Ricerca di indipendenza dai genitori
caro dottore,
sono una figlia di 32 anni, sposata da due e in attesa di 4 mesi del mio primo figlio.Ho sempre avuto un ottimo rapporto con i miei genitori (sono figlia unica), o forse ho solo creduto di avere un bel rapporto. Per non deluderli (essendo figlia unica e femmina, ma soprattutto vivendo in una mentalità del sud dove la figlia femmina “vive” eternamente a casa dei suoi portandosi dietro il marito anche dopo il matrimonio e dove il figlio maschio “abbandonerà la sua famiglia per stare con quella della moglie) ho sempre represso i miei desideri di adolescente: comprare abbigliamento firmato, tornare a casa più tardi (invece lasciavo gli amici appena un po dopo che ci eravamo ritrovati perché quando loro uscivano io dovevo tornare a casa), andare a ballare, mettere una minigonna, rinunciare alla pizza o alla gita con i miei per stare di più col mio ragazzo o con i miei amici…
Forse saranno sciocchezze, ma credo siano cose che un adolescente fa, le “guerre” che fa con il suo genitore…e che io non ho fatto sapendo che se l’avessi fatto li avrei delusi.
Dopo il matrimonio, anche se non ben accettato dai miei a causa dell’umiltà di mio marito, mi sono sentita libera di poter fare quello che volevo: alzarmi alle 11 la domenica mattina, comprarmi qualcosa in più, uscire e tornare quando volevo…non che però sia diventata o abbia perso gli insegnamenti, l’educazione e il rispetto che i miei mi hanno trasmesso.
Oggi a causa di una gravidanza non facile, dovendo stare a riposo (anche se non assoluto - posso uscire per una piccola passeggiata), mi ritrovo ad aver litigato con mia madre perché ho rinunciato a trasferirmi a casa sua (casa dei miei) preferendo di rimanere a casa mia e di mio marito. Si è scatenato il putiferio!
Io sono diventata quella plagiata da mio marito, lui mi “comanda”, loro per me non contano più, io sono cambiata, le altre figlie, persone intelligenti e garbate, nelle mie stesse condizioni si sono trasferite a casa dei genitori…eccetera, eccetera…
Forse sto combattendo quella “guerra” che non ho combattuto in adolescenza, i mei non sono mai stati abituati ai miei NO ecco perché adesso mi credono cambiata e plagiata?
Ma posso voler restare a casa, anche se sola dalla mattina alla sera che ritorna mio marito dal lavoro, ad alzarmi alle 9 del mattino (visto la gravidanza), a leggere un libro, a guardare qualcosa su internet, ad aspettare il ritorno a casa di mio marito, il suo abbraccio, a guardarlo cucinare e fare faccende domestiche per me, dormire accanto a lui, oppure devo privarmi di tutto questo e tornare a casa dei mei per altri 5 mesi? e cioè vedere mio marito per due ore la sera, oltretutto davanti a loro dove non riusciremo a scambiarci un abbraccio, a raccontarci le vicende della giornata...
Io sono molto combattuta, se rimango a casa so di stare bene, ma le parole di mia madre mi fanno molto male.
Questa "guerra" potrebbe portare a qualcosa o il mio comportamento è sbagliato?
Spero possiate aiutarmi
Grazie mille!
sono una figlia di 32 anni, sposata da due e in attesa di 4 mesi del mio primo figlio.Ho sempre avuto un ottimo rapporto con i miei genitori (sono figlia unica), o forse ho solo creduto di avere un bel rapporto. Per non deluderli (essendo figlia unica e femmina, ma soprattutto vivendo in una mentalità del sud dove la figlia femmina “vive” eternamente a casa dei suoi portandosi dietro il marito anche dopo il matrimonio e dove il figlio maschio “abbandonerà la sua famiglia per stare con quella della moglie) ho sempre represso i miei desideri di adolescente: comprare abbigliamento firmato, tornare a casa più tardi (invece lasciavo gli amici appena un po dopo che ci eravamo ritrovati perché quando loro uscivano io dovevo tornare a casa), andare a ballare, mettere una minigonna, rinunciare alla pizza o alla gita con i miei per stare di più col mio ragazzo o con i miei amici…
Forse saranno sciocchezze, ma credo siano cose che un adolescente fa, le “guerre” che fa con il suo genitore…e che io non ho fatto sapendo che se l’avessi fatto li avrei delusi.
Dopo il matrimonio, anche se non ben accettato dai miei a causa dell’umiltà di mio marito, mi sono sentita libera di poter fare quello che volevo: alzarmi alle 11 la domenica mattina, comprarmi qualcosa in più, uscire e tornare quando volevo…non che però sia diventata o abbia perso gli insegnamenti, l’educazione e il rispetto che i miei mi hanno trasmesso.
Oggi a causa di una gravidanza non facile, dovendo stare a riposo (anche se non assoluto - posso uscire per una piccola passeggiata), mi ritrovo ad aver litigato con mia madre perché ho rinunciato a trasferirmi a casa sua (casa dei miei) preferendo di rimanere a casa mia e di mio marito. Si è scatenato il putiferio!
Io sono diventata quella plagiata da mio marito, lui mi “comanda”, loro per me non contano più, io sono cambiata, le altre figlie, persone intelligenti e garbate, nelle mie stesse condizioni si sono trasferite a casa dei genitori…eccetera, eccetera…
Forse sto combattendo quella “guerra” che non ho combattuto in adolescenza, i mei non sono mai stati abituati ai miei NO ecco perché adesso mi credono cambiata e plagiata?
Ma posso voler restare a casa, anche se sola dalla mattina alla sera che ritorna mio marito dal lavoro, ad alzarmi alle 9 del mattino (visto la gravidanza), a leggere un libro, a guardare qualcosa su internet, ad aspettare il ritorno a casa di mio marito, il suo abbraccio, a guardarlo cucinare e fare faccende domestiche per me, dormire accanto a lui, oppure devo privarmi di tutto questo e tornare a casa dei mei per altri 5 mesi? e cioè vedere mio marito per due ore la sera, oltretutto davanti a loro dove non riusciremo a scambiarci un abbraccio, a raccontarci le vicende della giornata...
Io sono molto combattuta, se rimango a casa so di stare bene, ma le parole di mia madre mi fanno molto male.
Questa "guerra" potrebbe portare a qualcosa o il mio comportamento è sbagliato?
Spero possiate aiutarmi
Grazie mille!
