Autostima relazione sentimentale terminata
Gentile servizio di Medicitalia,
sono una ragazza di 28 anni.Vi scrivo perchè in seguito alla fine di un'importante storia d'amore durata 2 anni mi trovo a fronteggiare una difficile crisi. Ho, da qualche settimana,concluso una relazione sentimentale con una persona che ho sempre ritenuto l'uomo della mia vita.Siamo stati per anni molto amici e dunque la nostra storia è iniziata inaspettatamente. Tutto ciò ha reso la relazione (per noi e per gli altri) un'icona da seguire,un esempio quasi da manuale.Dopo solo 4 mesi di storia,per ragioni professionali e di studio ci siamo trasferiti all'estero. Qui abbiamo convissuto sopportando ritmi di vita che troppo spesso hanno messo a repentaglio la nostra stessa salute mentale. Viviamo una realtà molto competitiva e talvolta crudele dove essere i migliori non sempre basta. Inizialmente la nostra relazione sembrava perfetta,ma carica com'era di aspettative e ambizioni è ben presto divenuta una gabbia e una vera e propria dipendenza affettiva.Per quanto mi riguarda ho sempre vissuto questa relazione con profonda insicurezza e paura di perdere ciò che mi sembrava la fortuna più grande della vita. Soffro di una profonda mancanza di autostima che mi spinge troppo spesso a voler essere perfetta e perfezionista,a voler controllare tutto e a proiettarmi costantemente nel futuro,dimenticando però di gestire il presente in maniera lucida e razionale.Una tale necessità deriva a mio avviso dal profondo timore di non essere accettata.Durante tutto l'arco della mia storia mi sono completamente appiattita sul mio ex fidanzato,probabilmente soffocandolo e trovandomi a vivere la sua vita piuttosto che la mia. Il suo lavoro, la sua vita, il suo passato mi apparivano meravigliosi e degni di nota,ma così facendo ho letteralmente dimenticato me stessa.Spesso sono diventata pretestuosa e alla continua ricerca di attenzioni e di approvazione,ciò che col tempo ha logorato il rapporto. Un rapporto nutritosi negli ultimi tempi solo di discussioni e incomprensioni. Tutto ciò ha condotto alla fine della relazione, su decisione del mio ex, il quale facendosi seguire da uno psicoterapeuta, ha maturato la dolorosa decisione di chiudere la relazione pur continuando a nutrire un sentimento forte e tuttora esistente. Io mi sento dunque persa e completamente priva di punti di riferimento, oltre che ossessionata dall'idea che lui possa rifarsi una vita senza di me. Non riesco a immaginare la mia vita senza di lui e peggio ancora ho perso tutte le mie ambizioni che ora mi sembrano inutili se non condivise con lui. Per di più continuiamo ad avere amici comuni e questo potrebbe voler dire incontrarsi. La psicoterapia lo ha reso molto più forte e razionale e questo mi ha spaventata a morte poichè ho capito di averlo perso definitivamente mentre io non riesco a fare nessun passo in avanti e per di più continuo a dimenticare me stessa e la necessità di riprendere in mano la mia vita. Vorrei capire come dare un imput alla mia ripresa. Grazie.
sono una ragazza di 28 anni.Vi scrivo perchè in seguito alla fine di un'importante storia d'amore durata 2 anni mi trovo a fronteggiare una difficile crisi. Ho, da qualche settimana,concluso una relazione sentimentale con una persona che ho sempre ritenuto l'uomo della mia vita.Siamo stati per anni molto amici e dunque la nostra storia è iniziata inaspettatamente. Tutto ciò ha reso la relazione (per noi e per gli altri) un'icona da seguire,un esempio quasi da manuale.Dopo solo 4 mesi di storia,per ragioni professionali e di studio ci siamo trasferiti all'estero. Qui abbiamo convissuto sopportando ritmi di vita che troppo spesso hanno messo a repentaglio la nostra stessa salute mentale. Viviamo una realtà molto competitiva e talvolta crudele dove essere i migliori non sempre basta. Inizialmente la nostra relazione sembrava perfetta,ma carica com'era di aspettative e ambizioni è ben presto divenuta una gabbia e una vera e propria dipendenza affettiva.Per quanto mi riguarda ho sempre vissuto questa relazione con profonda insicurezza e paura di perdere ciò che mi sembrava la fortuna più grande della vita. Soffro di una profonda mancanza di autostima che mi spinge troppo spesso a voler essere perfetta e perfezionista,a voler controllare tutto e a proiettarmi costantemente nel futuro,dimenticando però di gestire il presente in maniera lucida e razionale.Una tale necessità deriva a mio avviso dal profondo timore di non essere accettata.Durante tutto l'arco della mia storia mi sono completamente appiattita sul mio ex fidanzato,probabilmente soffocandolo e trovandomi a vivere la sua vita piuttosto che la mia. Il suo lavoro, la sua vita, il suo passato mi apparivano meravigliosi e degni di nota,ma così facendo ho letteralmente dimenticato me stessa.Spesso sono diventata pretestuosa e alla continua ricerca di