Avere 30 anni
Sto per arrivare al compimento dei 30 e si preannuncia uno dei compleanni peggiori di sempre, a livello psicologico per ciò che comporta socialmente l'età dei 30, e a livello pratico. Ho passato 3 settimane di ferie a casa da solo, mangiando da mia madre, e sabato torneranno tutti i "familiari". Quest'anno viene pure di Domenica, a "peggiorare" il tutto...
30 anni...tempo di chiudere col passato, con quello che si è stati fino ad ora e di ridisegnare idee e progetti..fare i conti di non essere più un ragazzino...che certe cose non le puoi fare o avere ed io d'altronde non ho mai fatto (fidanzarsi e quelle cose che fanno tutti i gggiovani)...la mancanza di sicurezze e quel senso di vuoto attorno...la gente che incontro mi da del Lei quando poche volte mi è stato dato del tu, eppure non sono poi tanto diverso da qualche tempo fa, solo più cinico e disilluso...non ho voglia di rivedere mie vecchie foto perché vedere i cambiamenti del mio corpo e del mio volto negli anni mi spaventerebbero, anche se ogni tanto alzo gli occhi alle foto che ho sopra la mensola di quando feci la Comunione...non mi riconosco. Che ne è di quel ragazzino sorridente mentre taglia la torta con sua madre che lo guarda ridendo? Posso fare qualcosa per ritrovarlo? Forse sì, ma è un percorso lungo e quasi proibitivo...30 anni è l'età in cui mi fece mia madre, visto che ha compiuto i 60 lo scorso anno..e mi viene da pensare agli anni passati, alle cose che ho fatto ma non fino in fondo, a quel che potevo fare e non ho fatto, a quel che potevo essere e non sono...a come è cambiata la mia famiglia negli anni...mi pare di rivedere in un botto il tempo passato, dalla scuola, ai primi lavori...
Penso che il tempo cambi una persona al di là delle esperienze. Sono conscio di non essere più quello di anni fa a prescindere dalle mie poche esperienze e ho paura, da ora in poi, di peggiorare giorno dopo giorno.
Forse è anche il periodo...a Settembre finisce l'estate ed arriva il freddo e il buio...fossi nato, chessò, a Maggio, sarebbe stato un periodo più positivo...
30 anni di ben poco, comunque...cosa posso pensare? Cosa augurarmi? Non so nemmeno cosa fare, come festeggiare...anche perché francamente non ho molti motivi per festeggiare...
Sono piuttosto spaventato...è un numero in più, dicono, ma tutti gli anni il compleanno arriva come sempre, con quel senso di minaccia, con quella malinconia sconosciuta fino all'adolescenza, e quella presa di coscienza di diverse cose: che dovrò affrontare delle prove, che un giorno sarò solo (e lo sono già da ora..vivo con mia sorella e suo marito e mi sento un po' intruso), che il tempo che passa non lo riprendi, che i miei un giorno non ci saranno più, che un giorno nemmeno io ci sarò più, nessuno si ricorderà di me e forse ho buttato via parte della mia vita, che si è incanalata in un qualcosa che non saprei ben definire.
30 anni...tempo di chiudere col passato, con quello che si è stati fino ad ora e di ridisegnare idee e progetti..fare i conti di non essere più un ragazzino...che certe cose non le puoi fare o avere ed io d'altronde non ho mai fatto (fidanzarsi e quelle cose che fanno tutti i gggiovani)...la mancanza di sicurezze e quel senso di vuoto attorno...la gente che incontro mi da del Lei quando poche volte mi è stato dato del tu, eppure non sono poi tanto diverso da qualche tempo fa, solo più cinico e disilluso...non ho voglia di rivedere mie vecchie foto perché vedere i cambiamenti del mio corpo e del mio volto negli anni mi spaventerebbero, anche se ogni tanto alzo gli occhi alle foto che ho sopra la mensola di quando feci la Comunione...non mi riconosco. Che ne è di quel ragazzino sorridente mentre taglia la torta con sua madre che lo guarda ridendo? Posso fare qualcosa per ritrovarlo? Forse sì, ma è un percorso lungo e quasi proibitivo...30 anni è l'età in cui mi fece mia madre, visto che ha compiuto i 60 lo scorso anno..e mi viene da pensare agli anni passati, alle cose che ho fatto ma non fino in fondo, a quel che potevo fare e non ho fatto, a quel che potevo essere e non sono...a come è cambiata la mia famiglia negli anni...mi pare di rivedere in un botto il tempo passato, dalla scuola, ai primi lavori...