[#1]
Gentile signora,
innanzitutto complimenti per tutto ciò che è riuscita a costruire fin qui!
Molto spesso vediamo nelle consultazioni psicologiche da una parte adolescenti che non fanno le guerre di cui Lei parla, ma dall'altra genitori che non mollano!
Le ragioni potrebbero essere tante: Lei ha ben espresso le Sue, cioè la paura di deluderli e di sembrare ai loro occhi maleducata e ribelle...
Forse i Suoi genitori hanno solo paura di perdere la loro unica figlia che, se ci pensa bene, stanno continuando ad accudire come fosse una bimba...
Comprendo il fatto che Lei sia combattuta tra le due cose, ma è arrivato il momento di crescere e di rendersi indipendenti e autonomi dai genitori, mi pare Lei sia sulla buona strada, anche nell'ottica di fare la mamma serenamente tra pochi mesi.
E' possibile che i Suoi genitori non capiranno mai, non certo per cattiveria, ma forse per cultura o per paura, ed è per questo che deve essere molto saggia nel relazionarsi con loro, riconoscendo e accettando i loro limiti.
Buona giornata e auguri per la Sua maternità!
innanzitutto complimenti per tutto ciò che è riuscita a costruire fin qui!
Molto spesso vediamo nelle consultazioni psicologiche da una parte adolescenti che non fanno le guerre di cui Lei parla, ma dall'altra genitori che non mollano!
Le ragioni potrebbero essere tante: Lei ha ben espresso le Sue, cioè la paura di deluderli e di sembrare ai loro occhi maleducata e ribelle...
Forse i Suoi genitori hanno solo paura di perdere la loro unica figlia che, se ci pensa bene, stanno continuando ad accudire come fosse una bimba...
Comprendo il fatto che Lei sia combattuta tra le due cose, ma è arrivato il momento di crescere e di rendersi indipendenti e autonomi dai genitori, mi pare Lei sia sulla buona strada, anche nell'ottica di fare la mamma serenamente tra pochi mesi.
E' possibile che i Suoi genitori non capiranno mai, non certo per cattiveria, ma forse per cultura o per paura, ed è per questo che deve essere molto saggia nel relazionarsi con loro, riconoscendo e accettando i loro limiti.
Buona giornata e auguri per la Sua maternità!
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
<Io sono molto combattuta, se rimango a casa so di stare bene, ma le parole di mia madre mi fanno molto male>
Gentile Signora, immagino il suo dilemma e la sofferenza che le stanno provocando le parole di sua madre.
Non avrei dubbi sul da farsi però, anche se ,perdoni la franchezza, può essere non facile tagliare quel cordone ombelicale invisibile che ancora la lega emotivamente alla sua famiglia che, per cultura e probabili modalità relazionali disfunzionali, pretende ancora che lei segua la loro volontà.
E' evidente che la non adesione ai loro modelli e richieste può generare in lei sensi di colpa che la potrebbero spingere in una direzione non propria.
Certamente da quanto ci dice i suoi non sono abituati ai no, anche se lei ha trovato comunque un modo, grazie alle sue risorse, per uscire dalla famiglia ed emanciparsi, seppur rinunciando a determinati suoi desideri.
Occorre mettere in chiaro una cosa: seguire il suo desiderio di stare a casa sua a trascorrere la gravidanza è legittimo e dovuto. Svincolarsi emotivamente dalla famiglia, non significa abbandonare i genitori nè tantomeno tradirli, ma conquistare quella giusta distanza che consente di amarli ugualmente regolando la relazione con loro in modo consono ad una persona adulta e autonoma.
Ciò consentirà di salvaguardare il suo nucleo, la sua coppia, da improprie intromissioni e di mettere quei necessari confini permeabili tra la sua nuova famiglia e quella originaria.
Le sue sorelle si sono adeguate al modello familiare, non per questo lei è obbligata a fare lo stesso, anzi.
Credo anche che suo marito abbia piacere ad averla vicino e a condividere con lei il periodo della gravidanza, importante per viverla insieme e prepararsi all'arrivo del vostro bambino.
I miei più cari auguri per la sua maternità.
Gentile Signora, immagino il suo dilemma e la sofferenza che le stanno provocando le parole di sua madre.
Non avrei dubbi sul da farsi però, anche se ,perdoni la franchezza, può essere non facile tagliare quel cordone ombelicale invisibile che ancora la lega emotivamente alla sua famiglia che, per cultura e probabili modalità relazionali disfunzionali, pretende ancora che lei segua la loro volontà.
E' evidente che la non adesione ai loro modelli e richieste può generare in lei sensi di colpa che la potrebbero spingere in una direzione non propria.
Certamente da quanto ci dice i suoi non sono abituati ai no, anche se lei ha trovato comunque un modo, grazie alle sue risorse, per uscire dalla famiglia ed emanciparsi, seppur rinunciando a determinati suoi desideri.
Occorre mettere in chiaro una cosa: seguire il suo desiderio di stare a casa sua a trascorrere la gravidanza è legittimo e dovuto. Svincolarsi emotivamente dalla famiglia, non significa abbandonare i genitori nè tantomeno tradirli, ma conquistare quella giusta distanza che consente di amarli ugualmente regolando la relazione con loro in modo consono ad una persona adulta e autonoma.
Ciò consentirà di salvaguardare il suo nucleo, la sua coppia, da improprie intromissioni e di mettere quei necessari confini permeabili tra la sua nuova famiglia e quella originaria.
Le sue sorelle si sono adeguate al modello familiare, non per questo lei è obbligata a fare lo stesso, anzi.
Credo anche che suo marito abbia piacere ad averla vicino e a condividere con lei il periodo della gravidanza, importante per viverla insieme e prepararsi all'arrivo del vostro bambino.
I miei più cari auguri per la sua maternità.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Gentile ragazza, lei scrive: “Io sono molto combattuta, se rimango a casa so di stare bene, ma le parole di mia madre mi fanno molto male”.
Quando sua madre le muove accuse riguardanti la sua decisione di rimanere a casa sua, lei come reagisce? Cosa le risponde e con quale atteggiamento emotivo lo fa?
Ha spiegato a sua madre che le sue parole la feriscono e le fanno male? Ha provato a comunicarle le motivazioni che ha spiegato a noi, con un atteggiamento calmo, sereno ma al tempo stesso deciso?
