Convivenza insicurezza sesso
Gentili Dottori,
vivo da 3 anni all´estero. Circa un anno fa ho conosciuto un ragazzo. Abbiamo inziato una relazione inizialmente basata principalmente sul sesso, giacché lui si sarebbe trasferito due mesi dopo a 600 km di distanza per lavoro. Lui aveva alle spalle un rapporto a distanza e nessuna voglia di intraprenderne un altro. Io, dopo il primo amore e un rapporto travagliato, avevo avuto solo relazioni superficiali e di breve durata. Ci siamo tuttavia ben presto resi conto che ci stavamo innamorando. Dopo il suo trasferimento abbiamo continuato a vederci (circa 3 week end al mese) e la distanza non ha fatto altro che accrescere il nostro amore e la voglia di stare insieme. Per me si é aperto un mondo che non conoscevo: ho realizzato tutto a un tratto quanto lo stare insieme con un persona potesse rendermi felice e quanta energia positiva potessi trarne, laddove invece il mio unico rapporto lungo mi aveva ridotto uno straccio, psicologicamente e fisicamente (a causa dello stress arrivai a pesare 47 kg) e gli altri brevi incontri, apparte il divertimento momentaneo, non mi avevano lasciato nulla. Per lui, che ha un lavoro molto stressante e di responsabilitá (lavora dalle 12 alle 14 ore al giorno), sono, a detta sua, il lato piú bello della sua vita, ció che gli permette di superare i suoi difficili compiti. Passano i mesi e la voglia di stare insieme si fa sempre piú forte: gli addii diventano sempre piú sofferti, la mancanza dell´altro si fa, da entrambe le parti, sempre piú forte. Un mese fa é cominciata la nostra vita insieme. Io mi sono trasferita da lui, cittá nuova, in un paese straniero (dove comunque ho vissuto giá tre anni e di cui conosco bene anche la lingua), senza amici o conoscenti. Lavoro a casa (sto scrivendo la mia tesi di dottorato). Il mio ragazzo (che ha 10 anni piu´di me) é tutto il giorno (fino a sera, come detto) fuori. Questa situazione si protrarrá per circa due anni, tempo a lui necessario per acquisire esperienza e passare a un lavoro piú normale. Parliamo di futuro, di figli, di quanto sia importante che entrambi i genitori siano presenti. Insomma, ho finalmente trovato una certa sicurezza. Ebbene, io non mi sono mai sentita cosí insicura nella mia vita come adesso. Ho paura di sbagliare, di mandare all´aria tutto, di non essere abbastanza per lui, non da ultimo di non essere abbastanza attraente. E qui viene l´ultmo punto del titolo. A volte lo cerco, durante la settimana, ma lui spesso non ha voglia, dice che é stanco, stressato, che non riesce a staccare mentalmente dal lavoro. La nostra vita sessuale é stata sempre ricca e, durante i week end, lo é ancora. Ma durante la settimana latita. Io non riesco a immaginare niente di meglio che perdersi tra le braccia della persona amata per scacciare lo stress, mentre per lui non é cosí. E da qui di nuovo il pensiero di non essere abbastanza, che lui non mi trovi piú interessante, non abbastanza bella, che mi dia per scontata. Mi scuso per la lunghezza e vi ringrazio.