Penso che il tempo cambi una persona al di là delle esperienze. Sono conscio di non essere più quello di anni fa a prescindere dalle mie poche esperienze e ho paura, da ora in poi, di peggiorare giorno dopo giorno.
Forse è anche il periodo...a Settembre finisce l'estate ed arriva il freddo e il buio...fossi nato, chessò, a Maggio, sarebbe stato un periodo più positivo...
30 anni di ben poco, comunque...cosa posso pensare? Cosa augurarmi? Non so nemmeno cosa fare, come festeggiare...anche perché francamente non ho molti motivi per festeggiare...
Sono piuttosto spaventato...è un numero in più, dicono, ma tutti gli anni il compleanno arriva come sempre, con quel senso di minaccia, con quella malinconia sconosciuta fino all'adolescenza, e quella presa di coscienza di diverse cose: che dovrò affrontare delle prove, che un giorno sarò solo (e lo sono già da ora..vivo con mia sorella e suo marito e mi sento un po' intruso), che il tempo che passa non lo riprendi, che i miei un giorno non ci saranno più, che un giorno nemmeno io ci sarò più, nessuno si ricorderà di me e forse ho buttato via parte della mia vita, che si è incanalata in un qualcosa che non saprei ben definire.
[#1]
<Posso fare qualcosa per ritrovarlo? Forse sì, ma è un percorso lungo e quasi proibitivo..>
Gentile Utente,
può far qualcosa per togliersi di dosso quella cappa di pesantezza e quegli occhiali scuri che la trattengono nel malessere.
E' ora che prenda in mano la sua vita, che attivi le sue risorse e potenzialità, che recuperi la sua autostima, la fiducia in sé e incominci a guardare al futuro in modo diverso.
Quel suo rimuginare sul passato e anticiparsi un futuro negativo fanno parte del suo malessere che però può essere affrontato.
Si affidi a un nostro collega direttamente, le era già stato suggerito in passato.
Cosa la frena dal farlo?
Gentile Utente,
può far qualcosa per togliersi di dosso quella cappa di pesantezza e quegli occhiali scuri che la trattengono nel malessere.
E' ora che prenda in mano la sua vita, che attivi le sue risorse e potenzialità, che recuperi la sua autostima, la fiducia in sé e incominci a guardare al futuro in modo diverso.
Quel suo rimuginare sul passato e anticiparsi un futuro negativo fanno parte del suo malessere che però può essere affrontato.
Si affidi a un nostro collega direttamente, le era già stato suggerito in passato.
Cosa la frena dal farlo?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
che dirLe: sta passando dall'adolescenza, alla moderna tarda adolescenza... al mondo adulto dei Quaranteenager...
Tempi molto diversi da quelli dei nostri genitori, per cui difficile fare paragoni d'epoca...
Mal comune, mezzo gaudio? Forse... certo, la parola *gaudio* è di un tempo antico.
Auguri!
Le cito una frase di un blog medico: la vita non è nelle nostre mani, ma il TEMPO SI'
che dirLe: sta passando dall'adolescenza, alla moderna tarda adolescenza... al mondo adulto dei Quaranteenager...
Tempi molto diversi da quelli dei nostri genitori, per cui difficile fare paragoni d'epoca...
Mal comune, mezzo gaudio? Forse... certo, la parola *gaudio* è di un tempo antico.
Auguri!