Probabilmente l’atteggiamento con il quale si è relazionata con i suoi genitori sino a poco tempo fa, li ha portati ad aspettarsi da lei una piena accondiscendenza e non li ha preparati al suo naturale percorso di crescita ed indipendenza, al suo bisogno di seguire i suoi bisogni e non solamente le loro attese. Le loro aspettative di oggi derivano quindi anche da ciò a cui lei li ha abituati, in quanto la sua necessità di compiacerli, il suo timore di deluderli e di sentirsi in colpa, hanno prevalso sul suo bisogno di separazione da loro e di affermazione personale. Probabilmente queste dinamiche sono ancora attive in lei ma adesso ha sperimentalo la vita di coppia, l’indipendenza e sa che vuole andare avanti.
Provi a parlare di tutto questo a sua madre con serenità e dolcezza ma con un tono fermo e sicuro, esprimendole la sua necessità di sentire adesso il bisogno di percepirsi donna, moglie e non solamente figlia. Non è certo che questo possa condurre sua madre a condividere la sua scelta, ma potrebbe essere l'inizio per instaurare con lei un dialogo ed un confronto più autentico in cui, finalmente, anche i suoi bisogni possano trovare spazio.
Sinceri auguri per tutto
Quando sua madre le muove accuse riguardanti la sua decisione di rimanere a casa sua, lei come reagisce? Cosa le risponde e con quale atteggiamento emotivo lo fa?
Ha spiegato a sua madre che le sue parole la feriscono e le fanno male? Ha provato a comunicarle le motivazioni che ha spiegato a noi, con un atteggiamento calmo, sereno ma al tempo stesso deciso?
Probabilmente l’atteggiamento con il quale si è relazionata con i suoi genitori sino a poco tempo fa, li ha portati ad aspettarsi da lei una piena accondiscendenza e non li ha preparati al suo naturale percorso di crescita ed indipendenza, al suo bisogno di seguire i suoi bisogni e non solamente le loro attese. Le loro aspettative di oggi derivano quindi anche da ciò a cui lei li ha abituati, in quanto la sua necessità di compiacerli, il suo timore di deluderli e di sentirsi in colpa, hanno prevalso sul suo bisogno di separazione da loro e di affermazione personale. Probabilmente queste dinamiche sono ancora attive in lei ma adesso ha sperimentalo la vita di coppia, l’indipendenza e sa che vuole andare avanti.
Provi a parlare di tutto questo a sua madre con serenità e dolcezza ma con un tono fermo e sicuro, esprimendole la sua necessità di sentire adesso il bisogno di percepirsi donna, moglie e non solamente figlia. Non è certo che questo possa condurre sua madre a condividere la sua scelta, ma potrebbe essere l'inizio per instaurare con lei un dialogo ed un confronto più autentico in cui, finalmente, anche i suoi bisogni possano trovare spazio.
Sinceri auguri per tutto
Dr.ssa Valentina Visani
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale - Palermo
visanivalentina@virgilio.it
[#4]
Gentile Signora,
mi permetto di aggiungere ancora una cosa a quanto già giustamente detto dalle mie colleghe.
La preparazione dello spazio emotivo che si costruisce per un bambino in arrivo, tanto quanto lo spazio fisico ( quanta cura i futuri genitori mettono nello scegliere il lettino che accoglierà il proprio piccolo, nel preparare la stanza a lui dedicata dcc), è fondamentale per dare un benvenuto ricco e caldo al proprio figlio.
Questa preparazione passa senz'altro attraverso una condivisione e una consapevolezza di coppia, al dedicarsi momenti per far entrare in contatto il futuro papà con il bimbo nella pancia, in modo da cominciare a formare una triade già da questi mesi di attesa.
Dalle sue parole mi sembra di comprendere che questa serenità e questa intimità di coppia a casa dei suoi genitori le sarebbe difficile realizzarla. E mi sembra anche di leggere tra le righe la paura di fare "passi indietro".
Lo spunto di riflessione che voglio darle è che d'ora in poi, diventando lei tra poco mamma, c'è un'altra variabile da tenere in considerazione oltre ai desideri suoi e i desideri dei suoi genitori ovvero ciò che è meglio per il suo bambino. Se lei fosse il suo bambino, dove le piacerebbe stare in questo periodo in cui si prepara alla nascita? Chi vorrebbe prima di tutto imparare a conoscere e ad amare?
Tanti cari auguri
mi permetto di aggiungere ancora una cosa a quanto già giustamente detto dalle mie colleghe.
La preparazione dello spazio emotivo che si costruisce per un bambino in arrivo, tanto quanto lo spazio fisico ( quanta cura i futuri genitori mettono nello scegliere il lettino che accoglierà il proprio piccolo, nel preparare la stanza a lui dedicata dcc), è fondamentale per dare un benvenuto ricco e caldo al proprio figlio.
Questa preparazione passa senz'altro attraverso una condivisione e una consapevolezza di coppia, al dedicarsi momenti per far entrare in contatto il futuro papà con il bimbo nella pancia, in modo da cominciare a formare una triade già da questi mesi di attesa.
Dalle sue parole mi sembra di comprendere che questa serenità e questa intimità di coppia a casa dei suoi genitori le sarebbe difficile realizzarla. E mi sembra anche di leggere tra le righe la paura di fare "passi indietro".
Lo spunto di riflessione che voglio darle è che d'ora in poi, diventando lei tra poco mamma, c'è un'altra variabile da tenere in considerazione oltre ai desideri suoi e i desideri dei suoi genitori ovvero ciò che è meglio per il suo bambino. Se lei fosse il suo bambino, dove le piacerebbe stare in questo periodo in cui si prepara alla nascita? Chi vorrebbe prima di tutto imparare a conoscere e ad amare?
Tanti cari auguri
Dr.ssa Chiara Aiello
www.chiaraaiello.it
[#5]
Utente
Vi ringrazio dottori per le parole che mi avete detto e per l'impegno messoci. Credo di avere ben espresso la mia situazione visto che le vostre risposte sono state tutte mirate alla crescita, all'indipendenza, senza che nessun bene cambi nei loro confronti, nel far cercare di capire le mie scelte ma il potermi trovare di fronte a idee radicate,modelli di vita "antichi"...ecc.
la dottoressa Visani mi chiede se ho spiegato a mia madre che le sue parole mi feriscono e le fanno male, se ho provato a comunicarle le motivazioni che ha spiegato a voi, con un atteggiamento calmo, sereno ma al tempo stesso deciso. Si, ho cercato di farlo, sicuramete sono stata calma e serena, facendole capire che questa è una MIA scelta, che non è indotta dalle parole o dagli obblighi di mio marito come lei si ostina a pensare, ma non c'è niente da fare! dice che se è così allora sono cambiata, loro per me non contano più.E qui credo che sia giusto il vostro parere del "Le loro aspettative di oggi derivano anche da ciò a cui lei li ha abituati".