vivo da 3 anni all´estero. Circa un anno fa ho conosciuto un ragazzo. Abbiamo inziato una relazione inizialmente basata principalmente sul sesso, giacché lui si sarebbe trasferito due mesi dopo a 600 km di distanza per lavoro. Lui aveva alle spalle un rapporto a distanza e nessuna voglia di intraprenderne un altro. Io, dopo il primo amore e un rapporto travagliato, avevo avuto solo relazioni superficiali e di breve durata. Ci siamo tuttavia ben presto resi conto che ci stavamo innamorando. Dopo il suo trasferimento abbiamo continuato a vederci (circa 3 week end al mese) e la distanza non ha fatto altro che accrescere il nostro amore e la voglia di stare insieme. Per me si é aperto un mondo che non conoscevo: ho realizzato tutto a un tratto quanto lo stare insieme con un persona potesse rendermi felice e quanta energia positiva potessi trarne, laddove invece il mio unico rapporto lungo mi aveva ridotto uno straccio, psicologicamente e fisicamente (a causa dello stress arrivai a pesare 47 kg) e gli altri brevi incontri, apparte il divertimento momentaneo, non mi avevano lasciato nulla. Per lui, che ha un lavoro molto stressante e di responsabilitá (lavora dalle 12 alle 14 ore al giorno), sono, a detta sua, il lato piú bello della sua vita, ció che gli permette di superare i suoi difficili compiti. Passano i mesi e la voglia di stare insieme si fa sempre piú forte: gli addii diventano sempre piú sofferti, la mancanza dell´altro si fa, da entrambe le parti, sempre piú forte. Un mese fa é cominciata la nostra vita insieme. Io mi sono trasferita da lui, cittá nuova, in un paese straniero (dove comunque ho vissuto giá tre anni e di cui conosco bene anche la lingua), senza amici o conoscenti. Lavoro a casa (sto scrivendo la mia tesi di dottorato). Il mio ragazzo (che ha 10 anni piu´di me) é tutto il giorno (fino a sera, come detto) fuori. Questa situazione si protrarrá per circa due anni, tempo a lui necessario per acquisire esperienza e passare a un lavoro piú normale. Parliamo di futuro, di figli, di quanto sia importante che entrambi i genitori siano presenti. Insomma, ho finalmente trovato una certa sicurezza. Ebbene, io non mi sono mai sentita cosí insicura nella mia vita come adesso. Ho paura di sbagliare, di mandare all´aria tutto, di non essere abbastanza per lui, non da ultimo di non essere abbastanza attraente. E qui viene l´ultmo punto del titolo. A volte lo cerco, durante la settimana, ma lui spesso non ha voglia, dice che é stanco, stressato, che non riesce a staccare mentalmente dal lavoro. La nostra vita sessuale é stata sempre ricca e, durante i week end, lo é ancora. Ma durante la settimana latita. Io non riesco a immaginare niente di meglio che perdersi tra le braccia della persona amata per scacciare lo stress, mentre per lui non é cosí. E da qui di nuovo il pensiero di non essere abbastanza, che lui non mi trovi piú interessante, non abbastanza bella, che mi dia per scontata. Mi scuso per la lunghezza e vi ringrazio.
[#1]
Gentile ragazza la pretesa che le cose rimangano invariate nel tempo è fonte di ansia e stress. Anche la dimensione sessuale con il lavoro, con la convivenza ecc si modifica. NON bisogna pretendere che le cose vadano a seconda di come noi vorremmo che andassero. Ci si scontra con realtà differenti. Il segreto, quindi, starebbe nella capacità di adattarsi e accettare il cambiamento. Altrimenti nascono dubbi che potrebbero non avere nulla a che fare con la realtà ma che non ci permettono di vivere.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
...Cosa mi consiglia per superare questo momento ed evitare che le mie ansie possano creare stress all´interno del mio rapporto e danneggiarlo? ...
faccia questa lettura, intanto,
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
e poi ponderi la possibilità di parlarne con un terapeuta
faccia questa lettura, intanto,
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
e poi ponderi la possibilità di parlarne con un terapeuta
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
concordo con quanto scritto dal Dr. De Vincentiis. Le viene difficile accettare i cambiamenti che la convivenza ha portato? Di solito come vive i cambiamenti?
Inoltre, Lei afferma di aver trovato una sicurezza che sembra dipendere da progetti futuri (figli, genitorialità, vita di coppia), ma allo stesso tempo sostiene di sentirsi insicura. D'altra parte pensare al futuro è normale che metta ansia, in quanto il futuro è sconosciuto, non prevedibile e non controllabile. Ha provato a portare la sua attenzione al momento presente? Riesce a trarre delle gratificazioni ora, senza dover necessariamente pensare al futuro (quando il suo compagno avrà più tempo per lei e avrete dei figli)?
Un'ultima cosa... come mai si sente già data per scontata dopo solo pochi mesi di relazione?
Cordialmente
concordo con quanto scritto dal Dr. De Vincentiis. Le viene difficile accettare i cambiamenti che la convivenza ha portato? Di solito come vive i cambiamenti?
Inoltre, Lei afferma di aver trovato una sicurezza che sembra dipendere da progetti futuri (figli, genitorialità, vita di coppia), ma allo stesso tempo sostiene di sentirsi insicura. D'altra parte pensare al futuro è normale che metta ansia, in quanto il futuro è sconosciuto, non prevedibile e non controllabile. Ha provato a portare la sua attenzione al momento presente? Riesce a trarre delle gratificazioni ora, senza dover necessariamente pensare al futuro (quando il suo compagno avrà più tempo per lei e avrete dei figli)?
