ciò che cerco e risolva questi quesiti,piuttosto anestetizza tutto.
Il mondo e' minaccioso, si e io ho paura di vivere.
Vorrei un rifugio soffice e caldo e non sentire più niente. Non sempre per fortuna.
Credo di dover porre e riporre in Dio tutto ciò, non ho altre alternative ma ho paura.
Vi ringrazio ancora
Non credo Che il problema sia il farmaco. Nel senso Che non e' la mancanza del farmaco che crea il problemA. Insomma non condividete queste domande anche voi? Non ci pensate mai?
Comunque lo zyprexa lo prescrisse lo psichiatra da cui andai mesi fa. Lo sospesi per mia scelta ma non a sua insaputa. Lo riprenderò se mi sentirò agitata e coi pensieri a mille come in quel periodo. Ora sto meglio, ma mi sento di non avere un posto dove stare come ho spiegato prima e non credo che il farmaco m faccia trovare ciò che cerco e risolva questi quesiti,piuttosto anestetizza tutto.
Il mondo e' minaccioso, si e io ho paura di vivere.
Vorrei un rifugio soffice e caldo e non sentire più niente. Non sempre per fortuna.
Credo di dover porre e riporre in Dio tutto ciò, non ho altre alternative ma ho paura.
Vi ringrazio ancora
[#6]
Gentile Ragazza,
anche io, come i Colleghi, le suggerisco un approccio combinato.
La farmacoterapia non anestetizza i pensieri e le emozioni, ma l'aiuta a far tacere l'inquietudine ed il disordine che in questo momento abitano la sua psiche, lo psicoterapeuta farà il resto.
Questi pensieri, non vanno tacitati o negati, ma ascoltati, reinterpretati e resi sicuramente più digeribili.
Solitamente lo svezzamento farmacologico, avviene soltanto quando i clinici che si occupano del paziente, saranno d'accordo sul percorso, se viene effettuato troppo precocemente rispetto alla reale risoluzione dl disagio psicologico, si incorre in ricadute
anche io, come i Colleghi, le suggerisco un approccio combinato.
La farmacoterapia non anestetizza i pensieri e le emozioni, ma l'aiuta a far tacere l'inquietudine ed il disordine che in questo momento abitano la sua psiche, lo psicoterapeuta farà il resto.
Questi pensieri, non vanno tacitati o negati, ma ascoltati, reinterpretati e resi sicuramente più digeribili.
Solitamente lo svezzamento farmacologico, avviene soltanto quando i clinici che si occupano del paziente, saranno d'accordo sul percorso, se viene effettuato troppo precocemente rispetto alla reale risoluzione dl disagio psicologico, si incorre in ricadute
[#7]
Ex utente
Cari dottori,
La lezione di vita è venuta da se.
Ecco..ora ho cambiato registro. Mia cognata mi ha aggiornato su un conoscente, loro amico di vecchia data. 45 anni. tumore. in fin di vita. Ieri mio fratello e la moglie gli hanno detto che non ce la farà.. in 5 mesi tutto può finire. In un istante tutto finisce.
Ecco. Dio e io sto qua a piangermi addosso.
Dovrei andare da lui. Ma cosa dovrei dirgli? Sarei paralizzata dallo sgomento. Come ci si sente a sapere che a breve si cesserà di vivere?
Forse ad un certo punto quando subentra l'accettazione si vive una serena rassegnazione e ci si riconcilia con la più temute delle sorti. E forse quello è un momento catartico. Ma ora quello che io m'immagino è angoscia, sgomento, paura, lotta, rabbia contro la morte. Lo stesso forse di quel che in linea di massima provo io nei confronti però della vita.
In lui l'istinto di vita…in me? Dovrei avere un tumore anch'io, così tornerei ad apprezzare la vita nelle sue cose più banali. Poter uscire, camminare, godere delle brezze di tutte le stagioni, degli alberi, della natura…lui lì. A letto, immobilizzato, incapace anche solo a fare il più semplice dei movimenti, a stento parla. Il suo corpo lo sta abbandonando, e lui sta abbandonando la sua vita, una moglie, un figlio. Dovrebbe urlarmi che sono una vigliacca, una lagnosa, patetica e che non sò quel che dico. Dovrebbe urlarmi che mi devo vergognare. Dovrebbe urlarmi che sono solo una viziata che non ha mai sofferto e che non sà nemmeno lei cosa vuole dalla vita. Dovrebbe urlarmi di smetterla di compiangermi perché non ho nessun motivo per farlo…anzi ho tutti i motivi per vivere serenamente.