Purtroppo a casa non si è mai avuta una vera relazione, un parlare dei problemi, ma si era superficiali quando si toccavano gli argomenti intimi e ci si chiudeva a riccio sia da parte dei miei che da parte mia.Mio marito invece mi ha insegnato a parlare, abuttare fuori quello che sento in primis con lui, perché quando c'è un litigio lui vuole capire il motivo,le colpe,le soluzioni...
la dott. Visani mi chiede:Quando sua madre le muove accuse riguardanti la sua decisione di rimanere a casa sua, lei come reagisce? Cosa le risponde e con quale atteggiamento emotivo lo fa?Le dico con molta calma e serenità che io voglio rimanere a casa, perché a casa mia sto bene, non chè alla loro casa non stia bene, ma qui a casa sono più tranquilla,ho le mie abitutdini. Le ho anche detto:ma posso stare a casa con la mia nuova famiglia?mi è stato risposto che nessuno vuole togliermi alla mia famiglia, si tratta solo di un periodo! Mi chiedo:ma quando questo bimbo nascerà ci saranno altre motivazioni per restare a casa:"da sola non ce la fai, il bimbo è piccolo, hai bisogno di una mano, ecc.
Mi sbaglio? questo cordone lo voglio tagliare ora!
Vi accenno anche ad un'altra accusa che mi è stata fatta da mia madre:di qui c'è l'usanza di andare a pranzo la domenica dai genitori. Insieme a mio marito, dopo il matrimonio, abbiamo deciso di alternare le domeniche per accontentare entrambi i genitori (sottolineo il fatto che mio marito non avrebbe voluto andare a pranzo TUTTE le domeniche, ma in maniera saltuaria, senza obblighi, per poterci godere almeno la domenica una giornata tutta per noi nella NOSTRA casa), io invece, sapendo che i miei ci tengono alla domenica assieme lo obbligo a questo rituale (anche se pure in cuor mio a volte vorrei rimanere a casa nostra). Da mia madre mi è stato detto che avrei pure potuto regalare loro una domanica in più visto che SONO LA FIGLIA FEMMINA E L'UNICA FIGLIA, lui invece è il figlio maschio. Ma coso vuol dire????lui non ha una mamma che gli vuole bene????
Quello che più vi chiedo è come posso, sapendo che davanti ho un muro (mia madre) con le sue idee che non cambierà mai e chissà se mai accetterà,con cui non si riesce ad avere un dialogo perché ciò che dico io è sbagliato, perché gli altri nelle mie stesse condizioni si sono trasferiti a casa dei genitori, perché io sono plagiata da mio marito e ciò che dico non è una mia idea, come posso, a cosa posso pensare, come posso parlare, in modo da essere più serena quando parlo con mia madre, quando ci diamo battaglia sull'argomento???
un ultimo punto e chiudo perché credo di essere stata troppo esigente con voi...
è giusto che debba dare prova a mia madre che la mia decisione di rimanere a casa è frutto delle mie idee e non del plagio di mio marito andando per un po di tempo a casa sua come lei mi ha chiesto di fare???
vi ringrazio ancora per la cortese disponibilità
la dottoressa Visani mi chiede se ho spiegato a mia madre che le sue parole mi feriscono e le fanno male, se ho provato a comunicarle le motivazioni che ha spiegato a voi, con un atteggiamento calmo, sereno ma al tempo stesso deciso. Si, ho cercato di farlo, sicuramete sono stata calma e serena, facendole capire che questa è una MIA scelta, che non è indotta dalle parole o dagli obblighi di mio marito come lei si ostina a pensare, ma non c'è niente da fare! dice che se è così allora sono cambiata, loro per me non contano più.E qui credo che sia giusto il vostro parere del "Le loro aspettative di oggi derivano anche da ciò a cui lei li ha abituati".
Purtroppo a casa non si è mai avuta una vera relazione, un parlare dei problemi, ma si era superficiali quando si toccavano gli argomenti intimi e ci si chiudeva a riccio sia da parte dei miei che da parte mia.Mio marito invece mi ha insegnato a parlare, abuttare fuori quello che sento in primis con lui, perché quando c'è un litigio lui vuole capire il motivo,le colpe,le soluzioni...
la dott. Visani mi chiede:Quando sua madre le muove accuse riguardanti la sua decisione di rimanere a casa sua, lei come reagisce? Cosa le risponde e con quale atteggiamento emotivo lo fa?Le dico con molta calma e serenità che io voglio rimanere a casa, perché a casa mia sto bene, non chè alla loro casa non stia bene, ma qui a casa sono più tranquilla,ho le mie abitutdini. Le ho anche detto:ma posso stare a casa con la mia nuova famiglia?mi è stato risposto che nessuno vuole togliermi alla mia famiglia, si tratta solo di un periodo! Mi chiedo:ma quando questo bimbo nascerà ci saranno altre motivazioni per restare a casa:"da sola non ce la fai, il bimbo è piccolo, hai bisogno di una mano, ecc.
Mi sbaglio? questo cordone lo voglio tagliare ora!
Vi accenno anche ad un'altra accusa che mi è stata fatta da mia madre:di qui c'è l'usanza di andare a pranzo la domenica dai genitori. Insieme a mio marito, dopo il matrimonio, abbiamo deciso di alternare le domeniche per accontentare entrambi i genitori (sottolineo il fatto che mio marito non avrebbe voluto andare a pranzo TUTTE le domeniche, ma in maniera saltuaria, senza obblighi, per poterci godere almeno la domenica una giornata tutta per noi nella NOSTRA casa), io invece, sapendo che i miei ci tengono alla domenica assieme lo obbligo a questo rituale (anche se pure in cuor mio a volte vorrei rimanere a casa nostra). Da mia madre mi è stato detto che avrei pure potuto regalare loro una domanica in più visto che SONO LA FIGLIA FEMMINA E L'UNICA FIGLIA, lui invece è il figlio maschio. Ma coso vuol dire????lui non ha una mamma che gli vuole bene????
