Pensieri ossessivi
salve dottori,
cercherò di essere breve anche se è una storia un pò lunga. Circa un anno fa, mi fidanzai con un ragazzo: per 10 mesi è andato tutto bene, ero innamorata, insomma tutto filava liscio. Finchè, passati questi mesi, entro in crisi: non sapevo più cosa provavo per lui, se era amore o semplice amicizia, quindi entro in ansia per due mesi; mangiavo pochissimo, provavo diversi sensi di colpa nei suoi confronti, mi alzavo agitata la mattina. Inoltre mi sono sentita una cattiva persona perchè non credevo che i miei sentimenti potessero cambiare. Passato questo lasso di tempo, decido che non ce la faccio più e lo lascio. In seguito ho poi capito che forse non era il mio tipo.
Passato un pò di tempo durante il quale apparentemente mi riprendo, mi viene di nuovo voglia di una nuova storia e conosco un altro ragazzo su internet: chattiamo per due settimane finchè poi non ci incontriamo dal vivo e nasce, per così dire, l'amore. Ero presissima e mi piaceva tutto di lui, solo che avevo fin dall'inizio paura di riprovare quell'ansia da cui da poco ero uscita e mi ronzavano continuamente domande del tipo "ma è quello giusto? e se poi i miei sentimenti cambiano e entro di nuovo in ansia? e se è solo una infatuazione? e se trovo qualcuno che mi piace di più?". Sono riuscita a metterle da parte per una ventina di giorni ma poi sono esplose il giorno in cui ho cominciato a pensarci in maniera assidua e il risultato è che adesso non so più se mi piace sia fisicamente che caratterialmente. Ho letto di una paura psicologica detta "philofobia" e ho pensato che magari ho solo paura di avere una storia e quindi cerco ogni possibile difetto in lui..io vorrei costruire qualcosa con lui ma ormai non ci capisco più niente e mi ronzano in testa le stesse domande. Cosa ne pensate?
cercherò di essere breve anche se è una storia un pò lunga. Circa un anno fa, mi fidanzai con un ragazzo: per 10 mesi è andato tutto bene, ero innamorata, insomma tutto filava liscio. Finchè, passati questi mesi, entro in crisi: non sapevo più cosa provavo per lui, se era amore o semplice amicizia, quindi entro in ansia per due mesi; mangiavo pochissimo, provavo diversi sensi di colpa nei suoi confronti, mi alzavo agitata la mattina. Inoltre mi sono sentita una cattiva persona perchè non credevo che i miei sentimenti potessero cambiare. Passato questo lasso di tempo, decido che non ce la faccio più e lo lascio. In seguito ho poi capito che forse non era il mio tipo.
Passato un pò di tempo durante il quale apparentemente mi riprendo, mi viene di nuovo voglia di una nuova storia e conosco un altro ragazzo su internet: chattiamo per due settimane finchè poi non ci incontriamo dal vivo e nasce, per così dire, l'amore. Ero presissima e mi piaceva tutto di lui, solo che avevo fin dall'inizio paura di riprovare quell'ansia da cui da poco ero uscita e mi ronzavano continuamente domande del tipo "ma è quello giusto? e se poi i miei sentimenti cambiano e entro di nuovo in ansia? e se è solo una infatuazione? e se trovo qualcuno che mi piace di più?". Sono riuscita a metterle da parte per una ventina di giorni ma poi sono esplose il giorno in cui ho cominciato a pensarci in maniera assidua e il risultato è che adesso non so più se mi piace sia fisicamente che caratterialmente. Ho letto di una paura psicologica detta "philofobia" e ho pensato che magari ho solo paura di avere una storia e quindi cerco ogni possibile difetto in lui..io vorrei costruire qualcosa con lui ma ormai non ci capisco più niente e mi ronzano in testa le stesse domande. Cosa ne pensate?
[#1]
Gentile Ragazza,
questo suo continuo rimuginare, questo suo mettere in dubbio, questi "e se" nonché quanto ci ha scritto in un suo precedente consulto, farebbero pensare a una problematica di tipo ansioso, anche se una valutazione corretta potrà però averla direttamente consultando un professionista.
Oltra a quanto ci ha detto ha qualche altro motivo di preoccupazione?
Sta forse attraversando un periodo stressante, in precedenza come stava?
Ha mai pensato di rivolgersi a uno psicologo di persona?
Provi a leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
questo suo continuo rimuginare, questo suo mettere in dubbio, questi "e se" nonché quanto ci ha scritto in un suo precedente consulto, farebbero pensare a una problematica di tipo ansioso, anche se una valutazione corretta potrà però averla direttamente consultando un professionista.
Oltra a quanto ci ha detto ha qualche altro motivo di preoccupazione?
Sta forse attraversando un periodo stressante, in precedenza come stava?
Ha mai pensato di rivolgersi a uno psicologo di persona?
Provi a leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile utente,
domande di queste tipo sono frequenti all'inizio di un rapporto. Non voglio minimizzare ma se non ci domandassimo se il rapporto è quello giusto, con molta probabilità non sarebbe neanche un rapporto importante. In ogni caso non le consiglio di cercare di darsi una spiegazione sempre psicopatologica di ciò che le succede. La realtà in un certo senso la costruiamo noi con le credenze che abbiamo rispetto ad essa. Se lei attribuisce un significato patologico ai suoi pensieri (philofobia) questi semplicemente lo saranno.
Le voglio citare una "storiella":
"Un viandante entra in una città e vede un viavai di muratori, carpentieri, persone indaffarate. Durante il percorso una persona gli si fa innanzi portando dei mattoni in una carriola. "Che cosa fai?", gli domanda il viandante. "Non lo vedi, sto portando mattoni", risponde l'operaio. Il viandante continua così il suo cammino fino a che un secondo uomo con una carriola piena di mattoni attraversa la strada verso di lui. "Che cosa fai?", gli domanda il viandante. "Sto costruendo una cattedrale", risponde l'operaio.
Spero di essere stato chiaro.
Restiamo in ascolto
domande di queste tipo sono frequenti all'inizio di un rapporto. Non voglio minimizzare ma se non ci domandassimo se il rapporto è quello giusto, con molta probabilità non sarebbe neanche un rapporto importante. In ogni caso non le consiglio di cercare di darsi una spiegazione sempre psicopatologica di ciò che le succede. La realtà in un certo senso la costruiamo noi con le credenze che abbiamo rispetto ad essa. Se lei attribuisce un significato patologico ai suoi pensieri (philofobia) questi semplicemente lo saranno.
Le voglio citare una "storiella":
"Un viandante entra in una città e vede un viavai di muratori, carpentieri, persone indaffarate. Durante il percorso una persona gli si fa innanzi portando dei mattoni in una carriola. "Che cosa fai?", gli domanda il viandante. "Non lo vedi, sto portando mattoni", risponde l'operaio. Il viandante continua così il suo cammino fino a che un secondo uomo con una carriola piena di mattoni attraversa la strada verso di lui. "Che cosa fai?", gli domanda il viandante. "Sto costruendo una cattedrale", risponde l'operaio.
Spero di essere stato chiaro.
Restiamo in ascolto
Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/
[#3]
Ex utente
Sono una persona molto ansiosa, però il mio stress mentale è iniziato da quando hanno cominciato a ronzarmi in testa questi pensieri che non so se sono fondati o no, perchè appunto presenti fin dall'inizio ma che si sono "scatenati" nel giro di un giorno. Questo non ha fatto altro che mettere in luce altre problematiche sempre di tipo ansioso. Però al momento ciò che mi da più preoccupazione è questo problema.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 08/09/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.