Ansia serale e notturna

Non sono capace di stare da solo a casa la sera e la notte.
Mi spiego meglio. Sono un ragazzo di 22 anni e da qualche anno (circa 3 anni) non riesco a stare da solo a casa durante la notte: mi prende l’ansia, somatizzo tantissimo (occhi sbarrati, tachicardia, guardo l’ora ogni secondo, non posso stare fermo, mi affaccio in continuazione alla finestra) e provo una sensazione sgradevolissima e penosa. Mi capita una o due volte alla settimana di dover stare da solo la sera, i miei genitori e mio fratello tornano a casa sempre a dormire ma questo non mi aiuta. Quando frequentavo il liceo non era così; sono stato anche da solo a 17 anni per giorni mentre la mia famiglia era all’estero, ed ero stato benissimo; ho fatto viaggi di mesi per vacanze studio all’estero da solo da quando avevo 13 anni. Penso che questa mia ansia o fobia (non so bene come definirla) sia dettata dallo stress derivato dall’università e da una mia paura recondita di restare da solo. Quando tutto è iniziato pensavo che ciò fosse dettato dal fatto che non volessi stare da solo con me stesso poiché non mi piacevo e non mi accettavo come persona (ci ho messo molto tempo ad accettare la mia omosessualità) e soffrivo la solitudine. Ma adesso che mi accetto ampiamente per quello che sono e che ho un ragazzo (teoricamente non sarei più solo), la situazione non è cambiata anzi, forse è peggiorata. Tra l’altro l’università per adesso va bene e quindi non capisco da dove derivi quest’ansia terribile che viene fuori la sera. La cosa è abbastanza debilitante perché devo dipendere sempre da qualcuno e devo barcamenarmi per non stare da solo la sera e la notte. La cosa sconvolgente che io sono una persona indipendente e autonoma e quindi questa vicissitudine mi da molto fastidio. E’ un qualcosa chiaramente di irrazionale ma davvero non so da dove cominciare e piano piano mi sta deprimendo veramente tanto. Non so se possa aiutare ma io ho sempre dormito in stanza con mia madre (aumenta forse l'insicurezza??). Grazie per l'attenzione.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

è successo qualcosa di particolare nella sua vita, circa 3 anni fa, ossia nel periodo in cui ha iniziato ad avere questi timori?
Per quale motivo dormiva nella stanza di sua madre?
Ha pensato di rivolgersi ad un Collega per una valutazione psicologica?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Utente
Utente
La ringrazio per l'attenzione prestata e la disponibilità. Ad essere precisi i "disturbi" si sono manifestati ad agosto 2011 quindi circa 2 anni fa (mi scuso per l'imprecisione). In quel periodo avevo la prima sessione estiva della mia facoltà e quindi ero abbastanza stressato (sono un perfezionista e per questo ci tengo molto al risultato, e infatti questo mi stressa ulteriormente). Ma quello che in quel periodo stava cambiando era l'accettazione di me stesso: in quel periodo è iniziata la "lotta" con me stesso, con la mia fede e la mia società. Da ciò è derivato il profondo senso e la convinzione che nella vita le persone come me rimarranno sole ed infelici (per via di non poter avere famiglia e figli e di restare abbandonati da anziani); ma poi analizzo razionalmente: ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, ha la possibilità di rimanere sola, di non avere figli, e di essere abbandonata. E poi se ho questo senso dell'abbandono e della solitudine molto spiccato, come mai si manifesta quando sono solo la sera e la notte, mentre di giorno non mi accade???
Si, certo ho pensato di avere un consulto di persona con uno psicologo, ma i miei non sanno nulla su di me e quindi gli scandalizzerei e non so se mi pagherebbero la cosa (e questo mi genera ulteriore ansia derivata dal fatto che non posso rivolgermi a professionisti).
Per finire, e rispondere alla sua domanda, io ho sempre dormito in stanza con mia madre semplicemente perché mio padre russa! Però magari questo fatto mi ha lasciato una persona insicura? La ringrazio ancora del suo tempo.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Si, certo ho pensato di avere un consulto di persona con uno psicologo, ma i miei non sanno nulla su di me e quindi gli scandalizzerei e non so se mi pagherebbero la cosa<<
lei è maggiorenne quindi può decidere in perfetta autonomia senza confidarsi necessariamente con i suoi genitori. Se non è "autonomo" da un punto di vista economico, può rivolgersi al servizio pubblico della sua AUSL di appartenenza.

>>E poi se ho questo senso dell'abbandono e della solitudine molto spiccato, come mai si manifesta quando sono solo la sera e la notte, mentre di giorno non mi accade???<<
non possiamo saperlo, ma possiamo fare un'ipotesi. Nei bambini il momento di andare a letto implica un separazione dalle figure di attaccamento e questo in lei probabilmente viene ri-evocato in questa fase della giornata. La possibilità di stare da solo implica appunto una separazione dalle figure significative e il fatto che lei ha dormito per molti anni con sua madre è rappresentativo di questo. Voglio dire che suo padre può anche russare, ma questo difficilmente giustifica una coppia che non dorme nello stesso letto.



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Utente
Utente
A quanto mi dice avevo già pensato molto ma le mie domande sono: perché quando ero più giovane potevo stare da solo all'estero per settimane o a casa da solo per giorni senza nessun problema? Non avrei dovuto sentire il momento del distacco anche lì?
Per non autonomo intendevo dire che non lo sono economicamente e quindi dovrei giustificare le mie spese ai miei genitori, ma della possibilità di rivolgermi alle AUSL non avevo pensato. Quindi Lei ritiene che questo sia dovuto al fatto del distaccamento e non del mio percorso di accettazione? La ringrazio ancora.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>perché quando ero più giovane potevo stare da solo all'estero per settimane o a casa da solo per giorni senza nessun problema? Non avrei dovuto sentire il momento del distacco anche lì?<<
>>Quindi Lei ritiene che questo sia dovuto al fatto del distaccamento e non del mio percorso di accettazione?<<
questo non possiamo saperlo, senza una valutazione approfondita. Vale la pena approfondire questi argomenti direttamente con una Collega vis a vis.




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Utente
Utente
La ringrazio del suo tempo e della sua attenzione. Concordo che valga la pena di rivolgersi ad un professionista e parlarne faccia a faccia. Grazie.
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