Quello che più vi chiedo è come posso, sapendo che davanti ho un muro (mia madre) con le sue idee che non cambierà mai e chissà se mai accetterà,con cui non si riesce ad avere un dialogo perché ciò che dico io è sbagliato, perché gli altri nelle mie stesse condizioni si sono trasferiti a casa dei genitori, perché io sono plagiata da mio marito e ciò che dico non è una mia idea, come posso, a cosa posso pensare, come posso parlare, in modo da essere più serena quando parlo con mia madre, quando ci diamo battaglia sull'argomento???
un ultimo punto e chiudo perché credo di essere stata troppo esigente con voi...
è giusto che debba dare prova a mia madre che la mia decisione di rimanere a casa è frutto delle mie idee e non del plagio di mio marito andando per un po di tempo a casa sua come lei mi ha chiesto di fare???
vi ringrazio ancora per la cortese disponibilità
[#6]
Utente
ringrazio la dottoressa Aiello per aver dato un particolare importanza al bambino.
da qui posso ancora una volta esporre ciò che mi è stato detto da mia madre e che ho un po accenato nella risposta precedente.
la dottoressa mi dice ..."Questa preparazione passa senz'altro attraverso una condivisione e una consapevolezza di coppia, al dedicarsi momenti per far entrare in contatto il futuro papà con il bimbo nella pancia, in modo da cominciare a formare una triade già da questi mesi di attesa". E' questo che noi vogliamo, ma quando ho detto a mia madre: posso stare a casa con la mia nuova famiglia?posso aspettare mio marito che torna dal lavoro?possiamo la sera stare sul divano e massaggiare l'olio di mandorle sulla pancia?(a lei questo non l'ho detto perché la sento una cosa molto intima e poi perché come ho già detto a casa non si parlava mai di queste cose come fossero tabù). mi è stato risposto che QUESTE SONO FANTASIE, BISOGNA VEDERE LA REALTA'. e per lei ora la realtà è che dovendo stare a riposo, a casa sola non posso stare, perché comunque vorrò sempre fare qualcosa (fare la polvere, stendere, cucinare,ecc). Io invece non faccio assolutamente niente, sono tutto il giorno a letto o sul divano TRANQUILLA!!!!! è mio marito che provvede a tutto!
da qui posso ancora una volta esporre ciò che mi è stato detto da mia madre e che ho un po accenato nella risposta precedente.
la dottoressa mi dice ..."Questa preparazione passa senz'altro attraverso una condivisione e una consapevolezza di coppia, al dedicarsi momenti per far entrare in contatto il futuro papà con il bimbo nella pancia, in modo da cominciare a formare una triade già da questi mesi di attesa". E' questo che noi vogliamo, ma quando ho detto a mia madre: posso stare a casa con la mia nuova famiglia?posso aspettare mio marito che torna dal lavoro?possiamo la sera stare sul divano e massaggiare l'olio di mandorle sulla pancia?(a lei questo non l'ho detto perché la sento una cosa molto intima e poi perché come ho già detto a casa non si parlava mai di queste cose come fossero tabù). mi è stato risposto che QUESTE SONO FANTASIE, BISOGNA VEDERE LA REALTA'. e per lei ora la realtà è che dovendo stare a riposo, a casa sola non posso stare, perché comunque vorrò sempre fare qualcosa (fare la polvere, stendere, cucinare,ecc). Io invece non faccio assolutamente niente, sono tutto il giorno a letto o sul divano TRANQUILLA!!!!! è mio marito che provvede a tutto!
[#7]
Carissima Signora,
il dato di fatto è che per lei e sua mamma quando si parla di realtà si parla di due cose ben diverse.
Come se per sua mamma realtà volesse dire "fatti concreti" e per lei volesse dire anche "sentimenti e relazioni".
Per quanto mi riguarda le posso dire che la realtà scientifica, fatta di ricerche e studi di lunga data sulla psicologia perinatale (ovvero del bambino nella pancia della mamma), ci dimostra che il bambino sia in grado di sentire già nel ventre materno, che addirittura sogni.
Che cominci a "conoscere" i propri genitori attraverso le voci, le carezze mediate dal pancione, i rituali e tante altre cose.
Ci sono molti bei testi che lo documentano.
Una madre e un padre hanno il diritto di godere di questi 9 mesi fatti di realtà emotive e di realtà fisiche, senza dover scegliere a quali dare più importanza o quali scartare.
Se la vostra gestione di coppia le permette di godere del giusto (e richiesto) riposo, se lei si sente serena, nel posto giusto, penso che a questo punto debba chiedere a se stessa se è più importante mantenere questo stato di serenità o rinunciarvi per ottenere l'approvazione materna.
Diventare adulti, genitori, implica anche dover fare scelte, rinunce e trovare nuovi equilibri a vecchi rapporti.
Forza e Coraggio Signora, l'avventura che sta vivendo è unica e da preservare
Ancora auguri
il dato di fatto è che per lei e sua mamma quando si parla di realtà si parla di due cose ben diverse.
Come se per sua mamma realtà volesse dire "fatti concreti" e per lei volesse dire anche "sentimenti e relazioni".
Per quanto mi riguarda le posso dire che la realtà scientifica, fatta di ricerche e studi di lunga data sulla psicologia perinatale (ovvero del bambino nella pancia della mamma), ci dimostra che il bambino sia in grado di sentire già nel ventre materno, che addirittura sogni.
Che cominci a "conoscere" i propri genitori attraverso le voci, le carezze mediate dal pancione, i rituali e tante altre cose.
Ci sono molti bei testi che lo documentano.
Una madre e un padre hanno il diritto di godere di questi 9 mesi fatti di realtà emotive e di realtà fisiche, senza dover scegliere a quali dare più importanza o quali scartare.
Se la vostra gestione di coppia le permette di godere del giusto (e richiesto) riposo, se lei si sente serena, nel posto giusto, penso che a questo punto debba chiedere a se stessa se è più importante mantenere questo stato di serenità o rinunciarvi per ottenere l'approvazione materna.
Diventare adulti, genitori, implica anche dover fare scelte, rinunce e trovare nuovi equilibri a vecchi rapporti.
Forza e Coraggio Signora, l'avventura che sta vivendo è unica e da preservare
Ancora auguri
[#8]
Gentile Signora,
lei ha una visione direi abbastanza chiara della situazione.
Il punto è che non dovrebbe chiedere nessun permesso, né a parer mio addentrarsi in discussioni sterili, nonostante la sua buona volontà di definirsi in maniera differente.