Le cito una frase di un blog medico: la vita non è nelle nostre mani, ma il TEMPO SI'
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#3]
Gentile utente, intanto mille auguri !
e niente pensieri negativi, può fare molto per sentirsi più felice, avere dei progetti e crederci con principio di realtà , farsi aiutare a ritrovarsi e chiarirsi i motivi di questi sguardi negativi sul futuro , ma anche a guardarsi intorno con un colpo d'ala.
Da quello che ci dice lei sembra avere avuto una vita affettuosa nella sua storia e questo non è poco..deve volersi bene e pensare che tutto è possibile, basta cominciare..
e niente pensieri negativi, può fare molto per sentirsi più felice, avere dei progetti e crederci con principio di realtà , farsi aiutare a ritrovarsi e chiarirsi i motivi di questi sguardi negativi sul futuro , ma anche a guardarsi intorno con un colpo d'ala.
Da quello che ci dice lei sembra avere avuto una vita affettuosa nella sua storia e questo non è poco..deve volersi bene e pensare che tutto è possibile, basta cominciare..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#4]
Gentile Utente,
Mi associo alle riflessioni dei Colleghi ed agli auguri della Dott Muscarà....
Capita spesso, soprattutto ogni decennio, che si facciano bilanci....esistenziali, affettivi, emotivi, familiari, lavorativi.....ma i cambiamento sono possibili ed attuabili, basta capire in che direzione è utile per lei andare....
Mi associo alle riflessioni dei Colleghi ed agli auguri della Dott Muscarà....
Capita spesso, soprattutto ogni decennio, che si facciano bilanci....esistenziali, affettivi, emotivi, familiari, lavorativi.....ma i cambiamento sono possibili ed attuabili, basta capire in che direzione è utile per lei andare....
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Grazie per le risposte.
Ho evitato in passato di affidarmi ad uno specialista perché in parte deluso dalla mia prima esperienza di anni fa durata 2 anni e mezzo. Non ero molto convinto, mi ci mandò mio padre...attualmente non saprei a chi rivolgermi, per via dei molteplici aspetti da mettere a posto, so che ci sono diverse metodologie di terapia e non so quella che farebbe per me...comunque se dovessi riassumere a me ci vorrebbe la voglia di volere. E' nutile che vada da uno specialista se non sento l'impulso spontaneo di andarci, ripeterei la prima esperienza...
Evidentemente però riguardo ad alcuni concetti ho espresso il contrario di ciò che volevo esprimere, infatti non ho avuto esperienze di vita affettuosa ad esclusione di quella dei parenti stretti...
Ho evitato in passato di affidarmi ad uno specialista perché in parte deluso dalla mia prima esperienza di anni fa durata 2 anni e mezzo. Non ero molto convinto, mi ci mandò mio padre...attualmente non saprei a chi rivolgermi, per via dei molteplici aspetti da mettere a posto, so che ci sono diverse metodologie di terapia e non so quella che farebbe per me...comunque se dovessi riassumere a me ci vorrebbe la voglia di volere. E' nutile che vada da uno specialista se non sento l'impulso spontaneo di andarci, ripeterei la prima esperienza...
Evidentemente però riguardo ad alcuni concetti ho espresso il contrario di ciò che volevo esprimere, infatti non ho avuto esperienze di vita affettuosa ad esclusione di quella dei parenti stretti...
[#6]
Gentile Utente,
comprendo la sua delusione rispetto al percorso terapeutico precedente, sono molte le variabili che incidono sulla riuscita di un percorso. Il fatto che abbia scelto suo padre, ad esempio, che la motivazione alla cura non partisse da lei, la relazione con il terapeuta...
<E' nutile che vada da uno specialista se non sento l'impulso spontaneo di andarci>
Si certamente, dovrebbe esserne motivato, altrimenti mancherebbe un presupposto essenziale per la costruzione di un buon percorso.
Tuttavia, se scrive a noi, significa che qualche motivazione ad uscire dalla sua condizione c'è, però da qui non possiamo fare interventi diretti, solo aiutarla a riflettere e ad orientarsi.