attenzioni e di approvazione,ciò che col tempo ha logorato il rapporto. Un rapporto nutritosi negli ultimi tempi solo di discussioni e incomprensioni. Tutto ciò ha condotto alla fine della relazione, su decisione del mio ex, il quale facendosi seguire da uno psicoterapeuta, ha maturato la dolorosa decisione di chiudere la relazione pur continuando a nutrire un sentimento forte e tuttora esistente. Io mi sento dunque persa e completamente priva di punti di riferimento, oltre che ossessionata dall'idea che lui possa rifarsi una vita senza di me. Non riesco a immaginare la mia vita senza di lui e peggio ancora ho perso tutte le mie ambizioni che ora mi sembrano inutili se non condivise con lui. Per di più continuiamo ad avere amici comuni e questo potrebbe voler dire incontrarsi. La psicoterapia lo ha reso molto più forte e razionale e questo mi ha spaventata a morte poichè ho capito di averlo perso definitivamente mentre io non riesco a fare nessun passo in avanti e per di più continuo a dimenticare me stessa e la necessità di riprendere in mano la mia vita. Vorrei capire come dare un imput alla mia ripresa. Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
>>Tutto ciò ha reso la relazione (per noi e per gli altri) un'icona da seguire,un esempio quasi da manuale<<
questo denota una visione di "coppia forte" al disopra del singolo individuo. Probabilmente veniva vissuta in maniera compensatrice rispetto alle sue insicurezze di fondo, che venivano scotomizzate o messe da parte in funzione dell'altro.
Nelle coppie ogni partner dovrebbe mantenere la propria individualità così come alimenta e gestisce lo stare insieme. Per questo che la separazione nel suo caso ha un risvolto quasi "identitario".
>>Tutto ciò ha reso la relazione (per noi e per gli altri) un'icona da seguire,un esempio quasi da manuale<<
questo denota una visione di "coppia forte" al disopra del singolo individuo. Probabilmente veniva vissuta in maniera compensatrice rispetto alle sue insicurezze di fondo, che venivano scotomizzate o messe da parte in funzione dell'altro.
Nelle coppie ogni partner dovrebbe mantenere la propria individualità così come alimenta e gestisce lo stare insieme. Per questo che la separazione nel suo caso ha un risvolto quasi "identitario".
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Ragazza,
la sua forza era nella sua coppia, come se, come giustamente sottolineato dal Collega, le sue ansie, paure...la sua scrasa autostima, fosse stata sopita dal e nella relazione.
Quando uno dei due partners inizia un lavoro su di sé, solitamente la coppia si scompagina, saltano gli equilibri e nuove consapevolezze vengono a galla...
Ora non resta che occuparsi veramente di se stessa, delle sue esigenze reali e delle sue lacune
la sua forza era nella sua coppia, come se, come giustamente sottolineato dal Collega, le sue ansie, paure...la sua scrasa autostima, fosse stata sopita dal e nella relazione.
Quando uno dei due partners inizia un lavoro su di sé, solitamente la coppia si scompagina, saltano gli equilibri e nuove consapevolezze vengono a galla...
Ora non resta che occuparsi veramente di se stessa, delle sue esigenze reali e delle sue lacune
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile ragazza,
usa termini quali "icona da seguire" "competitiva" "migliori" "perfetta" e, come riconosce "soffro di una profonda mancanza di autostima che mi spinge troppo spesso a voler essere perfetta e perfezionista".
Sperando di fare cosa gradita, le segnalo il seguente articolo per spunti di riflessione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/495-autostima-una-perla-preziosa.html
Occupandosi di se stessa, potrà imparare a riconoscere il suo valore e superare la sofferenza legata alla relazione appena terminata. E' probabile che una maggiore comprensione di sè e del suo stile relazionale, l'aiuterà a instaurare rapporti di coppia più "equilibrati".
Un saluto.
usa termini quali "icona da seguire" "competitiva" "migliori" "perfetta" e, come riconosce "soffro di una profonda mancanza di autostima che mi spinge troppo spesso a voler essere perfetta e perfezionista".
Sperando di fare cosa gradita, le segnalo il seguente articolo per spunti di riflessione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/495-autostima-una-perla-preziosa.html
Occupandosi di se stessa, potrà imparare a riconoscere il suo valore e superare la sofferenza legata alla relazione appena terminata. E' probabile che una maggiore comprensione di sè e del suo stile relazionale, l'aiuterà a instaurare rapporti di coppia più "equilibrati".
Un saluto.
Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com
[#4]
Utente
E' chiaro che in questo momento ciò a cui devo tendere e l'occuparmi di me stessa, dimenticando la relazione e concentrandomi prevalentemente su me stessa e sulla necessità di colmare le mie lacune e insicurezze.