Quando le relazioni funzionano in questo modo e seguono copioni irrigiditi nel tempo, più che parlare, sarebbe opportuno fare i fatti, con garbo.
Sua madre, i suoi, forse non hanno ben presente il continuum lungo il quale i figli diventano sempre più autonomi e indipendenti e il tipo di rapporto che si dovrebbe man mano maturare con loro.
Senza se e senza ma dal mio punto di vista sarebbe opportuno che pensasse al suo nuovo nucleo, a suo marito, ai vostri bisogni di coppia, al vostro bimbo in arrivo. Certi tipi di interferenze, e non di rado, creano difficoltà nella coppia.
Le ripeto, non occorre tagliare fuori i suoi genitori, ma definirsi si, e con i comportamenti, non è necessario lo scontro. Come figlia svincolata con una propria famiglia a cui badare.
Se non cederà ai ricatti affettivi, avrà buone probabilità di spuntarla, i suoi, loro malgrado, si dovrenno abituare alle nuove regole che lei insistendo metterà in atto. Magari inizialmente con un rincaro di rimbrotti e richieste, l'importante sarebbe non derogare.
Di nuovo i miei auguri
lei ha una visione direi abbastanza chiara della situazione.
Il punto è che non dovrebbe chiedere nessun permesso, né a parer mio addentrarsi in discussioni sterili, nonostante la sua buona volontà di definirsi in maniera differente.
Quando le relazioni funzionano in questo modo e seguono copioni irrigiditi nel tempo, più che parlare, sarebbe opportuno fare i fatti, con garbo.
Sua madre, i suoi, forse non hanno ben presente il continuum lungo il quale i figli diventano sempre più autonomi e indipendenti e il tipo di rapporto che si dovrebbe man mano maturare con loro.
Senza se e senza ma dal mio punto di vista sarebbe opportuno che pensasse al suo nuovo nucleo, a suo marito, ai vostri bisogni di coppia, al vostro bimbo in arrivo. Certi tipi di interferenze, e non di rado, creano difficoltà nella coppia.
Le ripeto, non occorre tagliare fuori i suoi genitori, ma definirsi si, e con i comportamenti, non è necessario lo scontro. Come figlia svincolata con una propria famiglia a cui badare.
Se non cederà ai ricatti affettivi, avrà buone probabilità di spuntarla, i suoi, loro malgrado, si dovrenno abituare alle nuove regole che lei insistendo metterà in atto. Magari inizialmente con un rincaro di rimbrotti e richieste, l'importante sarebbe non derogare.
Di nuovo i miei auguri
[#9]
Utente
Ringrazio tutti i dottori che hanno con attenzione e cordialità seguito questa mia vicenda, questo mio sfogo!
Mi avete dato la forza di far valere i miei desideri, di cercare la mia indipendenza (forse avvenuta un po tardi), di mettere in primis la mia nuova famiglia e di voler bene ai miei genitori allo stesso tempo, anche se pur con qualche litigio ma fatto a fine del MIO bene e del mio, anzi nostro, bambino.
Come avete detto non sarà facile perché ho dei genitori ancorati a vecchie abitudini e ideologie, che forse (probabilmente date le loro dure esperienze giovanili) non vogliono "sognare" con i sentimenti, ma stanno sempre a pensare ai fatti concreti, alle conseguenze delle scelte che si fanno. Ma si può sbagliare? Sbatterci la testa e solo dopo dire ok ho sbagliato, forse sarebbe stato meglio che avessi ascoltato i miei oppure dire ok ho sbagliato, ma ho imparato (magari il consiglio dei miei non sarebbe neanche andato bene)!
Io credo in questa battaglia, è difficile, ma spero che con la forza di mio marito e del nostro bambino di riuscire a sconfiggere gli steriotipi o perlomeno di far accettare l'indipendenza di un figlio. Andare avanti grazie a voi sarà più facile perché so di essere nel giusto, nel giusto perché porto avanti le mie idee, la mia voglia di andare avanti senza copioni, fermo restando il rispetto e il bene per i miei genitori.
Vi ringrazio per i consigli e per gli auguri, faccio i complimenti a questo sito e soprattutto a tutto lo staff medico che è sempre molto disponibile.
Grazie!
Mi avete dato la forza di far valere i miei desideri, di cercare la mia indipendenza (forse avvenuta un po tardi), di mettere in primis la mia nuova famiglia e di voler bene ai miei genitori allo stesso tempo, anche se pur con qualche litigio ma fatto a fine del MIO bene e del mio, anzi nostro, bambino.
Come avete detto non sarà facile perché ho dei genitori ancorati a vecchie abitudini e ideologie, che forse (probabilmente date le loro dure esperienze giovanili) non vogliono "sognare" con i sentimenti, ma stanno sempre a pensare ai fatti concreti, alle conseguenze delle scelte che si fanno. Ma si può sbagliare? Sbatterci la testa e solo dopo dire ok ho sbagliato, forse sarebbe stato meglio che avessi ascoltato i miei oppure dire ok ho sbagliato, ma ho imparato (magari il consiglio dei miei non sarebbe neanche andato bene)!
Io credo in questa battaglia, è difficile, ma spero che con la forza di mio marito e del nostro bambino di riuscire a sconfiggere gli steriotipi o perlomeno di far accettare l'indipendenza di un figlio. Andare avanti grazie a voi sarà più facile perché so di essere nel giusto, nel giusto perché porto avanti le mie idee, la mia voglia di andare avanti senza copioni, fermo restando il rispetto e il bene per i miei genitori.
Vi ringrazio per i consigli e per gli auguri, faccio i complimenti a questo sito e soprattutto a tutto lo staff medico che è sempre molto disponibile.
Grazie!
[#10]
La ringrazio per le belle parole spese per questo sito e per tutti i coloro i quali offrono il loro contributo professionale.
Lieta, unitamente ai Colleghi, di averla ascoltata.
Le sue risorse, l'amore di suo marito e il suo bimbo, le daranno forza e motivazione per perseguire i suoi propositi.
Se crede ci può aggiornare in futuro.
Auguri!
Lieta, unitamente ai Colleghi, di averla ascoltata.
Le sue risorse, l'amore di suo marito e il suo bimbo, le daranno forza e motivazione per perseguire i suoi propositi.
Se crede ci può aggiornare in futuro.
Auguri!