Legga questi articoli per informarsi sulla psicoterapia e sui vari approcci e magari ci faccia sapere le sue riflessioni
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
comprendo la sua delusione rispetto al percorso terapeutico precedente, sono molte le variabili che incidono sulla riuscita di un percorso. Il fatto che abbia scelto suo padre, ad esempio, che la motivazione alla cura non partisse da lei, la relazione con il terapeuta...
<E' nutile che vada da uno specialista se non sento l'impulso spontaneo di andarci>
Si certamente, dovrebbe esserne motivato, altrimenti mancherebbe un presupposto essenziale per la costruzione di un buon percorso.
Tuttavia, se scrive a noi, significa che qualche motivazione ad uscire dalla sua condizione c'è, però da qui non possiamo fare interventi diretti, solo aiutarla a riflettere e ad orientarsi.
Legga questi articoli per informarsi sulla psicoterapia e sui vari approcci e magari ci faccia sapere le sue riflessioni
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
[#7]
Utente
Sono solo a casa, poco fa ho tirato fuori dopo anni mie foto vecchie di famiglia e un album mio personale dalla nascita fino all'adolescenza. Io in fasce, i primi passi, i miei genitori, le vacanze, i compleanni, gli amici di allora, le gite con la scuola..e poi i parenti, tutti i familiari riuniti per vari festeggiamenti (i miei 18 anni, i 50 anni di matrimonio dei miei nonni), le vacanze fatte assieme, l'ultima vacanza fatta dai miei genitori prima che si lasciassero...la cosa che mi ha colpito è io che rido in quasi tutte le foto e così mia madre.
Scorro l'album personale e via via che cresco vedo che dalle foto di gruppo si passa alle foto dove ci sono solamente io, come se avessi appena sfogliato la progressione della mia solitudine..le ultime foto, 2 o 3, sono di me sul letto della mia camera, 1996 o giù di lì, con una faccia spenta che neanche sembro lo stesso di solo 2 foto fa. Il sorriso sparito, solo un leggero abbozzo tradito dagli occhi inespressivi. Altre foto sono di me in pigiama davanti alla tv, con mia sorella che mi abbraccia da dietro ed io che resto impassibile.
Confesso che quella carrellata di foto è stata una mazzata, ho pianto molto e tutt'ora ripensando a quel mio volto non è che me la passo bene...neanche mia madre ride più, perlomeno non come allora, e la mia famiglia è divisa in 3 pezzi, anzi 4 considerandomi pezzo a sé stante...mio padre si è rifatto una vita altrove, mia madre vive da sua madre ed io con mia sorella, ma non c'entro molto con lei, che vive in funzione del marito. Le vacanze assieme? Mai più fatte. L'ultima la feci io con mio padre in Svizzera nel 2004.
Spero che questo mi dia forza per iniziare un percorso..
Scusate, non c'entra col tema ma avevo voglia di sfogarmi.
Scorro l'album personale e via via che cresco vedo che dalle foto di gruppo si passa alle foto dove ci sono solamente io, come se avessi appena sfogliato la progressione della mia solitudine..le ultime foto, 2 o 3, sono di me sul letto della mia camera, 1996 o giù di lì, con una faccia spenta che neanche sembro lo stesso di solo 2 foto fa. Il sorriso sparito, solo un leggero abbozzo tradito dagli occhi inespressivi. Altre foto sono di me in pigiama davanti alla tv, con mia sorella che mi abbraccia da dietro ed io che resto impassibile.
Confesso che quella carrellata di foto è stata una mazzata, ho pianto molto e tutt'ora ripensando a quel mio volto non è che me la passo bene...neanche mia madre ride più, perlomeno non come allora, e la mia famiglia è divisa in 3 pezzi, anzi 4 considerandomi pezzo a sé stante...mio padre si è rifatto una vita altrove, mia madre vive da sua madre ed io con mia sorella, ma non c'entro molto con lei, che vive in funzione del marito. Le vacanze assieme? Mai più fatte. L'ultima la feci io con mio padre in Svizzera nel 2004.