Un'ultima cosa... come mai si sente già data per scontata dopo solo pochi mesi di relazione?
Cordialmente
[#5]
Utente
Grazie per l´articolo Dott. De Vincentiis. Se ho colto il messaggio, non dovrei rompermi la testa nel cercare una soluzione al problema, dato che il problema non sussiste. Sul fatto che io abbia una falsata percezione della realtá in questo momento non ci sono dubbi. Vorrei dirLe quindi, Gentile Dott. Bellomi, che il mio ragazzo in realtá non mi da affatto per scontata, perché mi dimostra sempre quanto mi pensa e ci tiene a me. Grossi cambiamenti ne ho intraspresi nella mia vita (primo tra tutti, quello di andare a vivere all´estero). Li ho sempre volutamente intrapresi, perché vedo nel cambiamento un´occasione di crescita. Ció non toglie che ci sia stato anche in passato qualche momento di difficoltá dovuta a processi di assestamento. Diverso era peró il fatto di poter esercitare pieno controllo sulla situazione (o perlomeno ne avevo la percezione). Ora siamo in due. Forse é proprio questo il mio problema e l´ansia viene dal mancato controllo. Il momento presente é un po´ difficile per me in quanto il mio compagno é tutto il giorno assente, io non conosco ancora nessuno qui etc.. Diciamo che il contorno, pur non costituendo il problema di per sé, non aiuta. Del futuro se ne parla molto é vero. Per il mio compagno significa dare un senso ai sacrifici che fa adesso (stress, vita sociale e familiare azzerata, week end a parte), perché l´esperienza maturata gli consentirá di passare a un lavoro piú umano. Per me ha un duplice significato: la gioia di pensare una vita insieme alla persona che amo, ma anche, devo essere sincera, una sorta di memento per lui, come se mi dovesse garantire che un domani avrá piú tempo per me e per la sua famiglia. Insomma, io cerco di non fargli pesare una situazione che a tratti trovo peró difficile da affrontare. Ma fare sacrifici per l´altro, per la sua, per la nostra realizzazione, fa parte del pacchetto quando si decidere di convivere, di condividere una vita insieme, o sbaglio? Ringrazio tutti ancora una volta per l´attenzione.
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
Se, come lei dice, in questo momento sente di avere una falsata percezione della realtá e ha paura che le sue ansie possano creare stress all´interno del rapporto danneggiandolo, può sempre rivolgersi ad un servizio di supporto psicologico. In questo modo avrebbe la possibilità di esplorare meglio i temi a lei più cari e il suo rapporto con il bisogno di controllo sulle situazioni.
Per quanto riguarda la necessità di fare dei sacrifici per la vita di coppia e scendere a compromessi non ci sono dubbi, è normale. Non dimentichi però l'importanza della realizzazione personale, della rete amicale e dei propri hobby.... cerchi di darsi la possibilità di trarre delle gratificazioni anche fuori dalla sua relazione sentimentale, sfruttando le opportunità che questa nuova esperienza le può offrire.
Se le fa piacere ci tenga aggiornati.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda la necessità di fare dei sacrifici per la vita di coppia e scendere a compromessi non ci sono dubbi, è normale. Non dimentichi però l'importanza della realizzazione personale, della rete amicale e dei propri hobby.... cerchi di darsi la possibilità di trarre delle gratificazioni anche fuori dalla sua relazione sentimentale, sfruttando le opportunità che questa nuova esperienza le può offrire.
Se le fa piacere ci tenga aggiornati.
