Sociofobia, depressione, e traumi non superati

Buonasera,
da circa 5 anni soffro di depressione. Le ultime esperienze della vita mi hanno portato a chiudermi in me stessa, e a non fidarmi piu di nessuno. Ho una mamma depressa, figlia anche lei di una madre altrettanto depressa e vedova.I miei genitori sono divorziati, e Mia madre è stata una donna sottovalutata in casa, viveva con il senso d'inferiorità e litigava sempre con mio padre, perchè lui voleva fare una vita sana, bella, divertente, e lei invecevoleva stare sempre chiusa in casa. Non le piaceva vivere la vita con allegria, spensieratezza e curiosità.., si chiudeva. fatto sta che a un certo punto della nostra vita, si sono separati. Lui ha trovato la donna della sua vita, ovvero tutto l opposto di mia madre, e quest'ultima invece no. Ha provato a conoscerequalcuno ovviamente tutti via chat, o telefonicamente, MAI DAL VIVO, Ma credo per la paura foprtissima d essere giudicata dagli altri, non si è mai spinta oltre, ha sempre troncato. Ho voluto precisare la situazione di mia madre, in quanto noto di essere uguale identica a lei, o meglio uguale si, ma in tutti i difetti e non so come uscirne. Sono con il mio fidanzato, come mia madre era con mio padre, depressa ed evitante. In tutto questo, io dopo la separazione ho vissuto con lei. Un adolescenza trasgressiva: bocciata piu volte, discoteche, droghe varie, cattive compagnie.
Dopo il diploma, sono andata a studiare fuori sede, e da li è cominciato il calvario della depressione. un suicidio quotidiano .. mi rendo conto che evito sempre situazioni sociali, situazione in cui dovrei mettermi in discussione. detesto fare le cose che invece piacciono a tutti! anche cn le mie amiche di sempre non sono piu me stessa. Mi sento sempre a disagio e ansiosa, e loro lo percepiscono. Ho il terrore di procurare ansia alla gente!
per quanto riguarda la vita sentimentale, sto da qualche mese con un ragazzo, cn la quale ho passato i primi tempi(5-6mesi) splendidi, forse i piu belli d tutta la mia vita, con un ragazzo speciale... ma adesso sto cominciando a sentirmi in trappola, ho la voglia di riscattarmi e di riprendere in mano la mia vita e i miei problemi, possibilmente risolvendoli e accettandoli... mi sento molto distaccata da lui, lui è troppo buono, e so che farebbero di tutto per me,,e anch'io , fino a qualche mese fa. Non voglio farlo stare male, ma non riesco piu a starci,a volte mi irrita tantissimo anche la sua sola presenza..le sue battute, e i suoi difetti...cose che prima accettavo tranquillamente.
Insomma da qualche mese a questa parte, ho sentito l esigenza di rivolgermi ad uno specialista, uno psicologo che adotta la terapia breve strategica. Il problema è che non ho ben capito se potrebbe essere il tipo d terapia adatta alle mie varie problematiche, la vedo troppo asettica, che mira direttamente al problema senza farsi troppe domande,al primo incontro gli ho accennato il problema dell ansia sociale e da quella volta ha deciso d lavorare solo su quella... e poi il terrore che se nn ci sono progressi, lo psicologo deve interrompere tutto dopo 10 sedute...che ansia!. che tipo di terapia mi consigliereste?
grazie mille!
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2012 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza,
ogni approccio si focalizza su diversi aspetti.
Sembra evidente che lei ha bisogno di raccontarsi, e che è consapevole che alcuni fatti del suo passato e della sua storia familiare abbiano influito sulle fasi della sua vita vita.
Ci parla della madre, della nonna, del rapporto tra i genitori, della sua adolescenza movimentata e del suo ritiro sociale a seguito dell'uscita da casa per motivi di studio. Ultimo aspetto non trascurabile in quanto l'uscita da casa avrà comportato la comparsa di alcuni sentimenti ed emozioni dovuti al cambiamento di vita, di abitudini, ma probabilmente dovuti anche all'allontamamento da una mamma che "non sta molto bene" e che quindi necessita di cure e attenzioni ad esempio.
Anche i suoi sentimenti attuali rispetto al ragazzo, con cui sino ad oggi ha vissuto una relazione serena, potrebbero essere collegati alla sua storia familiare e ai significati che lei da allo "stare in coppia" (aspetti che si apprendono durante l'infanzia dall'osservazione della coppia genitoriale tra le altre cose).
Come mai ha scelto uno psicoterapeuta che pratica la Terapia Breve?
Probabilmente una terapia ad approccio psicodinamico sarebbe più appropriata.
Un caro saluto
[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
La depressione e' una patologia caratterizzata da una familiarita' sia a livello organico che ambientale.
Sarebbe percio' utile che lei iniziasse una terapia integrata (psicoterapia+ farmaci) per proteggerla da quei vissuti dolorosi con i quali inevitabilmente si trovera' a confrontarsi nella sua vita.
Concordo con la collega circa l'approccio psicoterapeutico attraverso il quale lei potra' elaborare tutti i contenuti assorbiti nel tempo e che determinano il modo di percepire l'oggi e di immaginare il domani.
Cordiali saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Utente
Utente
Grazie, grazie mille per le vostre esaurienti risposte....
la terapia integrata mi intimorisce un pò, i farmaci li considero l'ultima soluzione, credo di potercela fare anche senza.
Ho scelto la terapia breve strategica, a caso. Essendo in una nuova città, non conoscevo nessuno, quindi ho contattato il primo della lista.
Ancora tante grazie!
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
come già detto dalle Colleghe, la farmacoterapia non è l'altra metà del cielo dell'iter terapeutico, ma rappresenta un'importante stampella, un valido ausilio per effettuare una terapia combinata