Spero che questo mi dia forza per iniziare un percorso..
Scusate, non c'entra col tema ma avevo voglia di sfogarmi.
[#8]
Gentile Utente,
non si deve scusare, ascoltiamo volentieri il suo sfogo.
Comprendo il suo sentire, il dolore che prova per la sua storia familiare, le foto di gruppo dove lei sorride e quelle successive nelle quali il sorriso scompare...il confronto con una felicità perduta...
Trovi la forza per iniziare un percorso, si asciughi le lacrime, il passato è là e non si può cambiare, ma il presente si e sperare in un futuro sereno iniziando da oggi è possibile...coraggio
Ci faccia sapere
Cari auguri
non si deve scusare, ascoltiamo volentieri il suo sfogo.
Comprendo il suo sentire, il dolore che prova per la sua storia familiare, le foto di gruppo dove lei sorride e quelle successive nelle quali il sorriso scompare...il confronto con una felicità perduta...
Trovi la forza per iniziare un percorso, si asciughi le lacrime, il passato è là e non si può cambiare, ma il presente si e sperare in un futuro sereno iniziando da oggi è possibile...coraggio
Ci faccia sapere
Cari auguri
[#9]
Gentile Utente,
leggendo il Suo primo post, in cui dice che a trent'anni... "30 anni...tempo di chiudere col passato, con quello che si è stati fino ad ora e di ridisegnare idee e progetti.." e poi ciò che scrive in seguito, cioè la pesantezza di tutto ciò che attualmente pare circondarLa, la prima cosa che mi è venuta in mente è che ci sia un bel rischio per Lei di creare un problema dal nulla, andando dietro a miti.
In questo senso sono d'accordo con il Collega Bellizzi: non è detto che a trent'anni si debbano fare determinate cose e si debbano raggiungere determinati traguardi...
Se Lei vive con tali convinzioni e con questa "mission" non farà altro che soffrirne.
Se Lei s'impone questi standard va certamente incontro a frustrazioni, delusioni e malumori. Perchè ovviamente si sentirà inadeguato.
Piuttosto ha voglia di dire quali sono i Suoi obiettivi? E se non li ha messi a fuoco, nessun problema. Può eventualmente farsi aiutare a fare ordine, se attraversa un momento di difficoltà che può capitare a tutti.
Invece mi pare che una vicenda che La fa soffrire sia la separazione dei Suoi genitori e il fatto che la Sua famiglia non sia unita come in passato e come Lei avrebbe desiderato. E' comprensibile. Però mi permetta di fare notare che il modo in cui tutti noi ci raccontiamo gli eventi e ciò che ci succede è determinante per la nostra salute. Perchè? Perchè siamo bravi a raccontarcela, piuttosto che cercare di prendere le distanze e andare avanti con la vita.
Per quanto riguarda la convivenza con Sua sorella: come mai Lei ha scelto di vivere con Sua sorella attualmente? Se non Le sta bene questa soluzione, perchè non va via? Perchè non pianifica delle azioni per poter essere autonomo e indipendente per poter trovare un'altra soluzione?
leggendo il Suo primo post, in cui dice che a trent'anni... "30 anni...tempo di chiudere col passato, con quello che si è stati fino ad ora e di ridisegnare idee e progetti.." e poi ciò che scrive in seguito, cioè la pesantezza di tutto ciò che attualmente pare circondarLa, la prima cosa che mi è venuta in mente è che ci sia un bel rischio per Lei di creare un problema dal nulla, andando dietro a miti.
In questo senso sono d'accordo con il Collega Bellizzi: non è detto che a trent'anni si debbano fare determinate cose e si debbano raggiungere determinati traguardi...
Se Lei vive con tali convinzioni e con questa "mission" non farà altro che soffrirne.
Se Lei s'impone questi standard va certamente incontro a frustrazioni, delusioni e malumori. Perchè ovviamente si sentirà inadeguato.