Il punto è che non riesco a prenderne reale coscienza ed anche se conduco una vita parecchio impegnata tra lavoro, master, corsi di lingua, amici sono continuamente proiettata sulla mia ex relazione, poichè non voglio perderla. E' come se volessi trovare una pronta e d immediata riparazione a quanto successo. Forse anche per dimostrare al mio ex, per il quale continuo a nutrire una stima ed un sentimento molto forte, che la persona energica, ambiziosa e dinamica (così come mi ha sempre definita prima che il rapporto si logorasse) che ha conosciuto esiste tuttora sebbene ammaccata e indebolita da situazioni di forte stress e fatica mentale.
Continuo infatti a domandarmi perchè la relazione debba finire quando ancora entrambe le parti della relazione sono sentimentalmente coinvolte. In tutto ciò sono consapevole del fatto che il suo percorso di psicoterapia lo abbia messo in una posizione di superiorità emotiva rispetto a me conferendogli la forza di lasciarmi e riuscire a vivere a prescindere da me, forza che prima non aveva, tanto che di recente avevamo deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia di coppia per capire se la relazione potesse essere salvata.
Sono cosciente di aver bisogno di lavorare tanto su me stessa e sulla mia autostima ma ciò che mi spaventa in questo momento è la mia inconscia e costante speranza di ritrovarlo magari tra qualche mese, quando i dissapori e le discussioni sembreranno meno dolorose e quando entrambi avremo lavorato più intensamente sulla nostra individualità. Ma in questo modo proseguo a proiettarmi sul futuro creandomi delle aspettative che probabilmente potrebbero essere disattese perchè, come da voi giustamente osservato, quando nella coppia uno dei due partners inizia un lavoro su di se, gli equilibri saltano e le necessità che prima si ritenevano imprescindibili, col tempo mutano e assumono caratteristiche differenti. Il mio ex continua di fatti a dirmi che in questo momento non è in grado di fare promesse perchè vuole pensare solo a se stesso e perchè per la sua salute intende sacrificare la relazione. Tutto ciò mi provoca molto dolore perchè pur consapevole di dover fronteggiare questa crisi con me stessa, vorrei continuare a far parte della sua vita come sua compagna. Lui di certo mi rende il lavoro molto più complicato poichè ha mantenuto con me una dolcezza e una tenerezza che non manca di palesare, dal momento che riesce persino a trascorrere delle ore con me a parlare come se fossi una sua amica o una sua sorella. Questo mi addolora tantissimo.
Il punto è che non riesco a prenderne reale coscienza ed anche se conduco una vita parecchio impegnata tra lavoro, master, corsi di lingua, amici sono continuamente proiettata sulla mia ex relazione, poichè non voglio perderla. E' come se volessi trovare una pronta e d immediata riparazione a quanto successo. Forse anche per dimostrare al mio ex, per il quale continuo a nutrire una stima ed un sentimento molto forte, che la persona energica, ambiziosa e dinamica (così come mi ha sempre definita prima che il rapporto si logorasse) che ha conosciuto esiste tuttora sebbene ammaccata e indebolita da situazioni di forte stress e fatica mentale.
Continuo infatti a domandarmi perchè la relazione debba finire quando ancora entrambe le parti della relazione sono sentimentalmente coinvolte. In tutto ciò sono consapevole del fatto che il suo percorso di psicoterapia lo abbia messo in una posizione di superiorità emotiva rispetto a me conferendogli la forza di lasciarmi e riuscire a vivere a prescindere da me, forza che prima non aveva, tanto che di recente avevamo deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia di coppia per capire se la relazione potesse essere salvata.
Sono cosciente di aver bisogno di lavorare tanto su me stessa e sulla mia autostima ma ciò che mi spaventa in questo momento è la mia inconscia e costante speranza di ritrovarlo magari tra qualche mese, quando i dissapori e le discussioni sembreranno meno dolorose e quando entrambi avremo lavorato più intensamente sulla nostra individualità. Ma in questo modo proseguo a proiettarmi sul futuro creandomi delle aspettative che probabilmente potrebbero essere disattese perchè, come da voi giustamente osservato, quando nella coppia uno dei due partners inizia un lavoro su di se, gli equilibri saltano e le necessità che prima si ritenevano imprescindibili, col tempo mutano e assumono caratteristiche differenti. Il mio ex continua di fatti a dirmi che in questo momento non è in grado di fare promesse perchè vuole pensare solo a se stesso e perchè per la sua salute intende sacrificare la relazione. Tutto ciò mi provoca molto dolore perchè pur consapevole di dover fronteggiare questa crisi con me stessa, vorrei continuare a far parte della sua vita come sua compagna. Lui di certo mi rende il lavoro molto più complicato poichè ha mantenuto con me una dolcezza e una tenerezza che non manca di palesare, dal momento che riesce persino a trascorrere delle ore con me a parlare come se fossi una sua amica o una sua sorella. Questo mi addolora tantissimo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2k visite dal 09/09/2013.
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