Cordiali saluti
[#7]
Utente
Gentili Dottori,
mi fa piacere aggiornarvi sulla ma situazione. Premetto che si avvicina il mio appuntamento con lo psichiatra, fissato per il 13 di novembre. In questo periodo ho scavato molto dentro me e sono come riemerse cose che avevo non so se dimenticato, cercato di ignorare o cosa. Isomma, quando avevo dai sei agli otto anni un gruppo di cinque ragazzini tra i 4 e i 6 anni piú grandi mi ha costretto piú volte a pratiche sessuali contro la mia volontá, minacciandomi con un coltello, e procurandomi delle ferite in alcune occasioni, trattenendomi con la forza, spogliandosi, spogliandomi e strusciandosi contro di me, toccandomi con le mani e oggetti vari e toccandosi, scattando foto e minacciandomi di farle vedere ai miei genitori. Ho urlato, ho cercato di scappare, nessuno mi ha mai sentito perché mi portavano in luoghi isolati (vicino alla nostra casa vacanze in campagna ci sono cmpi sterminati e noi bambni eravamo lasciati liberi di giocare e di allontanarci senza destare sospetti). Non ho mai raccontato nulla per vergogna, perché mi sentivo colpevole che avessero scelto proprio me all´interno del gruppo. Dieci anni fa ho comnciato a soffrire di anoressia e, in alcune occasioni, mi sono tagliata. Ora sto fisicamente bene ma, come potete vedere, mi porto dietro grossi problemi di insicurezza e senso di colpa. Ieri ho parlato per la prima volta col mio ragazzo di questi episodi; non avevo mai avuto il coraggio di farlo con nessuno. Lui é stato un tesoro, mi ha tenuto ore tra le sue braccia mentre piangevo. Oggi é tutto tremendamente vivo, la sofferenza che ho provato 20 anni fa,come se fosse capitato tutto ieri. Scusate, forse voglio solo sfogarmi oggi. Non vedo l´ora di intraprendere il mio percorso, anche se so che fará male. Vi ringrazio.
mi fa piacere aggiornarvi sulla ma situazione. Premetto che si avvicina il mio appuntamento con lo psichiatra, fissato per il 13 di novembre. In questo periodo ho scavato molto dentro me e sono come riemerse cose che avevo non so se dimenticato, cercato di ignorare o cosa. Isomma, quando avevo dai sei agli otto anni un gruppo di cinque ragazzini tra i 4 e i 6 anni piú grandi mi ha costretto piú volte a pratiche sessuali contro la mia volontá, minacciandomi con un coltello, e procurandomi delle ferite in alcune occasioni, trattenendomi con la forza, spogliandosi, spogliandomi e strusciandosi contro di me, toccandomi con le mani e oggetti vari e toccandosi, scattando foto e minacciandomi di farle vedere ai miei genitori. Ho urlato, ho cercato di scappare, nessuno mi ha mai sentito perché mi portavano in luoghi isolati (vicino alla nostra casa vacanze in campagna ci sono cmpi sterminati e noi bambni eravamo lasciati liberi di giocare e di allontanarci senza destare sospetti). Non ho mai raccontato nulla per vergogna, perché mi sentivo colpevole che avessero scelto proprio me all´interno del gruppo. Dieci anni fa ho comnciato a soffrire di anoressia e, in alcune occasioni, mi sono tagliata. Ora sto fisicamente bene ma, come potete vedere, mi porto dietro grossi problemi di insicurezza e senso di colpa. Ieri ho parlato per la prima volta col mio ragazzo di questi episodi; non avevo mai avuto il coraggio di farlo con nessuno. Lui é stato un tesoro, mi ha tenuto ore tra le sue braccia mentre piangevo. Oggi é tutto tremendamente vivo, la sofferenza che ho provato 20 anni fa,come se fosse capitato tutto ieri. Scusate, forse voglio solo sfogarmi oggi. Non vedo l´ora di intraprendere il mio percorso, anche se so che fará male. Vi ringrazio.
[#9]
Gentile Utente,
non ho molto da aggiungere a quanto suggerito dai Colleghi, che in un modo o nell'altro le hanno permesso di iniziare, già da qui, una prima forma di elaborazione.
Come vede non è stato difficile togliere il "tappo", in un secondo tutto è scoppiato. Ora la cosa migliore è dare un seguito a questo processo, magari associando alla visita psichiatrica un percorso psicoterapeutico.
Il che non le impedisce nel frattempo di colmare concretamente quelle "lacune" di cui parla descrivendo il Suo quotidiano. Si sente sola? Si sente nervosa? Bene, perché non inizia a fare sport? Si iscriva ad un corso, dove possa conoscere altre persone.
Spesso i consigli della "nonna" servono a sbloccare situazioni congelate da anni. Vedrà che sarà meno difficile di quanto pensa.
Buon lavoro.
non ho molto da aggiungere a quanto suggerito dai Colleghi, che in un modo o nell'altro le hanno permesso di iniziare, già da qui, una prima forma di elaborazione.
Come vede non è stato difficile togliere il "tappo", in un secondo tutto è scoppiato. Ora la cosa migliore è dare un seguito a questo processo, magari associando alla visita psichiatrica un percorso psicoterapeutico.