Piuttosto ha voglia di dire quali sono i Suoi obiettivi? E se non li ha messi a fuoco, nessun problema. Può eventualmente farsi aiutare a fare ordine, se attraversa un momento di difficoltà che può capitare a tutti.
Invece mi pare che una vicenda che La fa soffrire sia la separazione dei Suoi genitori e il fatto che la Sua famiglia non sia unita come in passato e come Lei avrebbe desiderato. E' comprensibile. Però mi permetta di fare notare che il modo in cui tutti noi ci raccontiamo gli eventi e ciò che ci succede è determinante per la nostra salute. Perchè? Perchè siamo bravi a raccontarcela, piuttosto che cercare di prendere le distanze e andare avanti con la vita.
Per quanto riguarda la convivenza con Sua sorella: come mai Lei ha scelto di vivere con Sua sorella attualmente? Se non Le sta bene questa soluzione, perchè non va via? Perchè non pianifica delle azioni per poter essere autonomo e indipendente per poter trovare un'altra soluzione?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#10]
Utente
Grazie per le risposte.
Pensavo che a 30 anni molti sono sistemati su più livelli. A 30 anni ma anche a 25, c'è chi ha già 2 figli, chi è sposato, chi è imprenditore..io non ho niente, non ho neanche una macchina mia, non sono mai stato fidanzato, non penso neanche di avere una famiglia visto che è separata in 3 pezzi, 4 col sottoscritto. Non penso di importi certi standard ma è una riflessione che mi sono fatto...a 30 anni o si ha un passato "solido" o si è carne avariata, specie sul lavoro...questo è quello che mi pare traspare dall'esterno. Questa è stata la mia riflessione, non volevo paragonarmi a nessuno..
Ho scelto di vivere con mia sorella perché non me la sono sentita di abbandonare la casa dove sono cresciuto. I miei genitori l'hanno lasciata a noi ed è l'unica cosa certa che ho. Mi sono informato da un mio collega di lavoro sugli appartamenti in affitto, una stanza poco più grossa della mia camera la fanno 500€ al mese escluse bollette e spese varie. Ed io dovrei caricarmi ulteriormente di pensieri andando a fare i salti mortali..per cosa, poi? Con questo non voglio certo dire di voler fare il viziato o mantenuto (ho le mie spese), ma di certo non posso dire di avere chissà quante possibilità di indipendenza...dovrei parlarne con un eventuale terapeuta, così da mettere a fuoco eventuali obiettivi...e trovare il tasto della luce in questa vita buia...
Pensavo che a 30 anni molti sono sistemati su più livelli. A 30 anni ma anche a 25, c'è chi ha già 2 figli, chi è sposato, chi è imprenditore..io non ho niente, non ho neanche una macchina mia, non sono mai stato fidanzato, non penso neanche di avere una famiglia visto che è separata in 3 pezzi, 4 col sottoscritto. Non penso di importi certi standard ma è una riflessione che mi sono fatto...a 30 anni o si ha un passato "solido" o si è carne avariata, specie sul lavoro...questo è quello che mi pare traspare dall'esterno. Questa è stata la mia riflessione, non volevo paragonarmi a nessuno..
Ho scelto di vivere con mia sorella perché non me la sono sentita di abbandonare la casa dove sono cresciuto. I miei genitori l'hanno lasciata a noi ed è l'unica cosa certa che ho. Mi sono informato da un mio collega di lavoro sugli appartamenti in affitto, una stanza poco più grossa della mia camera la fanno 500€ al mese escluse bollette e spese varie. Ed io dovrei caricarmi ulteriormente di pensieri andando a fare i salti mortali..per cosa, poi? Con questo non voglio certo dire di voler fare il viziato o mantenuto (ho le mie spese), ma di certo non posso dire di avere chissà quante possibilità di indipendenza...dovrei parlarne con un eventuale terapeuta, così da mettere a fuoco eventuali obiettivi...e trovare il tasto della luce in questa vita buia...
[#11]
Gentile Utente,
quando Lei scrive ".a 30 anni o si ha un passato "solido" o si è carne avariata, specie sul lavoro..." , mi pare evidente che ha in mente credenze errate e pregiudizi che però Le ostacolano la vita.