[#11]
Utente
Buongiorno dottori,
la dott.sa Rinella nella sua penultima risposta aveva pienamente ragione: copioni irrigiditi, figli indipendenti, interferenze e difficoltà per la coppia...
purtroppo io mi faccio prendere dai sentimenti che provo per loro ( in particolare con mia madre, perché è lei la causa del problema)e dal fatto che sono la loro unica figlia!
Qualche sera fa parlando del più e del meno è venuto fuori che lei vuole che io ritorni nel loro paese (abito a 9Km da loro da quando sono sposata, cioè 2 anni), perché lei è sola e ha bisogno di compagnia (mia madre ha 55 anni). Ho provato a dirle di frequentare qualche corso di cucina, di cucito, ma per lei è una cosa assurda, secondo me perchè non ha la capacità di relazionarsi (infatti non ha amici), rimane nel suo mondo e SOLO con la sua famiglia.
A volte mi chiedo come siamo arrivati a ciò, come è potuto cambiare così improvvisamente il nostro rapporto.
Spesso ho il sentore che abbia paura di essere messa in secondo piano, che io possa preferire la compagnia o i favori di mia cognata (36 anni) o di mia suocera (molto più "aperta" di lei) e mettere lei da parte.
Ma posso fare qualcosa?
Se le parlo con calma, non vuole sentire ragioni, io ho sempre torto; se le parlo con aggressione è perchè mi faccio plagiare e non sono in me...ma quale comportamento adottare????????
avevo pensato di scriverle una lettera visto che non riesco a parlare, ma può essere un metodo giusto? Cosa ne pensate?
Io spero tanto che il nostro rapporto possa tornare ad essere quello di una volta, ma sarà mica che "un vaso rotto anche se vengono rincollati i pezzi rimane sempre un vaso rotto"???
Questa mattina al telefono le ho risposto male perchè ogni qualvolta che la invito a casa lei mi risponde: se siamo accettati...
bè, sono stufa di questa risposta, le ho detto che deve farla finita di rispondere così. dall'altro capo del telefono non c'è stata risposta.
Adesso, a volte, inizio a provare stufore, noia, gli argomenti sono sempre gli stessi, passi avanti non se ne fanno, se se ne discute davanti ci si trova un muro...
sono veramente stufa, quasi quasi sto meglio quando non la sento...
Grazie della vostra gentilezza nell'ascoltarmi e nel darmi il vostro parere:
la dott.sa Rinella nella sua penultima risposta aveva pienamente ragione: copioni irrigiditi, figli indipendenti, interferenze e difficoltà per la coppia...
purtroppo io mi faccio prendere dai sentimenti che provo per loro ( in particolare con mia madre, perché è lei la causa del problema)e dal fatto che sono la loro unica figlia!
Qualche sera fa parlando del più e del meno è venuto fuori che lei vuole che io ritorni nel loro paese (abito a 9Km da loro da quando sono sposata, cioè 2 anni), perché lei è sola e ha bisogno di compagnia (mia madre ha 55 anni). Ho provato a dirle di frequentare qualche corso di cucina, di cucito, ma per lei è una cosa assurda, secondo me perchè non ha la capacità di relazionarsi (infatti non ha amici), rimane nel suo mondo e SOLO con la sua famiglia.
A volte mi chiedo come siamo arrivati a ciò, come è potuto cambiare così improvvisamente il nostro rapporto.
Spesso ho il sentore che abbia paura di essere messa in secondo piano, che io possa preferire la compagnia o i favori di mia cognata (36 anni) o di mia suocera (molto più "aperta" di lei) e mettere lei da parte.
Ma posso fare qualcosa?
Se le parlo con calma, non vuole sentire ragioni, io ho sempre torto; se le parlo con aggressione è perchè mi faccio plagiare e non sono in me...ma quale comportamento adottare????????
avevo pensato di scriverle una lettera visto che non riesco a parlare, ma può essere un metodo giusto? Cosa ne pensate?
Io spero tanto che il nostro rapporto possa tornare ad essere quello di una volta, ma sarà mica che "un vaso rotto anche se vengono rincollati i pezzi rimane sempre un vaso rotto"???
Questa mattina al telefono le ho risposto male perchè ogni qualvolta che la invito a casa lei mi risponde: se siamo accettati...
bè, sono stufa di questa risposta, le ho detto che deve farla finita di rispondere così. dall'altro capo del telefono non c'è stata risposta.
Adesso, a volte, inizio a provare stufore, noia, gli argomenti sono sempre gli stessi, passi avanti non se ne fanno, se se ne discute davanti ci si trova un muro...
sono veramente stufa, quasi quasi sto meglio quando non la sento...
Grazie della vostra gentilezza nell'ascoltarmi e nel darmi il vostro parere:
[#12]
Cara Signora,
sua madre continua a richiamarla a sè, a chiedere la sua vicinanza, a pretendere che lei faccia ancora parte del vecchio nucleo come prima, quando non era sposata.
Ora la gravidanza, quale momento di passaggio e ulteriore definizione del suo (di lei che scrive) nucleo familiare, porta ancora più allo scoperto le dinamiche relazionali della sua famiglia di origine e anche una loro enfatizzazione.
E' evidente, come le ho già detto, che fino a che lei non riesce a conquistare una maggiore distanza emotiva in particolare da sua madre, le riuscirà difficile modulare diversamente la relazione.
Fino a quando cadrà nelle inconsapevoli trappole che le vengono tese, colludendo altrettanto inconsapevolmente con esse e facendosi prendere dai sensi di colpa, sarà portata pur non volendolo, a perpetuare il circolo vizioso delle interazioni disfunzionali con sua madre.
Provi a riflettere rispetto a quanto ha detto, sul come sta partecipando lei, involontariamente, a quanto sta accadendo e come resistere al "canto delle sirene".
Una lettera può aiutarla magari ad essere maggiormente assertiva, ma non credo che possa risolvere questo genere di problematiche.
<io spero tanto che il nostro rapporto possa tornare ad essere quello di una volta, ma sarà mica che "un vaso rotto anche se vengono rincollati i pezzi rimane sempre un vaso rotto"???>
No, il vostro rapporto non dovrebbe tornare come prima, dovrebbe diversamente maturare come si conviene tra figlia adulta svincolata e famiglia di provenienza, può cambiare il vostro modo di relazionarvi, divenendo più "sano" e maturo, a beneficio suo, di sua madre, della sua nuova famiglia.
L'affetto e l'amore restano immodificati, anzi, con relazioni più equilibrate, si riescono ad esprimere meglio.