Dovrebbe urlare contro di me, che sono di scandalo alla sua voglia di vivere.
Questi sono i momenti in cui ci si deve fermare a riflettere, e forse uscire dal proprio piccolo, dai propri escrementini da pipistrello…si dovrebbe smettere di annusare continuamente la propria merda, alzare lo sguardo per vedere l'altro. Egoista. Sei un egoista.
Sono questi i momenti in cui i tuoi problemucci da isterica insoddisfatta dovrebbero essere messi da parte perché c'è altro fuori dal tuo egocentrismo. Gente che soffre veramente, e che non vuole perdere le cose a cui tiene. Ti dà una lezione. La vita è sacra e tu la stai buttando nel cesso quando chi la sta perdendo darebbe qualsiasi cosa per potervi rimanere attaccato.
Fino a quando dovrai tenere questo atteggiamento da bimba infantile e capricciosa?
Apri gli occhi sciocca. Apri davvero gli occhi.
Spero che avrò il coraggio almeno di guardare un uomo intrattenersi con la morte e poter essere arricchita da questo. Dubito che l'avrò.
La lezione di vita è venuta da se.
Ecco..ora ho cambiato registro. Mia cognata mi ha aggiornato su un conoscente, loro amico di vecchia data. 45 anni. tumore. in fin di vita. Ieri mio fratello e la moglie gli hanno detto che non ce la farà.. in 5 mesi tutto può finire. In un istante tutto finisce.
Ecco. Dio e io sto qua a piangermi addosso.
Dovrei andare da lui. Ma cosa dovrei dirgli? Sarei paralizzata dallo sgomento. Come ci si sente a sapere che a breve si cesserà di vivere?
Forse ad un certo punto quando subentra l'accettazione si vive una serena rassegnazione e ci si riconcilia con la più temute delle sorti. E forse quello è un momento catartico. Ma ora quello che io m'immagino è angoscia, sgomento, paura, lotta, rabbia contro la morte. Lo stesso forse di quel che in linea di massima provo io nei confronti però della vita.
In lui l'istinto di vita…in me? Dovrei avere un tumore anch'io, così tornerei ad apprezzare la vita nelle sue cose più banali. Poter uscire, camminare, godere delle brezze di tutte le stagioni, degli alberi, della natura…lui lì. A letto, immobilizzato, incapace anche solo a fare il più semplice dei movimenti, a stento parla. Il suo corpo lo sta abbandonando, e lui sta abbandonando la sua vita, una moglie, un figlio. Dovrebbe urlarmi che sono una vigliacca, una lagnosa, patetica e che non sò quel che dico. Dovrebbe urlarmi che mi devo vergognare. Dovrebbe urlarmi che sono solo una viziata che non ha mai sofferto e che non sà nemmeno lei cosa vuole dalla vita. Dovrebbe urlarmi di smetterla di compiangermi perché non ho nessun motivo per farlo…anzi ho tutti i motivi per vivere serenamente.
Dovrebbe urlare contro di me, che sono di scandalo alla sua voglia di vivere.
Questi sono i momenti in cui ci si deve fermare a riflettere, e forse uscire dal proprio piccolo, dai propri escrementini da pipistrello…si dovrebbe smettere di annusare continuamente la propria merda, alzare lo sguardo per vedere l'altro. Egoista. Sei un egoista.
Sono questi i momenti in cui i tuoi problemucci da isterica insoddisfatta dovrebbero essere messi da parte perché c'è altro fuori dal tuo egocentrismo. Gente che soffre veramente, e che non vuole perdere le cose a cui tiene. Ti dà una lezione. La vita è sacra e tu la stai buttando nel cesso quando chi la sta perdendo darebbe qualsiasi cosa per potervi rimanere attaccato.
Fino a quando dovrai tenere questo atteggiamento da bimba infantile e capricciosa?
Apri gli occhi sciocca. Apri davvero gli occhi.
Spero che avrò il coraggio almeno di guardare un uomo intrattenersi con la morte e poter essere arricchita da questo. Dubito che l'avrò.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2k visite dal 13/09/2013.
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