Rileggendo la sua storia familiare, è evidente che lei ha avuto dei modelli disfunzionali di figure femminili....ha imparato ad essere depressa....adesso, lavorando sul suo vissuto e sulla sue origini, potrebbe imparare a trasformare il dolore in vera risorsa psichica, ma soltanto con un nostro Collega, de visu

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza,

lo psicologo che ha fatto la valutazione di persona ha indubbiamente molti più elementi per sapere come impostare il trattamento: se ha ritenuto di dare priorità alla cura dell'ansia avrà avuto i suoi buoni motivi.

Ma se tutto ciò non Le fosse chiaro, è al curante che deve domandare ed esprimere tali dubbi, non qui, perchè non conosciamo nel dettaglio la situazione.

Tuttavia mi permetto anche di ipotizzare che forse il Suo timore che Lei ben descrive con queste parole "...mi rendo conto che evito sempre situazioni sociali, situazione in cui dovrei mettermi in discussione. detesto fare le cose che invece piacciono a tutti! anche cn le mie amiche di sempre non sono piu me stessa. Mi sento sempre a disagio e ansiosa, e loro lo percepiscono. Ho il terrore di procurare ansia alla gente!" è molto radicato e adesso, davanti alle prescrizioni del terapeuta di esporsi a ciò che teme, fa solo fatica.

Anche questi però sono aspetti da problematizzare in una psicoterapia: talvolta è sufficiente riordinare dal compito più facile per il pz. a quello più difficile (o che motiva di più) per ottenere grandi successi in terapia.

Sulla questione delle 10 sedute, io sono molto scettica: la psicoterapia segue i tempi del pz (entro certi limiti, ma è il terapeuta che sa cosa fare...) e quindi diciamo che è il minore tempo possibile per risolvere il problema. Non è comunque escluso che Lei possa effettuare altre sedute, dopo le prime 10.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1731-quanto-dura-la-psicoterapia.html

Invece per le difficoltà sociali può approfondire qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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