Ripeto, può non essere facile cambiare le modalità quando si è immersi da troppo tempo in certi copioni relazionali, l'agire per il cambiamento dipende da una corretta lettura delle dinamiche e dall'acquisire determinate consapevolezze.
Se continuasse a vedere che i suoi tentativi vanno a vuoto e se le difficoltà dovessero permanere, un consulto diretto con un terapeuta familiare (sistemico) potrebbe davvero esserle utile proprio per tutto quanto esposto qui e nei precedenti post.
Cari saluti
sua madre continua a richiamarla a sè, a chiedere la sua vicinanza, a pretendere che lei faccia ancora parte del vecchio nucleo come prima, quando non era sposata.
Ora la gravidanza, quale momento di passaggio e ulteriore definizione del suo (di lei che scrive) nucleo familiare, porta ancora più allo scoperto le dinamiche relazionali della sua famiglia di origine e anche una loro enfatizzazione.
E' evidente, come le ho già detto, che fino a che lei non riesce a conquistare una maggiore distanza emotiva in particolare da sua madre, le riuscirà difficile modulare diversamente la relazione.
Fino a quando cadrà nelle inconsapevoli trappole che le vengono tese, colludendo altrettanto inconsapevolmente con esse e facendosi prendere dai sensi di colpa, sarà portata pur non volendolo, a perpetuare il circolo vizioso delle interazioni disfunzionali con sua madre.
Provi a riflettere rispetto a quanto ha detto, sul come sta partecipando lei, involontariamente, a quanto sta accadendo e come resistere al "canto delle sirene".
Una lettera può aiutarla magari ad essere maggiormente assertiva, ma non credo che possa risolvere questo genere di problematiche.
<io spero tanto che il nostro rapporto possa tornare ad essere quello di una volta, ma sarà mica che "un vaso rotto anche se vengono rincollati i pezzi rimane sempre un vaso rotto"???>
No, il vostro rapporto non dovrebbe tornare come prima, dovrebbe diversamente maturare come si conviene tra figlia adulta svincolata e famiglia di provenienza, può cambiare il vostro modo di relazionarvi, divenendo più "sano" e maturo, a beneficio suo, di sua madre, della sua nuova famiglia.
L'affetto e l'amore restano immodificati, anzi, con relazioni più equilibrate, si riescono ad esprimere meglio.
Ripeto, può non essere facile cambiare le modalità quando si è immersi da troppo tempo in certi copioni relazionali, l'agire per il cambiamento dipende da una corretta lettura delle dinamiche e dall'acquisire determinate consapevolezze.
Se continuasse a vedere che i suoi tentativi vanno a vuoto e se le difficoltà dovessero permanere, un consulto diretto con un terapeuta familiare (sistemico) potrebbe davvero esserle utile proprio per tutto quanto esposto qui e nei precedenti post.
Cari saluti
[#13]
Utente
Gentile dott.sa Rinella,
non so se può rispondermi a quest'ultima domanda.
Avendo io ben chiaro cosa voglio, ovviamente come lei dice può non essere facile cambiare le modalità quando si è immersi da troppo tempo in certi copioni relazionali, ma io voglio cercare di agire per il cambiamento, resistere ai sensi di colpa, far maturare il rapporto come si conviene tra figlia adulta svincolata e famiglia di provenienza, può cambiare il vostro modo di relazionarvi, divenendo più "sano" e maturo, a beneficio suo, di sua madre, della sua nuova famiglia..ecc
ma come posso aiutare mia madre in tutto questo prima di arrivare ad un terapeuta? qualora i tentativi andassero a vuoto e chiedessi l'aiuto di un terapeuta, pensa che sarebbe importante andarci con mia madre? (so che questo sarà impossibilissimo, ma chiedo a lei un parere)
Grazie ancora per la disponibilità sua e dei suoi colleghi!
non so se può rispondermi a quest'ultima domanda.
Avendo io ben chiaro cosa voglio, ovviamente come lei dice può non essere facile cambiare le modalità quando si è immersi da troppo tempo in certi copioni relazionali, ma io voglio cercare di agire per il cambiamento, resistere ai sensi di colpa, far maturare il rapporto come si conviene tra figlia adulta svincolata e famiglia di provenienza, può cambiare il vostro modo di relazionarvi, divenendo più "sano" e maturo, a beneficio suo, di sua madre, della sua nuova famiglia..ecc
ma come posso aiutare mia madre in tutto questo prima di arrivare ad un terapeuta? qualora i tentativi andassero a vuoto e chiedessi l'aiuto di un terapeuta, pensa che sarebbe importante andarci con mia madre? (so che questo sarà impossibilissimo, ma chiedo a lei un parere)
Grazie ancora per la disponibilità sua e dei suoi colleghi!
[#14]
Cara Signora,
la risposta alla sua prima domanda è contenuta nelle repliche precedenti.Lei ha ben chiaro cosa vuole, ma non sa COME ottenerlo.
Un consulto on line, per via dei suoi limiti, non la può guidare in questo senso, ma solo aiutarla a riflettere, darle spunti, orientarla, differentemente da un consulto vis à vis.
Quanto alla seconda domanda, cominci a partire da lei, può essere già lei stessa un agente di cambiamento.
Cominci magari a chiedere un parere di persona a un terapeuta sistemico-relazionale, l'approccio elettivo per questo genere di problematiche. Già potrà darle indicazioni molto meglio che da qui, con i molti limiti che abbiamo.
Ci tenga informati se crede
I miei migliori auguri di serenità
la risposta alla sua prima domanda è contenuta nelle repliche precedenti.Lei ha ben chiaro cosa vuole, ma non sa COME ottenerlo.
Un consulto on line, per via dei suoi limiti, non la può guidare in questo senso, ma solo aiutarla a riflettere, darle spunti, orientarla, differentemente da un consulto vis à vis.
Quanto alla seconda domanda, cominci a partire da lei, può essere già lei stessa un agente di cambiamento.
Cominci magari a chiedere un parere di persona a un terapeuta sistemico-relazionale, l'approccio elettivo per questo genere di problematiche. Già potrà darle indicazioni molto meglio che da qui, con i molti limiti che abbiamo.
Ci tenga informati se crede
I miei migliori auguri di serenità
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 12.4k visite dal 02/09/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Gravidanza
Gravidanza: test, esami, calcolo delle settimane, disturbi, rischi, alimentazione, cambiamenti del corpo. Tutto quello che bisogna sapere sui mesi di gestazione.