Chi ha detto che a 30 anni si debbano avere figli?
E se Lei avesse voluto, forse li avrebbe già fatti.
Ma evidentemente non è proprio così e non è vero che chi non fa figli entro i 30 anni ha fallito. Ci sono persone che scelgono di non averne.
Il problema è un altro. Lei si sente inadeguato probabilmente perchè vorrebbe costruire qualcosa, ma non riesce, per diverse ragioni.
Allora è utile capire con l'aiuto di uno psicologo che cosa Le ha impedito fin qui di costruire ciò che vuole (magari paure...).
Cordiali saluti,
quando Lei scrive ".a 30 anni o si ha un passato "solido" o si è carne avariata, specie sul lavoro..." , mi pare evidente che ha in mente credenze errate e pregiudizi che però Le ostacolano la vita.
Chi ha detto che a 30 anni si debbano avere figli?
E se Lei avesse voluto, forse li avrebbe già fatti.
Ma evidentemente non è proprio così e non è vero che chi non fa figli entro i 30 anni ha fallito. Ci sono persone che scelgono di non averne.
Il problema è un altro. Lei si sente inadeguato probabilmente perchè vorrebbe costruire qualcosa, ma non riesce, per diverse ragioni.
Allora è utile capire con l'aiuto di uno psicologo che cosa Le ha impedito fin qui di costruire ciò che vuole (magari paure...).
Cordiali saluti,
[#12]
Utente
Sì, penso che sia il caso di rimettere a posto diversi pezzi nella mia vita. Troppe rotture di scatole, troppe sopportazioni, malesseri, disagi..passività...anche per cause non mie...
Mi sono informato sulle diverse "correnti" di terapia, sono molteplici e mi chiedevo come capire quella più adatta a me...
Mi è stato chiesto un obiettivo...ora come ora non ne ho uno sicuro..ma sabato mi sono rivisto mie vecchie foto di quando ero ragazzino..ecco, se dovessi darmi un obiettivo, vorrei ritrovare quel sorriso e quella leggerezza che allora avevo...e che da anni ho perso...
Mi sono informato sulle diverse "correnti" di terapia, sono molteplici e mi chiedevo come capire quella più adatta a me...
Mi è stato chiesto un obiettivo...ora come ora non ne ho uno sicuro..ma sabato mi sono rivisto mie vecchie foto di quando ero ragazzino..ecco, se dovessi darmi un obiettivo, vorrei ritrovare quel sorriso e quella leggerezza che allora avevo...e che da anni ho perso...
[#13]
"vorrei ritrovare quel sorriso e quella leggerezza che allora avevo...e che da anni ho perso..."
Credo che uno psicologo psicoterapeuta possa aiutarLa a declinare meglio i Suoi obiettivi, nel senso che va bene come finalità aumentare il benessere ma occorre ridefinire meglio i propri obiettivi e avere poi in mente come fare per raggiungerli. Per questa ragione ritengo sia un'ottima idea sentire di persona uno psicologo psicoterapeuta.
Come fare a capire quale terapia sia la più adatta?
In questo momento non si può parlare di psicoterapia, perchè non è detto che ne abbia bisogno. Senta un collega di persona e poi magari mi faccia sapere che cosa è emerso dalla consulenza.
Cordiali saluti,
Credo che uno psicologo psicoterapeuta possa aiutarLa a declinare meglio i Suoi obiettivi, nel senso che va bene come finalità aumentare il benessere ma occorre ridefinire meglio i propri obiettivi e avere poi in mente come fare per raggiungerli. Per questa ragione ritengo sia un'ottima idea sentire di persona uno psicologo psicoterapeuta.
Come fare a capire quale terapia sia la più adatta?
In questo momento non si può parlare di psicoterapia, perchè non è detto che ne abbia bisogno. Senta un collega di persona e poi magari mi faccia sapere che cosa è emerso dalla consulenza.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 9.2k visite dal 06/09/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.