Il che non le impedisce nel frattempo di colmare concretamente quelle "lacune" di cui parla descrivendo il Suo quotidiano. Si sente sola? Si sente nervosa? Bene, perché non inizia a fare sport? Si iscriva ad un corso, dove possa conoscere altre persone.
Spesso i consigli della "nonna" servono a sbloccare situazioni congelate da anni. Vedrà che sarà meno difficile di quanto pensa.
Buon lavoro.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#10]
Utente
Cari Dottori,
so che é passato parecchio tempo dl mio consulto ma preferisco continuare a scrivere qui che in un´altra pagina. Come vi dicevo ho iniziato nel dicembre scorso una psicoterapia. Sono stati mesi che definire infernali é poco. Dopo i primi ricordi, sono venute a galla cose molto spiacevoli che mi sono accadute. Non voglio usare francesismi: sono stata ripetutamente violentata da conoscenti dei miei genitorida bambina. Loro non hanno visto, non mi hanno protetto, o non abbastanza. Al momento ho interrotto i contatti. Ho vissuto mesi in preda a flashbacks, incubi, lacrime. Da circa due mesi, grazie anche alla bravissima terapeuta che ho avuto la fortuna di incontrare, sto molto meglio. Il rapporto con il mio ragazzo ha ovviamente sofferto in quel periodo, anche a causa dei miei conmportamenti estremi (primo fra tutti, l´autolesionismo). Lui ha vinto una borsa di studio per un master di nove mesi in Inghilterra. Io sono flessibile e potrei seguirlo, ma lui preferirebbe partire da solo. Dice che deve riprendersi dai mesi passati, duri a causa,prima di tuttodel suo lavoro, poi della situazione con me. Inoltre, vuole capire se é pronto a un eventuale matrimonio. Vuole stare con me ma in questo momento si allontana. La mia terapeuta dice che sarebbe deleterio se lui partisse senza di me perché sarebbe una sconfitta per la coppia. Io penso che se parte da solo si convincerá che sta meglio senza di me. Lí infatti sará tutto nuovo, avrá moltissimo tempo libero perché il master non é molto impegnativo. Di certo il confronto con i mesi passati e le tante difficoltá non puó reggere.
Ho paura i soffrire tanto, ancora. Ora sto, come dicevo, molto meglio, posso lavorare, uscire, condurre una vita di nuovo normale. Ho bisogno solo di un po´ di tranquillitá.
Mi piacerebbe avere un vostro parere sulla situazione.
Grazie mille.
so che é passato parecchio tempo dl mio consulto ma preferisco continuare a scrivere qui che in un´altra pagina. Come vi dicevo ho iniziato nel dicembre scorso una psicoterapia. Sono stati mesi che definire infernali é poco. Dopo i primi ricordi, sono venute a galla cose molto spiacevoli che mi sono accadute. Non voglio usare francesismi: sono stata ripetutamente violentata da conoscenti dei miei genitorida bambina. Loro non hanno visto, non mi hanno protetto, o non abbastanza. Al momento ho interrotto i contatti. Ho vissuto mesi in preda a flashbacks, incubi, lacrime. Da circa due mesi, grazie anche alla bravissima terapeuta che ho avuto la fortuna di incontrare, sto molto meglio. Il rapporto con il mio ragazzo ha ovviamente sofferto in quel periodo, anche a causa dei miei conmportamenti estremi (primo fra tutti, l´autolesionismo). Lui ha vinto una borsa di studio per un master di nove mesi in Inghilterra. Io sono flessibile e potrei seguirlo, ma lui preferirebbe partire da solo. Dice che deve riprendersi dai mesi passati, duri a causa,prima di tuttodel suo lavoro, poi della situazione con me. Inoltre, vuole capire se é pronto a un eventuale matrimonio. Vuole stare con me ma in questo momento si allontana. La mia terapeuta dice che sarebbe deleterio se lui partisse senza di me perché sarebbe una sconfitta per la coppia. Io penso che se parte da solo si convincerá che sta meglio senza di me. Lí infatti sará tutto nuovo, avrá moltissimo tempo libero perché il master non é molto impegnativo. Di certo il confronto con i mesi passati e le tante difficoltá non puó reggere.
Ho paura i soffrire tanto, ancora. Ora sto, come dicevo, molto meglio, posso lavorare, uscire, condurre una vita di nuovo normale. Ho bisogno solo di un po´ di tranquillitá.
Mi piacerebbe avere un vostro parere sulla situazione.
Grazie mille.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 3.7k visite dal 04/09/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.